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WEC – Le Mans, Day 2: Kobayashi non perdona, è Hyperpole Toyota

Chi sperava in una debacle Toyota a Le Mans, almeno sul giro singolo, non è stato accontentato nemmeno questa volta. Kamui Kobayashi ha infatti guidato il gruppo anche nella nuova versione delle qualifiche della 24 ore riservata i migliori sei per categoria, la cosiddetta Hyperpole, portando la TS050-Hybrid, all’ultima apparizione sul Circuit de la Sarthe e forse anche del WEC, col Bahrain ufficialmente confermato ma sempre più ufficiosamente in bilico causa COVID.

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Al mattino la Rebellion, che ha segnato anche il miglior tempo della quarta sessione di libere con Gustavo Menezes, aveva regalato l’illusione di un clamoroso recupero, ma il californiano si è fermato a mezzo secondo dal polesitter, negando però l’uno-due a Kazuki Nakajima, che verrà affiancato dall’altra R13-Gibson, con Louis Deletraz a 3” dal vertice. A seguire la quinta ed ultima LM P1 iscritta la Enso del ByKolles.

Rebellion lancerà una lepre alla partenza domani alle 14.30? Lo start del 2019 porterebbe a pensare che i rischi di connessi ad una tattica del genere sono più dei vantaggi, ma staremo a vedere.

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Tra le LM P2, Paul di Resta ha subito messo i punti sulle “I”, regalando ad United Autosports la prima pole a Le Mans col tempo di 3.24.528. Niente da fare per Jean-Eric Vergne, il cui ultimo effort ha portato l’Oreca del G-Drive a 3 decimi dalla pole. P3 per Nicky de Vries dopo un inaspettato fuori strada con la vettura del Racing Team Nederland, che era entrata in questo shootout dalla porta principale.

Da segnalare che alle libere 4 hanno preso parte regolarmente le due vetture di IDEC Sport incidentate nella giornata di ieri.

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Tanta Italia invece in GT, con Gianmaria Bruni che ha dominato la qualifica delle GTE-Pro col tempo di 3.50.874 precedendo di oltre due decimi James Calado, che con la migliore delle Ferrari AF Corse ha preceduto l’Aston Martin di Marco Sorensen.

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Quarto tempo assoluto infine  fra le GTE e pole in AM per Come Ledogar, autore di con 3.51.266  con  la Ferrari iscritta da Luzich Racing, ricordiamo campioni ELMS in carica, e condivisa con Ozz Negri e Francesco Piovanetti.

Il driver francese ha preceduto di soli 56 millesimi Matt Campbell con la Porsche #77 del Dempsey-Proton in una sessione tempestata da tempi cancellato per track limits.

In definitiva, il nuovo format avrebbe dovuto rendere più interessante per il pubblico le qualifiche che solitamente assegnavano la pole position il giovedì sera; purtroppo questa edizione era a porte chiuse,  e quindi può esser presa per un esperimento controllato…

A seguire invece, fra poco, per l’annuale conferenza dell’ACO.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 4

I risultati delle Qualifiche dopo la Hyperpole

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Le Mans, Day 1: Toyota davanti, ovviamente. Volano le Aston in GTE

Dopo che la giornata di mercoledì è stata occupata dalle verifiche tecniche in circuito, al posto del tradizionale Pesage pubblico, il giovedì di Le Mans è stato totalmente dedicato alle attività in pista.

Ben tre le sessioni di libere e le qualifiche, per un totale di 10 ore e 45 minuti tra le 10 e mezzanotte. Nel mezzo anche un paio di sessioni dedicate alla Road To Le Mans, doppio appuntamento valido quale quarta e quinta prova della Michelin Le Mans Cup.

Questo nutritissimo programma è stato movimentato anche da diversi incidenti, dovuti perlopiù all’inesperienza (ricordiamo che causa COVID non si è tenuta nemmeno la consueta Journée Test) sul tracciato della Sarthe.

Tra i più segnanti, nella seconda tornata di prove libere le due interruzioni causate dalle due Oreca LM P2 di IDEC Sport, con Paul Lafargue e Dwight Merriman al volante. La vettura campione in carica ELMS sarà sostituita da un nuovo chassis e sabato dovrà pertanto partire dai box con un giro di ritardo, mentre la gemella portata in gara dall’equipaggio dal team IMSA del PR1 Mathiasen è stata riparata in tempo per la sessione serale.

A riprova che il Circuit de la Sarthe può riservare sorprese anche ai piloti esperti, il deb di lusso Bruno Spengler ha centrato invece le gomme con la Enso del ByKolles nelle prove in notturna.

Passando ai risultati della pista, alla fine della giornata sono come previsto le due Toyota a menare le danze. Nelle qualifiche che, come ricordiamo, hanno assegnato i posti per la novità Hyperpole di domani, le due TS050-Hybrid, alla loro ultima partecipazione a Le Mans, hanno occupato i primi due posti della lista dei tempi, grazie a Kamui Kobayashi, autore di 3.17.089 e Kazuki Nakajima 3 decimi dietro.

