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IMSA – La serie a ranghi completi al Glen coi campioni di Le Mans

Il mondo dell’endurance non si ferma e nel weekend torna il WeatherTech SportsCar Championship per la 6 Ore del Glen, valida anche quale terza tappa della Michelin Endurance Cup.

La serie torna a ranghi finalmente completi dopo le tre prove di Long Beach, Laguna Seca e Detroit, che non hanno visto la partecipazione delle LM P2, presenti sul tracciato newyorchese con ben 13 unità, compreso uno dei vincitori assoluti di Le Mans, Nicklas Nielsen con l’Oreca del Richard Mille AF Corse. Miguel Molina ed Antonio Fuoco saranno invece impegnati in GTD con le Ferrari di AF Corse e Cetilar Racing.

Presente tra le LM P2 anche Bijoy Garg, parte dell’equipaggio di United Autosports trionfatore proprio nella categoria cadetta, mentre Nico Varrone, sul gradino alto del podio Pro/Am col team di Piacenza, sarà schierato da DragonSpeed. Ben Barnicoat ed Oliver Jarvis, anche loro al top sulla Sarthe nelle due classi LM P2, sono attesi ai consueti ruoli nella serie americana con la Lexus e McLaren in GTD Pro.

11 unità nella classe regina, che fin qui ha premiato cinque vetture diverse, e che vede il ritorno della Lamborghini coi soli Andrea Caldarelli e Matteo Cairoli, mentre sulla Porsche Proton sarà ancora una volta Bent Viscaal a fare compagnia a Gianmaria Bruni. In totale 56 le vetture che si daranno battaglia a partire da venerdí 21 giugno con le prime libere.

Qualche modifica rispetto al BoP, con la Lamborghini che perde ben 13 kg rispetto a Sebring, diventando tra le più leggere insieme a BMW con 1.031 kg a vuoto. La SC63 sconterà una riduzione di energia passando da 908 MJ massimi per stint a 903 MJ.

Alleggerite rispetto all’ultimo round di Detroit anche le Cadillac (-13 kg) e le Acura (-6 kg) mentre al contrario le Porsche sconteranno 2 kg extra. Aumentate in generale tutte le potenze massime e l’energia per stint, con le Acura al top con 918 MJ per stint contro gli 899 MJ di BMW, che qui riportarono il primo e unico successo del 2023; immutati solo i 520 kW massimi disponibili per le ARX-06.

Praticamente immutati invece i rapporti tra le GT, con le sole Ford Mustang GT3 a ricevere 2 mm extra per ciascun estrattore, e 2 litri in più di carburante rispetto all’ultimo round.

L’azione in pista inizierà venerdí alle 1.25 PM ET con le prime libere. Qualifiche sabato 22 a partire dalle 3.30 PM ET e start della 6 Ore del Glen domenica 23 giugno alle 11.10 AM ET, le 17.10 italiane. Diretta gratuita di qualifiche e gara sul sito IMSA e sul relativo canale YouTube.

Piero Lonardo

Foto: Michelin Racing USA

L’entry list della 6 Ore del Glen

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LMC – A WTM ed MV2S le due gare della Road To Le Mans. Kessel e Blackthorn primeggiano tra le GT3

Nella splendida cornice del Circuit de la Sarthe nel weekend si sono svolte anche le due gare della Road To Le Mans, valide rispettivamente terzo e quarto round della Michelin Le Mans Cup

L’impegnativo tracciato ha messo ancora una volta a dura prova la feeder series ELMS, al punto che gara 1 è stata praticamente tutta disputata sotto Safety Car, a partire dal giro di formazione, prolungato per permettere il recupero dei detriti lasciati della Ligier Inter-Europol di Alex Bukhantsov, col cofano in bandiera dopo aver perso la gomma posteriore sinistra.

Allo start, la Duqueine del WTM by Rinaldi di Torsten Kratz, partito dalla quarta piazzola, passava al comando alla chicane Daytona su Adrien Chila di Cool Racing, mentre Audunn Gudmundsson del Team Thor, scattato bene dalla quarta fila, aveva la meglio sul polesitter James Sweetnam, sempre appartenente alla squadra svizzera.

