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Asian Le Mans Series

Asian LMS – Gelael riapre per Jota ad Abu Dhabi

Sean Gelael e Tom Blomqvist spezzano l’egemonia del G-Drive, vincendo il terzo round dell’Asian Le Mans Series ad Abu Dhabi.

Dopo essersi qualificati solamente con un conservativo quinto tempo figlio di un violento crash dell’ex factory driver BMW nelle prove libere, l’Oreca di Jota Sport alla metà gara si è portata alle spalle dei leader dell’Aurus #26 e, sfruttando al meglio un’opportuna Full Course Yellow, ed ha potuto mantenere un congruo vantaggio, per giunta incrementato da un errore di Yfei Ye e da una penalità di 5” per un’infrazione al pit-stop.

Start3Le prime fasi di gara erano state comunque appannaggio di Renè Binder, lesto ad approfittare dell’ennesima defaillance al via del teammate John Falb per transitare davanti a tutti, seguito da presso dall’Oreca del Phoenix Racing con Matt Kaiser. Purtroppo però per il team russo, due Full Course Yellow per altrettanti stop di vetture di United Autosports non permettevano al pilota austriaco di prendere il largo come da copione.

Si faceva infatti sotto l’Oreca Jota, che dopo la seconda sosta conquistava temporaneamente il comando, riconquistandolo poco più tardi in maniera definitiva, lasciando Ferdinand Habsburg, incaricato dell’ultimo stint, ad oltre 2’. A podio anche l’altra Aurus di John Falb, Franco Colapinto e Rui Pinto de Andrade. Solo P4 per la vettura del Phoenix Racing, che per l’occasione schierava lo specialista Audi Kelvin van der Linde, davanti al Racing Team India.

In classifica generale, l’equipaggio dell’Aurus #26 conduce con 12 punti di vantaggio sul solo Sean Gelael (che a Dubai era stato coadiuvato da Stoffel Vandorne) e 24 sulla vettura gemella, ormai fuori dai giochi.

ERA

Vittoria solitaria – la terza – di categoria e titolo per l’unica vettura iscritta in LM P2 AM a questo secondo doubleheader mediorientale, vale a dire l’Oreca dell’ERA Motorsport di Kyle Tilley, Andras Laskaratos e Dwight Merriman, che si aggiudica un invito automatico alla prossima 24 Ore di Le Mans.

Nielsen9

Gara ad eliminazione invece tra le LM P3, che vede la doppietta del Nielsen Racing, con i campioni in carica Colin Noble e Tony Wells davanti a Rodrigo Sales e Matt Bell.

Le prime fasi di gara erano appannaggio della Ligier #23 di United Autosports con Rory Penttinen a dettare il ritmo. Il giovane pilota finlandese era però costretto ad abbandonare dopo appena 10’ di gara, imitando i teammates della vettura #2, già fermi al via.

La leadership passava quindi alla vettura dell’RLR MSport, con Malthe Jakobsen a macinare secondi sull’unica Duqueine in gara, quella del DKR con Jean Glorieaux; quest’ultima però dopo circa 40’ di gara andava a muro alla T12.

A decidere l’ordine di arrivo la penalità assestata alla Ligier di testa per un contatto con una delle BMW del Team Walkenhorst, che lasciava Noble al comando sui compagni di squadra e sull’unica vettura di UA affidata a Kames McGuire, Duncan Tappy ed Andrew Bentley, autori di una notevole rimonta dal fondo dello schieramento.

In classifica generale, nonostante il ritiro odierno ma grazie alle due vittorie negli altrettanti appuntamenti di Dubai, è ancora la Ligier #23 di United Autosports a mantenere il comando con 10 punti di vantaggio su Nielsen e Noble e 13 sui terzi classificati di oggi.

GPX

Tra le GT3 infine, non bastano ulteriori 15 kg extra a fermare le Porsche, che firmano una doppietta con il GPX ed il Precote Herberth Motorsport. La leadership conquistata nelle qualifiche da parte di Raffaele Marciello con la Mercedes di HubAuto durava meno di un amen e al termine della prima tornata davanti a Liam Talbot, incaricato di partire con la AMG GT3 del team campione in carica, erano le due Aston Martin del Garage 59 a menare le danze, presto incalzate anche dalla terza Vantage dell’Oman Racing with TF.

Lo switch della gara anche in questo caso a causa di una Full Course Yellow propiziata a meno di un’ora dal termine del contatto dell’Aston #97, pilotata da Tom Canning, con la Ferrari del Kessel Racing. L’ultima sosta effettuata in regime di neutralizzazione premiava Julien Andlauer, che emergeva dal gruppo, capeggiato Robert Renauer, con circa 10”, che diventeranno oltre 24” alla bandiera a scacchi.

P3 per la Ferrari dei danesi del Formula Racing, con Johnny Laursen, Niclas Nielsen ed Alessio Rovera, davanti alla 488 GT3 di Davide Rigon, Rino Mastronardi e David Perel.

Rinaldi

Tra le GT3 AM, terza vittoria di fila per l’equipaggio del Rinaldi Racing composto da Christian Hook, Manuel Lauck e Patrick Kujala, davanti, come nell’ultima gara, all’altra 488 GT3 di Kessel Racing e alla seconda BMW del Walkenhorst, che seguono in classifica a -23 e -28 rispettivamente.

