Bruni, Fisichella e Vilander, trionfo in GT
L’Audi porta a casa una clamorosa quanto insperata doppietta alla 24 Ore di Le Mans. La rinnovata R18 e-tron quattro di Benoit Treluyer, Marcel Fassler ed Andrè Lotterer si aggiudicano il terzo successo nella classica della Sarthe, davanti ai compagni di squadra Tom Kristensen, Lucas di Grassi e Marc Genè.
Ennesimo trionfo dell’affidabilità tedesca? In questo caso no, solamente una minor serie di problemi, peraltro risolti in modo brillante e tempestivo rispetto alla concorrenza.
Due turbine sostituite rispettivamente in 23′ e 17′ sulle prime due vetture hanno significato la differenza fra vittoria e sconfitta, quella vittoria che la Toyota, con le sue rivoluzionarie TS040-Hybrid, ha dimostrato di non essere ancora in grado di acquisire.
Troppi i paralleli con le fallimentari spedizioni Peugeot, specialmente con quella del 2011, con le tre vetture del Leone ad inseguire l’unica Audi appartenente, guardacaso, ai tre vincitori odierni.
Alla fine un ko meccanico per la #7, in testa per 14 ore, e un evitabile crash nelle prime fasi di gara, uniti all’assenza di una terza vettura, hanno lasciato a Hughes de Chaunac solamente il terzo posto, a ben 5 giri dalla vetta. Peggio ancora è andata a Porsche, a 2 ore dalla fine al comando, con le sue 919-Hybrid, di fatto ritirate in piena crisi di maneggevolezza.
Alle fine sul carro dei vincitori può salire a degno titolo la Rebellion R-One, addirittura quarta con Nicolas Prost, Mathias Beche e Nick Heidfeld, che grazie alle nuove regole rilasciate dell’ACO a pochi giori della gara ha potuto concentrarsi meglio sul passo di gara.
In questa edizione è stato spettacolo fino al termine anche nelle altre categorie, con due grandi vittoria dell’affidabilità targate Zytek in LM P2 e soprattutto Ferrari in GTE-Pro.
L’equipe dello Jota Sport di Simon Dolan, reduce dalla vittoria alla 4 Ore di Imola, ha tratto il meglio dalla vetusta quanto affidabile Zytek Z11SN-Nissan, contrapposta alle nuovissime Ligier JS P2 di Thiriet by TDS ed OAK Racing, che comunque sono arrivate a sfiorare la vittoria al debutto.
Trionfo a tutto tondo invece per la Ferrari AF Corse di Gianmaria Bruni, Toni Vilander e Giancarlo Fisichella, capaci di supplire alle carenze di un progetto ormai giunto al culmine dello sviluppo, nonostante l’ultimo kit aerodinamico introdotto proprio per Le Mans.
Fortunatamente per AF Corse, la concorrenza nel WEC si chiama solamente Aston Martin (che pure con un progetto non nuovissimo stava rischiando di vincere finalmente quella Le Mans sfuggita così tragicamente lo scorso anno) e Porsche (quest’oggi assolutamente non un fattore sull’asciutto).
Peccato infatti non potere vedere nel WEC le Corvette C7, vere dominatrici della gara dal punto di vista tecnico, tradite da qualche piccolo problema di affidabilità e transitate comunque seconda quarta e sesta all’arrivo.
L’Aston Martin si è potuta rifare nella classe più numerosa, la GTE-Am, dove la Vantage V8 di Christian Poulsen, Nicki Thiim e David Heinemeier Hansson ha stradominato sin dalle prime fasi di gara insieme ala vettura gemella, poi afflitta da un problema al fondo piatto.
Gran protagonista della categoria Patrick Long , sulla Porsche 911 GT3 RSR schierata dal Dempsey Racing insieme al Proton Competition, che meriterebbe una macchina al “piano di sopra”
Concludiamo con la Nissan ZEOD RC, a dir poco deludente. La tenutaria del garage 56 praticamente non è mai entrata nel vivo del weekend, e ha concluso con un ritiro parso ai più strumentale dopo 5 soli giri in gara. Speriamo che il costruttore nipponico tragga la debita esperienza da questa partecipazione in funzione della nuova LM P1.
Ora niente WEC per ben tre mesi. Si riprenderà con la Lone Star Le Mans di Austin, Texas, in programma il 20 settembre insieme al Tudor USCC.
(foto: Audi Sport)