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DTM – Il Team Rosberg si chiama fuori dopo 24 anni

Il Team Rosberg non parteciperà alla stagione 2023 del DTM: la storica realtà legata ad Audi Sport ha deciso di non partecipare alla nuova edizione del campionato teutonico che per la prima volta nella storia verrà gestito da ADAC, che si è aggiudicata i diritti da ITR.

Il team di Neustadt an der Weinstraße vanta 24 anni di presenza nel DTM, 17 insieme ad Audi Sport tra la ‘Class One’ e l’attuale era GT3, e ha conquistato tre titoli piloti, tutti con Renè Rast nel 2017, 2019 e 2020, e due titoli a squadre, (2017 e 2019).

Il Team Principal Kimmo Liimatainen ha così commentato in merito: “Non vogliamo solo partecipare, vogliamo vincere gare e titoli. Questa è e rimane la nostra ambizione. Per questo è necessario un supporto che purtroppo non siamo stati in grado di generare entro la scadenza dell’iscrizione di inizio di febbraio“.

Nico Mueller ha partecipato con Dev Grove all’ultima annata del DTM, campionato vinto dal sudafricano Sheldon van der Linde. Quest’ultimo, insieme a BMW ed a Schubert Motorsport. sarà nuovamente della partita in attesa di scoprire l’entry list completa che verrà rilasciata nei prossimi giorni.

Luca Pellegrini

Foto: Team Rosberg

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WEC – Rivisto il processo delle Safety Car per Le Mans

Ancora novità per Le Mans del centenario: riviste infatti tutte le procedure riguardanti l’utilizzo delle Safety Car, che sappiamo avere un ruolo determinante sul Circuit de la Sarthe.

Le tre vetture di servizio fin qui hanno raggruppato i concorrenti in modo spesso arbitrario, generando, specie dall’introduzione della divisione del tracciato in tre zone, profonde distinzioni in termini di classifica, ed andando spesso a decidere il risultato finale, specie nelle categorie LM P2 e GTE.

L’azione delle Safety Car verrà ora distinta in tre fasi differenti: ricongiungimento (merging), pass-around (lasciar passare) e drop back (lasciarsi superare).

Il significato concreto di queste tre azioni, che verranno gestite mediante comunicazioni specifiche e l’uso delle luci della vettura di servizio, consiste, in breve:

1) Nel permettere il ricongiungimento delle vetture poste dietro la safety car principale (A) da parte di quelle dietro le altre due. Le macchine costrette ad entrare in pitlane (chiusa) potranno uscire solo dopo che è transitata l’ultima delle vetture dietro la Safety Car A.

2) Alle macchine che hanno dietro di sé il leader di categoria sarà consentito di sorpassare la vettura di servizio A; gli altri concorrenti rimarranno allineati alla parte sinistra della pista. L’eleggibilità al Pass-Around sarà responsabilità del team, con conseguenti penalizzazioni in caso di mancato rispetto del concetto;

3) Si cercherà di ricreare una griglia di ripartenza, mediante il ricongiungimento delle varie classi, a partire prima dalle LM P2, che si porranno sulla parte destra della pista e si lasceranno sorpassare dalle Hypercar, e poi, una volta completata questo processo, delle GTE, che ripeteranno la medesima operazione, ponendosi dietro le LM P2.

In pratica l’intenzione è di creare un serpentone unico di vetture ordinate per piazzamento e categoria. Questa procedura, senza dubbio molto dispendiosa in termini di tempo, non verrà applicata negli ultimi 60’ di gara. Infine, non viene citato il criterio applicato alle cosiddette vetture innovative.

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Al riguardo, nell’ambito della Daytona 500 è stata presentata la livrea ufficiale della Chevrolet Camaro NASCAR modificata iscritta come Garage 56 e che verrà portata in gara da Jimmie Johnson, Mike Rockenfeller e Jenson Button. Qui di seguito l’infografica riportante le differenze tra la vettura NASCAR NextGen ed il Garage 56.

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Piero Lonardo

Foto: 24H Le Mans, NASCAR

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LMC – 42 vetture al via dell’edizione 2023

L’endurance si avvia verso una stagione miliare, con l’edizione del centenario della 24 Ore di Le Mans e l’ingresso di costruttori importanti e l’ingaggio di grandi nomi fra i piloti.