Domani, sabato 20 febbraio, il quarto ed ultimo atto dell’Asian Le Mans Series 2021, sempre in quel di Abu Dhabi. Davanti a tutti le due Aurus del G-Drive, in virtù del risultato delle qualifiche, con la capolista #26 davanti alla #25. Partenza alle 16 locali (le 13 italiane). Diretta streaming su https://www.asianlemansseries.com/live/streaming.php

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo di Abu Dhabi – Race 3

Foto: Asian Le Mans Series

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Le Mans Cup – Novità handicap per i bronze troppo veloci

Con una mossa a sorpresa, gli organizzatori della Michelin Le Mans Cup, hanno introdotto una novità che farà sicuramente discutere al regolamento sportivo della serie. A valere dal 2021 infatti, i piloti ranked bronze, vale a dire i gentlemen, saranno penalizzati se troppo veloci.

La nuova regola prevede, nel dettaglio, che le performance dei piloti silver (ricordiamo che nella Le Mans Cup non sono ammessi piloti gold o platinum) siano divise in quattro quarti:

I piloti bronze i cui tempi ricadano all’interno del primo quarto di questa suddivisione, sconteranno 20” extra al pitstop, che salgono a 50” per quelli che si avvicineranno alla media, vale a dire posizionati nel secondo quarto.

I bronze driver che infine ricadranno nel terzo e nel quarto quarto avranno infine ben 80” e 120” di penalità.

Il nuovo sistema – così cita il comunicato ufficiale – è stato disegnato per penalizzare i piloti bronze veloci quanto i silver, allo scopo di livellare il più possibile il parco partenti.

Da segnalare che la penalità verrà applicata al pilota e non al team; ciò vuol dire che in primis dovrà essere tenuto costantemente presente il passo di gara sia dei bronze che degli eventuali silver all’interno di uno stesso equipaggio, scoraggiando peraltro l’utilizzo di piloti bronze troppo performanti.

Un report completo dei risultati del primo round in programma a Barcelona il 17 aprile prossimo, COVID sempre permettendo, sarà comunque diffuso in maniera ufficiale, così da rendere trasparenti i calcoli eseguiti.

Vedremo se questa sostanziale modifica cambierà il volto dell’anticamera dell’European Le Mans Series, che effettivamente nelle ultime stagioni, non certo per volontà dei piloti stessi, era diventata competitiva quanto la serie maggiore sia tra le LM P3 che tra le GT (anche se rispetto alla serie maggiore vengono utilizzate le vetture in conformazione GT3 e non GTE).

Pochi per ora gli annunci da parte dei team. Fin qui solamente sei squadre hanno infatti confermato il loro impegno nella serie, tutte equipaggiate con Ligier JS P320 LM P3.

Per la precisione si tratta di IDEC Sport, con Patrice Lafargue e Dimitri Enjalbert, United Autosports, con Andy Meyrick ed il brasiliano Daniel Schneider, il Team Virage con Garrett Grist e Rob Hodes, il Motorsport 98 con Dino Lunardi ed Eric de Doncker ed infine il Cool Racing, che dovrebbe schierare due vetture ancora in cerca di equipaggio.

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Il team svizzero, ora sotto la direzione dei nuovi “boss” Nicolas Lapierre ed Alexandre Coigny, titolari della neonata CLX Motorsport, ha completato una due giorni di test sul Circuit de Catalunya e a seguire si recherà al Paul Ricard.

Piero Lonardo

 

Foto: Piero Lonardo, Cool Racing

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Asian LMS – Il G-Drive raddoppia a Dubai in gara 2

Renè Binder, Yifei Ye e Ferdinand Habsburg riportano la vittoria anche nella seconda gara del doubleheader di Dubai dell’Asian Le Mans Series. L’equipaggio del G-Drive nelle fasi iniziali ha lasciato spazio all’altra Auru del G-Drive di John Falb, ancora una volta al via dalla pole position conquistata venerdì, per poi passare al comando alla mezz’ora di gara.

La situazione propizia era data dalla prima Full Course Yellow chiamata dalla direzione gara dopo circa 15’ di gara per il contatto in curva 1 fra le la BMW M6 GT3 del Walkenhorst, ieri terza tra le GT, e che sarà costretta al ritiro immediato, e la Ferrari del Formula Racing.

Al restart, Falb cedeva di schianto e si ritrovava in P5, superato anche dalle Oreca del Phoenix Racing con  Simon Trummer, di Sean Gelael, oggi più accorto in partenza con la entry di Jota Sport, e Arjun Maini con la vettura battente bandiera indiana.

Il weekend nero di Gelael però non era ancora completo, perché nel cercare di evitare la Ligier LM P3 del Phoenix Racing, ancora come ieri in curva 6, innescava un contatto di cui veniva ritenuto responsabile, picchiando inoltre il posteriore.

I distacchi venivano nuovamente ricostituiti e a quel punto Binder si ritrovava braccato dall’Oreca del Racing Team India, che nel gioco delle soste riusciva anche a passare brevemente al comando. Ma si trattava di un fuoco di paglia perché prima Habsburg e poi Ye costruivano come in gara 1 un vantaggio che superava ampiamente il minuto.

Nemmeno un drive through comminato allo scadere della terza ora per sorpasso oltre i limiti di pista poteva cambiare il leader, con Ye che riusciva a mantenere un cuscino di 45” sulla vettura gemella, con Franco Colpinto che nelle fasi finali aveva la meglio sulle vetture di Nick Thiim e Narain Karthikeyan, che chiudevano alle spalle delle due Aurus.

