A due terzi di questa 60ma Rolex 24 ancora non si sono definiti i favoriti in quattro categorie su cinque. Fra tutte la regina, la DPi, dove ancora cinque vetture viaggiano nello stesso giro dopo 16 ore di gara.
Lo stint di Kevin Magnussen sulla Cadillac #02 del CGR ha fatto infiammare, anche se poi la cavalcata del danese è stata smorzata da un improvviso rallentamento del quale non si conoscono bene le cause, condito da un duello al coltello con Filipe Albuquerque che vale la leadership provvisoria. Spettacolo anche da parte di Loic Duval, protagonista di una lotta all’ultima frenata con Will Stevens, subentrato al pilota portoghese al volante dell’Acura #10.
Purtroppo, dopo i problemi alla DPi V.R. #48, anche la “car of the champions” del Team Ganassi ha dovbuto soffrire un problema all’alternatore che l’ha tolta definitivamente dalla lotta per il primato.
Ad ogni modo, tra i due litiganti c’è sempre un terzo a godere, nella persona di Tristan Nunez, che grazie anche ad un undercut propiziato da una Full Course Yellow, conduce ora con 5” su Tristan Vautier, subentrato a Duval sulla vettura del JDC/Mustang Sampling. Punti buoni questi anche per la Michelin Endurance Cup, campionato nel campionato riservato alle quattro gare lunghe del WeatherTech SportsCar Championship.
Nella notte gelata oltre alle fiamme virtuali dei duelli in pista anche quelle vere, generate dalla Duqueine del Forty7 Motorsports, che prende fuoco in curva 2. Il pilota, Antoine Doquin, protagonista delle serie continentali europee, è comunque ok ma la vettura potrebbe presto aggiungersi alla lista dei ritirati ufficialmente, che al momento conta 6 unità.
Le stelle dell’IndyCar del DragonSpeed. continuano a splendere in LM P2. Nonostante un errore in pitlane da parte di Pato O’Ward, che faceva pattinare le ruote, Colton Herta ora conduce con oltre 50” di vantaggio sul campione WEC della categoria, Ferdinand Habsburg, portacolori di Tower Motorsport e su Dylan Murry del Racing Team Nederland, il quale ha dovuto scontare un drive through per il contatto con l’Aston Martin del Magnus Racing. L’Oreca #69 del G-Drive ha perso invece definitivamente contatto dalle posizioni top per una spettacolare foratura.
L’unica categoria che pare in ghiaccio (scusate il gioco di parole ma ci stava) è la LM P3 grazie ai campioni in carica del Riley Motorsports. Ad inseguire, tutte a due giri dal leader, le vetture del CORE Autosport, Sean Creech Motorsport, AWA ed Andretti Autosport.
Continua infine la consueta gara sprint di 24 ore delle GT. In GTD-Pro sono le Porsche di Pfaff Motorsports e KCMG e la Ferrari del Risi Competizione a segnare il passo, seguite da presso dalla Mercedes #97 del WeatherTech Racing protagonista di un curioso episodio ai box, dove nel corso della 15ma ora vengono sostituiti per errore solo tre pneumatici su quattro. A seguire, sempre nello stesso giro, la Lexus #14 e l’altra Mercedes iscritta come Proton USA.
In GTD infine, il primato è tornato nelle mani dell’Inception Racing, con Ollie Millroy che, grazie anche ad un pit anticipato fa parte di Lucas Auer del del Winward Racing, conduce ai due terzi di gara sulla Porsche del Wright Motorsports e sulla Mercedes #57.
P8 ad un giro per la Ferrari AF Corse; prosegue comunque la corsa, ancorchè distanziatissima a causa delle varie disavventure occorse, anche l’altra 488 GT3 del Cetilar racing, ora nelle mani del campione WEC GTE-Am, Alessio Rovera.
Piero Lonardo
Foto: DragonSpeed, IMSA, Cetilar Racing