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Disarmante il distacco appioppato a Bruno Senna con la migliore delle due Rebellion, 4 secondi e mezzo, mentre la ByKolles e la seconda R13.Gibson si attestano a oltre 7”! A riprova, qualora ce ne fosse stato bisogno, che nonostante le nuove equivalenze dell’EoT, solo le Toyota possono perdere questa edizione a porte chiuse della 24 Ore, anche se Louis Deletraz nella sessione serale ha ridotto sostanzialmente il gap a 2”.

_PL59960Sempre più vicine le LM P2, in attesa di perdere in performance il prossimo anno per non creare commistione con le nuove Hypercar. Nicky de Vries ha infatti fissato i cronometri sul 3.26.648, relegando a quasi mezzo secondo Will Stevens con la vettura del Jackie Chan DC Racing e Paul di Resta con la migliore delle Oreca di United Autosports. Alla Hyperpole di domani qualificate anche le Oreca di G-Drive e High Class Racing insieme alla seconda entry di United Autosports.

Giorgio Sernagiotto ha portato la saltellante Dallara del Cetilar Racing al 17mo posto, quale migliore delle non-Oreca, ancorchè a quasi 3” dal top della categoria. Si sono visti finalmente i sospirati tecnici Dallara a dare supporto tecnico al team tricolore ma i problemi di manovrabilità paiono sempre evidenti nonostante il tanto impegno dei piloti e della crew AF Corse.

Il team piacentino può ben consolarsi però in GT, dove schiera ben 9 delle 16 Ferrari 488 GTE iscritte tra Pro ed Am. I migliori tempi sono stati però appannaggio delle Aston Martin, che hanno conquistato la prima fila provvisoria in entrambe le categorie.

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In GTE-Pro, Marco Sorensen ha preceduto, col tempo di 3.50.872, di soli 53 millesimi il compagno di squadra Alex Lynn. Il vincitore 2019, Alessandro Pier Guidi si è piazzato a 4 decimi davanti a Davide Rigon. Stranamente assai più lontane le due Porsche ufficiali, con l’ennesima livrea commemorativa, ispirata ai colori retrò della prima vittoria del 1970, a loro volta replicati su base nera sulla vettura vincitrice dell’edizione virtuale dello scorso giugno.

Fuori dalla Hyperpole le due Ferrari “americane”, con la 488 di Risi Competizione penalizzata per manovre non consentite in regime di parco chiuso, come peraltro la Ferrari AF Corse #52 tra le Am, categoria dove ha svettato la Vantage ufficiale di Ross Gunn con 3.52.778 davanti alla gemella iscritta dal TF Sport di Charlie Eastwood.

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A seguire la Porsche del Gulf Racing, la Ferrari del Luzich Racing, ben riconoscibile dal numero di gara 61 in stile retrò, e le due 911 dei giovani leoni di Dempsey-Proton e Project 1, Matt Campbell e Matteo Cairoli, ultimi a qualificarsi domani per la prima hyperpole, a partire dalle 11.30.

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Prima però una quarta ed ultima sessione di libere dalle 10 alle 11 per acclimatarsi alla pista ed al meteo, che dovrebbe riproporre come oggi una giornata di caldo torrido fortunatamente mitigato da una leggera brezza. Pare anche scongiurato, per ora, l’ennesimo via della gara sotto la pioggia, che però si attende copiosa nella giornata di domenica.

Domani in programma anche la tradizionale conferenza dell’ACO, che questa volta si svolgerà in maniera virtuale. Si attendono innanzi tutto maggiori informazioni sul calendario 2021, presentato ante-COVID lo scorso dicembre in Bahrain, sia sulle date che sul regolamento sportivo.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

I risultati delle Libere 3

Foto: Piero Lonardo

Alpine

WEC – Alpine e Peugeot, allez la grandeur

La 24 Ore di Le Mans, a cui mancano ormai solo 5 giorni, è da sempre la vetrina degli annunci riguardanti il mondo dell’endurance in generale. Come anticipato anche su queste pagine, quest’oggi è arrivata la conferma che l’Alpine si schiererà nella prossima edizione del World Endurance Championship in LM P1.

Lo chassis come noto sarà di derivazione Oreca (quindi analogo alle R13 utilizzate da Rebellion nelle ultime due stagioni se non propriamente una di esse) ed il motore sarà lo stesso Gibson aspirato 4,5 litri V8 protagonista quest’anno di due vittorie col team svizzero.