Presto era Felipe Laser a mettersi in evidenza, ed il pilota di Rinaldi Racing si impossessava della seconda piazza ai danni di Chila, ma due incidenti separati da parte delle Ligier di Horst Felbermayr e Sennan Fielding riportavano in pista la vettura di servizio. Frattanto fra la GT3 David Fumanelli sulla Ferrari Kessel #12 conduceva davanti all’Aston Martin in pole di Derek Daboer e sull’altra 296 di Andrew Gilbert.

Dopo la lunga neutralizzazione ed il pitstop obbligatorio era la vettura del DKR davanti a tutti, mentre tra le GT3 il veterano Emmanuel Collard prendeva il comando sulla Ferrari AF Corse #82 sulle due Aston del Blackthorn.

Si ripartiva con solo 18’ sul cronometro dei 55’ a disposizione e Leo Weiss, ora sulla Duqueine #12, riprendeva subito la leadership, imitato dalle Ligier di David Droux e da Wayne Boyd del Nielsen Racing, ma la gara veniva chiusa anticipatamente con bandiera rossa per il pauroso incidente occorso a Louis Rossi sulla vettura del Graff. Le lunghe riparazioni alle barriere comporteranno anche una posticipazione della Hyperpole della 24 ore.

Il risultato finale veniva riportato addirittura alla classifica vigente prima dell’introduzione della Safety Car, quindi a punteggio dimezzato, e vede quindi vincere il WTM by Rinaldi davanti alle Ligier del Rinaldi Racing e di MRacing. Tris Ferrari in GT3 per Frederic Jousset e David Fumanelli davanti ai capoclassifica Alessandro Balzan e Matt Kurzejewski e all’altra 296 di Custodio Toledo e Riccardo Agostini.

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La seconda manche vedeva ancora una volta in evidenza la Duqueine del WTM sulla vettura in pole del R-ace GP di Fabien Michal, ma la Ligier del MV2S nella ghiaia chiamava subito in causa la vettura di servizio, con le due Ferrari di Custodio Toledo e Charles-Henri Samani al comando delle GT davanti all’Aston Martin del Racing Spirit of Leman con Derek Deboer.

Al restart Kratz passava in seconda posizione alle spalle del leader, ma una nuova Safety Car veniva chiamata in causa per l’incidente che coinvolgeva le Ferrari di Biogas e le due AF Corse #88 e #51.

Tra le vetture che avevano approfittato per anticipare la sosta obbligatoria c’era proprio la Ligier protagonista della prima neutralizzaione, ora con Maximus Mayer al volante, così come l’Aston Martin #90 del Blackthorn di Lorcan Hanafin. Al contrario, la Lamborghini delle Iron Dames rimaneva fuori; si saprà poi per un problema alla radio.

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L’undercut risulterà vincente per entrambe, con David Droux a tentare inutilmente di passare la Ligier #29, che approfitterà anche di nuove Slow Zones per mantenere il gap sulla vettura del Cool Racing. Dietro l’Aston Martin #90 si piazzano la Ferrari di Balzan e Kurzejewski. Chiudono a podio in entrambe le categorie le vetture di High Class Racing.

In classifica generale, David Droux ed Adrien Chila continuano a condurre con 47,5 contro i 40 di Tommy Foster e Jens Reno Moller e di Hadrien David e Fabien Michal, ancora in attesa della prima vittoria per R-ace GP.

Tra le GT3, Balzan e Kurzejewski, dopo due vittorie ed altrettanti secondi posti, aumentano il vantaggio a ora veleggiano a quota 64,5 contro i 38,5 e 34,5 dei due equipaggi di Kessel Racing; con ancora 78 punti in palio la lotta può ancora considerarsi nominalmente aperta.

