Il Wayne Taylor Racing si dimostra ancora una volta la squadra da battere concludendo davanti a tutti anche la Qualifying Race che va a chiudere il weekend della Roar Before the 24.
Filipe Albuquerque, costretto a partire dietro le altre DPi a causa di un’infrazione nell’incidenza dell’ala posteriore nelle qualifiche, ha lasciato sfogare gli avversari, condotti dal polesitter Tristan Vautier con la Cadillac del JDC/Mustang Sampling, nella prima parte di gara.
Alla seconda ed ultima sosta, il box del WTR ha come spesso accade nella serie IMSA, condotto un pitstop migliore degli altri, permettendo a Ricky Taylor di passare al comando.
Vano il tentativo all’ultimo giro da parte di Richard Westbrook, subentrato a Vautier, di entrare all’interno della Acura #10, col pilota britannico che si girava all’esterno di curva 1, mantenendo comunque la seconda piazza finale.
A seguire Kamui Kobayashi e Jimmie Johnson, distanziati di circa 10”, davanti alla seconda ARX-05 del Meyer Shank Racing di Tom Blomqvist ed Oliver Jarvis. Le due Cadillac del Team Ganassi e l’altra DPi V.R dell’Action Express/Whelen Racing chiudono lo schieramento della top class, gravate tutte da una sosta extra per velocità eccessiva ai box.
Non Sfugge nemmeno al PR1/Mathiasen di Ben Keating e Mikkel Jensen il successo tra le LM P2. Sorpreso al via dalla vettura gemella di Steven Thomas, il gentleman texano ha ripreso presto la testa della categoria per il team di Bobby Oergel, che ha proseguito senza intoppi sino al traguardo, relegando la concorrenza, guidata sempre dalla seconda Oreca del team, la #11, a 20”.
Piccolo dramma invece tra le LM P3, dove i leader del Muehlner Motorsports hanno dovuto cedere dopo quasi un’ora di gara all’Andretti Autosport di Jarett Andretti e Josh Burdon, che hanno dato un giro all’altra Duqueine del team belga condotta da Moritz Kranz ed Ayrton Ori. Alla gara non ha partecipato la Ligier del CORE Autosport, mentre anche i campioni in carica del Riley Autosport sono stati costretti al ritiro anticipato.
Bella battaglia senza esclusione di colpi nella nuova categoria GTD Pro che da quest’anno sostituisce le GTLM, con specifiche GT3. Allo start era la Porsche dello Pfaff Motorsports a prendere subito il comando sull’altra 911 GT3 R in pole del KCMG di Alexandre Imperatori. Dietro le due Porsche si davano battaglia la Lamborghini del TR3 di Andrea Caldarelli e l’Aston Martin dello Heart of Racing di Ross Gunn.
La sosta del team di Paul Ip lasciava Patrick Pilet, subentrato ad Imperatori, nelle retrovie, cosí il neoacquisto Porsche/Penske, Felipe Nasr, sembrava potersi aggiudicare la vittoria, ma non aveva fatto i conti con Alessio Picariello e Mirko Bortolotti. Alla fine era la Lamborghini #63 a primeggiare sulla Porsche del WeatherTech Racing, con Nasr a completare il podio.
Gara invece piuttosto monotona tra le GTD, con la Mercedes del Sun Energy 1 in pole con Kenny Habul a cedere presto le armi all’altra AMG GT3 del Winward Racing di Russell Ward e Lucas Auer. Unici ad impensierire le GT tedesche la McLaren del Crucial Motorsports di Paul Holton e Jon Miller.
Gara in tono minore per le Ferrari, con Alessio Rovera e Roberto Lacorte in P12 delle GTD davanti all’altra 488 GT3 di Daniel Serra e Davide Rigon, undicesima fra le Pro.
Gara indecifrabile delle Corvette e delle nuove BMW; curiosamente, l’unica in palla delle nuove M4 GT3 è stata quella del Turner Motorsport, che però ha dovuto fare i conti con l’Aston di Tom Gamble, finendo entrambe ko.
E’ tutto per questa Roar; l’appuntamento ora è per le prime libere della 60ma Rolex 24 at Daytona, a partire dalle 11.05 AM ET di giovedí 27 gennaio. Lo start della gara, con l’Acura #10 in pole, alle 1.40 PM ET, pari alle 19.40 italiane, di sabato 29.
Piero Lonardo
Foto: WTR, PR1, Andretti Autosport