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ELMS – Restituita la vittoria di Imola al Panis Racing

Restituita in sede di appello la vittoria della 4 Ore di Imola ELMS al Panis Racing. Il successo in pista del team francese era stato poi modificato nel post-gara in una quinta posizione a causa di una penalità di 35” per avere accelerato in anticipo durante una Full Course Yellow. La vittoria era stata assegnata ad AO Racing.

Il team, sia per voce del pilota Charles Milesi che del boss Olivier Panis, aveva immediatamente fatto notare l’eccessiva onerosità della penalizzazione rispetto ad altri casi simili, appellandosi in seguito alla decisione della direzione gara.

L’autorità sportiva ha deciso oggi di invertire tale decisione, togliendo completamente la penalizzazione e riportando al primo posto in classifica l’Oreca #65 a seguito di nuove evidenze fornite dal team che non era stato possibile verificare in precedenza.

Queste evidenze, in forma di dati estratti dal data logger del team, non disponibili sul momento e non obbligatori, hanno mostrato uno scarto rispetto al restart significativamente minore rispetto a quanto riportato nei dati ufficiali. Questa differenza tra le due misurazioni è stata oggetto di verifica da parte del delegato tecnico e ha mostrato potenziali margini di differenza per questa vettura, quindi un ragionevole dubbio sulla penalità che ha portato alla cancellazione della medesima.

La classifica generale delle LM P2 riporta pertanto il Panis Racing in seconda posizione dopo tre gare con 40 punti contro i 45 dei vincitori del Paul Ricard di Inter-Europol #43, con AO Racing terzi a quota 39.

L’European Le Mans Series tornerà il 25 agosto con la 4 Ore di Spa-Francorchamps.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

L’ordine di arrivo definitivo della 4 Ore di Imola

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WEC – Aston Martin inizia i test con la Valkyrie. Peugeot: Müller out, Jakobsen in. Anche Vosse si esprime sul BoP

Il mese e mezzo che separa i due round del WEC di San Paolo ed Austin avrebbe dovuto essere dedicato alle vacanze, invece Aston Martin e Heart of Racing hanno pensato di farci una sorpresa, iniziando il programma di test della nuova Valkyrie hypercar.

Con il veterano incaricato dello sviluppo Darren Turner, Mario Farnbacher ed Harry Tincknell al volante, la Valkyrie AMR-LMH si è mostrata sulle piste di Silverstone e Donington, ed è stata anche catturata in video.

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Il marchio inglese ha cosí deciso di dare qualche informazione in più sul programma, che una volta terminato il processo di omologazione in autunno, dovrebbe vedere la Valkyrie impegnata nel 2025 sia nel World Endurance Championship con due esemplari che nel WeatherTech SportsCar Championship con uno.

La Valkyrie AMR-LMH, l’unica della categoria derivata direttamente dalla produzione, usa una versione modificata per adattarsi al regolamento hypercar del motore V12 aspirato Cosworth 6,5 litri, capace di girare a 11.000 giri e sviluppare oltre 1.000 HP.

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Dal quartier generale Aston  Martin di Silverstone, la squadra si sposterà durante l’estate per proseguire lo sviluppo della Valkyrie AMR-LMH su altri circuiti europei con lo scopo primario di valutare le performance in pista. La base delle operazioni nella serie IMSA sarà invece nella sede dello Heart of Racing a Phoenix.

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Peugeot frattanto ha dato l’addio a Nico Müller, pronto a dedicarsi anima e corpo al programma Porsche in Formula E. Al suo posto è stata promossa la stellina danese Malthe Jakobsen, già pilota di riserva della squadra del Leone.

Tornando infine al tema sempre caldo del BoP, che abbiamo affrontato con dovizia dopo San Paolo, anche Vincent Vosse ha voluto dire la sua, ed il boss di WRT lo ha fatto con una dichiarazione a mezzo social, in cui da un lato valorizza l’importanza del sistema di equivalenze, ma sotto sotto lascia trasparire la stessa inquietudine espressa da altri contender. Riportiamo qui di seguito la traduzione integrale del post.