La Michelin Le Mans Cup tornerà in azione solo il 24 agosto a Spa, non essendo in programma nel prossimo evento ELMS di Imola.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

L’ordine di arrivo di Gara 1

L’ordine di arrivo di Gara 2

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WEC – Il punto dopo Le Mans

Il risultato della 24 Ore di Le Mans ha scombinato gli equilibri fissati nelle prime tre gare del FIA WEC 2024. Analizziamo nel dettaglio le varie classifiche:

L’equipaggio della Porsche #6 composto da Kevin Estre, Andrè Lotterer e Laurens Vanthoor, quarti al traguardo, mantiene la leadership nella classifica piloti con 99 punti, ma i trionfatori della Sarthe, Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen si sono avvicinati ad appena 9 lunghezze, mentre Kamui Kobayashi e Nicky de Vries inseguono a -17. Più lontani, a quota 60, i vincitori di Spa, Callum Ilott e Will Stevens. Decisa impennata anche per l’altra line-up ufficiale del Cavallino, che dopo un inizio stagione da dimenticare si porta a quota 48.

Porsche, Ferrari e Toyota ancora al top nell’ordine anche nella graduatoria a squadre, dove la casa di Stoccarda può vantare il medesimo gap sulle Rosse, mentre il costruttore nipponico insegue a -12.

Gli altri marchi finora hanno svolto pressochè il ruolo di comparsa, se pensiamo che Alpine, vittima di un doppio ko a Le Mans, rappresentano la quarta forza con appena 23 punti.

Il ritiro è invece costato caro ad AF Corse, che nella classifica dei privati si vede scavalcare anche da Proton, seconda dietro Jota #12, schizzata a quota 128 punti contro i 71 della compagine diretta da Christian Ried ed i 67 della gialla 499P.

Infine, tra le GT3, i due equipaggi di Manthey si ritrovano ora affiancati a quota 75, ma Augusto Farfus, Darren Leung e Sean Gelael, secondi domenica, inseguono ad appena 2 punti di distacco. Assai più lontani gli inseguitori, capeggiati da Erwan Bastard e Marco Sorensen con 42 punti davanti alle Iron Dames ed all’equipaggio della Ferrari #55 composto da Alessio Rovera, Francois Heriau e Simon Mann tutti a quota 41. Ricordiamo che non esiste un titolo costruttori GT3 ma una classifica teams che pertanto rispecchia quanto sopra.

Considerando i 117 punti ancora in palio, compreso il punto addizionale per le pole position, nei quattro round ancora da disputare, nulla è assolutamente ancora deciso, anche se Le Mans col suo punteggio doppio ha dato ancora una volta un discreto scossone alle graduatorie.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Lietz, quinto successo di classe a Le Mans

A fronte della vittoria assoluta spesso le altre categorie passano in secondo piano, ma a Le Mans c’è un pilota che ha collezionato diversi allori, ben cinque, nelle varie classi GT. Stiamo parlando di Richard Lietz, vincitore tra le GT3 con Manthey EMA, che abbiamo sentito subito dopo il podio:

“È bello vincere in LMGT3 dopo le vittorie anche in GTE-PRO e non solo. Porsche ha mostrato la bontá delle proprie auto negli anni passati ed anche con questa non ha fallito”

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Riguardo questa Le Mans?  “L’edizione 2024 è stata difficile, ma ho avuto tutte le informazioni da parte del team per poter lottare al meglio verso il successo. Senza penalità, errori e con un ottimo lavoro da parte di tutti, siamo stati praticamente sempre davanti. Abbiamo lottato per le prime posizioni sin da subito sopravvivendo ad ogni condizione.

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Qualcosa infine su questo equipaggio:Abbiamo lavorato bene di squadra e anche Morris Schuring si è ben comportato nella sua prima apparizione a Le Mans. Salire sul podio di Le Mans è sempre speciale, è il posto dove vorresti sempre essere.*

Richard Lietz, campione WEC GTE-Pro 2015 ed LMS GT2 nel 2009 e 2010,  ha trionfato a Le Mans in GTE-Pro nel 2013 e nel 2022 e prima ancora in GT2 nel 2007 e nel 2010, conquistando nelle sue 18 partecipazioni complessive, tutte con Porsche, anche altri tre podi.

Intervista raccolta da Luca Pellegrini

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Coletta: Dopo Le Mans, il campionato!

