Una Le Mans che forse nessuno si aspettava si sta dipanando nella notte: un nuovo scroscio temporalesco, nettamente più consistente dei precedenti, ha infatti movimentato il secondo quarto di gara.
Le intemperie hanno investito soprattutto la zona del Karting, dove Giacomo Petrobelli ha piantato la sua Ferrari del JMW, in quel momento al comando delle GTE-Am, mentre al contrario le hypercar di Nicklas Nielsen e Will Stevens riuscivano invece a prendere la via di fuga.
Ulteriore melèe ad Indianapolis, dove escono le LM P2 di Frederick Lubin e Mirko Bortolotti, poi imitate da Salih Yoluc il quale va a tamponare l’inerme Oreca Prema; ma la goccia che faceva traboccare il vaso era la Ferrari del Walkenhorst di Chandler Hull fermo alle Porsche, che chiama in causa l’ennesima slow zone.
In precedenza sono state Porsche e Ferrari a dare spettacolo tra le hypercar, con Yifei Ye e la 963 Jota a prendere la testa della gara per poi terminare fuori al Karting con robusti danni alla carrozzeria. Le due 499P, dopo aver avuto la meglio sull’altra 963 di Dane Cameron, quest’ultimo rallentato anche da un drive-through, si ritrovavano al comando, con Miguel Molina a lasciarsi passare da Antonio Giovinazzi per la leadership intorno al quarto di gara; poco dopo si è scatenato uno spettacolo pirotecnico per commemorare i 100 anni della 24 Ore.
Nelle GTE-Am si danno battaglia la Porsche Proton #911 di Martin Rump e la Ferrari AF Corse #54 di Francesco Castellacci con le Iron Dames terzo incomodo, mentre tra le LM P2, Oliver Rasmussen precede Albert Costa di Inter-Europol, ma la vettura di Jota va anch’essa a picchiare su pista bagnata.
Anche dopo il termine del temporale però non c’è pace tra le LMH. Intorno alla mezzanotte è infatti Alessandro Pier Guidi a far segnare il primo errore tra le Ferrari, restando coinvolto in un contatto fra la Porsche leader in GTE-Am ed una Glickenhaus.
La 499P #51 va a perdere il vantaggio guadagnato sul resto del lotto, ma poco dopo tocca alla Toyota #7 ammainare la bandiera, dopo il cruento contatto con la Ferrari del JMW, che rimanendo piantata in pista, genera l’ennesima neutralizzazione. Problemi anche all’altra 499P, vittima di problemi al radiatore che hanno richiesto una sosta ai box di 6 giri, e per la Peugeot meglio piazzata, out con Gustavo Menezes alla guida alla chicane Daytona. Fuori anche la Porsche #75 vittima di problemi di pressione del carburante.
Alla fine della fiera, alla metà gara è la Ferrari di Antonio Giovinazzi a trovarsi al comando con 3” di vantaggio sulla Toyota superstite con Sebastien Buemi ed oltre 1’ sulla Cadillac #2 di Richard Westbrook. Queste ora le uniche vetture a pieni giri, mentre la Porsche #6 e la Cadillac #3, martoriata da soste e penalità, inseguono ad un giro.
Tra le LM P2, anche se alla metà gara la classifica, grazie ai giochi delle strategie, riporta il Duqueine in testa davanti alla #41 del WRT, è Inter-Europol che pare aver preso seriamente il comando delle operazioni, ancorchè di misura sul Panis Racing.
In GTE-Am infine, la “Rexy” Porsche del Project 1 – AO Racing conduce sulle Ferrari di AF Corse e Kessel Racing. La top five comprende anche le Porsche delle Iron Dames e GR Racing, risalita dopo la disavventura nelle fasi iniziali.
In totale sono ben 14 le vetture ritirate sin qui; tra queste al contrario non compare la Camaro NASCAR del Garage 56, che prosegue la propria marcia in 32ma posizione assoluta.
Piero Lonardo
Foto: Piero Lonardo