Ma alla base di tutto questo c’è la passione dei team, grandi e piccoli, che si cimentano nelle serie continentali, e a far da spalla all’European Le Mans Series c’è dal 2016 la Le Mans Cup, protagonista anche dell’evento clou con la Road To Le Mans. Per l’ottava stagione sono ben 42 le vetture iscritte, con ben 30 LM P3 e 12 GT3.

Nomi nuovi di prestigio per la classe regina, con Inter-Europol che si affaccia anche nella serie cadetta con ben 3 Ligier, mentre United Autosports riduce l’impegno a due sole entry. Doppio effort anche per MV2S, 360 Racing, Cool Racing, CD Sport, Graff, Team Virage e Nielsen Racing, mentre i campioni in carica del Racing Spirit of Leman si presentano con una nuova line-up formata da Christian Gisy e Ralf Kelleners.

Vettura singola anche per gli specialisti DKR Engineering, campioni della categoria dal 2017 al 2020, con una delle sole 4 Duqueine iscritte. Le altre saranno portate in gara da Nielsen Racing, con Tony Wells che si separa dal consueto compagno Colin Noble, accasatosi al Team Thor, da Haegeli by T2 Racing, e da Murphy Prototypes, che ritorna sulla scena europea dopo 7 anni.

Assenti i vicecampioni del Reiter Engineering con la stellina Freddie Hunt. Vedremo come proseguirà il programma a suo tempo annunciato, destinato a portare il figlio dell’ex-campione del mondo di F1 a Le Mans nel 2026.

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12 invece le GT3, col debutto in Europa della nuova Ferrari 296, con due esemplari nelle mani di AF Corse. La categoria, dopo il successo della scorsa stagione, parla ancora danese con le due Honda iscritte da GMB Motorport, tra cui spicca la presenza di Jan Magnussen, già al volante delle NSX GT3 negli ultimi due appuntamenti del 2022, ma anche con l’HCR (High Class Racing) with Caffeinesix che schiera una Aston Martin Vantage per Anders Fjordbach e Tim Creswick. L’altra Vantage iscritta è per i campioni in carica delle LM P3, che schierano lo specialista Valentin Hasse-Clot.

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I due volte campioni di Iron Lynx switchano anche qui come nell’IMSA verso una delle tre Lamborghini iscritte; le altre due fanno capo al Leipert Motorsport, mentre Porsche sarà rappresentata dal Parker Racing con due entry. Si chiude infine con l’Audi R8 LMS GT3 dei campioni della GT4 britannica dello Steller Motorsport.

La vettura innovativa Mission H24 a idrogeno è infine attesa ad ulteriori outing in pista nelle mani dei collaudatori Stèphane Richelmi e Norman Nato, a partire dal Prologo di Barcelona del 18 aprile.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Iron Lynx

L’entry list della Michelin Le Mans Cup 2023

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Asian LMS – DKR: vittoria, titolo e vola a Le Mans insieme a Graff e Walkenhorst. HRT padrona di Abu Dhabi in GT

Il DKR Engineering legittima il titolo nell’Asian Le Mans Series conquistando anche la vittoria nella seconda gara di Abu Dhabi e vola a Le Mans.

Questa undicesima edizione della serie asiatica ha avuto come propellente proprio gli inviti per il centenario della classica della Sarthe, e ne ha risentito positivamente la griglia che anche oggi, dopo le ultime defezioni delle Ferrari di Formula Racing e Kessel Racing, contava comunque 42 unità; un successo corroborato anche dalla nuova regola del bronze driver obbligatorio in LM P2 e la contestuale abolizione dello sdoppiamento della classe regina.

_Z9A3789La gara era iniziata sotto il segno di Paul di Resta, che immediatamente aveva la meglio del polesitter Ahmad Al Harty e allungava su Christian Bogle, incaricato del turno iniziale sulla vettura di Inter-Europol, e sulla bianca Oreca dell’omanita. Poco dietro comunque, Salih Yoluc capoclassifica col DKR, per una volta optava per una partenza tranquilla e precedeva a sua volta John Falb per l’Algarve Pro Racing.

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Ancora sfortuna per Torsten Kratz e la Duqueine LM P3 del WTM by Rinaldi, toccato da Yasser Shahin e subito out dalla pole. La leadership di categoria andava quindi a Sebastian Alvarez del 360 Racing, inseguito da Tony Wells del Nielsen Racing, Adrian Chila del Cool Racing e Mathias Luethen del Rinaldi Racing.