Vosse

“Le tre lettere che suscitano cosí tante polemiche… B.O.P.

Per chi è nuovo del BOP, sta per “Balance of Performance”, ed è stato introdotto nel nostro sport per portare diversità e consentire a tutti i costruttori di competere in prima fila e allo stesso tempo ridurre i costi. Lo scopo è quello di pareggiare i tempi sul giro di tutte le vetture in griglia e quindi generare gare il più possibile ravvicinate, un aspetto positivo non solo per i concorrenti ma anche per i fans!

Ho iniziato a correre prima che fosse introdotto il balance of performance e non c’era diversità. Se non eri su una Viper o su una Porsche, non avevi la possibilità di competere sul tempo sul giro. La strategia e i pitstop erano l’unico modo per poter recuperare il tempo perso rispetto ai primi, ma ora, grazie ai regolamenti, soprattutto nelle gare di durata, è molto più difficile creare un divario. Tutte le vetture sono racchiuse in pochi decimi e la competizione è molto più intensa fino alla fine.

È grazie al BOP che attualmente abbiamo nove costruttori di Hypercar e 12 di GT3 che competono al massimo livello possibile nelle gare endurance. Ciò semplicemente non sarebbe stato possibile senza il BOP. È chiaro che è importante per il nostro sport, insieme al sistema di ranking dei piloti, ma è anche chiaro che queste “limitazioni artificiali” devono essere applicate correttamente.

Certo, è facile “gestire una squadra” e commentare il BOP dal divano di casa, in particolare quando non favorisce la squadra o il pilota prescelto, ma non possiamo negare quanto sia importante per il nostro sport, e quanto ha portato alle corse.

Naturalmente, al momento condivido le stesse frustrazioni di tutti i membri del nostro team. Su questo argomento, ci pare che siamo arrivati al “limite” del BOP, quindi o dobbiamo accettarlo oppure trovare un altro modo per equalizzare i concorrenti.

Abbiamo tutti la stessa passione e vogliamo solo il meglio per il futuro del nostro fantastico sport.”

Per tutti, ancora una volta l’appuntamento con il mondiale endurance è fra poco più di un mese al Circuit of The Americas.

Piero Lonardo

Foto: Aston Martin Racing, Peugeot Sport, Vincent Vosse FB Page

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IMSA – CTMP: prima vittoria per Inter-Europol. Doppietta Corvette in GTD Pro

Continua il momento magico di Inter-Europol, che dopo le due vittorie in ELMS coglie anche il primo successo anche oltreoceano al Canadian Tire Motorsport Park.

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Nick Boulle ha ereditato la prima posizione grazie alla penalità assegnata al polesitter PJ Hyett, reo di aver cambiato traiettoria in partenza, poi il lavoro è stato completato da Tom Dillmann. Il pilota francese nella fase finale ha faticato a tenere dietro Scott Huffaker con l’entry del TDS, ma a calmare le acque ci ha pensato Ryan Dalziel, uscendo di pista a meno di 17’ dalla bandiera a scacchi con la macchina di ERA Motorsport.

Al successivo restart, con meno di 9’ sul cronometro la vettura gestita in pista dal PR1 Mathiasen si è trovata alle spalle Felipe Fraga con la vettura del Riley dopo un lungo da parte di Huffaker. Fraga ha ridotto il gap senza peró arrivare ad impensierire Dillmann. Completano la top five le due vetture di United Autosports.

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In GTD Pro, doppietta Corvette, prima vittoria dell’anno. Le due Z06 GT3.R. hanno condotto sin dallo start, con Antonio Garcia ed Alexander Sims a chiudere davanti a Tommy Milner e Nick Catsburg. Gradino basso del podio per la Porsche capolista di AO Racing davanti alla Ford di Mike Rockenfeller e Harry Tincknell, unici ad impensierire seriamente le due GT del Kentucky nella parte centrale di gara, mentre la Lexus #14 ha dovuto abbandonare per un problema tecnico.

