Per un soffio anche questo aggiornamento della Rolex 24 at Daytona non va a coincidere con un periodo di Full Course Yellow, la quinta fin qui, questa volta causato dall’uscita di strada della Porsche del TGM Racing di Owen Trinkler, col relativo restart assegnato a 3’ dallo scadere del quarto di gara.
Quasi tutta la quarta ora però è stata occupata dalle neutralizzazioni: la prima per il contatto fra l’Oreca LM P2 capolista di Mikkel Jensen, tamponata da dietro dalla vettura del Racing Team Nederland, ma soprattutto dal violento contatto che ha visto coinvolte tre macchine.
La Mercedes di Kenny Habul, ex vincitore col SunEnergy1 e l’Aston Martin di Alex Riberas si toccavano al termine del banking, ed il cumulo dei detriti si arricchiva della Duqueine di Ayrton Ori, che non riusciva a schivare il retrotreno della Vantage.
Mentre calava la notte, un paio di forature rallentavano entrambe le Acura: prima toccava ad Helio Castroneves, causa le conseguenze del contatto con una Lamborghini, poi un sanguinoso dechappaggio della posteriore destra – forse per un contratto con Tristan Nunez – costringeva Will Stevens a percorrere tutto il circuito a velocità ridotta prima di raggiungere la pitlane.
Davanti la Cadillac #01 del Team Ganassi, soprannominata la “car of the champions” dati i ben 11 titoli IndyCar di tre dei quattro piloti iscritti, manteneva il comando, prima con Renger van der Zande e poi con Scott Dixon. Jimmie Johson, salito per il primo stint sulla Cadillac dell’Action Express/Ally, è l’unica DPi V.R. fuori dalla top five. Il distacco del WTR dalle altre vetture ammonta a 2 giri, ma il team di Wayne Taylor ci ha già abituato a notevoli rimonte, e mancano ancora 18 ore alla bandiera a scacchi.
Tra le LM P2, è stato il G-Drive ad ereditare la leadership dal PR1 Mathiasen, con l’Oreca #69 del giovanissimo Tijmen van der Helm, poi è toccato agli altri olandesi del Racing Team Nederland, prima col protagonista dell’IndyCar Rinus VeeKay e poi con l’ex-F1 Giedo van der Garde, ma quando è toccato al patron Frits van Eerd prendere il volante, la prima posizione è scivolata nelle mani di Nico Mueller, l’asso dell’Audi schierato dall’High Class Racing.
Cambio della guardia anche in LM P3 grazie a Colin Braun, che ricordiamo partito dall’ultima piazzola dello schieramento dei prototipi per non aver partecipato alla Qualifying Race, ha scalato le posizioni con la Ligier del CORE Autosport.
Grazie ad una strategia ottimale, la Ferrari del Risi Competizione ad emergere dalle neutralizzazioni. James Calado ed il rientrante Davide Rigon mantengono il contatto con l’attuale leader delle GTD Pro, Dennis Olsen con la Porsche del KCMG. P3 per Matt Campbell con l’altra 911 GT3 R dello Pfaff Motorsports. Lo squadrone Porsche però perde un pezzo, a causa di un problema tecnico che ha costretto Cooper MacNeil ad una sosta di quasi mezz’ora.
Anche in GTD infine si è perso un protagonista quale la McLaren del Crucial Motorsport, “fatta fuori” dalla Lexus Pro di Kyle Kirkwood. Ad un quarto di gara la categoria vede sempre al comando la Mercedes del Winward sulla Lamborghini di Giacomo Altoe e l’altra AMG GT3 di James Davison.
Piero Lonardo
Foto: CGR, Ferrari Races