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Tra le GT, dopo che la penalizzazione nel post-gara di HubAuto, quarti al traguardo, aveva avvantaggiato con due punti extra i leader di Walkenhorst Motorsport e GetSpeed nei confronti dei vincitori di ieri dell’HRT, era Henrique Chaves, uno dei pochi driver pro a prendere il via nella categoria sull’Aston Martin del TF Sport, ad avere presto la meglio su Martin Konrad, partito dalla pole, mentre Chandler Hull al contario si avviava in sordina sulla BMW leader in classifica generale.

Davanti, una volta esaurito il turno del driver ufficiale Peugeot Hypercar, Charles Crews non ci metteva molto a disporre del subentrato Jim McGuire, scivolando presto fuori dalla top five. Medesima sorte anche fra le GT, dove Klaus Bachler si impossessava della leadership con la Porsche #33 dell’Herbert Motorsport su John Hartshorne, subentrato a Chaves.

L’unica neutralizzazione della gara avveniva dopo poco più di 90’, a causa del contatto fra le due LM P3 di Belen Garcia con la seconda entry del Graff e la Duqueine di Matthias Luethen. La Ligier #9 aveva la peggio, mentre contestualmente si girava anche Satoshi Hoshino sull’Aston del D’Station.

Al restart, dopo che diverse squadre approfittavano per effettuare la sosta obbligatoria di 100”, Crews manteneva un vantaggio minimo su Nikita Mazepin, subentrato per il Garage 99, e su Ayancan Guven, il quale aveva rilevato il connazionale sull’Oreca del DKR. L’ex-F1 passava presto al comando, imitato dal turco che gli si installava alle spalle dopo un furioso duello con l’Oreca gialloverde.

La Full Course Yellow avvantaggiava anche la Mercedes dei trionfatori di gara 1, con Al Faisal Al Zubair ad estendere anche la sua leadership sulla Ferrari del Car Guy e sull’altra Mercedes del GetSpeed, ma gli sforzi Frederik Schandorff e Raffaele Marciello venivano vanificati da altrettante penalità per track limits (la Ferrari #57 ne aveva già scontata una), lasciando campo libero alla BMW del Walkenhorst, che progrediva nella propria marcia verso il titolo, marcia che in precedenza aveva subito un forte scossone a causa del contatto con l’Oreca #22 di United Autosports, da cui è uscita fortunatamente senza conseguenze definitive.

Con 100’ ancora sul cronometro, Malthe Jakobsen aveva iniziato la carica verso le prime posizioni, ma veniva dichiarato reo, con colpevole ritardo da parte della direzione gara, di un precedente contatto con l’entry campione uscente del Nielsen Racing.

Tutto da rifare quindi per Cool Racing, con Nolan Siegel a dare spettacolo e ad emergere al comando sulla vettura di Inter-Europol, inseguito dall’altro driver IndyNXT Kyffin Simpson subentrato per Algarve Pro Racing, dopo aver disposto con le cattive della concorrenza.

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Tra le LM P3, con Francois Heriau ed il Graff stabilmente al comando, l’esperto Ross Kaiser del 360 Racing metteva in difficoltà i leader in classifica dell’MV2S, spingendoli in terza posizione, mentre Luca Stolz e Nicky Catsburg mantenevano agevolmente le prime due piazze tra le GT.

Ma la gara era tutt’altro che terminata, e davanti Jakobsen, grazie anche al pitstop obbligatorio di 100” servito da Inter-Europol, tornava al comando su Siegel e su Charlie Eastwood, incaricato di terminare la gara per il DKR. Purtroppo però per il team svizzero, la direzione gara decideva di punire la sosta, giudicata scorretta.

_Z9A7136 Sembrava fatta per Inter-Eurpol, invece un problema al cambio rallentava la marcia del campionino statunitense. Via libera quindi per il DKR, che con la vittoria si aggiudica anche il campionato e l’invito automatico per Le Mans. Per Cool Racing la magra soddisfazione del podio dietro il 99 Racing.

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Finale thrilling anche tra le LM P3, con un testacoda del 360 Racing che mette la squadra britannica fuori dal podio, ma che non salva l’MV2S dall’assalto della Ligier #17 del Cool Racing, che con Marcos Siebert si appropria della seconda piazza dietro Alex Lloveras, che conquista la vittoria che vale il titolo grazie ai migliori piazzamenti ottenuti rispetto a Lavergne e soci, i quali termineranno a pari punti dopo il terzo posto finale nonostante il drive-through comminato al Nielsen Racing per track limits.