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Vittoria in GTD infine per l’enfant du pays Roman de Angelis, coadiuvato come nella trasferta californiana da Spencer Pumpelly, al posto di Zach Robichon, impegnato a San Paolo. L’Aston Martin #27 ha ereditato la leadership dopo il testacoda da parte di Patrick Gallagher a metà gara. Al secondo posto chiude la Mercedes capolista del Winward Racing, mentre la BMW del Turner Motorsport perderà nel finale anche il gradino basso del podio a causa della McLaren di Inception Racing.

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In classifica generale, l’equipaggio di Inter-Europol si avvicina a Felipe Fraga e Gar Robinson, sempre al comando delle LM P2 con 1308 punti contro 1296 di Dillmann e Boulle ed i 1173 di Ryan Dalziel. La leadership delle GTD Pro rimane saldamente a Laurin Heinrich e Seb Priaulx con 1955 punti contro i 1857 di Ross Gunn, P5 con l’Aston Martin #23, ed i 1835 degli alfieri Lexus, Ben Barnicoat e Jack Hawksworth. Sempre più soli al comando della GTD infine Phil Ellis e Russel Ward del Winward Racing con 2090 punti. Gallagher e Foley rimangono i best contender a quota 1750. Ancor più lontano Parker Thompson, quinto al traguardo, con 1648.

Prossimo appuntamento col WeatherTech SportsCar Championship il 4 agosto a Road America, a ranghi completi.

Piero Lonardo

Foto: Inter-Europol, Pratt Miller, Michelin Racing USA

L’ordine di arrivo

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WEC – Il BoP come il fight club

Dallo scorso anno esiste una regola che vieta ai costruttori di parlare del Balance of Performance. Nonostante ciò, ad ogni gara più di un giornalista cerca di approfondire il tema con i diretti interessati, cercando di carpire chissà cosa, aldilà dei dati pubblicati dal FIA Committee. Questa volta però il FIA WEC ha trovato un “colpevole” in una nota testata web con propaggini in varie edizioni nazionali, anche italiana, che si è fatta portavoce – pensate un po’ – dei forti dubbi di Toyota alla vigilia della 6 Ore di São Paulo.

Avuto presente che, dopo la doppietta in qualifica, la gara è stata letteralmente dominata dalle GR010 Hybrid, e senza il problema tecnico alla #7 si sarebbe tranquillamente conclusa in doppietta, non è certo il primo caso di “lobbying” da parte dei costruttori, vedi Porsche e Toyota stessa, che lo scorso anno a Le Mans non l’avevano certo mandata a dire sulle equivalenze, e questo ancor prima della vittoria sul campo della Ferrari #51.

La storia si è quindi ripetuta ad Interlagos, ma stavolta Rob Leupen, direttore amministrativo del Gazoo Racing, si è visto appioppare 10.000 € di multa, seppure con la condizionale, per aver messo in discussione in questa intervista “l’imparzialità della FIA e gettare sospetti sulla sua integrità, causando danni morali, soprattutto considerando che l’articolo di stampa in questione è stato diffuso in diversi paesi. Inoltre questi commenti hanno la diretta conseguenza di dubitare dell’integrità dei risultati sportivi del Campionato e ledere la loro credibilità.”

Curioso comunque che Leupen, un ex manager delle risorse umane, si sia fatto uccellare in tal modo. La decisione integrale degli stewards la potete trovare QUI. L’intervista invece dovete andarvela a cercare perchè a noi piace giocare all’interno delle regole, senza mettere in difficoltà le persone che quotidianamente ci danno informazioni su questo splendido sport.

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Nel post-gara comunque, parole pesanti da parte dei vertici Ferrari, diffuse peró in modo trasparente, mediante comunicato stampa, con buona pace di Leupen e c.