Contrariamente ai rumors diffusi nei giorni scorsi dai media francesi, non sono stati annunciati i piloti, probabilmente per poter scegliere al meglio tra i numerosi candidati che nel frattempo pare si siano proposti per un sedile alla propaggine sportiva Renault, che ricordiamo vanta un successo assoluto alla 24 Ore di Le Mans nel 1978 con la mitica A442B di Jean-Pierre Jaussaud e Didier Pironi.

Grande fiducia nel BoP invece nei confronti delle nuove Hypercar da parte di Philippe Sinault. “Siamo confidenti sul poterci battere con la concorrenza - avrebbe affermato il boss Signatech, che dal 2013 è impegnato col programma LM P2 – L’ACO ha dimostrato che il BoP in GTE funziona benissimo grazie ad un vero approccio etico. Il BoP sarà un fattore ma sarà trattato in modo equo.”

Lo sviluppo del progetto Alpine Endurance Team sarà seguito dalla rete televisiva Canal+.

Peugeot-Sport-logo

Anche Peugeot ha confermato che nel venerdì di Le Mans, quindi fra quattro soli giorni, alle ore 14, saranno rivelati con maggiore definizione i dettagli del programma 2022 da parte del CEO del marchio del leone, Jean-Philippe Imparato.

Innanzi tutto la vettura, che sarà realizzata avvalendosi della partnership tecnica di Total, sarà iscritta da Peugeot Sport, brand che sarà presente a livello pubblicitario lungo il circuito della Sarthe già in questa edizione della 24 Ore.

Il nuovo marchio lascerà i tradizionali colori del tricoleur per abbracciare i più moderni nero e kryptonite, con tre righe diagonali a simbolizzare gli artigli del leone.

Appuntamento a presto quindi per avere nuovi dettagli su questa rinnovata grandeur dei marchi transalpini.

Piero Lonardo

Foto: Alpine, Peugeot

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WEC – Ginetta, forfait per Le Mans. Alpine, una LM P1 nel 2021

A meno di una settimana dall’inizio delle ostilità sul Circuit de la Sarthe, arriva il quasi inevitabile forfait di Ginetta. Il costruttore inglese, che aveva già ridotto il proprio effort ad una sola G60-LT-P1-AER, con un comunicato ufficiale ha annunciato di essere costretta a rinunciare alla 24 Ore a causa delle restrizioni attualmente applicate nel Regno Unito, che prevedono una quarantena di due settimane per chi proviene dalla Francia.

Questo gap avrebbe avuto ricadute sulla factory del costruttore, il cui personale viene utilizzato anche nella gestione in gara del prototipo. L’entry list si riduce quindi nuovamente a 59 unità, di cui solo 5 LM P1.

Tra le novità della nuova lista dei partecipanti, l’ingaggio di Max van Splunteren sulla Porsche Proton #78 Proton Competition insieme a Horst Felbermayr Jr e Michele Beretta, e la sostituzione di Hugo de Sadeleer sull’altra 911 #99 iscritta come Dempsey-Proton con il transalpino Julien Piguet ora a fare squadra insieme al connazionale Lucas Légeret ed al gentleman thailandese Vutthikorn Inthraphuvasak. Ora la lista può ritenersi completa, salvo ovviamente ulteriori novità dell’ultimo momento.

_PL51609Proprio dall’altra parte delle Alpi rimbalza tramite un noto media francese una notizia bomba: l’Alpine il prossimo anno si schiererà in LM P1.

L’effort del brand sportivo di Renault, che nel 2021 sarà presente ufficialmente anche in Formula 1, sarà ancora una volta gestito in pista da Philippe Sinault e dalla sua Signatech e per la prossima stagione utilizzerà una delle Rebellion R13 LM P1 a motore Gibson, in attesa di concretizzare un proprio programma Hypercar o LMDh.

L’annuncio ufficiale di questa nuova avventura dovrebbe essere diffuso nella giornata di lunedì, e dovrebbe comprendere anche l’ufficializzazione della line-up, formata dal due volte vincitore di Le Mans tra le LM P2, nonché campione WEC della categoria nella passata stagione, Andrè Negrao, il quale verrà affiancato da un altro pilota “di fiducia” del team, Gustavo Menezes, pure vincitore a Le Mans tra le LM P2 nonché campione WEC 2016, e dall’attuale driver Rebellion, Nathanael Berthon.

Tutte da verificare però le equivalenze che dovranno essere applicate alle “vecchie” LM P1, rappresentate al momento da Alpine e Ginetta, che pure ha reso noto di volersi presentare nella prossima stagione, nei confronti delle be diverse Hypercar di Toyota, Glickenhaus, Peugeot (dal 2022) e, almeno sulla carta, ByKolles. Speriamo anche qui in un annuncio del costruttore austriaco durante la settimana di Le Mans.

Pirro

Nominato inoltre il Grand Marshal della 88ma edizione della 24 Ore. L’onore questa volta è toccato al nostro Emanuele Pirro,  che succede nel ruolo ad Hurley Haywood.