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Posizioni congelate infine tra le GT, con Luca Stolz che trascina l’HRT la secondo successo a Yas Marina davanti a Nicky Catsburg il quale regala il debutto a Le Mans al Walkenhorst Motorsport. Chiude il podio l’altra Mercedes del GetSpeed, al terzo podio in quattro gare.

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E’ tutto per l’Asian Le Mans Series 2023. Ancora da scoprire date e location della nuova serie asiatica, che dal prossimo anno dovrebbe essere gestita in coabitazione con SRO.

Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro

L’ordine di arrivo di Gara 2

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Asian LMS – Ad Abu Dhabi, Cool Racing approfitta degli errori altrui e si aggiudica Gara 1. Nielsen ed HRT, successi in LM P3 e GT

Nuova line-up a due e prima vittoria nelle gare ACO in LM P2 per Cool Racing. Alexandre Coigny e Malthe Jakobsen, con il boss Nicolas Lapierre fuori dall’abitacolo, hanno approfittato di errori e sfortune altrui per aggiudicarsi la prima gara di Abu Dhabi.

Coigny, protagonista in negativo del season opener a Dubai, questa volta è stato impeccabile, ma è stato il giovane danese, campione LM P3 ELMS uscente, a dare la carica decisiva, aiutato da qualche errore della concorrenza, in particolare di Algarve Pro Racing, che da leader in classifica esce da questa gara con 9 lunghezze di ritardo dal DKR, ed alla pari coi vincitori odierni.

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Lo start è stato alquanto confuso, con il solito iper-aggressivo Salih Yoluc davanti ad insidiare il polesitter Ahmad Al Harty, in seguito passato anche da Charles Crews e Paul Di Resta, al volante delle vetture di Inter-Europol e della #22 di United Autosports, mentre poco dietro Rodrigo Sales si girava, fortunatamente senza danni. Ma il vero caos avveniva tra le GT, dove andavano pesantemente a contatto la Ferrari AF Corse di Stefano Costantini e l’Aston Martin del Bullitt Racing di Martin Berry.

Anche un’altra Ferrari si toccava con l’Aston del D’Station, che attraversava tutta la parte interna della prima curva, ma la prima Safety Car veniva chiamata in pista a causa del contatto fra la Ferrari del Car Guy e l’altra 488 iscritta da Formula Racing e la McLaren di Alexander West. Le ultime due vetture rimanevano infatti agganciate ed era necessario l’intervento dei commissari per farle ripartire.

Al restart, Di Resta passava facilmente al comando sui due bronze driver, mentre nelle altre due categorie erano i due polesitter, Torsten Kratz e Liam Talbot, a mantenere la leadership, ma alle spalle della Mercedes #79 si avvicinavano pericolosamente Alfred Renauer e Henrique Chaves, i quali avevano già avuto la meglio sulla BMW dei trionfatori di Dubai del Walkenhorst Motorsports.

La gara peró veniva neutralizzata nuovamente dopo appena 20’ per un contatto fra le Ligier LM P3 di Sebastian Alvarez e Jacques Wolff e questo comportava un cambiamento alla testa della gara con Yasser Shahin a rilevare Oliver Jarvis con un pitstop della lunghezza regolare, mentre in tanti approfittavano per effettuare in questo momento la sosta obbligatoria di 100” imposta dal regolamento.

Cambio della guardia anche in GT, dove il factory driver Peugeot Mikkel Jensen aveva facilmente la meglio su Talbot con la Ferrari del Car Guy gestita da Kessel Racing.

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Ma il vero spartiacque della gara avveniva dopo circa 47’, a causa del violento crash, probabilmente causato dal contatto con un prototipo, sostenuto da Johnny Laursen con la Ferrari del Formula Racing appena uscita dai box dopo l’estesa riparazione per il contatto iniziale.

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Segue una bandiera rossa che annulla la competizione per quasi un’ora per riparare il guard-rail, e al restart Charles Crews non ha problemi per passare il proprietario di The Bend, mentre la prima sosta ed una penalità per il contatto lasciano la Porsche #33 dell’Herberth Motorsport al comando su Chandler Hull e sulla Mercedes #7 dell’HRT di Martin Konrad.