Per primo Antonello Coletta, Responsabile Endurance, Corse Clienti e Competizioni GT. “Al termine di una gara come quella vissuta qui in Brasile è difficile trovare le parole migliori per esprimere la frustrazione ed il senso d’impotenza che la squadra ha provato. Nonostante un lavoro impeccabile nella preparazione dell’evento e durante la corsa, non è stato possibile ottenere un risultato migliore in pista. Eravamo consapevoli che non avremmo avuto modo di competere per la vittoria e purtroppo quanto emerso nelle simulazioni è stato confermato da quanto si è verificato in corsa. Ci auguriamo di avere ad Austin la possibilità di batterci equamente.”

Gli fa eco Ferdinando Cannizzo, Head of Endurance race cars “Il risultato della 6 Ore di Interlagos ha confermato purtroppo quanto ci attendevano dalle analisi pre-gara a dimostrazione dell’ottima correlazione tra le simulazioni virtuali e la pista. Pur avendo massimizzato le prestazioni del pacchetto a nostra disposizione, oggi il divario dagli avversari era decisamente troppo grande per puntare al podio. Non rimane altro che guardare avanti e sperare di avere, nelle prossime gare, la possibilità di essere competitivi.”

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Soddisfazione infine in casa Porsche, seppure anche qui però con qualche sassolino da togliersi: “Un risultato eccezionale per noi”, afferma Thomas Laudenbach, responsabile di Porsche Motorsport. “Non potevamo affrontare la Toyota oggi. Siamo quindi estremamente soddisfatti del risultato. Entrambe le vetture sul podio significano un ottimo bottino di punti. Siamo avanti in entrambe le classifiche di Coppa del Mondo. Congratulazioni a tutto il nostro team ufficiale e ai nostri piloti. Gli spettatori hanno assistito ad una gara molto divertente anche nella classe LMGT3. Lì Manthey è stato ancora una volta il punto di riferimento con le Porsche 911 GT3 R. Per noi il viaggio a San Paolo è valso la pena!”

“Alla luce delle mutate condizioni (rispetto a libere e qualifiche – ndr), oggi l’attenzione si è concentrata sulla strategia degli pneumatici”, riassume Urs Kuratle, capo del programma LMDh: “Il nostro team ufficiale ha sfruttato appieno i propri punti di forza nella strategia e ha fatto tutto bene. Entrambe le vetture hanno subito piccoli inconvenienti nel percorso verso il podio. Il risultato finale è comunque assolutamente eccezionale. Sfortunatamente, i nostri team clienti non hanno avuto una giornata d’oro con le loro Porsche 963. Sia Proton Competition che Hertz Team Jota meritavano un risultato migliore”.

Per tutti, l’appuntamento è fra un mese e mezzo al Circuit of The Americas.

Piero Lonardo

Foto: Ferrari Races, Toyota Gazoo Racing, Porsche Motorsport

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WEC – A San Paolo, vittoria facile di Toyota. Ferrari dietro le Porsche Penske. Pure Rxcing torna al successo in GT3

Una Toyota inavvicinabile quella vista in gara a San Paolo. La GR010 Hybrid #8 di Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa vince a mani basse il quinto appuntamento del World Endurance Championship, lasciando ad un minuto il resto degli inseguitori, capitanato dalle due Porsche Penske. Le Ferrari si devono accontentare della quinta e sesta posizione, dietro alla seconda Toyota capace di rimontare un giro in metà gara.

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Questo potrebbe bastare quale riassunto della 6 Ore di São Paulo, una gara vissuta in modo particolare sin dalla vigilia. Magari non interesserà a nessuno, però questa era la prima gara del WEC in cui chi scrive mancava di persona dal Fuji 2022. Colpa di una venue poco sicura salvo giocarsi un rene, reale o figurato, per i costi necessari a garantire la sicurezza fuori dal circuito, voluta a tutti i costi da un paio di costruttori, Toyota e Peugeot, queste ultime peraltro omaggiate spesso e volentieri dalla regia televisiva, anche se alla fine la casa del Leone andrà a festeggiare solamente un ottavo posto. Ma va bene cosí.