Nelle parole di Pierre Fillon, presidente dell’ACO,  la sintesi della scelta del cinque volte vincitore. “Il ruolo del grand marshal è tradizionalmente appannaggio di un vincitore di Le Mans, un pilota che rappresenta l’epitome di questa gara e di questa disciplina. Emanuele Pirro è un rappresentate perfetto, non solo per le sue cinque vittorie ed i suoi dieci podi, ma soprattutto perchè è una luce che splende, un vero leader.”

Eurasia

Nielsen

Continuano infine a fioccare le nuove livree per la classica della Sarthe, ultime in ordine di tempo, entrambe in LM P2, la Ligier dell’Eurasia Motorsport che verrà portata in pista da Nobuya Yamanaka, Nick Foster e Roberto Mehri, e l’Oreca del Nielsen Racing per Tony Wells, Garett Grist ed Alex Kapadia.

Piero Lonardo

L’entry list aggiornata della 88ma 24 Ore di Le Mans

Foto: Piero Lonardo, ACO, Eurasia Motorsport, Nielsen Racing

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WEC – Toyota più pesanti a Le Mans

Diffuse dal FIA Endurance Committee le equivalenze (EoT) per la classe regina, la LM P1 per la prossima 24 Ore di Le Mans. Le due Toyota, uniche P1 ibride, correranno con un peso minimo di 895 kg, vale a dire 7 kg in più rispetto all’edizione 2019, invariati gli altri parametri.

Per le altre quattro contender: le due Rebellion, la Ginetta e la Enso ByKolles, confermati pesi minimi dello scorso anno, così come l’assenza di limite di consumo, ma modificato al rialzo il limite massimo di carburante da poter immettere ad ogni stint.

Per le aspirate Rebellion e ByKolles, si va infatti da 50,8 a 55,4 kg di carburante a disposizione per stint, mentre per la Ginetta, spinta dal turbo AER V6, si passa a 48,4 a 52,8 kg. Aumentato anche il diametro dei relativi restrittori dell’impianto di rifornimento, così da favorire non solo le prestazioni in gara, ma anche i tempi di sosta.

Ricordiamo che per la 24 Ore di Le Mans non è in vigore il cosiddetto Success Handicap, varato ad inizio stagione per livellare le prestazioni in funzione dei risultati ottenuti nelle gare precedenti ed il piazzamento in classifica generale.

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Modifiche anche al BoP delle GT, in funzione della Porsche 919 RSR-19, al debutto in GTE-Pro nella classica della Sarthe. Alla vettura di Stoccarda assegnato un peso minimo di 1286 kg contro i 1246 ed i 1279 kg di Aston Martin e Ferrari, che rimangono immutati. Concesso alla Vantage inoltre un lieve incremento nella pressione del turbo ed un litro extra di carburante.

In GTE-Am, assente anche qui il Success Ballast vigente nel WEC, 10 kg extra rispetto al 2019 per tutte e tre le marche impegnate, Porsche, Ferrari ed Aston Martin. Quest’ultima ricordiamo però porterà al debutto nella categoria a Le Mans la versione 2019 già utilizzata nel resto della stagione.

Definito inoltre anche il tempo minimo di rifornimento per le due categorie GT, valutato in 35” per le GTE-Pro ed in 42” per le GTE-Am. Questi tempi sono stati calcolati in misura di 2,5” e 3” rispettivamente per giro. Allo scopo di evitare infrazioni e contestazioni, a partire da questi dati è stata definita uno specifico regime a ulteriore equivalenza, accettato da tutti i costruttori, da applicare ai rifornimenti parziali e/o in regime di Full Course Yellow.

Un altro nome infine si aggiunge alla entry list della 24 Ore, si tratta di Beitske Visser, pilotessa olandese, che va ad aggiungersi a Sophia Floersch e a Tatiana Calderon sull’Oreca LM P2 tutta al femminile del Richard Mille Racing, in luogo di Katharine Legge, infortunata al Paul Ricard durante i test ELMS di fine luglio.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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USCC – Ecco il calendario 2021, con le LM P3 ed un nuovo sistema di punteggio

Come annunciato nelle scorse settimane, diffuso nella giornata statunitense di mercoledì a cura del presidente John Doonan il cosiddetto “State of the series”, vale a dire la presentazione annuale dei programmi delle serie IMSA ed in particolare del WeatherTech SportsCar Championship.

In prima battuta il calendario 2021, che dopo le vicissitudini legate al COVID dell’attuale stagione, è improntato verso il ritorno alla normalità. Si comincerà come sempre con la Rolex 24 at Daytona, il 28-31 gennaio prossimi, ma i test collettivi, la Roar Before the 24, come già reso noto in precedenza, verranno posticipati dalla prima settimana di gennaio a ridosso della gara, che sarà la prima ad ospitare le LM P3.