E’ tanta l’emozione che si percepisce in casa Ferrari qui a Le Mans dopo il trionfo in gara. Queste le prime impressioni a caldo di Antonello Coletta, Responsabile Endurance, Corse Clienti e Competizioni GT:

“Dopo la vittoria dell’edizione del centenario, quest’anno non siamo arrivati alla gara da favoriti. Dopo i risultati dei test di domenica e delle libere, francamente la mia idea era che senza una corsa “speciale”, col cambio di meteo ed altri problemi, sarebbe stato impossibile per noi vincere. Dopo la partenza eravamo competitivi, ma come sapete bene la 24h di Le Mans muta ad ogni parte del giorno. Se parti bene, non sei sicuro di essere competitivo all’arrivo ed infatti durante la 24 ore, esclusa la neutralizzazione della notte, c’erano molte altre macchine nelle posizioni di testa.”

“Per noi è stato molto complicato perchè siamo partiti con due penalizzazioni per la 51 e la 83, per non parlare di tutte le altre penalità che abbiamo ricevuto durante la gara. E abbiamo avuto il problema con la porta.. ma alla fine abbiamo vinto per la seconda volta di fila, siamo contentissimi ed è un’emozione incredibile.”

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“L’ultimo stint ancora una volta è stato decisivo. Probabilmente ogni anno troviamo il problema all’ultimo stint ma vi assicuro che non è ció che vogliamo vivere in quel momento. Lo scorso anno è stato molto più difficile, ma il contesto era differente perchè nel 2023 eravamo veloci sul bagnato, mentre oggi è stato esattamente il contrario”.

Questa volta siete stati molto flessibili con le strategie.. “A Imola, come già detto in precedenza, abbiamo avuto un misunderstanding tra la squadra ed i piloti ed abbiamo perso la gara. Questo ci ha permesso di capire, anche grazie ad una serie di meeting con piloti, ingegneri e meccanici qual è stato il problema. Qui abbiamo dimostrato di saper lavorare molto bene e le scelte che abbiamo fatto in gara sono state tutte corrette. Forse Imola ci ha aiutato in questa 24 ore.”

“La nostra strategia è cambiata a causa del problema alla portiera; eravamo in buona posizione ed abbiamo dovuto risolvere, ma sapevamo di dovere arrivare col carburante giusto in modo da superare i controlli post-gara. Noi però abbiamo spinto in ogni momento della corsa, sia per capire il vero valore della nostra macchina che quello degli altri concorrenti, e il meteo ha fatto il resto. Io prima della gara avrei aspirato ad un podio, ma ad un certo punto abbiamo capito che avevamo la chance di vincere. Io comunque ad ogni corsa aspetto l’ultimo giro, specie a Le Mans, visti i precedenti, anche se forse senza il problema alla portiera avremmo vinto con margine.”

“Questa vittoria, dopo aver perso tanti punti ad Imola e a Spa, ci rende molto felici e ci permette di rilanciarci in campionato, che è il massimo risultato cui si puó aspirare.”

Intervista raccolta da Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro

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WEC – Ferrari fa il bis a Le Mans! Vittoria per Fuoco/Molina/Nielsen, terza la #51.

E’ difficile trovare le parole per descrivere una giornata come questa appena trascorsa ma, anche se altri se ne prenderanno italianamente il merito, ci proviamo: Ferrari vince, anzi stravince a Le Mans, con Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, battendo tutta quella concorrenza che da inizio stagione ha maramaldeggiato, probabilmente troppo, sulle 499P.

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Una vittoria questa differente da quella del 2023, dichiaratamente inaspettata e frutto di tante circostanze favorevoli, una specie di filotto, in cui comunque noi abbiamo creduto sin dal prologo di Sebring.

Qui invece Ferrari ha ragionato, superato le tante difficoltà che le sono state frapposte, fino ad arrivare al traguardo con quel minimo di energia necessaria per effettuare il giro d’onore. Un gioco di squadra che si è concretizzato col terzo posto dei trionfatori dello scorso anno, col solito Alessandro Pier Guidi (non ce ne vogliano gli altrettanto ottimi James Calado ed Antonio Giovinazzi) uomo squadra fino al midollo nell’affrontare le Toyota, che ancora una volta si sono rivelate le avversarie da battere alla distanza.

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Ciò che rende ancora più prezioso questo successo è che i giapponesi sono stati battuti proprio sui dettagli, e hanno commesso errori di nervosismo, quasi come quando cedevano ripetutamente il trofeo della Sarthe ad Audi e Porsche. Fatto sta che, come da noi ampiamente previsto, la gara si è decisa al mattino.