Tornando alla cronaca, le due Toyota hanno preso il largo sin dallo start, condizionato da una manovra azzeccata da parte di Will Stevens sulla Porsche Jota #12, il quale si infilava in quinta posizione, mentre davanti Hartley navigava largo in curva 1 riprendendo indisturbato e nemmeno minimamente investigato la sua seconda posizione dietro la #7 di Mike Conway. In GT3, Sarah Bovy manteneva la leadership sulla Porsche di Alex Malykhin e sulle due McLaren.

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La prima delle tre sole Full Course Yellow della gara dopo appena 14’, per il contatto fra la Ferrari 296 GT3 di Thomas Flohr e la Lexus di Takeshi Kimura. E’ poi show da parte di Yasser Shahin, ricordiamo vincitore con la Porsche #91 a Le Mans, prima bocciando la Corvette di Tom van Rompuy e poco più tardi tamponando la Ferrari di Flohr.

Mentre le due Toyota si involano, un po’ di pepe lo danno le Porsche, col contatto che toglierà la Jota #12 dalla lotta di vertice tra Stevens e Laurens Vanthoor, poi costretto alla rimonta con la 963 #6. Si vede subito che i consumi, di energia e gomme, saranno la chiave di questa gara. Il primo giro di pit avviene infatti dopo la prima ora, mentre la Cadillac, ottima nelle fasi iniziali, crolla sul doppio stint.

Dopo 90’ di gara alla Ferrari #51, a proprio agio sulle gomme usurate, viene assegnato un drive-through relativo ad un’infrazione di un’ora prima, un attimo prima che Malykhin prenda il comando delle GT3 sulla Lamborghini fucsia. Drive-through anche per la Toyota #7, che però praticamente non sortisce effetto sulla graduatoria, a riprova della superiorità odierna delle LMH nipponiche.

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Uno dei pochi veri colpi di scena colpisce però proprio la vettura di Conway e c. poco dopo lo scadere della seconda ora: un problema di pescaggio del carburante che viene risolto in pitlane perdendo peró il giro buono. Tocca quindi ad Hirakawa raccogliere il testimone sulle due Porsche Penske e sulle Ferrari, con Alpine e Peugeot finti incomodi grazie alle differenti strategie.

Alla 499P #83 di AF Corse però, già buttata fuori in precedenza dalla Porsche Proton, veniva comminato un drive-through per un contatto con la BMW #15 e doveva abbandonare eventuali sogni di gloria.

Allo scadere dei due terzi di gara terminava ancora una volta anticipatamente la gara delle Iron Dames, questa volta per una perdita di carburante ai box, appena prima della seconda, brevissima Full Course Yellow per la Corvette di Dani Juncadella ferma in curva 6.

Da qui in poi la gara offre spunti relativi, con la rimonta della Toyota #7 e dell’Aston Martin GT3 dello Heart of Racing, quest’ultima capace di installarsi al secondo posto delle GT3 davanti alle due McLaren grazie ad un super Daniel Mancinelli.

Callum Ilott invece rovinerà tutto all’inizio dell’ultimo stint, uscendo a gomme fredde nell’insidiosa T4 ed ivi lasciandovi la propria ala posteriore, memento che rimarrà in bella vista almeno sino all’ultima neutralizzazione, invocata a 15’ dal termine per i detriti lasciati dal contatto fra la Cadillac e la Peugeot peggio piazzata. Ghiotta occasione questa per agevolare il sorpasso che porterà Kamui Kobayashi a ridosso del podio ai danni di Alessandro Pier Guidi. La penalità per infrazione tecnica alla Porsche Jota di Jenson Button permetterà poi alle due 499P ufficiali di chiudere alle spalle dei primi.