Come da insistenti rumors infatti, i prototipi entry level, già protagonisti della Prototype Challenge, saranno chiamati a rimpinguare la griglia che nella prossima stagione sappiamo perderà almeno quattro entry “di peso”, vale a dire le due Acura Penske DPi, con le ARX-05 destinate ad essere portate in pista da un’altra squadra, e le due Porsche North America, protagoniste in GTLM.

La schedule del prossimo anno si dipana poi quasi totalmente ricalcando quella prevista per l’attuale stagione, con la 2 ore di Sebring ricollocata a marzo prima di Long Beach e via così fino alla 24ma Petit Le Mans, in programma dal 6 al 9 ottobre 2021. Uniche novità, lo spostamento di Laguna Seca la settimana dopo Long Beach, e la data TBA tra maggio e giugno che verrà quasi certamente concretizzata col ritorno a Detroit Belle-Isle insieme all’IndyCar Series.

Niente da fare né per il “Roval” di Charlotte, che è atteso a ricevere la serie endurance a stelle e strisce ai primi di ottobre, né tantomeno, almeno per ora, per l’auspicata gara di durata sul tracciato interno di Indianapolis.

Tornando alla composizione della griglia, le LM P2 e le LM P3 saranno presenti, oltre alla partecipazione senza punteggio di Daytona, in sei venue, mentre le altre tre categorie, DPi, GTLM e GTD, in dieci; per queste ultime verrà riproposta anche la cosiddetta Sprint Cup, che consterà invece di otto appuntamenti. Le LM P2 potranno schierare anche un pilota platinum da affiancare al bronze driver obbligatorio.

Novità anche per quanto riguarda i punteggi, che verranno moltiplicati per 10, a partire da 350 punti al primo classificato di ogni categoria in luogo degli attuali 35, e a cui si aggiungeranno punti anche per le qualifiche, secondo l’attuale sistema (35, 32, 30 etc..).

Sempre relativamente alle qualifiche, rimarrà invariato il format delle categorie Pro, DPi e GTLM, ma cambierà quello delle categorie Pro-Am (LM P2, GTD e dal 2021, LM P3), che si svolgerà in due fasi: in un primo momento i piloti Am qualificheranno le vetture sullo schieramento, utilizzando un treno nuovo di pneumatici che verrà rimontato alla partenza, mentre i piloti professionisti in un secondo turno, sempre con gomme fresche, si disputeranno il punteggio riservato alle qualifiche.

Tante novità quindi, con un occhio al passato ed uno al futuro, per una stagione di chiara transizione, in attesa delle novità tecniche condivise con i vertici di WEC ed ACO. Al riguardo, nessuna indicazione riguardo l’auspicata partecipazione delle Hypercar già a partire da Daytona, né tantomeno sulle tempistiche relative all’introduzione delle nuove LMDh, che si sottiene ormai posticipata al 2023.

Piero Lonardo

Il calendario 2021 del WeatherTech SportsCar Championship

22-24 Gennaio – Roar Before Rolex 24 (DPi, LMP2, LMP3, GTLM, GTD)

28-31 gennaio — Rolex 24 at Daytona (DPi, GTLM, GTD, + LM P2 ed LM P3 senza punteggio)

17-20 Marzo — Mobil 1 Twelve Hours of Sebring (DPi, LMP2, LMP3, GTLM, GTD)

16-17 Aprile — Long Beach (DPi, GTLM, GTD)

23-25 Aprile — WeatherTech Raceway Laguna Seca (DPi, LMP2, GTLM, GTD)

14-16 Maggio — Mid-Ohio Sports Car Course (DPi, LMP3, GTD)

TBA — Detroit Belle Isle (DPi, LMP2, GTD*)

24-27 Giugno — Sahlen’s Six Hours of The Glen (DPi, LMP2, LMP3, GTLM, GTD)

2-4 Luglio — Canadian Tire Motorsport Park (DPi, LMP3, GTLM, GTD*)

16-17 Luglio — Lime Rock Park (GTLM, GTD)

6-8 Agosto — Road America (DPi, LMP2, LMP3, GTLM, GTD)

20-22 Agosto — Virginia International Raceway (GTLM, GTD)

6-9  Ottobre — Motul Petit Le Mans (DPi, LMP2, LMP3, GTLM, GTD)

* Gare Valide solo per la WeatherTech Sprint Cup, riservata alla GTD

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Montoya a Le Mans per Derani in DragonSpeed

Con una mossa a sorpresa il DragonSpeed ha annunciato Juan Pablo Montoya a bordo di una delle sue due Oreca LM P2 iscritte per la 88ma 24 Ore di Le Mans.

Il colombiano, alla sua seconda Le Mans dopo il debutto del 2018 con la Ligier di United Autosports, andrà a sostituire Pipo Derani al fianco di Memo Rojas e Timothè Buret sulla entry #21. Non del tutto chiare le cause che hanno spinto Derani a dare forfait anticipato alla sua sesta Le Mans consecutiva, ma il giovane brasiliano ha comunque augurato il meglio al team.

