La notte a Le Mans può essere foriera di grandi eventi oppure trascorrere tranquilla; ovviamente tutto ció è relativo nelle gare dei 62 concorrenti, ne sanno qualcosa i team e gli equipaggi, non necessariamente di punta, che durante la notte hanno sostenuto problemi che ne hanno compromesso la gara.
Quest’anno in effetti si è assistito ad una serie di uscite di strada forse maggiore rispetto alle scorse edizioni, che non si sono fermate certamente quando il sole è calato e la temperatura si è fatta più fresca, nonostante si tratti di metà agosto.
A farne le spese per prima l’Aurus #25, che sbatte all’inizio della nona ora con Rui Andrade e dice addio alla competizione; a seguire la Ferrari Spirit of Race ferma in pista con Matt Griffin. Nel corso della decima ora dicono addio alla competizione le altre due 488 del JMW, vittima di una foratura e poi definitivamente ko lungo la pista, imitata poco dopo dall’esemplare di Car Guy, a lungo nella top three di categoria, arrestatasi a Tertre Rouge.
Sempre a Tertre Rouge l’Oreca LM P2 del RealTeam si ritrova senza potenza, forse vittima di un contatto con la vettura del Panis Racing, ma riesce a proseguire, cosi come Jan Magnussen, che dopo un intervento ai box col cambiamento del muso può sopravvivere alla botta procurata dall’Aurus di Roman Rusinov.
A dieci ore dalla bandiera a scacchi sono ancora 49 le vetture in gara, dal cui totale non fanno più parte nemmeno la Porsche del WeatherTech Racing cosí come la superstite del Project 1, entrambe ai box per problemi tecnici terminali. Rallentamenti non meglio noti anche per la Ferrari di Inception Racing che per l’Oreca #22 vincitrice nel 2020 di United Autosports, richiamata ai box.
Davanti la lotta si è accesa per il terzo posto, con l’Alpine a recuperare la posizione sulla Glickenhaus #708 e poi sull’Oreca LM P2 di Robin Frijns dopo la disavventura di Mathieu Vaxivière. Le due Toyota procedono apparentemente senza problemi, salvo un lungo della #7 che ci ha regalato una parvenza di lotta interna, risolta con il consueto sorpasso “guidato” da parte di Josè Maria Lopez nei confronti di Brendon Hartley.
I giri di vantaggio sui diretti inseguitori sono saliti a quattro – aggiungiamo noi – ricavati in scioltezza. A -5 le migliori LM P2, ancora una volta le due Oreca del WRT, inseguite a loro volta dal Panis Racing.
In GTE-Pro, la Corvette #63, nonostante una penalità di 10″ si era infilata stabilmente fra le due Ferrari, con la #51 sempre al comando, ma proprio allo scadere della quattordicesima ora la vettura di Miguel Molina è stata richiamata per una lunga sosta ai box; ne ha approfittato la Porsche #92, che ora completa il podio provvisorio.
Continua infine la splendida gara di Alessio Rovera sulla 488 GTE Evo #83, che ora vanta un giro di vantaggio sulla Aston Martin del TF Sport e sull’altra Ferrari di Iron Lynx della stellina FDA, Callum Ilott, mentre ci si avvia ad un altro momento topico della 24 Ore, l’alba.
Piero Lonardo
La classifica dopo la quattordicesima ora di gara
Foto: Piero Lonardo