Da segnalare il ritiro dell’Isotta Fraschini per problemi di motore, mentre la Lamborghini ha chiuso una corsa senza infamia e senza lode al 17mo posto, a 2 giri dal leader.

In classifica generale, il secondo posto odierno permette all’equipaggio della Porsche #6 di allungare con 117 punti contro i 98 dei vincitori di Le Mans della Ferrari #50 e contro i 95 dei soli Kobayashi e De Vries. Tra i costruttori, Porsche mantiene la leadership con 126 punti contro i 108 di Toyota ed i 109 del Cavallino. Staccatissime le altre marche.

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Tra le GT3, l’equipaggio di Pure Rxcing raggiunge quota 100 e scavalca i compagni di box di Manthey EMA, fermi a 75. I vincitori di Imola della BMW WRT #31, oggi appena decimi, inseguono a 74 punti. Prossimo appuntamento della serie mondiale, il 1° settembre ad Austin.

Piero Lonardo

Foto: Toyota Gazoo Racing, Ferrari Races, Porsche Motorsport, FIA WEC

L’ordine di arrivo della 6 Ore di São Paulo

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IMSA – Hyett riporta Spike in pole al CTMP. Migliori prestazioni in GT a Corvette e Lexus

Terza pole position consecutiva per PJ Hyett al Canadian Tire Motorsport Park. Il 40enne gentleman ha piazzato l’Oreca LM P2 di AO Racing, confidenzialmente “Spike” al comando della graduatoria col tempo di 1.09.852, precedendo Dan Goldburg e la vettura #22 di United Autosports di appena 90 millesimi. A seguire le vetture di Riley, al top nelle libere 2, ed Inter-Europol, tutte racchiuse in 2 decimi.

Le qualifiche odierne sono state movimentate da ben tre bandiere rosse, che hanno visto coinvolte le Oreca di High Class Racing e Richard Mille AF Corse, entrambe terminate rovinosamente contro le barriere. Prima ancora la Ferrari iscritta in GTD da Conquest Racing per Manny Franco era rimasta ferma all’uscita box.

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In GTD Pro, seconda pole dell’anno per Corvette con Alexander Sims, autore di 1.14.373 davanti alle due Lexus di Jack Hawksworth e Frankie Montecalvo, quest’ultimo al top nelle GTD, alla seconda Z06 GT3.R di Tommy Milner e alla Ford Multimatic di Harry Tincknell.

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Solo P8 di classe per i leader della GTD Pro, AO Racing, mentre la Mercedes del Winward Racing, dominatrice assoluta fin qui fra le GTD, partirà ancor più indietro, in P6 di categoria, 14ma nella griglia mista delle GT.

L’appuntamento con la gara di Mosport, della durata standard di 2h40’ è per domenica alle 11.05 AM ET, le 17.05 italiane. Free streaming come sempre dal sito IMSA e sui relativi canali social.

Piero Lonardo

Foto: Michelin Racing USA

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

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WEC – Toyota uno-due e Iron Dames a segno nella Hyperpole di S.Paolo

Chi credeva che Toyota avesse riposto i remi in barca in questa stagione 2024 del WEC si deve ricredere, perchè dopo la Hyperpole di San Paolo le due GR010-Hybrid partiranno dalla prima fila, grazie a Kamui Kobayashi, autore di 1.23.140, seguito da Sebastien Buemi.

Il pessimo risultato del Qatar rimane un mistero, ma dopo la vittoria di Imola ed il secondo posto di Le Mans, l’equipaggio della Toyota #7 non può più nascondersi, e con quattro gare ancora da disputare nemmeno la vettura gemella, fin qui mai andata oltre il quinto posto, può ritenersi fuori dai giochi.

Dopo le qualifiche a dire il vero sembravano le Porsche le vetture da battere, con Matt Campbell davanti a Callum Ilott, ed il solo Kobayashi a tenersi dietro le due Ferrari ufficiali; invece le Porsche, comunque ben rappresentate con quattro esemplari su cinque nelle prime dieci, devono accontentarsi della seconda fila con l’australiano, affiancato dall’unica Cadillac che continua a produrre miracoli.