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Anche oggi è l’Oreca di ERA Motorsport a vincere il duello tra le LMP2 Am, giungendo quinta assoluta al traguardo davanti a Gelael e Vandoorne, che chiudono con 7 giri di svantaggio grazie anche a due lunghe soste ai box per riparare i danni derivanti dal contatto iniziale. Ritiro invece per la Ligier di Eurointernational, unico altro contender di Dwight Merriman, Kyle Tilley ed Andreas Laskaratos nella sottoclasse.

Nelle LM P3 sembrava la giornata dell’RLR MSport e di Malthe Jakobsen, partito alla grandissima dalla sesta fila, sulle Ligier di United Autosports.

La leadership del giovane danese durava però solo fino alla metà gara, allorchè dopo un drive through. il testimone veniva rilevato dall’unica Duqueine iscritta del DKR. Purtroppo per lo specialista della categoria Laurents Hörr l’ultimo pit consegnava la leadership a Wayne Boyd, che poteva portare al secondo successo consecutivo la Ligier #23 di United Autosports condivisa con Manuel Maldonado e Rory Penttinen.

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A podio, con oltre 1’16” di gap, il finale serrato premiava la Ligier #2 del team angloamericano di John Loggie, Rob Wheldon ed Andrew Meyrick e ancora una volta il Nielsen Racing, questa volta però con la vetttura di Matt Bell e Rodrigo Sales, (la vettura gemella di Colin Noble soffriva una defaillance definitiva alle sospensioni ad appena 35’ dalla fine) entrambe a podio davanti alla Duqueine lussemburghese.

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Segnali di vita inoltre per la splendida Ginetta dell’ARC Bratislava, che riesce a terminare la gara, seppur ultima del classificati.

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In GT infine, per contrastare l’evidente strapotere delle Porsche in gara 1, la direzione gara decideva di fare partire le 911 GT3 R con 20 kg extra di peso. La misura però non portava effetti pratici perché la vettura del GPX Racing di Julien Andlauer, Axcil Jefferies ed Alain Ferté si dimostrava irraggiungibile per tutti gli avversari, dominando dalla green flag fino al termine delle 4 ore di gara.

I vincitori di ieri del Precote Herbeth Motorsport uscivano immediatamente dalla lotta per il comandoa causa di un contatto allo start, così era l’Aston Martin del Garage 59 con Maxime Martin e Valentin Hase-Clot a porsi nel ruolo di prima inseguitrice. Alla fine però era la Ferrari del Rinaldi Racing, grazie al forcing di Rino Mastronardi, David Perel e Davide Rigon ad imporsi sulla Vantage per la seconda piazza.

La Porsche #99 alla fine riusciva a conquistare la quinta piazza dietro la Mercedes dei campioni uscenti di HubAuto con Raffaele Marciello, Marco Gomes e Liam Talbot, e davanti alla McLaren dell’Inception Racing, ieri a podio.

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Tra le Am, nuovo successo per Rinaldi Racing con Christian Hook, Manuel Lauck e Patrick Kujala, davanti all’altra 488 GT3 di Kessel Racing e alla seconda BMW del Walkenhorst.

L’Asian Le Mans Series ritorna il prossimo weekend per il secondo e conclusivo doubleheader stagionale in quel di Abu Dhabi. Inizio delle ostilità alle 14.30 locali di giovedì 18 febbraio. Le due gare sabato venerdì 19 e sabato 20 febbraio alle ore 16 locali.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo di Dubai – Race 2

Foto: Asian Le Mans Series

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Asian LMS – G-Drive comincia bene a Dubai in Race 1

Renè Binder, Ferdinand Habsburg e Yifei Ye portano al successo il G-Drive nel primo appuntamento dell’Asian Le Mans Series 2021.

A Dubai, nella mattinata mediorientale, l’Oreca LM P2 ribattezzata Aurus ha ripreso quel discorso culminato nella scorsa stagione con la conquista del titolo della serie asiatica.

Va detto che il team battente bandiera russa, ancora una volta gestito in pista da Algarve Pro Racing, aveva monopolizzato la prima fila dopo le qualifiche tenutesi nella giornata di venerdì, in un programma rallentato da problemi di visibilità sotto forma di nebbia, con l’argentino Franco Colapinto ad aggiudicarsi la pole sulla vettura gemella.

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Allo start però Sean Gelael, al volante dell’altra Oreca gestita da Jota Sport, scombinava i piani dei battistrada tentando una staccata impossibile all’interno di curva 1, col risultato di rallentare le due Aurus a favore di Simon Trummer, che si installava al comando con l’Oreca del Phoenix Racing su Binder, lo stesso Gelael e John Falb, incaricato dello start sulla Aurus in pole.

Il pilota indonesiano ripartiva all’attacco fino a portarsi alle spalle di Trummer ma dopo circa 20’ finiva per toccarlo. I due si giravano, lasciando passare Binder e Falb, ed erano costretti a rientrare ai bx per le opportune riparazioni.

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Da quel momento in poi l’Oreca #26 non ha avuto rivali, e alla fine concluderà con oltre un giro di vantaggio sulla vettura di Jota, grazie al forcing dell’ex-McLaren F1 Stoffel Vandoorne, e sulla entry del Phoenix, poi passate nella mani di Matthias Kaiser e del campione in carica WEC GTE-Pro, Nicki Thiim. A seguire l’altra Aurus, le Oreca del Racing Team India e le due uniche entry schierate come Pro-Am di ERA Motorsport ed Eurointernational.