I tanti che hanno biasimato l’eterno periodo di Safety Car nella notte dovrebbero ricordarsi che a Le Mans non è mai stata data una red flag, e che salvaguardare la salute dei piloti è comunque meritorio in condizioni climatiche avverse, con buona pace di coloro i quali ritengono sia indispensabile invece tornare agli anni ’70 per ottenere dello spettacolo in pista.

Fatto sta che, dopo aver perso per strada le Alpine, le BMW, con delle Peugeot inguardabili, le novità Lamborghini ed Isotta Fraschini (a proposito, tutte e tre meritatamente al traguardo), la lotta si era ristretta, oltre alle tre Ferrari e alle due Toyota, a una Porsche Penske e ad una Cadillac. Porsche poi ha incredibilmente ceduto nel suo territorio preferito, le condizioni miste, mentre l’aggiunta nordamericana e le tre 963 private di Jota e Proton non sono mai state un fattore se non, a posteriori, nella classifica dei privati.

Purtroppo la gialla #83 di AF Corse, trascinata dai due Robert, Kubica e Shwartzman, ha reso l’anima per una defaillance elettrica, unico serio problema tecnico delle 499P insieme ad una portiera bizzosa che Nielsen ha tentato di chiudere in tutti i modi pur andando ai 300 all’ora, e che ha necessitato di una sosta extra che però, permettendo di variare la strategia, è risultata la mossa vincente.

Alla fine Josè Maria Lopez, sub di lusso insieme a Kamui Kobayashi e Nicky de Vries, si sono dovuti accontentare del secondo posto, mentre il polesitter Kevin Estre e C. sono finiti addirittura fuori dal podio, trattenuti quanto basta dal solito Pier Guidi.

Tra le LM P2, la lotta a sei ha premiato United Autosports con Oliver Jarvis, Bijoy Garg e Nolan Siegel. La stellina californiana mette cosí un nuovo mattoncino sulla sua ancora giovane carriera. Bellissimi i duelli che hanno visto coinvolte le vetture di Inter-Europol, IDEC, Cool Racing e Vector Sport, e che hanno premiato col podio le prime due squadre.

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AF Corse peraltro, col quarto posto overall, conquista anche la vittoria fra i Pro/Am, sospinta da un Nico Varrone alla sua seconda vittoria consecutiva sulla Sarthe e ormai in rampa di lancio verso un futuribile impiego di prestigio full-time, magari proprio col Cavallino.

Porsche si può consolare con il successo in GT3, categoria per la prima volta protagonista della 24 Ore. Yasser Shahin, Morris Schuring e Richard Lietz sono emersi insieme alla gemella #92 nella parte centrale di gara insieme alla BMW #46 e, una volta che queste ultime sono uscite di scena, per problemi al cambio e uscita di strada rispettivamente, è emersa l’altra BMW coi colori ispirati alla celebre 3.0 CSL Luigi, che però non è mai riuscita a passare al comando. Chiude il podio di categoria la Ford Mustang Proton #88 di Giorgio Roda, Mikkel Pedersen e Dennis Olsen.

L’appuntamento col FIA WEC è fra un mese a San Paolo del Brasile, per poi passare al COTA il 1° settembre. A seguire per la disamina della situazione in classifica.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 92ma 24 Ore di Le Mans

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WEC – Toyota, Ferrari, Cadillac, Porsche per il tutto per tutto a Le Mans. Termina il sogno della #83

Le due Ferrari di Antonio Fuoco e Robert Shwartzman all’inizio della 19ma ora sembravano avere il controllo della situazione, anche perchè alla Porsche #5 veniva comminato un drive-through per non aver rispettato le procedure delle slow zone, lasciando la sola Cadillac #2 su una diversa strategia a contrastare le due 499P.

In Toyota però non erano d’accordo e, approfittando di una Full Course Yellow per recuperare la McLaren United Autosports #59 di Gregoire Saucy, andavano a contrastare l’israeliano, il quale cedeva la seconda piazza.

