La 6 Ore di Imola si è chiusa col successo della Ferrari di Antonio Giovinazzi, James Calado ed Alessandro Pier Guidi. Determinante la strategia, che, dopo una prima metà di gara abbastanza impostata, con la #51 e la #83 dominatrici incontrastate e la #50 in continua rimonta dal fondo aiutata da una strategia aggressiva, ha ripreso vita dopo la prima safety car che ha visto protagonista la BMW #31 del WRT e l’Aston Martin dello Heart of Racing.
Sempre sotto la minaccia della temutissima pioggia, cosí determinante nel 2024, le Rosse hanno scelto una strategia conservativa, lasciando spazio nientemeno che alla Porsche #6. Il contatto – ad avviso sia nostro che della direzione gara, evitabile – tra la BMW di Valentino Rossi e la Ferrari di Simon Mann alla Rivazza, con l’ingresso della vettura di servizio, allo scadere della quarta ora ha ulteriormente rimescolato le carte in tavola.
Alessandro Pier Guidi riconquistava la testa della gara, ma la corsa delle LMH scorreva su tre binari paralleli, dettati dai consumi: Antonio Fuoco contro Sebastien Buemi, un lungo duello terminato purtroppo con una foratura della Rossa #50, Robert Kubica contro tutti, e la #51 prima delle vetture sicuramente costrette ad uno splash per terminare la gara.
Alla fine è stato lo splash del box Ferrari a risultare decisivo, con Pier Guidi a tagliare il traguardo con 8”5 di vantaggio sulla BMW #20 di Renè Rast, Kelvin van der Linde e Robin Frijns e l’Alpine di Fred Makowiecki, Jules Gounon e Mick Schumacher. P4 per la gialla 499P di AF Corse, forse sacrificata sull’altare della sicurezza, a precedere la Toyota #8.
Solo P8 per la migliore delle Porsche, scomparse completamente dalla lotta nel finale, mentre la #50 vincitrice in Qatar chiude al 15mo posto. Pessima la prestazione delle Cadillac, mentre le Aston Martin terminano entrambe, ma a ben 4 giri dal leader.
Assolutamente determinante ai fini del risultato delle GT3 la penalità assegnata alla BMW #46 del WRT. Kelvin van der Linde nel finale ha furoreggiato fino ad insidiare la Porsche del Manthey 1st Phorm, ma la vecchia volpe Richard Lietz, incaricato dello stint finale dopo Ryan Hardwick e Riccardo Pera, non ha permesso alcunchè al sudafricano, con Rossi e Al Harthy sul secondo gradino del podio, proprio come nel 2024.
A seguire le due Lexus di Akkodis ASP, che forse hanno pagato la strategia di sostituire prima possibile i piloti Bronze, magari attendendosi quella pioggia che, a parte alcune gocce, non ha mai fatto capolino, mentre VISTA AF Corse può fregiarsi del quinto posto, davanti alle due Corvette di TF Sport.
In classifica generale, gli equipaggi delle tre Ferrari conducono con 50 per la vincitrice odierna, 39 per AF Corse e 38 punti della #50. Lontani gli inseguitori, con le due BMW davanti alle Toyota. Tra le GT3, la Corvette #33, che oggi ha chiuso in P5 nonostante i 36 kg di zavorra del Success Handicap, continua a condurre con 44 punti contro i 33 dell’equipaggio della Lexus #78 ed i 27 della McLaren 59, oggi solamente 14ma.
Il prossimo appuntamento con la serie mondiale è per la 6 Ore di Spa-Francorchamps, fra tre settimane.
Piero Lonardo
Foto: Piero Lonardo, Giulio Villa