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WEC – Porsche alleggerite al Fuji: torneranno a competere per la vittoria?

Il World Endurance Championship torna già nel weekend per il sempre spettacolare round del Fuji. Il Balance of Performance appena diffuso riporta variazioni meno estese alle equivalenze delle Hypercar rispetto alla precedente tappa di Austin.

Evidente il tentativo di dare al progetto Peugeot una possibilità di competere, con un nuovo alleggerimento di ulteriori 7 kg, un innalzamento della potenza sotto i 250 kmh di 4 kW ed un MJ di energia extra per stint. Aldilà delle nuove possibilità concesse alle 9X8, la cui carenza cronica di risultati potrebbe spingere la casa del Leone a decisioni drastiche nel vicino futuro, in realtà è Porsche a beneficiare apparentemente da questo nuovo BoP.

Alle cinque 963 infatti, mai in contention per la vittoria in Texas, oltre ad una riduzione di peso di 4 kg, viene concessa una maggiore potenza di 3 kW, nonchè un MJ extra di energia che porta il totale a 908 MJ, gli stessi di Toyota. Le due GR010-Hybrid subiscono peraltro un nuovo aumento del peso minimo di 5 kg e 4 kW in meno sotto i 250 kmh, ma potranno godere di maggiore potenza alle alte velocità (5,4% totali) e di 2 MJ in più di energia massima.

Sostanzialmente simili ad Austin le equivalenze delle Ferrari, che scontano solo una diminuzione di potenza alle velocità alte, che ora ammonta ad un +1,3% dei 500 kW al di sotto dei 250 kmh.

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Il Fuji non dovrebbe essere una pista agevole per le 499P, che lo scorso anno hanno lamentato una carenza di velocità di punta, terminando sí quarta e quinta, ma ad un giro dalle Toyota e dalla Porsche #6. Bene, se confrontiamo i valori precedenti delle LMH di Maranello con quelli odierni, nel 2023 le Ferrari hanno corso in Giappone con ben 1.076 kg di peso minimo contro i 1.055 previsti nel weekend. La potenza massima (senza distinzione tra sopra e sotto i 250 kmh) era di 505 MJ contro i 500 / 508 odierni e l’energia massima per stint ammontava ad 898 MJ contro i 901 odierni.

Le premesse quindi, almeno sulla carta, sono quindi moderatamente positive per le Rosse, anche se le Toyota dominatrici del 2023 correranno con 10 kg in meno rispetto allo scorso anno, con potenza massima ed energia per stint simili.

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Aggiustamenti sostanziali invece tra le GT3 in tema di potenza massima sopra i 200 kmh, con solo le BMW a fungere da baseline, mentre non sono stati toccati i pesi minimi dei nove marchi in gara. Le Lexus continuano comunque ad essere le GT meno risparmiose con 713 MJ disponibili per stint contro i 686 di Porsche.

Il Success Ballast investirà pesantemente (+40 kg) la Porsche capolista di Manthey Pure Rxcing; ben 25 kg anche per i vincitori di Austin di Heart of Racing

Due parole anche sull’entry list, che vede solo due cambiamenti rispetto al COTA. Il primo riguarda l’Alpine #35, che vede il ritorno della riserva designata Jules Gounon al posto di Paul-Loup Chatin, mentre Christian Ried sospenderà una seconda volta il proprio ritiro per schierarsi come a S.Paolo con la Ford Mustang #88 al fianco di Dennis Olsen e Mikkel Pedersen.

L’azione in pista al Fuji inizierà alle 11.00 locali di venerdí 13 settembre. Qualifiche sabato 14 a partire dalle 14.20 e start della 6 Ore alle 11.00 di domenica 15 settembre, pari alle 4.00 del mattino italiane. Diretta di qualifiche e gara su FIAWEC TV e sulla piattaforma Discovery+, mentre la gara sarà trasmessa anche sui canali SkySport.

Piero Lonardo

Foto: FIA WEC

L’entry list del Fuji

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WEC – Respinto il reclamo Ferrari di Spa: vediamo perchè

Dopo ben una settimana dalla riunione di Ginevra riguardante il reclamo esposto da Ferrari relativamente alla 6 Ore di Spa, la FIA ha finalmente reso note le risultanze dello stesso.

Il reclamo, riferito all’ordine di arrivo della gara sancito dagli stewards, solo per questo dichiarato ammissibile dalla FIA, è stato respinto, in quanto la decisione degli stewards, a meno di un errore amministrativo, risulta inappellabile a termini di regolamento sportivo.