Il successivo ciclo di pit non solo lanciava le due Toyota al comando, ma vedeva anche l’abbandono della Ferrari #83, vittima di un blackout elettrico totale che lascia poche speranze ad AF Corse. Frattanto le due GR010-Hybrid invertivano l’ordine (forse i problemi di Kobayashi erano solo di natura tattica), imitati poco dopo anche dalle Ferrari, che privilegiavano ancora una volta la #50, il tutto mentre Alex Palou, ricordiamo debuttante assoluto a Le Mans, andava a segnare il giro più veloce della gara.

Intanto qualche goccia di pioggia iniziava a cadere nuovamente sul circuito, in preparazione del finale di gara, che si prospetta ancora una volta quest’oggi dettato dal meteo. Dopo che una foratura lenta andava ad attardare la #7 nel finale della 21ma ora, i diversi cicli di strategie lasciavano la Cadillac residua in testa per appena 6” sulla Ferrari #50, ora nelle mani di Miguel Molina, e 13” sul tre volte vincitore Brendon Hartley. Poco oltre, Kevin Estre ed Alessandro Pier Guidi stanno battagliando per la quarta piazza potenziale.

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Prende piede la contention anche in LM P2, con Inter-Europol a prenotare il bis dello scorso anno grazie alla prestazione di Clement Novalak, che ha la meglio su Patrick Pilet e Vector Sport, anche se l’equipaggio più in palla di questo finale sembra quello di IDEC Sport, con Job Van Uitert e Reshad de Gerus, che però viaggia su una strategia differente. La lotta per il primato di categoria comprende comunque ancora la macchina #22 di United Autosports e la #37 di Cool Racing, tutti nello stesso giro.

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In GT3 siamo al redde rationem fra la Porsche #91 e la BMW #31. Morris Schuring ed Augusto Farfus sono i protagonisti di un duello ravvicinato per ora a favore della 911, mentre la Lexus #87 di Esteban Masson se la deve vedere dalla Ford Mustang #88 di Dennis Olsen per il terzo posto momentaneo.

La prossima ora di gara, che si svolgerà presumibilmente su pista asciutta, dovrebbe risultare decisiva per tutte le categorie esclusa la LM P2 Pro/AM, che salvo imprevisti, vede un dominatore in AF Corse, che guida la classifica con un giro di vantaggio su AO by TF.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo la ventunesima ora di gara

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WEC – Le Mans: la gara riprende vita con le Ferrari all’attacco

La pista asciutta ha regalato nuovamente una gara a Le Mans, e che gara. Una nuova Safety Car propiziata dall’uscita di strada di Daniel Mancinelli, ribaltatosi all’ingresso di Indianapolis, rimescolava le carte in tavola.

In precedenza il duello a distanza fra la Porsche #6, ora con Laurens Vanthoor e la Toyota di Ryo Hirakawa si risolveva a favore del primo; frattanto l’altra 963 ufficiale #4 chiudeva il proprio impegno schiantandosi anch’essa ad Indianapolis.

Le due Ferrari di Antonio Fuoco e Robert Shwartzman perdevano in un primo momento contatto dai leader, ma una seconda incredibile uscita di strada da parte delle Peugeot di Nico Müller dietro la vettura di servizio non solo catapultava davanti la Cadillac di Earl Bamber davanti alla Porsche di Fred Makowiecki, ma si portava dietro le due 499P.

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Al restart, con ancora cinque ore e mezza sul cronometro, era Sebastien Buemi a rompere gli indugi, portandosi davanti al compagno di squadra per la quinta piazza; Kobayashi, afflitto da qualche problema tecnico non meglio definito, cedeva poi anche ad Estre, subentrato sulla 963 #6.

Anche Fuoco innescava una battaglia con Shwartzman, che dopo un paio di giri passava per andare a prendere la Porsche #5 e passare al comando, mentre la Cadillac si era già portata ai box per la propria sosta. Destino amaro per le altre due V-Series.R, con la #3 ai box in un lago d’olio e la #311 schiantatasi con Pipo Derani alla guida.

