Siamo seri: le due Toyota GR010 Hybrid al momento sembrano proprio imbattibili. Dopo il successo “monco” e apparentemente sofferto di Spa-Francorchamps, qui a Portimao hanno dato dimostrazione di una superiorità indiscutibile, siglando non solo la prima doppietta stagionale, ma giocando come il gatto col topo con l’Alpine, che chiude a podio ma distanziata di oltre un minuto.
Un’eternità, considerando che una safety car ed una Full Course Yellow hanno contribuito a ricompattare per ben due volte il lotto dei partenti nella seconda metà di gara. Ma ormai il danno era fatto, con le Toyota ad accumulare nelle prime quattro ore addirittura un pitstop di vantaggio sulla LM P1 francese capitanata da un immenso Nicolas Lapierre, insieme a Mathieu Vaxivière e ad Andrè Negrao.
Alla fine, il Gazoo Racing ha deciso a tavolino che avrebbe dovuto vincere la #8 di Sebastien Buemi, Kazuki Nakajima e Brendon Hartley, che bissano il successo delle Ardenne. Questo recuperando un ultimo splash in regime di neutralizzazione a 16’ dalla fine, non condiviso con la vettura gemella di Josè Maria Lopez, Kamui Kobayashi e Mike Conway.
La bella Glickenhaus ha effettuato un debutto accettabile, penalizzato solo da un errore di Ryan Briscoe che ha rovinato la gara della SCG 007 LMH, giunta, dopo una lunga riparazione ai box ed una penalizzazione, ultima a 54 giri ma classificata. Come si dice, se son rose…
E’ stata doppietta anche tra le LM P2 per Jota, che ha saputo rimontare il disastro iniziale, con il contatto fratricida al primo giro in curva 7, lasciando l’Oreca di United Autosports, priva di Filipe Albuquerque, ad un giro. Il duello finale ha premiato l’unico portoghese in gara, Antonio Felix da Costa, che a pochi minuti dalla fine ha avuto la meglio su Tom Blomqvist.
Tra le LM P2 Pro/Am invece, è stata una gara a perdere, e una volta tanto la colpa non è stata dei gentlemen quanto dei pro, con l’erroraccio di Job van Uitert ed i vari testacoda di Juan Pablo Montoya ed i problemi tecnici di High Class Racing, che recupera il podio dietro il DragonSpeed dopo una defaillance elettrica che pareva terminale a mezz’ora dalla chequered flag. Prima vittoria nel WEC quindi al Realteam di Norman Nato, Esteban Garcia, vero bersaglio mobile per le GT, e Mathias Beche.
L’Italia ha avuto di che gioire in entrambe le classi GTE. In GTE-Pro, James Calado ha potuto festeggiare il suo 32mo compleanno nel migliore dei modi insieme ad Alessandro Pier Guidi, seguiti in classifica dall’altra 488 GTE Evo di Daniel Serra e Miguel Molina.
Le due Porsche, apparentemente imbattibili in qualifica, hanno scontato un peggiore consumo delle gomme Michelin, dettato da una scelta sbagliata. Erano infatti disponibili due mescole diverse di gomme e Porsche avrebbe optato per le medie al posto delle dure, che si sono rivelate invece vincenti sulle vetture della concorrenza.
Il cambio di rotta è stato effettuato in modo tardivo e, delle due 911 RSR-19, è stata ancora la #92 di Kevin Estre e Neel Jani, coadiuvati per l’occasione da Michael Christensen, a precedere la macchina di Gianmaria Bruni, Richard Lietz e Fred Makowiecki.
Il trionfo del Cavallino si completa col primo successo in GTE-Am del Cetilar Racing. Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto ed Antonio Fuoco si sono dimostrati l’equipaggio più completo nonostante i 10 kg extra derivanti dal terzo posto di Spa, e solo Matteo Cairoli sulla Porsche del Project 1 ha tentato di par suo di risolvere la questione. Purtroppo per il team tedesco, una leggerezza di Riccardo Pera e la relativa penalità ha ributtato in seconda posizione la Porsche #56 che aveva conquistato la testa della categoria.
Il successo Ferrari si completa col terzo posto della #54 di Giancarlo Fisichella, che quando trova la pista “giusta” riesce sempre ad esaltare ed esaltarsi, Francesco Castellacci e Thomas Flohr.
E’ tutto dall’Autodromo International do Algarve. L’appuntamento con la serie mondiale è per la 6 Ore di Monza, in programma dal 16 al 18 luglio prossimi.
Piero Lonardo