La classifica finale è, infatti, competenza degli stewards, come ribadito nell’estesa sentenza, ai termini dell’articolo 11.9.2.s del regolamento.

La FIA ha peraltro sottolineato che il periodo di red flag, che nel caso in questione ricordiamo ha avuto la durata record di 1 ora e 44 minuti – superando nel caso il termine previsto delle 6 ore – non può essere considerato parte della durata di gara.

Una decisione che non può non far discutere, dato che sancisce la discrezionalità degli stewards nell’agire al riguardo in occasione di ogni periodo di bandiera rossa.

Niente da fare quindi per la Ferrari #51, in testa al momento della sospensione della gara, e vittoria confermata per la Porsche Jota #12, fortunata ad aver rifornito un attimo prima della red flag. La decisione, se non basilare per la classifica piloti, sarebbe stata invece utile per quella costruttori, che dopo Austin vede Ferrari inseguire Toyota e Porsche rispettivamente con 19 e 8 punti di distacco.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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DTM – Al Sachsenring la prima di Stolz. Van der Linde ripassa Bortolotti

Luca Stolz ottiene la prima vittoria per Mercedes nel DTM 2024 nella race 2 del Sachsenring. Il pilota di HRT si impone, grazie ad una penalità assegnata a Thierry Vermeulen, su Kelvin van der Linde, il quale torna in vetta al campionato.

Il recap della gara

Thierry Vermeulen (Emil Frey Racing Ferrari #69) ha mantenuto la leadership dalla pole, la prima in carriera, conquistata in mattinata ed ha provato subito ad allungare sulla concorrenza, capitanata dalla Mercedes #4 HRT di Luca Stolz e dalla Lamborghini #19 GRT di Luca Engstler, che gli partivano alle spalle. Male, invece, l’avvio di Kelvin van der Linde dalla prima fila, quarto con l’Audi #3 di ABT.

Mirko Bortolotti, come altri protagonisti, ha tentato l’undercut per migliorare la propria posizione dall’11mo posto provvisorio, frutto di una qualifica non propriamente positiva.

Unico a non fermarsi Marco Wittmann, il quale ha preferito restare in azione con la sua BMW nonostante la presenza sul tracciato della Mercedes #36 HRT di Arjun Maini senza una ruota. Il due volte campione della serie ha dovuto in ogni caso arrendersi pochi minuti dopo il pit obbligatorio, out nella ghiaia di curva 1 dopo esser stato colpito da Jordan Pepper, spinto contro il rivale a seguito di un errore in frenata da parte di René Rast (Schubert Motorsport BMW #33).

Alla ripartenza il colpo di scena della giornata, col leader Thierry Vermeulen sanzionato dai commissari sportivi con un ‘Long Lap’ per pit irregolare. La Ferrari #69 ha quindi ceduto il primato a Luca Stolz, provvisoriamente in vetta sull’Audi #3 di Kelvin van der Linde.

Stolz si è quindi involato verso la prima vittoria stagionale per HRT e Mercedes battendo van der Linde, che torna così in vetta al campionato, e a Vermeulen. Completano la top five Thomas Preining (Manthey EMA Porsche #91) e Maro Engel (Mercedes Winward #130).

Bortolotti, settimo al traguardo dietro il vincitore di gara 1, Jack Aitken, si trova ora nuovamente a 7 punti di ritardo da Van der Linde – lo stesso svantaggio che il pilota di Lamborghini lamentava prima del Sachsenring – a quattro gare dal termine del campionato, che tornerà il 27-29 settembre al Red Bull Ring prima del gran finale di Hockenheim.

Luca Pellegrini

Foto: Mercedes-AMG Motorsport

DTM, 11. + 12. Rennen Sachsenring 2024 - Foto: Gruppe C Photography

DTM – Aitken si impone al Sachsenring su Bortolotti, che torna leader

Torna il DTM per il sesto appuntamento stagionale, al Sachsenring. Jack Aitken vince nella prima gara del weekend partendo dalla pole position su  Mirko Bortolotti che torna in vetta alla serie.

Il recap della gara

Aitken ha mantenuto la leadership conquistata in mattinata con la Ferrari #14 dell’Emil Frey Racing davanti a Mirko Bortolotti (SSR Performance Lamborghini #92) e alle Mercedes-AMG Team HRT di Luca Stolz #4, Arjun Maini #36 e Maro Engel, contendente per il titolo con la AMG GT3  #130 del Team Winward.

Ottimo avvio anche da parte del capoclassifica, Kelvin van der Linde, da 10mo a sesto in poche curve.

