La Cadillac #01 ha ripreso la leadership assoluta a Daytona al termine della prima ora con Scott Dixon, lasciandosi alle spalle l’Acura #10, condotta da Colton Herta e Brendon Hartley. Quest’ultimo ha ingaggiato un duello con Jack Aitken, subentrato a Derani, che alla lunga ha premiato la V-Series.R partita dalla pole, complice anche la diversa strategia applicata dal Team Ganassi.
Differente infatti l’approccio nelle ulteriori due Full Course Yellow che hanno rallentato il passo gara generale, e ad un sesto di gara, Aitken, in attesa della sesta sosta, conduce sulla BMW di Nick Yelloly e la Porsche Proton di Gianmaria Bruni.
La lotta fra le LM P2 ha perso la vettura #22 del TDS a causa del crash alla le Mans Chicane da parte di Steven Thomas, che ha portato la neutralizzazione numero 3. Sempre una vettura della categoria cadetta protagonista della FCY #4, la Ligier del Sean Creech Motorsport, ferma un paio di volte sul circuito.
La leadership di classe finora ha visto quale mattatore l’Oreca #2 di United Autosports, che finora, strategie a parte, ha resistito agli assalti della concorrenza, ma che ora però è insidiata dall’esemplare del Riley condotta dall’ex-F1 Felipe Massa. Da segnalare inoltre il ritiro della vettura iscritta da AF Corse, vittima di problemi di elettronica.
L’attesa per le nuove Corvette e si andava invece a concretizzare con entrambe le Z06 GT3.R finalmente alla carica delle prime posizioni in GTD Pro, dietro alla McLaren Pfaff con Marvin Kirchofer. Purtroppo per il team canadese, a metà della quarta ora la 720S GT3 Evo rallentava vistosamente ed era condotta direttamente ai box, lasciando spazio ad Alexander Sims.
Problemi per le Ford Multimatic, entrambe penalizzate da soste extra per la perdita del cofano posteriore, ma anche per la Ferrari di Risi Competizione che, dopo una fruttuosa rimonta, perdeva nuovamente terreno per un principio d’incendio al pit. Una penalità ai box infine rallentava il passo della Lamborghini di Iron Lynx.
Girandola di cambi di leader infine tra le GTD. Durante la terza ora infatti la Lexus veniva rimpiazzata al comando prima dalla Porsche del Wright Motorsports, seguita a vista dalle telecamere della produzione di Jerry Bruckheimer, poi dalla BMW del Turner Motorsports, che con Robbie Foley aveva la meglio sul protegè Toyota Ritomo Miyata e poi ancora dall’Aston Martin di Roman De Angelis.
Dalla lotta per il comando esce temporaneamente la McLaren di Inception Racing, penalizzata per speeding in pitlane, mentre la Ferrari di Cetilar Racing, ora con il polesitter di Le Mans, Antonio Fuoco, si piazza alle spalle della Vantage #27 mentre cala velocemente la sera.
Piero Lonardo
Foto: Chip Ganassi Racing