La rimonta operata dal MSR si è schiantata contro problemi tecnici ancora non meglio specificati che hanno comportato rabbocchi di olio motore non solo all’Acura #60 ma anche e soprattutto alla vettura gemella del WTR with Andretti. Quest’ultima perdeva due giri in altrettante soste e, complice una lunga Full Course Yellow l’ottava della gara, per recuperare l’Aston Martin del TGM, nelle gomme del Western Horseshoe al termine della quindicesima ora di gara, tornava al comando una Porsche con Nick Tandy, inseguita da presso dalle tre Cadillac.
Al restart, Sebastien Bourdais da terzo innescava una delle sue classiche rimonte e, dopo aver perso per un attimo la posizione a favore di Pipo Derani, superava di slancio sia l’altra V-LMDh del compagno di squadra Alex Lynn che la Porsche di testa, che pure cedeva al britannico la seconda piazza.
Filipe Albuquerque dal canto suo, pure optando per non rifornire (l’altra Acura fin qui ha approfittato di ogni minima interruzione per rabboccare carburante) non riusciva a recuperare il giro sui battistrada.
Battaglia senza esclusione di colpi anche fra le LM P2, con l’Oreca del PR1 Mathiasen che cedeva il comando prima a Job van Uitert sulla vettura residua del TDS, il quale a sua volta doveva al neoacquisto Ferrari Hypercar, Nicklas Nielsen, sulla entry di AF Corse.
La FCY però rimescolava ulteriormente le carte in tavola e al termine delle soste era Ben Hanley a condurre la categoria con la macchina schierata dal Crowdstrike by APR su Josh Pierson del TDS e Mathieu Vaxivière, subentrato a Nielsen, per AF Corse. Purtroppo per il Proton Competition lo stint di Fred Poordad la lasciato l’Oreca #55 portata al top da James Allen e Gianmaria Bruni retrocedere a 3 giri di ritardi dai primi.
Cambio della guardia anche tra le LM P3, con Wayne Boyd ad ereditare la leadership temporanea dal Sean Creech Motorsport nella tradizionale gara ad eliminazione dei prototipi entry level grazie alle strategie. A proposito di ciò, anche la Ligier dell’Andretti Autosport era costretta al ritiro, lasciando in pista solo sei vetture, di cui due attardatissime.
Tra le GT infine, ci sono nuovamente le Mercedes davanti a tutti nelle due categorie; tra le GTD è quella del Winward Racing, ricordiamo presente con un telaio nuovo dopo l’incidente di due giorni fa, che vanta un vantaggio minimo sull’Aston Martin #27, mentre tra le GTD Pro il vincitore della 24 ore di Spa, Daniel Juncadella, pare gestire agevolmente per ora il gap sulla Lexus di Jack Hawsworth e sulla rientrante Corvette di Tommy Milner, ripresasi dopo la foratura nelle prime ore della notte.
Da segnalare le diverse penalità che hanno colpito la Mercedes del Team Korthoff, ora P3 tra le GTD, cosí come la BMW di Bill Auberlen e la Ferrari di AF Corse, ritenuta colpevole del contatto con l’altra M4 GT3 del Turner Motorsport. La 296 GT3 #21 è la meglio piazzata delle GT del Cavallino, con la sua P10 in GTD. L’altro esemplare ancora in gara del Triarsi Competizione naviga invece in P14 nonostante l’apporto di Alessio Rovera ed Andrea Bertolini.
Piero Lonardo
Foto: Piero Lonardo