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Tra le LM P2, Lorenzo Fluxa ha avuto la meglio con la vettura del Cool Racing per il secondo posto su AF Corse e si pone dietro all’Oreca #10 di Vector Sport. In GT3, dietro la Porsche #91 emerge ora la BMW superstite, mentre le due McLaren di United Autosports hanno approfittato della situazione per ricongiungersi alle spalle dei due battistrada scavalcando la Lamborghini delle Iron Dames.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo la diciottesima ora di gara

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WEC – A Le Mans si torna a correre dopo la lunga nottata dietro la Safety Car

La pioggia non ha dato tregua durante la notte a Le Mans e la direzione gara ha preferito mantenere in pista la Safety Car sino ad oltre lo scoccare della 16ma ora. Fino a quel momento le vetture sono state ricompattate e la corsa è in pratica ripartita da zero.

Il trio di testa che comprende la Toyota #8, la Porsche #6 e la Toyota #7 non si è scomposto, nonostante una sosta anticipata da parte di Nicky de Vries. Le Ferrari #50 e #83 hanno presto avuto la meglio sulla Cadillac #2 e, una volta asciugate le traiettorie, si sono portate alla caccia dei primi. In compenso è stata assegnata una nuova penalità alla Ferrari #51, un drive-through per velocità eccessiva in periodo di Full Course Yellow.

Nel giro dei primi ancora undici vetture. In pratica si è creata una “classe B” per le LMH che comprende la Cadillac di Action Express, le due Peugeot, le due Lamborghini, l’Isotta Fraschini e la Porsche Proton, gravata dai problemi alla chiusura della portiera nelle primissime fasi di gara.

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Lotta appassionante anche tra le LM P2, dove l’entry di AF Corse ha dovuto cedere il comando della categoria a Vector Sport, con la #22 di United Autosports ed Inter-Europol ad inseguire da presso.

Si scompongono invece le due coppie al comando delle GT3, per i problemi di freni alla Porsche #92 che lasciano sola la gemella di Manthey EMA con un vantaggio minimo sulla McLaren #95. La Lexus #87, penalizzata un attimo prima della lunga neutralizzazione (ricordiamo che a Le Mans non è mai stata data una bandiera rossa) per speeding in pitlane, ha ceduto la posizione di terzo incomodo alla Lamborghini delle Iron Dames.

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Al momento splende un magnifico sole, ma le previsioni danno il ritorno della pioggia, ancora una volta in forma sostenuta, a partire dalle 14.00 e fino al termine della gara.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo la sedicesima ora di gara

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WEC – A metà gara torna la pioggia a Le Mans e la gara si neutralizza

Pioggia ancora protagonista nelle prime ore della notte a Le Mans. Una leggera precipitazione si è trasformata in qualcosa di più consistente e questo è bastato per fornire la giustificazione alla direzione gara per riportare in pista la Safety Car.

La Toyota #8, ora con Brendon Hartley, mantiene il comando sulla Porsche #6 del polesitter Kevin Estre. In attesa del completamento del ciclo di pitstop, la Cadillac #2 e la Ferrari #51 precedono la seconda GR010-Hybrid di Josè Maria Lopez. A nostro avviso saranno comunque decisive le prime ore di luce, specie se la pioggia proseguirà a tormentare il Circuit de la Sarthe.

In questo periodo non sono state solo le LMH a fornire spunti. In particolare, tra le LM P2, la vettura del Nielsen Racing, ancora ben in contention per il successo di classe, buttava fuori alle Porsche la già sfortunata Ford Mustang #77 in fase di doppiaggio. Entrambe le vetture terminavano nella ghiaia e l’Oreca #24 veniva considerata colpevole e gli veniva comminato uno Stop&Go. La vettura di Crowdstrike by APR dal canto suo, perdeva la ruota posteriore sinistra e rimaneva a bordo pista. Il quintetto di testa è ora comandato dall’entry Pro/AM di AF Corse sulla #37 di Cool Racing.

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Tra le GT3, si inizia a profilare l’ennesimo dominio delle Porsche Manthey, eventualmente addirittura con una doppietta, dovessero i valori in campo rimanere immutati nella seconda metà di gara. Dopo 12 ore infatti Alex Malykhin conduce su Yasser Shahin. Seconda forza le McLaren di United Autosports; la terza 720S di Inception Racing invece, partita dalla pole, è costretta ad inseguire da lontano dopo aver perso terreno nelle fasi iniziali per un’uscita di strada.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo la dodicesima ora di gara