La seconda Full Course Yellow appare a circa metà gara, e vede James Allen, salito sulla vettura dell’Algarve Pro Racing, al comando con un robusto vantaggio su Nikita Mazepin, ora al volante per il Garage 99, e Christian Bogle, che ha rilevato Crews sull’Oreca gialloverde. Tra le LM P3, Jerome de Sadeleer dell’MV2S ha approfittato per portarsi al comando su Tony Wells del Nielsen Racing.

In questa fase, dopo un testacoda e la sacrosanta penalità per l’incidente iniziale di Yoluc, è la macchina del DKR si manteneva alle spalle dei due battistrada con Ayancan Guven stabile P3, ma qui iniziava la rimonta di Malthe Jakobsen, che presto, anche grazie ad un testacoda da parte di Garnet Patterson, si installava alle spalle di Allen e Di Resta, che a sua volta aveva passato Bogle. Cambio della guardia tra le GT, con Luca Stolz ora a condurre per l’HRT.

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Allo scadere della terza ora Phil Hanson passava al comando sull’Oreca dell’Algarve Pro Racing, che peró andava corta nel tentativo di effettuare il pitstop da 100”, che nemmeno United Autosports aveva fin qui servito, lasciando quindi Jakobsen, terzo in pista, nella potenziale posizione di leader, evento che si concretizzava in occasione dell’ultima sosta, che la vettura del Cool Racing effettuava per ultimo a 25’ dalla bandiera a scacchi.

Nella concitazione, Nolan Siegel, eroe di gara 2 a Dubai, arrivava lungo al box e faceva perdere tempo prezioso ai meccanici di Inter-Europol, ma la disavventura piú plateale accadeva all’altro talentino made in USA, Kyffin Simpson, che nel tentativo di ricongiungersi a Jarvis e lottare per il podio, si girava e sbatteva all’ultima curva a circa 3’ dal termine.

Fortunatamente l’Oreca #25, di traverso all’inizio del rettilineo, riusciva a ripartire (incredibile l’assenza di interventi da parte della direzione gara) e a classificarsi nona a 3 giri, mentre davanti United Autosports poteva festeggiare il doppio podio, seppure a 33” di distacco, alle spalle di Cool Racing.

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In LM P3, nel finale Matt Bell riusciva a superare Fabien Lavergne e a tornare al successo per il Nielsen Racing davanti all’MV2S, con Nico Varrone che finalmente concretizzava il podio per il WTM by Rinaldi fin qui bersagliati dalla sfortuna dopo le splendide prestazioni in prova.

Al Faisal Al Zubair dal canto suo completava il compito e regalava il successo all’HRT sulla Porsche #91 dell’Herberth Motorsport e sulla Lamborghini del Leipert Motorsport del nostro Marco Mapelli.

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Tutti da decidere domani in gara-2, a partire dalle 16.00 locali (le 13 italiane) i tre titoli in palio. In classifica generale il DKR, quarti al traguardo, passa al comando a quota 48 con 9 punti di vantaggio su Algarve Pro Racing e Cool Racing e 11 su Inter-Europol, ma i 25 punti in palio lasciano in lizza anche Nielsen Racing (35) United Autosports #22 (34), e 99 Racing (30).

Tra le LM P3, l’MV2S puó vantare 10 lunghezze sul Graff e 15 sul DKR, oggi solo P5 proprio dietro alla Ligier #8. Solo un miracolo potrebbe permettere ai vincitori odierni del Nielsen Racing, a -25, di riappropriarsi del titolo di categoria dopo il successo del 2020.

Tre team in lizza anche nelle GT, col Walkenhorst Motorsport, oggi classificati in P5, sempre in testa dopo il doppio successo di Dubai con 62 punti contro i 46 dell’Haupt Racing Team e i 40 del GetSpeed, oggi appena ottavi.

Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro

L’ordine di arrivo di Gara 1

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USCC – Mies a Daytona con DragonSpeed. Ancora NASCAR con Dillon in Eurasia

Finalizzato il programma della seconda entry DragonSpeed per Daytona. Insieme al già annunciato Eric Lux sulla Oreca 07 contraddistinta dal numero 18 i accomoderanno i tedeschi Christopher Mies e Fabien Schiller ed il canadese Devlin de Francesco.

