La colonnina del mercurio è tornata ad alzarsi vertiginosamente stamane a Lusail e ne hanno risentito tempi e forse anche la capacità di concentrazione di alcuni nuovi arrivi della serie mondiale, come Derek Deboer, che ha schiantato l’Aston Martin del Racing Spirit of Leman a green flag da poco sventolata nell’insidiosa curva 5.
La direzione gara ha dovuto agire per ripristinare la sicurezza di quella zona del circuito e le necessarie operazioni hanno richiesto oltre un’ora, che è stata recuperata nel finale.
Al riprendere delle ostilità è stato Kevin Estre a segnare la migliore prestazione con la Porsche #6, superandosi ulteriormente poco dopo con 1.40.428. Ad inseguire il campione del mondo sono tutte e tre le Ferrari con Antonio Giovinazzi, Antonio Fuoco e Robert Kubica, con distacchi intorno ai 3 decimi. Chiude la top five la migliore delle Cadillac, dominatrici della seconda sessione, con Jenson Button.
Jonny Edgar dal canto suo ha dato il cambio a Dani Juncadella quale migliore esponente tra le Corvette; pur non superando il limite segnato ieri sera da Josè Maria Lopez con la Lexus #87 guida oggi il gruppo delle GT3 col tempo di 1.55.200. Il buono stato di forma delle GT statunitensi è avvalorato anche dalla seconda prestazione del compagno di squadra spagnolo.
A seguire la Ferrari VISTA AF Corse #54 con Davdie Rigon a meno di 2 decimi, e Finn Gehrsitz con la migliore delle Lexus. L’altra RC F GT3 ha stazionato a lungo ai box dopo un fuoripista da parte proprio dell’ex-Toyota. Problemi anche per le Iron Dames, protagonista di un altra neutralizzazione con Celia Martin.
L’ultima delle Full Course Yellow è stata procurata invece dall’Aston Martin Valkyrie di Harry Tincknell. Le due LMH britanniche sono ancora i fanalini di coda della graduatoria della classe regina.
Alla sessione non ha partecipato la Ford Mustnag #77, che dovrebbe rivedere la pista solo nelle prime libere della 1.812 km del Qatar.
Si prosegue fra pochissimo, alle 17.00 con la quarta ed ultima sessione di questo Prologo qatariota
Piero Lonardo
Foto: Piero Lonardo