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Gara a sé invece tra le LM P3 per la Ligier #23 di United Autosports di Manuel Maldonado, Rory Penttinen e Wayne Boyd. Partiti dalla pole, i tre non hanno più dovuto girarsi indietro, mentre la vettura del Nielsen Racing dei campioni in carica della categoria, Colin Noble e Tony Wells, seconda ad un giro, riusciva piano piano a rimontare sulla seconda delle Ligier del team angloamericano condotta da James McGuire, Duncan Tappy ed Andrew Bentley, che a sua volta precedeva l’altra vettura del team di John Loggie, Rob Wheldon ed Andy Meyrick.

Sfortuna e problemi di gioventù per la nuova Ginetta dell’ARC Bratislava, così come per l’unica Duqueine del DKR Engineering, entrambe non classificate.

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Un colpo di scena finale ha invece movimentato la gara delle GT. Un testacoda  in curva 6 a circa quattro minuti dal termine delle 4 ore di gara da parte di Alain Ferte, che con la Porsche del GPX Racing si avviava verso una facile vittoria, ha determinato il successo dell’altra 911 GT3 R del Precote Herberth Motorsport di Alfred e Robert Renauer e Ralf Bohn.

La Porsche #40 riusciva comunque a transitare seconda sul traguardo ma veniva penalizzata di 30”, classificandosi pertanto quarta alle spalle della McLaren dell’Inception Racing di Brendan Iribe, Ollie Millroy e Ben Barnicoat e della BMW M6 GT3 #34 del Walkenhorst Racing del vincitore della GTLM nella recente Rolex 24 at Daytona, Nicky Catsburg, che ha diviso il sedile con Chandler Hull e Jonathan Miller.

La McLaren aveva a sua volta approfittato delle defaillance della Mercedes dei campioni in carica di HubAuto, out allorquando procedeva in seconda posizione a seguito di un contatto con la Ferrari AF Corse #54.

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Solo P6 per la migliore delle GT del Cavallino, quella schierata sotto l’egida di Formula Racing dei danesi Johnny Laursen, Nicklas Nielsen e del nostro Alessio Rovera, mentre gli onori nella GT-Am vanno al Rinaldi Racing e a Christian Hook, Manuel Lauck e Patrick Kujala.

Domenica si ritornerà in pista per la race 2, sempre da Dubai, start alle 12.45 locali, vale a dire alle 9.45 italiane. Prima fila ancora tutta per il G-Drive, così come per United Autosports fra le LM P3, mentre la pole delle GT3, definita ricordiamo col secondo miglior giro della sessione unica di qualifica, è stata appannaggio della Porsche del GPX Racing.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo di Dubai – Race 1

Foto: Asian Le Mans Series

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ELMS – La carica dei 43 per la stagione 2021

Sono ben 43 le vetture iscritte alla stagione 2021 dell’European Le Mans Series. Lo stato di salute della serie si conferma ancora una volta ottimo, anche grazie agli sforzi degli organizzatori, che nel 2020 sono riusciti a portare a termine una stagione completa con un plateau di tutto rispetto nonostante gli ostacoli causati dalla pandemia.

Quest’anno saranno 16 le LM P2, tutte Oreca. Ai già annunciati effort di United Autosports, IDEC, Ultimate, Duqueine, Cool Racing, GRAFF, Racing Team Turkey, si aggiungono gran parte dei protagonisti delle ultime stagioni quali Panis Racing, con James Allen a prendere il posto di Nico Jamin insieme a Will Stevens e Julien Canal, BHK degli italianissimi Francesco Dracone e Sergio Campana e naturalmente G-Drive, con due Oreca ribattezzate Aurus con equipaggi da completare intorno a Roman Rusinov, John Falb e Rui Andrade, ed Algarve Pro Racing.

Di ritorno full-time DragonSpeed con Henrik Hedman con una vettura iscritta nella subclasse Pro/Am, novità di questa stagione, mentre la novità del giorno è data da Robert Kubica, leader del nuovo (per la serie) effort belga WRT.

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Sempre parlando di robustezza del brand, vanno evidenziate le ben 17 LM P3. Oltre ai leader incontrastati di United Autorports, da segnalare i ritorni di sicuri protagonisti quali Inter-Europol, DKR Engineering, Nielsen Racing, Graff, Eurointernational, RLR MSport e BHK

A questi si aggiungono i programmi già noti di MV2S e Team Virage dalla Michelin Le Mans Cup e le novità Racing Experience ed AIM 1 Villorba Corse. Il team battente bandiera lussemburghese proviene anch’esso dalla serie di contorno e proporrà una delle due sole Duqueine per Gary e David Hauser, mentre la squadra trevigiana proporrà una Ligier per Alessandro Bressan.

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Come anticipato nei giorni scorsi, sarà finalmente di nuovo lotta tra tre costruttori in GTE, con il ritorno di Aston Martin con TF Sport. A dare battaglia alla GT britannica ben 9 vetture: 7 Ferrari e 2 Porsche.

I due esemplari di 911 RSR-19 saranno schierati ancora una volta da Proton Competition e faranno capo al campione in carica nonché team owner Christian Ried ed all’attore pilota Michael Fassbender.

Gli storici rivali di AF Corse proporranno due Ferrari 488 GTE Evo per Francois Perrodo, Manu Collard ed Alessio Rovera e per il consueto trio d’oltremanica formato da Duncan Cameron, Matt Griffin ed Aaron Scott nuovamente sotto l’egida Spirit of Race. Di ritorno anche il JMW con Jody Fannin così come il Kessel Racing per il canadese di origine cinese Wei Lu.

Ben tre le entry infine per Iron Lynx, che affiancherà l’effort europeo a quello nel WEC con Claudio Schiavoni, Matteo Cressoni e Rahel Frey.

