Un cielo plumbeo e qualche goccia di pioggia hanno accolto le 36 vetture per la terza ed ultima sessione di libere della 1.812 km del Qatar, season opener del World Endurance Championship.
Sono le tre Ferrari 499P a dominare la classifica generale, con Antonio Fuoco al top con la #50 ed il tempo, assai significativo, di 1.39.484, davanti di appena 81 millesimi ad Antonio Giovinazzi con la #51, con Robert Kubica e l’entry di AF Corse P3 a 4 decimi.
A seguire le due Cadillac Jota, capitanate da Sebastien Bourdais ed Alex Lynn, a mezzo secondo e 9 decimi rispettivamente; poi – sorpresa sorpresa – le due Peugeot, ancorchè con distacchi oltre il secondo, grazie agli effort di Jean-Eric Vergne e Stoffel Vandoorne.
Nel grigiore (vero e proprio) generale, si segnala l’undicesima prestazione dell’Aston Martin Valkyrie #009, seppure a 2”4 dal leader.
Tra le GT3 è ancora Sean Gelael a chiudere al top con la McLaren #95 di United Autosports a ripetersi col tempo quasi identico al best lap delle FP2 di 1.54.569 su Finn Gehrsitz e la Lexus #78. La competitività delle 720S GT3 Evo è avvalorata dalla terza prestazione da parte di Gregoire Saucy sulla #59.
Tra i due marchi battistrada si infila il solito Charlie Eastwood, P4 con la migliore delle Corvette di TF Sport, la #81; l’altra GT made in USA è stata invece protagonista dell’unica Full Course Yellow dopo un testacoda in curva 3 da parte di Ben Keating.
La graduatoria di categoria prosegue con le Ferrari VISTA AF Corse, le Aston Martin Vantage e le BMW WRT. Le prime otto vetture sono comunque racchiuse in un secondo.
La giornata prosegue con le qualifiche e la Hyperpole, a partire dalle 17.00 locali, le 15.00 italiane. Ricordiamo che da quest’anno nelle GT sarà possibile il cambio pilota con l’ingresso del silver nel turno decisivo.
Diretta streaming sulla WEC TV e per l’Italia sui canali Eurosport. Per la gara si aggiungerà anche la RAI, però in differita, secondo le nostre fonti verrà trasmessa solo il mercoledi successivo, col commento di Lorenzo Leonarduzzi.
Piero Lonardo
Foto: Piero Lonardo