Ricordiamo che l’altra vettura del team diretto da Elton Julian sarà guidata da Ben Hanley, Henrik Hedman e da quel Renger van der Zande, compagno di squadra al WTR di Ryan Briscoe, protagonista insieme a Montoya di un tamponamento all’entrata della corsia box di Road Atlanta e che ne ha compromesso le possibilità di vittoria nella gara IMSA di sabato scorso.

Un’altra novità dell’ultimo momento è data dall’ingaggio di Vincent Abril nelle fila dell’MR Racing. Il 25enne transalpino, alla sua seconda Le Mans dopo il debutto dello scorso anno con il Proton Competition, sostituirà la star giapponese Yuki Sekiguchi, il quale ha preferito rimanere concentrato sugli obiettivi domestici (Super GT e Super Formula), al fianco di Kei Cozzolino e Takeshi Kimura.

La presenza di Carlos Tavares infine quale starter ufficiale della 24 Ore dovrebbe essere foriera, almeno secondo alcune fonti della stampa specializzata, della presentazione dei futuri programmi Peugeot nel World Endurance Championship. La casa del Leone, uscita repentinamente dalle competizioni di durata nel 2012, alla vigilia del varo della serie mondiale, ha da tempo annunciato di voler rientrare in pista a partire dal 2022 con una nuova Hypercar.

GR

Al momento gli unici costruttori aderenti alla nuova categoria sono come noto Toyota, che dovrebbe iniziare i collaudi in pista il mese prossimo della nuova GR Super Sport, Glickenhaus, che in attesa dei primi test del motore sta proseguendo con le verifiche alla galleria del vento della SCG007, e, almeno nominalmente, ByKolles, del cui effort però si conosce al momento poco o nulla. E’ quasi sicuro infine che l’introduzione delle nuove LMDh slitterà dal 2022 al 2023, ma anche di questo si potrebbe avere conferma durante il weekend della Sarthe.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Toyota

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WEC – G-Drive raddoppia per Le Mans con Tandy, Jarvis e Cullen

A sorpresa l’ACO ha accettato una nuova entry per la 88ma 24 Ore di Le Mans. Si tratta di una seconda Oreca LM P2 per G-Drive, che sarà coadiuvata tecnicamente da Algarve Pro Racing.

Al volante della vettura schierata dal combo trionfatore nell’ultima edizione dell’Asian Le Mans Series, uno degli artefici del primo successo della Porsche 919 Hybrid nell’edizione 2015 della classica della Sarthe, Nick Tandy, il quale si schiererà assieme all’ex-pilota ufficiale Audi ed attuale pilota Mazda nel WeatherTech SportsCar Championship Oliver Jarvis, e all’irlandese Ryan Cullen, sub a Spa per l‘indisponibile Gabriel Aubry nonché colonna del DragonSpeed nell’European Le Mans Series.

G-Drive ricordiamo sarà al via con un’altra Oreca ribattezzata Aurus per Roman Rusinov, Mikkel Jensen e e Jean-Eric Vergne, così come Algarve Pro Racing, con un’analoga vettura per John Falb, Matthew McMurry e Simon Trummer.

L’entry list tornerebbe così alla cifra di 60 unità, ma si è saputo che il team Project 1 avrebbe qualche problema nello schierare la sua terza vettura in GTE-Am. Sulla Porsche #89, originariamente iscritta per Steve Brooks, attualmente impegnato col team Virage nella Michelin Le Mans Cup, avrebbero dovuto salire anche Bruno e Benoit Fretin, ma i due amatori francesi pare non siano più in grado per motivi personali – cita un noto media francese – di affrontare la gara.

Il team tedesco si trova ora, a meno di tre settimane dallo start della 24 Ore, che verrà dato dal presidente del gruppo PSA, Carlos Tavares, nella difficile posizione di dover cercare due nuovi piloti.

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Chi invece non ha problemi di equipaggio è il JMW Motorsport, che è riuscita nel compito di ingaggiare una stella di valore assoluto, quale Jan Magnussen, sulla sua Ferrari 488 GTE Evo, insieme agli statunitensi Richard Heistand e Max Root. Presentata nei giorni scorsi la livrea, ancora una volta particolare, per Le Mans.

Rivelata anche la nuova livrea del Team ByKolles per Tom Dillmann, Oliver Webb ed il deb di lusso Bruno Spengler. La composizione è opera dello studio Mark Antar Design, che per il secondo anno consecutivo ha curato la grafica della Enso CLM P1/01 a motore Gibson.

Alla data odierna mancano ancora all’appello il nome del terzo pilota cha affiancherà Tatiana Calderon e Sophie Floersch sull’Oreca LM P2 del Richard Mille Racing e del terzo pilota della Porsche #78 del Proton Competition.