Insomma, un plateau di tutto rispetto che inizierà a darsi battaglia a partire dalla 4 Ore di Barcelona, in programma, COVID permettendo, il 18 aprile prossimo, come sempre preceduta dai test collettivi, da tenersi sempre sul Circuit de Catalunya, il 12-13 aprile.

Piero Lonardo

L’entry list dell’European Le Mans Series 2021

Foto: Piero Lonardo

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ELMS – Ritornano TF Sport e l’Aston Martin. Aberdein e Pilet per UA ed IDEC

Ancora annunci a ripetizione nell’immediata vigilia della diffusione dell’entry list ufficiale dell’European Le Mans Series attesa per domani 12 febbraio.

La notizia forse più importante riguarda il ritorno di TF Sport e dell’Aston Martin nella classe GTE. Dopo l’esordio nel 2017 con la Vantage della precedente generazione, il team britannico, vicecampione WEC nonché trionfatore all’ultima Le Mans in GTE-Am, sarà nuovamente ai nastri di partenza della serie continentale con l’accoppiata già in azione nell’Asian Le Mans Series, formata da John Hartshorne ed Ollie Hancock, cui si affiancherà il factory driver Ross Gunn.

L’effort di TF Sport si aggiunge a quello già annunciato in LM P2 con l’Oreca iscritta come Racing Team Turkey.

Aberdein

Completati anche gli ultimi tasselli in casa United Autosports, in primis con l’ingaggio di Jonathan Aberdein sulla vettura campione in carica. Il 22enne sudafricano, reduce da due stagioni in DTM con Audi e BMW, si unirà sull’Oreca #22 ai campioni in carica della serie in LM P2 ed LM P3 rispettivamente, Phil Hanson e Tom Gamble.

Con riferimento alla categoria cadetta, completato anche l’equipaggio della Ligier #2 del team di Zak Brown, che vedrà schierati, oltre al neoacquisto Edouard Cauhaupe, gli altri due trionfatori del 2020, Wayne Boyd e Rob Wheldon.

Non solo Regno Unito ma anche Francia in evidenza in questa anteprima. Definiti infatti anche gli effort 2021 di IDEC Sport e GRAFF Racing.

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“Promosso” sull’Oreca LM P2 del GRAFF il trio protagonista in LM P2 con Vincent Capillaire, Maxime ed Arnold Robin. I tre porteranno in gara ancora una volta il numero 39. Sulle due Ligier JS P320 LM P3 invece i due equipaggi saranno composti da Sébastien Page, Eric Trouillet e David Droux, lo scorso anno al volante di una Duqueine insieme a Luis Sanjuan, e dai terzi classificati della Michelin Le Mans Cup 2020 con tre podi su sette gare, Matthias Kaiser e Rory Penttinen.

IDEC

In casa IDEC Sport infine, sotto gli ordini del nuovo team principal, Nicolas Minassian, appena promosso da direttore sportivo, un’altra addizione di grido, nella persona di Patrick PIlet. L’ex campione GTLM IMSA si unirà ai campioni 2019 della serie, Paul-Loup Chatin e Paul Lafargue, sull’Oreca LM P2 #28. Una seconda Oreca LM P2, contraddistinta dal numero 27 verrà schierata per tre protagonisti della serie IMSA: Kyle Tilley, Dwight Merriman e Ryan Dalziel.

I due statunitensi e Chatin ricordiamo sono appena reduci dal trionfo di Daytona nella stessa categoria con ERA Motorsport.

Per tutti gli altri, appuntamento a domani per la presentazione ufficiale dell’entry list ELMS 2021.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo,  United Autosports, Graff, IDEC

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WEC – Ecco il settebello Peugeot LMH!

Presentata oggi a mezzo YouTube la line-up Peugeot per la nuova Hypercar. L’annuncio era emerso un po’ in sordina a mezzo social, non più tardi di venerdì.

A condurre la nuova arma del Leone per il World Endurance Championship sono stati designati sette piloti: Paul di Resta, Kevin Magnussen, Jean-Eric Vergne, Loic Duval, Mikkel Jensen, Gustavo Menezes e James Rossiter, quest’ultimo quale pilota di riserva e test.

Su Vergne non c’erano particolari dubbi stanti i rumors che si sono succeduti sin dall’annuncio del ritorno del costruttore francese in endurance e a Le Mans a partire dal 2023. Oltre ai due titoli in Formula E, Vergne vanta una robusta esperienza nelle corse di durata maturata in tre stagioni in European Le Mans Series, tutte con G-Drive, partecipando attivamente al titolo 2018 della squadra russa, ricorderete squalificata nell’immediato post-gara di Le Mans dopo la vittoria tra le LM P2.

L’unico pilota che porta in dote una vittoria precedente a Le Mans, nel 2013, è Loic Duval, attuale “regular” del WeatherTech SportsCar Championship col JDC Miller/Mustang Sampling nonché committato col Realteam nella Season 9 del WEC. Curiosamente la lista dei francesi termina qui.

Paul di Resta è un altro pilota d’esperienza e dal 2018 ha contribuito allo sviluppo delle attività di United Autosports, prima in Asian Le Mans Series, col titolo 2018-2019, ma soprattutto trionfando all’ultima Le Mans tra le LM P2 e contribuendo al titolo WEC, sempre  LM P2, che solo l’assenza del Fuji ha impedito di festeggiare insieme a Filipe Albuquerque e Phil Hanson.