Kevin Estre riesce comunque a precedere Antonio Fuoco con la migliore delle rinnovate 499P, mentre Alessandro Pier Guidi cede ad entrambe le vetture di Jota, chiudendo davanti alla BMW superstite di Robin Frijins; fuori invece dalla fase finale la macchina di AF Corse con Robert Shwartzman appena 15mo, anche se, va detto, ad appena 8 decimi dal leader provvisorio.

Imbarazzanti, se paragoniamo gli investimenti posti in essere, le Peugeot, capaci di tenersi dietro solamente la Lamborghini e l’Isotta Fraschini.

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Tra le GT3 invece non c’è stata storia per le Iron Dames e Sarah Bovy, al top nelle qualifiche e poi nella hyperpole col tempo di 1.34.413. Seconda partenza al palo dell’anno dopo Spa per la pilotessa belga, che si è lasciata alle spalle la Porsche di Alex Malykhin.

Seconda fila per le due McLaren di United Autosports davanti al leader in classifica Yasser Shahin, che pare poter gestire al meglio il Success Ballast massimo, 45 kg, con la Porsche #91.

A seguire in P6 Darren Leung con la migliore delle BMW, mentre la #46, nelle mani di Ahmad Al Harthy, non è andata oltre la 12ma prestazione. Tra le prime dieci anche le due Ferrari Vista AF Corse; Thomas Flohr, buon ottavo nelle qualifiche, ha purtroppo procurato l’unica bandiera rossa della sessione a causa di un’uscita senza danni in curva 4.

Domani lo start della 6 Ore di São Paulo avverrà alle 11.30 locali, le 16.30 italiane. Finalmente in diretta non solo su Eurosport e WEC TV ma anche sui canali Sky con Matteo Pittaccio in cabina di commento.

Piero Lonardo

Foto: Toyota Gazoo Racing, Iron Dames

I risultati delle Qualifiche

FIA WEC 6H of Sao Paulo

WEC – Tris Porsche nelle ultime libere prima della pioggia

Nuova alternanza al comando nelle ultime libere della 6 Ore di São Paulo, quinto appuntamento del World Endurance Championship. Le Porsche hanno approfittato delle prime fasi dell’ora a disposizione per piazzarsi davanti a tutti con Callum Ilott, autore di 1.24.797 con la 963 #12 di Jota Sport.

Beffata per appena 12 millesimi la #5 Penske di Matt Campbell, a propria volta a precedere di ulteriori 0.081 il polesitter di Le Mans, Kevin Estre.

Posizioni ricalzo a sorpresa per l’Alpine #35, P4 davanti alla BMW #15, fanalino di coda ieri, e alla Lamborghini trascinata da Daniil Kvyat.

In generale, quasi tutte le LMH hanno migliorato rispetto alla prima giornata. Le Ferrari chiudono in P8, P9, e P16 con la #51. Da segnalare l’unica Full Corse Yellow per il testacoda della Isotta Fraschini, che ancora una volta si mette dietro una BMW, innescato dall’Alpine di Mathieu Vaxivière.

FIA WEC 6H of Sao Paulo

Tra le GT3, il Success Ballast pare non avere effetti sulla Porsche Manthey EMA #92, che chiude al comando con Alex Malykhin ed il tempo di 1.35.488 davanti alle due McLaren, le quali prendono a sandwich la Lamborghini delle Iron Dames. Ancora indietro invece le due BMW del WRT, che chiudono la categoria insieme alla Ford Mustang #77.