Piero Lonardo

L’entry list aggiornata della 88ma 24 Ore di Le Mans

Foto: ByKolles, JMW

Penskewin

USCC – Road Atlanta 6H, Castroneves e Ricky Taylor concedono il bis

Helio Castroneves e Ricky Taylor si aggiudicano la TireRack.com Grand Prix at Michelin Raceway Road Atlanta. La gara, della durata di 6 ore in sostituzione del Glen, annullato causa COVID, era valida quale sesta tappa del WeatherTech SportsCar Championship.

Come spesso accade sullo splendido ma insidioso tracciato della Georgia si è trattato di una gara avvincente e combattuta sino allo shootout finale, ancorchè non determinante, generato dal crash che ha tolto di mezzo Juan Pablo Montoya, impegnato nella rincorsa al podio con Tristan Vautier ed Felipe Nasr.

Ma andiamo per gradi. Allo start era subito Full Course Yellow per il contatto tra Felipe Nasr e Dane Cameron, che partivano dietro al polesitter, Helio Castroneves con la Acura Penske #7. Per evitarle si giravano anche l’Oreca LM P2 dell’Era Motorsport di Dwight Merrriman e la Cadillac DPi di Matheus Leist, entrambe con danni che necessitavano di lunghe soste ai box, culminate con il ritiro definitivo della gialla “Banana boat”.

Dopo il sacrosanto drive-through al dominatore dell’ultima Petit Le Mans, Castroneves conduceva fino alla successiva neutralizzazione, chiamata dopo appena 22’, protagonista lo specchietto destro della BMW #25, divelto dalla Mazda DPi di Harry Tincknell.

Al primo pit però il leader provvisorio della gara incorreva in ben due comportamenti scorretti, velocità eccessiva ai box, da cui usciva col semaforo rosso. Gara quindi compromessa per il popolare “spider-man”, e leadership, con l’altra Acura pure attardata per una sosta ai box per verificare i danni del contatto allo start, alla Cadillac del WTR con Renger van der Zande.

In GTLM, la Porsche #911 in pole con Nick Tandy cedeva alla Corvette di Tommy Milner, mentre in GTD era la Lamborghini del GRT Grasser di Steijn Schothorst a menare le danze.

La terza Full Course Yellow arrivava poco dopo lo scadere della prima ora, a causa della gomma lasciata in cima alla discesa di curva 11 dalla Corvette capolista causa foratura. Nel frattempo, ancora problemi per le Porsche, con il campione in carica della GTLM, Laurens Vanthoor che veniva sanzionato dalla direzione gara con un drive-through per essere passato sopra l’equipaggiamento ai box. Makowiecki, salito sulla Porsche #911, si ritrovava in testa alla categoria ma doveva presto cedere alla Corvette di Antonio Garcia ed alle BMW di Bruno Spengler e John Edwards.

La leadership della nera Cadillac #10 di Ryan Briscoe di protraeva sino al termine del terzo di gara, allorquando, a causa di una foratura (una delle tante quest’oggi), la strategia del WTR doveva cambiare. Il comando delle operazioni passava quindi alla Acura #6, ora con Juan Pablo Montoya al volante, mentre Bryan Sellers, anche qui grazie ad una curiosa strategia del GRT, ereditava la leadership fra le GTD con l’altra Lamborghini del Paul Miller Racing.

Testa

Seguiva un lungo periodo di corsa libera, in cui le Mazda rompevano gli indugi e si portavano alle spalle della Acura di testa, a sua volta pressata dalla Cadillac del Whelen Racing, che con Pipo Derani prima e con Filipe Albuquerque poi, aveva riconquistato il gap perso con la sosta extra.

Frattanto la Porsche #911, nonostante i 20 kg di zavorra extra assegnati dal BoP alle due 911 RSR-19, riusciva a riportarsi in testa alla GTLM, al contrario della vettura gemella, ancora più attardata per un altro drive-though comminato a causa di lavori non consentiti (ai freni, altro componente assai sollecitato) in corsia box.

Il sorpasso delle Mazda avviene al termine della quarta ora, grazie a Tristan Nunez, il quale si sbarazzava di Pipo Derani e Dane Cameron e prendeva il largo sui due, che si scambiavano le posizioni. Purtroppo per il veloce brasiliano, un contatto spediva Spencer Pumpelly e la Lambo del GRT Magnus contro le gomme all’esterno delle Esses. Inevitabile una nuova penalità per la Cadillac #11, che era costretta a ripartire dal fondo per la seconda volta.