A seguire tre giovani leoni. Ovviamente l’uomo del momento è Kevin Magnussen: l’ex-Haas F1 è stato l’oggetto del desiderio praticamente di tutta l’off season e non solo in endurance. Il debutto a Daytona nelle fila del Team Ganassi ha mostrato luci ed ombre, forse privando la squadra e la Cadillac della vittoria assoluta.

Mikkel Jensen dal canto suo sta rapidamente scalando i vertici delle classifiche di gradimento grazie a prestazioni consistenti che hanno permesso al secondo danese del team del Leone di trionfare in European Le Mans Series tra le LM P3 nel 2019 con Eurointernational nonchè di piazzarsi al terzo posto nella categoria top dietro l’accoppiata United Autosports lo scorso anno.

Gustavo Menezes infine rappresenta il giusto mix fra esperienza ed età. Il 26enne californiano di Montecarlo può già vantare infatti un titolo WEC LM P2 e una 24 Ore di Le Mans conquistate nel 2016 con l’Alpine, cui si aggiungono i due terzi posti nella classifica finale delle due ultime stagioni della serie mondiale con Rebellion, impreziositi da tre vittorie assolute e altri sette podi. Curiosamente, Menezes in questa stagione sarà l’unico dei sette a gareggiare con una LMH, per Cameron Glickenhaus.

A James Rossiter infine sarà affidato lo sviluppo al simulatore della nuova LMH. Pilota di fiducia di Colin Kolles sin dalla prima edizione del WEC nel 2012 con la Lotus LM P2, il 37enne britannico nelle ultime stagioni ha gareggiato prevalentemente in Giappone nel SuperGT per Lexus e Nissan ed in Super Formula.

Non è ancora stata resa nota la composizione dei due equipaggi né le date del debutto in pista, che è stato confermato però, avverrà nel corso del 2022.

Frattanto Toyota ha completato la scorsa settimana la seconda run in pista ad Aragon (la prima era stata rinviata causa neve) della sua GR010 Hybrid, mentre Glickenhaus ha promesso un primo rollout entro il mese corrente, in vista della presentazione ufficiale di metà marzo. 

Piero Lonardo

Foto: Peugeot Sport

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ELMS – Jamin da Panis Racing a United Autosports, in attesa dell’entry list

Dopo gli annunci delle entry list ufficiali del WEC e dell’Asian Le Mans Series, anche l’European Le Mans Series si appresta a rivelare il parco partenti della stagione 2021, venerdì prossimo 12 febbraio.

Nell’attesa, alcuni dei grossi calibri della serie continentale endurance hanno anticipato le nuove line-up. Oggetto ambito del mercato Nico Jamin, che passa dal Panis Racing ai campioni in carica di United Autosports.

Il 25enne francese si appresta alla sua quarta stagione nell’ELMS al fianco di Job van Uitert e Manuel Maldonado sulla Oreca LM P2 #32. L’impegno di Jamin, che lo scorso anno è andato a podio anche alla 24 ore di Le Mans, si estenderà anche alla classica della Sarthe, con un equipaggio da definire.

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Sull’altra Oreca LM P2, quella che lo scorso anno si è aggiudicato il titolo piloti con Filipe Albuquerque e Phil Hanson, quest’ultimo sarà affiancato da un altro pilota britannico, Tom Gamble, campione in carica delle LM P3. Ancora ignoto per ora il nome del terzo pilota.

Il posto di Gamble nel team diretto da Zak Brown e Richard Dean sarà preso da Edouard Cauhaupe, vicecampione della Michelin Le Mans Cup col Cool Racing. L’altro equipaggio delle LM P3 invece sarà invece composto ancora una volta da Duncan Tappy, Jim McGuire ed Andrew Bentley, terminati al quinto posto nella categoria lo scorso anno.

Tornando alle LM P2, sappiamo già che proprio il Cool Racing tornerà solo nella serie europea dopo essersi sdoppiata con il WEC, sempre con un’Oreca sempre per Nicolas Lapierre, Alexandre Coigny ed Antonin Borga. Da verificare l’eventuale concomitanza con la 24 Ore di Le Mans, qualora venga accettata l’iscrizione del team svizzero, per Lapierre, impegnato con l’Alpine LM P1.

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Sempre nella classe regina, novità anche in casa Duqueine Team, dove insieme a Tristan Gommendy condivideranno l’abitacolo dell’Oreca #30 Renè Binder, lo scorso anno con Inter-Europol, ed il due volte campione della serie (2017 e 2019), Memo Rojas.

Da segnalare infine l’atteso passaggio alla categoria top da parte di Ultimate. La squadra francese, terza classificata tra le LM P3 nel 2019, che si ripresenta col medesimo equipaggio composto da Jean-Baptiste Lahaye, Mathieu Lahaye e François Heriau, avrebbe già dovuto concretizzare la transizione tra le LM P2 lo scorso anno, effort poi posticipato causa COVID.

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Un altro team da sempre protagonista tra le LM P3, l’RLR Msport, ha già ufficializzato che anche il suo effort 2021 sarà costruito intorno a Malthe Jakobsen. Il 19enne danese sarà al via con una Ligier già la prossima settimana insieme a Mah Hanratty e Bashar Mardini nel primo weekend dell’Asian Le Mans Series.

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Ancora nella classe entry level prototipi, annunciato il passaggio della Michelin Le Mans Cup del team MV2S Racing con una Ligier JS P320 per Fabien Lavergne, Adrien Chila e Cristophe Cresp, nonchè del Team Virage, campione in carica dalla Ultimate Series, che schiererà un’altra Ligier con una Ligier per Rob Hodes, Garrett Grist e Charles Crews. Doppio impegno per i primi due, i quali disputeranno anche la Michelin Le Mans Cup.