Tutto pronto per le qualifiche e la Hyperpole, a partire dalle 14.30 locali, le 19.30 nostrane, godibili sulla WEC TV https://fiawec.tv/

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport

I risultati delle Libere 3

Spike

IMSA – Deletraz-Van der Zande, ed è subito duello al top al CTMP

Subito duello fra gli abituali protagonisti delle GTP nelle prime libere al Canadian Tire Motorsport Park. Louis Deletraz, sostituto di lusso sull’Oreca LM P2 di AO Racing, ha preceduto di appena 3 millesimi, col tempo di 1.07.895, Renger van der Zande, in questo weekend sulla vettura di Tower Motorsports.

A seguire le due macchine di United Autosports di Filipe Albuquerque e Ben Hanley, distanziate di mezzo secondo. Solo P9 per Pipo Derani, al ritorno su di un’Oreca della classe cadetta, dopo 7 anni, per il Richard Mille AF Corse.

Tra le GTD Pro, doppietta Corvette con Alexander Sims, autore di 1.15.696, e Nicky Catsburg, a 18 millesimi. P3 per Ross Gunn con l’Aston Martin dello Heart of Racing, davanti alle BMW di Robby Foley, al top tra le GTD, e Bryan Sellers.

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Chiude la graduatoria delle Pro la McLaren di Pfaff Motorsports, che per l’occasione ha rispolverato la livrea plaid in onore del proprio Paese d’origine, mentre la Ford Mustang Proton iscritta in GTD ha compiuto solamente due in&out per problemi di frizione. Assente come da pronostico la Porsche di Andretti Motorsports.

Oggi in programma le seconde libere e le qualifiche, rispettivamente, alle 10.35 AM ET e alle 4.00 PM ET, le 22.00 nostrane. Queste ultime saranno fruibili gratuitamente sul sito IMSA e sui relativi canali social.

Piero Lonardo

Foto: Michelin Racing USA, IMSA

I risultati delle Libere 1

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WEC – A S.Paolo, è Toyota vs Ferrari nelle libere 2

Ancora una volta dopo Le Mans si gioca a carte scoperte, e le Toyota, fin qui, salvo l’exploit di Imola, ben nascoste nella prima parte della stagione, hanno iniziato a mostrare il loro vero potenziale, dominando le seconde libere della 6 Ore di São Paulo.

A Sebastien Buemi e Kamui Kobayashi infatti i migliori tempi della sessione, allungata di 45’ allo scopo di recuperare il tempo perduto nella sistemazione delle barriere di curva 4, danneggiate dal crash della Lexus #78, che è stata poi ritirata dalla competizione. Allo svizzero il best crono di 1.25.727, seguito a 33 millesimi dal DS del Gazoo Racing.

Le due Ferrari ufficiali seguono però a distanza ravvicinatissima con Alessandro Pier Guidi ed Antonio Fuoco, staccate di appena 43 e 49 millesimi rispettivamente, segno che le 499P sono ancora una volta della partita per il successo finale. Poco dietro, a 142 millesimi, l’unica Cadillac con Alex Lynn, a precedere a propria volta le due Porsche Jota e la Ferrari AF Corse.

Ancora una volta l’Isotta Fraschini riesce a non chiudere la lista delle LMH, precedendo la BMW #15, poco oltre la Lamborghini, che termina con la 16ma prestazione.

Alla Lexus superstite il miglior tempo tra le GT3 di 1.35.725 grazie a Josè Maria Lopez, tornato al volante della RC F GT3 dopo la parentesi di Le Mans. A seguire un terzetto ravvicinato formato dalla Lamborghini Iron Lynx di Franck Perera, dalla Ferrari di Alessio Rovera e dalla Corvette di Dani Juncadella. Nessuna interruzione da segnalare, salvo una Full Course Yellow per detriti alla solita curva 4.

Sabato in programma le libere 3 e le qualifiche, rispettivamente alle 10.30 e alle 14.30 locali. Queste ultime saranno fruibili per l’Italia, hyperpole compresa, a partire dalle 19.30, solo su WEC TV https://fiawec.tv/

Piero Lonardo

Foto: Toyota Gazoo Racing

I risultati delle Libere 2