Acura86 Nel frattempo l’Acura NSX GT3 del campione in carica Mario Farnbacher riusciva ad avere la meglio in GTD su Madison Snow, subentrato a Sellers, e alle sempre insidiose Lexus dell’AIM Vasser Sullivan, Queste ultime  però perdevano per lungo tempo una delle due contender, la RC F GT3 #14 di Jack Hawksworth, a causa dei danni conseguenti all’ennesima foratura della giornata, sicuramente propiziate dalla notevole temperatura dell’asfalto. La gara aveva già perso frattanto la BMW M6 GT3 trionfatrice al VIR, attardatasi lungamente ai box per risolvere problemi ai freni.

Ma anche la Mazda di testa doveva pagare pegno e con meno di 90’ rimasti sul cronometro era costretta ad una lunga sosta per risolvere problemi di surriscaldamento. Leadership quindi di nuovo nelle mani delle Acura, con Ricky Taylor che aveva presto la meglio sul compagno di squadra Dane Cameron.

BMW25b

Ad un’ora dalla fine le ultime soste per le GT, e incredibilmente la Porsche al comando delle GTLM cedeva di schianto, lasciando il passo alla BMW #25, tornata nelle mani di Connor de Philippi per lo stint finale, ma anche alla Corvette #4, ripresasi dalla sosta extra iniziale, e all’altra M8 GTE di John Edwards.

Vano infine il tentativo di Harry Tincknell di riprendere terreno sulla Acura in testa alla gara, ma i colpi di scena non erano ancora terminati. Protagonista Juan Pablo Montoya, che prima propiziava il tamponamento in corsia box da parte della Cadillac di Ryan Briscoe – che lo seguiva da presso - sanzionato con un drive-through, e infine veniva centrato dalla Ferrari di Toni Vilander nei minuti finali di gara.

Va detto che il pilota finlandese è stato quasi certamente toccato dalla Cadillac di Tristan Vautier, impegnato nel tenere dietro per la terza piazza lo stesso Montoya e Felipe Nasr, rifattosi sotto per la terza volta, anche grazie ad un BoP per una volta favorevole alle Cadillac.

Acura7b La gara veniva neutralizzata per la quinta volta per permettere il recupero delle due vetture incidentate, e c’era spazio ancora per un paio di giri, che però non modificavano l’esito finale, con Helio Castroneves a festeggiare insieme a Ricky Taylor la seconda vittoria consecutiva dopo Road America davanti alla Mazda di Tincknell, Bomarito e Ryan Hunter-Reay e alla Cadillac di Derani, Nasr ed Albuquerque.

Secondo successo stagionale in GTLM dopo la Rolex 24 at Daytona per la BMW con Bruno Spengler e Connor de Philippi davanti alla Corvette di Oliver Gavin e Tommy Milner e all’altra BMW di Jesse Krohn e John Edwards.

In GTD, primo successo stagionale dell’Acura del Meyer Shank Racing con Mario Farnbacher, Matthew McMurry e Shinya Michimi davanti alla Lamborghini del Paul Miller Racing, con Bryan Sellers in grado di tenersi dietro per tutto l’ultimo stint la Porsche del Wright Motorsports di Pat Long.

PR52

A causa del crash iniziale che ha tolto di mezzo l’unica altra LM P2 presente, via libera infine per l’Oreca del PR1 Mathiasen di Patrick Kelly, qui con Simon Trummer e la giovanissima promessa Scott Huffaker. Il capoclassifica Cameron Cassels ed il Performance Tech hanno infatti preferito non presentarsi in Georgia a causa di problemi legati alle restrizioni per la pandemia per chi proviene, come Cassels, dal Canada.

In classifica generale, l’equipaggio del WTR, classificatosi quinto, mantiene il comando con 150 punti contro 146 di Sebastien Bourdais e Joao Barbosa, oggi quarti, i 145 di Pipo Derani ed i 144 di Castroneves e Rick Taylor.

Patrick Kelly dal canto suo, grazie all’assenza di Cassels, balza al comando delle LM P2, mentre in GTLM Antonio Garcia e Jordan Taylor, nonostante il quinto posto finale, continuano a guardare tutti dall’alto con i loro 191 punti. In GTD infine, grazie alla vittoria, ma anche alla defaillance tecnica della Lexus di Hawksworth, P10 al traguardo, Mario Farnbacher e Matthew McMurry si liberano della leadership in coabitazione e salgono a quota 150 contro i 139 di Aaron Telitz ed i 136 dello stesso Hawksworth. A quota 135 gli altri due teammate della Lexus #12, Townsend Bell e Frankie Montecalvo.

Il WeatherTech SportsCar Championship tornerà fra tre settimane, il 27 settembre a Mid-Ohio. Nel mezzo, dall’altra parte dell’oceano, la 24 Ore di Le Mans, presenti una ventina di piloti della serie americana. Mercoledì invece il tradizionale annuncio annuale sullo stato della serie, per la prima volta a cura del neopresidente John Doonan, dove dovrebbe essere rivelata la schedule 2021.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: IMSA, Penske