L’unica GTE fin qui confermata riguarda invece una Ferrari AF Corse per i campioni in carica della GTE-Am WEC, Emmanuel Collard e Francois Perrodo, che verranno affiancati dal campione italiano GT Endurance in carica, nonché già campione della Carrera Cup Italia, Alessio Rovera.

L’avvio dell’European Le Mans Series è previsto, salvo imprevisti, con la 4 Ore di Barcelona, in programma il 16-18 aprile prossimo, preceduto dai test collettivi del 12-13 aprile.

Piero Lonardo

Foto: United Autosports, Piero Lonardo

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Asian LMS – 36 vetture confermate per Dubai

Diffusa nella giornata di mercoledì l’entry list pressochè completa dell’Asian Le Mans Series 2021. La serie endurance asiatica, che come già riportato su queste pagine, si svolgerà nei due weekend di metà febbraio tra Dubai ed Abu Dhabi, porterà in pista ben 36 vetture.

Poche le defezioni rispetto alla prima lista provvisoria, circolarizzata a inizio anno, e riguardano il team cinese Absolute Racing, che ha dovuto rinunciare per le note restrizioni imposte dal COVID, rimpiazzato però da due ulteriori Ferrari iscritte da Kessel Racing per Giorgio Roda e Francesco Zollo e per il giapponese Takeshi Kimura, che verrà affiancato da due giovani star del calibro di Come Ledogar e Mikkel Jensen.

Per il resto tra le GT sarà lotta tra i ben sei costruttori impegnati, con star di calibro internazionale quali Nicky Catsburg, recente vincitore di Daytona in GTLM, qui con una delle BMW M6 GT3 del team Walkenhorst, i factory driver del Cavallino Nicklas Nielsen, Alessandro Pier Guidi, Davide Rigon e Giancarlo Fisichella e di Porsche Klaus Bachler e Julien Andlauer. Da segnalare inoltre il cambio di monta per i campioni in carica di HubAuto, che passano ad una Mercedes AMG GT3 per Raffaele Marciello, Marcos Gomes e Liam Talbot.

Tra le LM P2, noti da tempo gli equipaggi di G-Drive, Jota, Racing Team India, ERA Motorsport –  con Kyle Tilley e Dwight Merriman reduci dal successo di Daytona – e Phoenix Racing, questi ultimi al debutto assoluto tra i prototipi, è stata rivelata infine la line-up della Ligier dell’Eurointernational che schiererà un equipaggio Am composto dallo statunitense Phil Mulacek e dagli australiani Neale Muston e John Corbett.

In LM P3 infine, manca ancora solo la conferma dei due driver che affiancheranno Manuel Maldonado sulla terza Ligier di United Autosports, mentre c’è grande attesa per la rinnovata Ginetta dell’ARC Bratislava, che si affida, oltre che a Miro Konopka e Tom Cloet, al pilota della casa Charlie Robertson.

Speriamo che le recentissime restrizioni adottate dal governo britannico nei confronti dei viaggiatori verso gli Emirati non complichino qualche trasferimento, lasciando il più possibile inalterato il parco partenti della serie.

L’appuntamento in pista è per le prime libere della Race 1, in programma alle 10.40 di giovedì 11 febbraio, fuso orario di Dubai.

Piero Lonardo

L’entry list dell’Asian Le Mans Series 2021

Foto: Asian Le Mans Series

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USCC – Rolex 24: Il WTR fa tre di fila ! Dominio Corvette in GTLM. A ERA, Riley e Winward le altre categorie

Sembra imbattibile il Wayne Taylor Racing a Daytona. Il team di Brownsburg mette a segno la terza vittoria di fila, la quarta in cinque anni, mettendoci in mezzo anche il passaggio ad una nuova vettura e un reshuffle dell’equipaggio.

Un paio dei protagonisti di questo successo in realtà non sono nuovi al podio del classico season opener del motorsport su pista: Ricky Taylor infatti ha già ricevuto il cronografo nel 2017, Filipe Albuquerque l’anno successivo, mentre per entrambi gli assi dell’IndyCar chiamati a rinforzare la line-up, Alexander Rossi ed Helio Castroneves, si tratta invece del primo successo al quarto tentativo.

Filipe

Dietro alla Acura #10 si piazza la migliore delle Cadillac, la #48 dell’Action Express. Un programma realizzato su misura per lo start della “seconda vita“ di Jimmie Johnson dopo l’abbandono alla NASCAR, che ha vissuto forse più della concretezza di Simon Pagenaud e Mike Rockenfeller, ma soprattutto della splendida irruenza di Kamui Kobayashi, che fallisce il “threepeat” per appena 4”7.

A podio, per chiudere il trittico dei costruttori impegnati nella classe top, anche l’unica Mazda iscritta per i “soliti” Oliver Jarvis, Harry Tincknell e Jonathan Bomarito, capace di rimontare tre giri di distacco ,sì a furia di caution (se ne conteranno 12 alla fine), ma anche a fronte di una gara senza sbavature, a riprova che proprio nell’anno caratterizzato da un impegno ridotto del costruttore nipponico, questa DPi ha raggiunto la maturità agonistica necessaria per terminare nel migliore dei modi anche le gare più faticose.