La sosta ai box non ha modificato la graduatoria di testa, ma ha permesso a Bortolotti e ad Engel, ora terzo su Stolz, di avvicinarsi al battistrada. E questo sarà anche il podio finale, con Aitken, alla terza vittoria stagionale davanti alla Lamborghini di SSR Performance e alla Mercedes #130. A seguire Stolz, Maini e Thomas Preining.

Il pilota di Porsche Manthey EMA, autore del giro più veloce in qualifica ma retrocesso di cinque posizioni in griglia dalla direzione gara, ha preceduto la BMW Schubert di Renè Rast. Entrambi hanno avuto la meglio nel finale su Kelvin van der Linde, che col risultato odierno cede automaticamente a Bortolotti la vetta provvisoria della serie, con 6 punti di vantaggio sull’alfiere di ABT Audi.

Domenica in programma il secondo turno di qualifiche e race-2, rispettivamente alle 9.20 e alle 13.30.

Luca Pellegrini

Foto: Gruppe C Photography – ADAC Motorsport

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WEC – Cos’è successo alla Ferrari #51 ad Austin?

In rete si sono diffuse diverse teorie relative al ritiro della Ferrari #51 durante la Lone Star Le Mans: chi ha scritto di un problema al cambio, chi all’ibrido, chi invece ha dato la colpa al contatto con la Lexus #78 e chi ancora ad un problema derivante dal testacoda allo scadere della seconda ora…

La verità consiste in una consecuzione di eventi che parte in effetti dal contatto con la GT di Akkodis ASP, sanzionata anche con 5” di penalità dalla direzione gara. A seguito della toccata il cerchio posteriore sinistro ha iniziato a girare male, mettendo sotto pressione semiasse e trasmissione.

Il testacoda di Giovinazzi in curva 12 nel doppiare la Peugeot di Vandoorne non è stato causato da un errore del pilota in frenata, ma dal bloccaggio del posteriore della 499P, che ha fatto perdere il controllo della vettura al pilota pugliese.

Purtroppo il problema si è rivelato terminale e la Ferrari #51 ha chiuso con un ritiro che rende sostanzialmente ininfluente per il suo equipaggio – ai fini del campionato – l’esito dell’udienza per la revisione del risultato di Spa e l’eventuale assegnazione della vittoria a Giovinazzi, Pier Guidi e Calado, ricordiamo al comando della gara allo scadere delle 6 Ore canoniche.

Esito di cui peraltro, a distanza di giorni dalla data della riunione, tenutasi il 3 settembre in quel di Ginevra, non è stata data alcuna comunicazione da parte della FIA.

Nel frattempo comunque le vetture sono arrivate sane e salve in Giappone, dove il prossimo weekend si disputerà il settimo appuntamento del mondiale endurance.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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IMSA – Cadillac si espande col WTR

Evitando ancora una volta le luci dei riflettori, Cadillac ha appena annunciato la nuova partnership con il Wayne Taylor Racing, con due V-Series.R che verranno schierate nel WeatherTech SportsCar Championship a partire dalla prossima Rolex 24 at Daytona.

Per il team, ora parte di Andretti Global, si tratta del ritorno al costruttore statunitense col quale ha corso in prima linea dal 2017 al 2020, conquistando il titolo IMSA con le DPi-V.R al primo anno con Ricky e Jordan Taylor, dopo aver corso in precedenza con le Corvette DP in Grand-Am, con la quale Jordan Taylor raggiunse il titolo nel 2013.

In aggiunta, Action Express/Whelen Racing continuerà a schierare una terza Cadillac, proseguendo una proficua alleanza che data dal 2012 prima con le Corvette DP e poi con le DPi. La squadra di Denver, NC, puó vantare la bellezza di sei titoli totali insieme al gruppo GM, a partire dal 2014, il primo della riunificazione fra ALMS e Grand-Am, 2015, 2016, 2018, 2021 e 2023.

I piloti verranno ovviamente annunciati in seguito. Ricordiamo solo che Pipo Derani, al momento quarto in campionato insieme a Jack Aitken, è in uscita da Action Express, mentre alcuni dei piloti attualmente schierati dal WTR W/Andretti sono legati a contratti con Honda, che dal prossimo anno tornerà ad affidarsi al Meyre Shank Racing per le sue Acura ARX-06.

Il prossimo appuntamento con la massima serie endurance americana è per il 22 settembre con la Battle on The Bricks di Indianapolis.