Mies, 31 anni, è alla sua quarta Daytona dopo le tre esperienze in GTD con l’Audi R8 LMS GT3 del Montaplast by Land-Motorsport nel triennio 2017-2019, il cui miglior risultato è stato il secondo posto al debutto.

Le due uscite successive vanno ricordate soprattutto per le penalizzazioni che hanno inficiato il risultato in pista del team tedesco, insieme al quale Mies ha conquistato due 24 Ore del Nurburgring, oltre che il titolo ADAC GT Masters nel 2016. Nel palmares del factory driver Audi, impegnato anche nelle serie SRO col WRT, anche due vittorie alla 12 ore di Bathurst.

Schiller invece ha corso una sola volta nel season opener IMSA, nel 2019 con la Mercedes AMG GT3 del P1 Motosports. Per entrambi i driver teutonici si tratta del debutto tra i prototipi, mentre la giovane promessa dell’automobilismo canadese, non ancora 21enne, si alterna fra ruote coperte e monoposto, dove nella scorsa stagione ha conquistato il secondo posto nella IndyPro 2000.

Ricordiamo che l’altra Oreca 07 del team di Elton Julian, vincitore tra le LM P2 delle ultime due edizioni della classica della Florida, sarà condotta in gara da Rinus Veekay, Ben Hanley, Garett Grist e Rob Hodes.

Dillon

Un altro asso della NASCAR dopo Jimmie Johnson, Chase Elliott e AJ Allmendinger va invece a completare l’equipaggio di una LM P2. Si tratta di Austin Dillon, che si unirà a Cody Ware nell’effort condiviso tra Rick Ware Racing ed Eurasia per Daytona.

Sull’unica Ligier JS P217 finora iscritta al season opener si siederà, oltre al vincitore della Daytona 500 2018, nonché polesitter quattro anni prima, in entrambe le occasioni con la Chevrolet del Richard Childress Racing, un altro debuttante fra i prototipi, Salih Yoluc, vicecampione in carica del WEC e trionfatore a Le Mans tra le GTE-Am con l’Aston Martin del TF Sport. Il quarto pilota del team battente bandiera filippina non è ancora stato designato.

L’appuntamento in pista per tutti è con la Roar Before the 24, i test collettivi, che si apriranno il 22 gennaio per chiudersi con la Motul Pole Award di 100 minuti che deciderà la griglia di partenza della 59ma edizione della Rolex 24 at Daytona in programma il 30-31 gennaio prossimi.

Piero Lonardo

Foto: DragonSpeed, IMSA

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Scuderia Corsa terza Ferrari a Daytona

Anche Scuderia Corsa sarà della partita alla prossima Rolex 24 at Daytona, Per il season opener della Florida, unica gara al momento in previsione per il 2021, una line-up inedita per la squadra di Las Vegas, che schiererà ancora una volta una Ferrari 488 GT3 tra le GTD, categoria dove ha riportato il titolo nelle stagioni dal 2015 al 2017.

Si parte da Ryan Briscoe, una lunga carriera in IndyCar, approdato lo scorso anno alla corte del WTR, col quale ha sfiorato li titolo piloti e ha ottenuto due vittorie al volante della Cadillac DPi V.R alla Petit Le Mans e guarda caso alla Rolex 24 insieme a Scott Dixon, Kamui Kobayashi e Renger van der Zande.

Al veterano australiano, alla prima uscita con le GT del Cavallino, si affiancheranno un paio di piloti che invece conoscono bene la vettura. Si tratta di Marcos Gomes, già in pole position nel 2019 con la vettura iscritta da Via Italia, e Bret Curtis, già a Le Mans con l’effort statunitense nel 2017, a fungere da bronze driver obbligatorio al posto di Cooper MacNeil, che ha difeso i colori del team nelle ultime stagioni, conquistando anche due podi a Le Mans nel 2017 e nel 2019.

A completare i ranghi Ed Jones, l’inglesino di Dubai campione Indy Lights 2016, che con la vettura iscritta dal team di Giacomo Mattioli in collaborazione con l’Ed Carpenter Racing ha conquistato la seconda fila nella Indy 500 del 2019.