Chiudono il pokerissimo di testa l’altra Acura del Meyer Shank Racing e la Cadillac del Team Ganassi. L’assalto di Renger van der Zande al leader è stato vanificato da due foratura, di cui la seconda nel finale di gara, sempre alla posteriore destra a 6’ dalla bandiera a scacchi. Aldilà del risultato, da considerare comunque positivo per un effort creato praticamente dal nulla dopo l’acquisto della DPi V.R ex-Juncos gravemente incidentata a Mosport 2019, pesano i due errori di Kevin Magnussen che sono costati altrettante penalità, e che hanno messo in ombra l’ottimo lavoro del veterano Scott Dixon e dell’olandese scaricato forse un po’ troppo frettolosamente dal WTR.

Delle altre due “Caddie” protagoniste della prima metà di gara, quella dell’Action Express ha scontato un problema tecnico al cambio, mentre quella del JDC-Mustang Sampling è rimasta incolpevole vittima di un incidente di gara.

ERA

Finale al cardiopalma anche tra le LM P2, con le due contender rimaste in lizza, ERA Motorsport e Tower Motorsport, a scambiarsi ripetutamente le posizioni nelle ultime fasi di gara. Risulterà determinante il drive-through assegnato a Mathieu Vaxivière per il jump start a due ore dal termine.

Le strategie differenti portavano infatti al comando alternativamente le due Oreca, ma alla fine, complice il necessario splash a pochi minuti dalla bandiera a scacchi, era la vettura con la livrea disegnata da un bambino di 6 anni di Ryan Dalziel, Paul-Loup Chatin, Dwight Merriman e Stephen Tilley a tagliare il traguardo per prima con 19” secondi di vantaggio. P3 per l’entry #82 del DragonSpeed, cui sfugge il tris nella categoria, davanti all’unica Ligier iscritta dal RWR Eurasia.

Cetilar_Squadra

Menzione obbligatoria per la Dallara Cetilar di Andrea Belicchi, Giorgio Sernagiotto, Roberto Lacorte ed Antonio Fuoco, bloccata per oltre due ore ai box da un problema al cambio allorquando stava lottando con profitto per la testa della categoria ma terminata orgogliosamente al traguardo.

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Le Corvette dopo un digiuno durato ben quattro anni tornano finalmente ad a vincere in GTLM e lo fanno con una doppietta. Le C8.R hanno mostrato un passo gara insostenibile per la concorrenza: la dimostrazione nella velocità nel rimontare il drive-through comminato dalla direzione gara alla #3 per jump start, recuperato in meno di un’ora.

L’uno-due delle GT del Kentucky vede la #3 dei campioni in carica Jordan Taylor e d Antonio Garcia, coadiuvati da Nicky Catsburg, precedere di 3”5 la vettura gemella di Nick Tandy, Tommy Milner ed Alexander Sims.

Niente da fare per la Ferrari del Risi Competizione, col team di Houston al comando nelle ultime fasi in attesa di una caution che però non è arrivata. Alla fine è solo P4 per Alessandro Pier Guidi, James Calado, Davide Rigon e Jules Gounon dietro la BMW #24.

Peccato poi non aver potuto vedere lottare per il successo l’unica Porsche in gara, spazzata via dall’altra BMW ancora prima dello start, ma capace di rimontare la bellezza di quattro giri, che in una classe così tirata sono un’eternità.

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La GTD, vale a dire il presente e il futuro delle competizioni GT, ha visto trionfare la Mercedes del Winward Racing di Maro Engel, Indy Dontje, Philip Ellis e Russel Ward sull’altra AMG GT3 del Sun Energy 1 di Raffaele Marciello, Kenny Habul, Mikael Grenier e Luca Stolz.

Su questo risultato però gravano come un macigno le scorrettezze dell’equipaggio vincitore nei confronti della Ferrari #21 di AF Corse, liquidata in malo modo allo scadere del penultimo ottavo di gara. Metodi simili li abbiamo visti peraltro nelle fasi finali da parte dei secondi classificati anche nei confronti della Lamborghini del Paul Miller Racing, che termina al terzo posto.

Da questa battaglia sono uscite con le ossa rotte alcune delle favorite della vigilia, tra cui le Lexus del Vasser Sullivan e le Lamborghini del GRT Grasser, tutte vittime di problemi tecnici, mentre le Porsche più accreditate hanno commesso svariati errori. Il quarto posto finale dei vicecampioni di categoria del Wright Motorsports può essere considerato quindi un buon risultato alla luce di quanto sopra.

Riley

Difficile da valutare infine il debutto delle LM P3 nel WeatherTech SportsCar Championship. Le prestazioni, al di sotto delle migliori GT, dovrebbero innanzi tutto fare ripensare all’IMSA sul loro corretto posizionamento, cui si deve aggiungere l’inesperienza di tanti driver ingaggiati all’ultimo momento.

Alla fine se la sono giocata due degli equipaggi più completi, con la vittoria della Ligier del Riley Motorsports di Scott Andrews, Spencer Pigot, Oliver Askew e Gar Robinson sulla vettura gemella del Sean Creech Autosport di Wayne Boyd, Joao Barbosa, Lance Willsey e Yann Claray.

Il contatto fratricida al via, più qualche altro incidente di percorso, ci hanno privato del confronto con le Duqueine, portate in Florida dal Muehlner Motorsports, con la #6 dello specialista Laurents Horr comunque sul gradino basso del podio, ancorchè distanziatissima.

E’ tutto da Daytona. L’appuntamento con la massima serie endurance americana è per il 20 marzo prossimo con la 12 Ore di Sebring.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 59ma Rolex 24 at Daytona

Foto: IMSA, Michelin, WTR, Cetilar Racing