Piero Lonardo

Foto: IMSA

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WEC – La situazione dopo Austin

In attesa delle decisioni inerenti il risultato finale della 6 Ore di Spa, facciamo il punto sulle classifiche dopo la Lone Star Le Mans. Al comando, nonostante una prova disputata in palese difesa, c’è sempre l’equipaggio della Porsche #6 composto da Andrè Lotterer, Laurens Vanthoor e Kevin Estre con 125 punti.

Il secondo posto della Toyota #7 ad Austin permette a Kamui Kobayashi e Nicky de Vries di agganciare al secondo posto la Ferrari #50, terza al traguardo, di Miguel Molina, Antonio Fuoco e Nicklas Nielsen a quota 113.

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A due gare dal termine, nonostante il punteggio esteso previsto per il Bahrain, che porta il totale massimo ottenibile, comprese pole position, a 65, lo svantaggio del resto della concorrenza rende decisamente improbabile un potenziale avvicendamento al comando.

L’altra Porsche Penske segue infatti a quota 77, insieme al solo Mike Conway assente a Le Mans, mentre la Toyota #8 è ancora più indietro a 69. Anche un potenziale reinstallamento di Giovinazzi e c., che attualmente vantano 59 punti, sul gradino più alto del podio di Spa, non sconvolgerebbe più di tanto gli equilibri di testa della graduatoria piloti.

Discorso differente invece per la classifica dei costruttori, che al momento vede Toyota al comando con 147 punti contro i 136 di Porsche ed i 128 di Ferrari.

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La splendida vittoria di Robert Kubica, Yifei Ye e Robert Shwartzman infine, insieme al ritiro della Porsche Jota #12, ha permesso ad AF Corse di avvicinarsi sensibilmente a quest’ultima nella classifica dei privati, ora avanti 30 lunghezze dalla gialla 499P.

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Porsche dal canto suo continua a comandare con i suoi equipaggi tra le GT3, con Manthey Pure Rxcing a quota 118 e Manthey EMA a 90, contro gli 84 della BMW #31 del WRT, quinti al traguardo domenica, e gli 81 dei dominatori del Texas di Heart of Racing, vale a dire le quattro vetture che fin qui hanno ottenuto almeno una vittoria.

Praticamente impossibile il recupero da parte della concorrenza, capeggiata dalla Ferrari Vista AF Corse #55 di Alessio Rovera, Francois Heriau e Simon Mann, quinti a quota 50.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – AF Corse trionfa ad Austin in un finale thrilling. Heart of Racing converte la pole al massimo in GT3

AF Corse si vendica di Le Mans e porta a casa il successo alla Lone Star Le Mans, sesto round del FIA WEC 2024. A permettere di chiudere in bellezza una gara condotta senza sbavature da Robert Kubica, Yifei Ye e Robert Shwartzman la penalità assegnata alla Toyota #7, balzata al comando all’inizio della quinta ora.

Inutile il tentativo da parte di Kamui Kobayashi di riprendere il pilota israeliano, che transita per primo sotto la bandiera a scacchi con 1”78 appena sul DS del Gazoo Racing. A completare il successo delle 499P, il primo fuori da Le Mans, sempre che non venga accolto il reclamo sporto da Ferrari per il convulso finale della 6 ore di Spa, l’equipaggio della #50 composto da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen.

Solo P4 per la Cadillac, capace di rientrare orgogliosamente in corsa dopo gli autoscontri iniziali, mentre al contrario l’Alpine #35, coinvolta nel contatto iniziale con la V-Series.R, concretizza un’inaspettata P5.

Escono con le ossa rotte le Porsche, sia quelle ufficiali che quelle schierate da Jota e Proton, e ovviamente le Peugeot, in una crisi sempre più profonda al punto da far rimpiangere la prima versione della 9X8. Incredibile, per finire, il comportamento di Sebastien Buemi nei confronti di Kevin Estre, sanzionato con un sacrosanto stop&go+30” dalla direzione gara.

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Heart of Racing invece chiude un weekend perfetto tra le GT3. Ian James, Daniel Mancinelli ed Alex Riberas hanno condotto dall’inizio alla fine, e solo le Iron Dames all’inizio sono state una minaccia potenziale. Il contatto con la Corvette #81 ha poi posto fine alle speranze della Lamborghini #85.

Chiudono a podio le due Porsche, al termine di una gara in difesa a causa del Success Ballast, con la #92 di Manthey Pure Rxcing sempre più capolista davanti alla gemella di Manthey EMA. Poca fortuna per le BMW con la sola #31 a chiudere in P5 dietro la McLaren #59.

