Questa Lone Star Le Mans era iniziata coi migliori auspici per i tifosi del Cavallino; infatti alla prima curva non solo Antonio Giovinazzi e Robert Kubica mantenevano le posizioni guadagnate in qualifica, ma anche Miguel Molina si infilava all’interno per un un-due-tre per il Cavallino.
La Cadillac di Earl Bamber cedeva anche alla BMW di Renè Rast e poco dopo si toccava con l’Alpine di Ferdinand Habsburg. Nelle GT3, Ian James manteneva la prima posizione con l’Aston Martin di Heart of Racing seguita dalla Lamborghini delle Iron Dames e alla Ferrari #55 di Francois Heriau. L’altra 296 di Vista AF Corse era invece costretta a partire dai box e, dopo la relativa penalità, finirà presto nella lista dei ritirati.
Dopo meno di mezz’ora è cambio della guardia al vertice, con Giovinazzi a cedere il comando della gara a Kubica. Due forature attardano frattanto la Porsche #5 e la Peugeot #94.
Il trio delle 499P prosegue fino praticamente alla seconda sosta. Giovinazzi, già “beccato” dalla direzione gara per il contatto precedente con la Lexus di Arnold Robin, si tocca con la Peugeot Vandoorne e si gira. La 499P #51 rientrerà ai box con l’ibrido ma anche con danni irreparabili. Quasi contemporaneamente Molina si tocca con la Corvette di Sebastian Baud, ma soprattutto perde la seconda piazza a favore della Toyota #7 e della Cadillac. Out anche la Porsche Jota #12, ferma prima nello Snake e poi ai box.
La gara delle GT3 subisce uno scossone col contatto da parte di Rahel Frey sulla Corvette di Rui Andrade per la seconda piazza dietro l’Aston Martin #27. Quest’ultima ha già scavato un discreto solco nei confronti della concorrenza, e ora nelle mani di Daniel Mancinelli. La Lamborghini ha la peggio ed esce dai box dopo 3 giri, ma poco dopo la Corvette #81 cederà la seconda piazza alla Porsche #92 di Joel Sturm, subentrato ad Alex Malykhin.
Piero Lonardo
Foto: Piero Lonardo