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Purtroppo questo 2020 ci ha consegnato un’ulteriore perdita nell’ambito del motorsport USA. Si tratta di John Paul Jr, scomparso a soli 60 anni a causa del morbo di Huntington. Il driver nativo dell’Indiana è stato campione GTP nel 1982 e ha riportato la vittoria a Daytona nel 1982 e nel 1997, oltre ad una 12 ore di Sebring nel 1992 e due vittorie in IndyCar, nel 1983 in Michigan, nell’allora CART, e nel 1998 in Texas. All’attivo anche tre partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans, con un secondo posto assoluto nel 1984 con una Porsche 956 condivisa con Jean Rondeau.

Piero Lonardo

Foto: IMSA

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WEC – Aston Martin chiude in GTE

La notizia era da tempo nell’aria, ma poco fa Aston Martin Racing ha annunciato lo stop al programma GTE nel World Endurance Championship.

La casa inglese lascia dopo sette stagioni coronate da 47 vittorie di classe, 103 podi e nove campionati vinti tra piloti e costruttori, compreso quello della stagione appena conclusa in GTE-Pro a cura di Nicki Thiim e Marco Sorensen.

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A Le Mans, sempre nella massima categoria GT, trionfo invece dell’altro equipaggio formato da Alex Lynn, Maxime Martin ed Harry Tincknell, a fare eco alla vittoria del 2017 di Darren Turner, Johnny Adam e Daniel Serra.

Garantite invece tutte le attività clienti grazie alla revisione del contratto con Prodrive. La struttura diretta da David Richards continuerà ad assistere le Vantage dell’ultima generazione impegnate nel WeatherTech Sportscar Championship, nell’Intercontinental GT Challenge e nel GT World Challenge.

Ovviamente il ritiro definitivo dal WEC dopo l’ancora precedente stop del programma Valkyrie Hypercar segue l’entrata in forma diretta del marchio inglese in Formula 1, e lascia le sole Porsche e Ferrari a competere tra le GTE nella stagione entrante.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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USCC – Risi a Daytona ancora con i piloti pro

Un’altra Ferrari si aggiunge all’entry list della prossima Rolex 24 at Daytona, quella di Risi Competizione.

La 488 GTE Evo competerà ancora una volta tra le GTLM e presenterà un equipaggio ancora una volta di livello mondiale, con i driver pro Ferrari, Alessandro Pier Guidi, James Calado e Davide Rigon, cui si affiancherà Jules Gounon.

Il 25enne driver francese è già stato protagonista col team di Houston nelle ultime due edizioni della 24 Ore di Le Mans ed è alla terza apparizione alla classica della Florida dopo gli impegni con Meyer Shank Racing e Montaplast nel 2020 e nel 2017 rispettivamente.

Il trio di factory driver non ha invece bisogno di presentazioni, 19 presenze a Daytona complessive, con l’highlight della vittoria di Pier Guidi nel 2014 in GTD con la macchina del Level 5. I tre, con Calado e Rigon alla sesta partecipazione con Risi Competizione, sfiorarono la vittoria sfiorata assieme a Miguel Molina nel 2019.

Per Risi Competizione si tratterà della 21ma apparizione a Daytona dal 1988, coronata da una vittoria di classe nel 2002 e da quattro ulteriori podi.

Piero Lonardo

Foto: Risi Competizione

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Colpaccio Elliott per Action Express a Daytona. Duval full-time al JDC-Miller

Un altro nome di grido, almeno per gli statunitensi, si affaccia all’endurance e al WeatherTech SportsCar Championship. Si tratta di Chase Elliott, il quale fungerà da rinforzo per Action Express alla prossima Rolex 24 at Daytona.

Elliott, campione in carica della NASCAR Cup Series, si aggiungerà all’equipaggio della Cadillac DPi #31 composto da Felipe Nasr, Pipo Derani e Mike Conway. Ricordiamo che nella vettura gemella del team di Denver, NC Elliott ritroverà un altro asso della NASCAR, “tale” Jimmie Johnson, sette titoli all’attivo.

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

Frattanto ufficializzato l’equipaggio di un’altra DPi V.R, quella del JDC-Miller Motorsports. Come da previsioni, la vettura sponsorizzata dal Mustang Sampling parlerà francese, con Loic Duval e Tristan Vautier full-time e Sebastien Bourdais rinforzo per le gare lunghe della Michelin Le Mans Cup.

Il trio si è già alternato sulla stessa vettura nel corso della passata stagione a Sebring e alla Petit Le Mans.

Piero Lonardo

Foto: IMSA