E’ tutto da Austin. L’appuntamento con il mondiale endurance è fra appena due settimane al Fuji.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della Lone Star Le Mans

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WEC – AF Corse tiene alto l’onore Ferrari a metà gara ad Austin

Questa Lone Star Le Mans era iniziata coi migliori auspici per i tifosi del Cavallino; infatti alla prima curva non solo Antonio Giovinazzi e Robert Kubica mantenevano le posizioni guadagnate in qualifica, ma anche Miguel Molina si infilava all’interno per un un-due-tre per il Cavallino.

La Cadillac di Earl Bamber cedeva anche alla BMW di Renè Rast e poco dopo si toccava con l’Alpine di Ferdinand Habsburg. Nelle GT3, Ian James manteneva la prima posizione con l’Aston Martin di Heart of Racing seguita dalla Lamborghini delle Iron Dames e alla Ferrari #55 di Francois Heriau. L’altra 296 di Vista AF Corse era invece costretta a partire dai box e, dopo la relativa penalità, finirà presto nella lista dei ritirati.

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Dopo meno di mezz’ora è cambio della guardia al vertice, con Giovinazzi a cedere il comando della gara a Kubica. Due forature attardano frattanto la Porsche #5 e la Peugeot #94.

 

Il trio delle 499P prosegue fino praticamente alla seconda sosta. Giovinazzi, già “beccato” dalla direzione gara per il contatto precedente con la Lexus di Arnold Robin, si tocca con la Peugeot Vandoorne e si gira. La 499P #51 rientrerà ai box con l’ibrido ma anche con danni irreparabili. Quasi contemporaneamente Molina si tocca con la Corvette di Sebastian Baud, ma soprattutto perde la seconda piazza a favore della Toyota #7 e della Cadillac. Out anche la Porsche Jota #12, ferma prima nello Snake e poi ai box.

La gara delle GT3 subisce uno scossone col contatto da parte di Rahel Frey sulla Corvette di Rui Andrade per la seconda piazza dietro l’Aston Martin #27. Quest’ultima ha già scavato un discreto solco nei confronti della concorrenza, e ora nelle mani di Daniel Mancinelli. La Lamborghini ha la peggio ed esce dai box dopo 3 giri, ma poco dopo la Corvette #81 cederà la seconda piazza alla Porsche #92 di Joel Sturm, subentrato ad Alex Malykhin.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 3 ore di gara

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WEC – Giovinazzi-Kubica, prima fila Ferrari al COTA. Heart of Racing in pole nelle GT3

Ferrari in gran spolvero nelle qualifiche della Lone Star Le Mans, sesto appuntamento del FIA WEC 2024. Antonio Giovinazzi col tempo di 1.50.390, ha conquistato la quarta pole position complessiva per la 499P dopo aver primeggiato anche nel primo turno.

Al fianco della #51 Robert Kubica con la hypercar schierata da AF Corse, che grazie ad uno sforzo finale ha scalzato dalla prima fila la Cadillac di Alex Lynn e la sorprendente Alpine di Charles Milesi. Le prime quattro vetture sono racchiuse all’interno di 4 decimi.

E’ mancato nella Hyperpole, si fa per dire, visto che ha chiuso in P5, Antonio Fuoco, immediatamente alle spalle del pugliese nel Q1. Chi esce con le ossa rotte da queste qualifiche sono Porsche – presente nella Hyperppole solo con la Penske #5 e la Jota #12 nonostante le cinque unità iscritte – e soprattutto la Toyota, con Sebastien Buemi subito fuori e Kamui Kobayashi con decimo tempo. Al contrario, buona prestazione anche per le BMW, che occuperanno la quarta fila, mentre la Lamborghini al contrario va a chiudere la classifica delle Hypercar.

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Bella tirata anche la qualifica delle GT, con la Lamborghini delle Iron Dames, al top nel primo turno con la solita Sarah Bovy, beffata nella Hyperpole da Ian James, alla prima pole WEC con Heart of Racing, col tempo di 2.05.587.

Seconda fila per la migliore delle Ferrari Vista AF Corse di Francois Heriau e la Porsche di Alex Malykhin nonostante i ben 30 kg di Success Ballast. La seconda 296 GT3 di Thomas Flohr occuperà la terza fila al fianco della Corvette #81 di Tom van Rompuy.

Domani lo start della Lone Star Le Mans avverrà alle 13.00 locali, le 20.00 italiane. Diretta televisiva su SkySport e sui canali Eurosport ed in streaming su WEC TV.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche