Subito colpi di scena nelle prime fasi della 69ma edizione della 12 Ore di Sebring, seconda tappa del WeatherTech SportsCar Championship.
Protagonisti della prima ora Action Express che con due distinti incidenti hanno messo a rischio le potenzialità di vittoria delle due Cadillac. Già ieri in qualifica la #48 di Jimmie Johnson aveva saggiato i muretti a protezione della curva 17 dell’ex-aerodromo; oggi l’asso della NASCAR si è presto ripetuto procurando la prima interruzione della gara, girandosi sempre nella stessa curva, ancorchè probabilmente aiutato dall’Aston Martin dello Heart of Racing, rischiando di vanificare il duro lavoro dei meccanici del team di Denver, NC, che nella notte avevano messo assieme un frankenstein composto da un nuovo telaio e motore e cambio della DPi V.R incidentata.
Ma già la partenza era stata comunque carica di tensioni, con un contatto non meglio identificato che ha visto coinvolto Loic Duval e la Cadillac del Mustang Sampling/JDC-Miller, mentre davanti Pipo Derani dalla pole teneva a bada Ricky Taylor e soprattutto Renger van der Zande, presto alle spalle del brasiliano.
Nelle altre categorie prototipi i due polesitter, Steven Thomas e Rasmus Lindh, mantenevano la leadership rispettivamente nelle LM P2 ed LM P3, mentre due dei due major contender, Ben Keating ed Oliver Askew, erano costretti a partire d un drive-through per non essersi schierati opportunamente. Questa non era l’unica novità per il Forty7 Motorsports, costretti a sostituire all’ultimo momento il veterano Jim con Steven McAleer.
Lo split start tra prototipi e GT rendeva ancora più evidenti due scorrettezze da parte di Tommy Milner con la Corvette #4 e di Jan Heylen, polesitter delle GTD con la Porsche del Wright Motorsports, entrambi costretti ad un drive-through.
Antonio Garcia, partito dalla pole in GTLM, resisterà fino al primo giro di pit all’assalto delle due BMW M8, con Jesse Krohn a superare la Corvette proprio in entrata box, mentre il comando della GTD veniva ereditato dalle due Lexus di Jack Hawksworth e Frankie Montecalvo.
Il secondo dramma per Action Express dopo circa 45’, con Derani, superato in precedenza da van der Zande, che veniva schiacciato all’interno della solita curva 17. Incolpevole in questo caso il pilota del team Ganassi, in quanto a sua volta pressato dall’Aston Martin di Ian James (sì sempre quella che aveva contribuito all’incidente di JJ).
La Cadillac #31, dominatrice di libere e qualifiche, era quindi costretta ad una sosta per riparare i danni alla fiancata destra, sospensioni comprese, che costava 4 giri. Così, dopo un breve periodo in cui Johnson si ritrovava al comando a causa delle strategie sfalsate dalla sosta necessaria a sostituire il muso della #48, dopo un’ora di gara van der Zande conduceva con circa 7” e 12” di vantaggio sulle due Acura di Ricky Taylor ed Olivier Pla e 14” sulla Mazda di Oliver Jarvis.
Steven Thomas sempre leader in LM P2 ma con alle spalle l’arrembante Ben Keating a soli 2”, mentre Antonio Garcia mantiene un piccolo vantaggio sulle due BMW, con la #25 ora davanti alla #24.
Battaglia ravvicinata anche fra i due major contender LM P3, Lindh ed Askew, top two dopo 60’, mentre le due Lexus diversificando le strategie, hanno lasciato spazio alla BMW M6 del Turner Motorsport, che però presto si ritroverà costretta a rientrare nei garage per problemi elettrici.
Piero Lonardo
I risultati dopo la prima ora di gara
Foto: IMSA