Ancora una volta una gara complicata nella Michelin Le Mans Cup in quel di Monza. Complice anche una griglia estesa con ben 32 entry, tra cui 6 GT3 con l’aggiunta dell’Aston Martin del TF Sport per Ben Keating e Ross Gunn e di una seconda Ferrari AF Corse per Gino Forgione e nientemeno che Andrea Montermini, abbiamo assistito ad una gara frammentata da ben tre safety car e due Full Course Yellow.
L’incidente piú spettacolare, dopo anche una partenza ritardata di oltre 20’ a causa di un altro crash nella gara di contorno della Porsche Carrera Cup France, sicuramente quello al lap 4, allorquando Patrice Lafargue (sempre lui) e la Ligier di IDEC Sport si stampavano in totale autonomia all’interno della variante Ascari per poi rimbalzare in pista. In tanti riuscivano ad evitare l’ostacolo a centro pista, compresa la vettura di CD Sport, che scartava all’esterno ma cosí facendo mandava l’incolpevole JS P320 #16 del Team Virage contro il muro esterno.
La Ligier, con Matthias Lüthen alla guida, a causa dell’angolo di impatto si disintegrava mantenendo comunque intatta la cellula di sopravvivenza, ed il pilota tedesco, cosciente, veniva trasportato al centro medico per le opportune valutazioni.
Davanti le due macchine gestite dal Team Phoenix che avevano conquistato la prima fila dopo le qualifiche del mattino mantenevano la leadership, cosí come anche la Ferrari delle Iron Dames di Sarah Bovy sull’altra 488 GT3 di Gabriele Lancieri.
Dopo oltre 20’ dietro la vettura di servizio, il regime di corsa libera durava però poco, perché un paio di contatti, protagonisti Antoine Doquin e Freddie Hunt (figlio del grande James, acquisto dell’ultimo momento del Muehlner Motorsports), in quel momento in lotta per il podio assoluto, e le due Ferrari di Kenji Abe e Gino Forgione, entrambi in prima variante, piú la Ligier del Frikadelli Racing ferma all’uscita della parabolica, richiamavano nuovamente in causa la safety car.
Nel frattempo se n’era quasi andata la prima ora di gara e venivano effettuati i primi pitstop delle LM P3. Dopo una Full Course Yellow per la vettura dell’RLR Msport ferma nella ghiaia della Parabolica, davanti a tutti si ritrovava Garett Grist con la Ligier superstite del Team Virage davanti alle Ferrari GT3 della Bovy e di Lancieri, a loro volta incalzate dalla Aston Martin di Ben Keating e dalla Porsche di Nicolas Leutwiler.
Una terza safety car per recuperare la seconda Duqueine Muehlner di Dino Lunardi introduceva alla seconda ora di gara ancora con Grist davanti alle due Ligier di United Autosports del campione ELMS della categoria Wayne Boyd e di Scot Andrews, che presto passava il compagno di squadra. Dopo la sosta, tra le GT3 era Ross Gunn, subentrato a Keating, a prendere il comando della categoria, davanti al factory driver Porsche Julien Andlauer e alle Ferrari Iron Lynx, ora nelle mani di Paolo Ruberti e di Doriane Pin.
Ma non era finita, perché, oltre alle seconde soste, rese indispensabili come noto dalla potenza maggiorata dei motori Nissan, a 7’ dalla bandiera a scacchi un’ultima Full Course Yellow per detriti in pista rischiava di movimentare ulteriormente il finale, con Dario Cangialosi e la Duqueine del DKR insospettabilmente al comando della gara.
Purtroppo l’azzardo del team lussemburghese veniva vanificato dal restart a due soli minuti dalla bandiera a scacchi, che vedeva Scott Andrews tagliare per la prima volta il traguardo per primo con 7” di vantaggio sul “solito” Colin Noble con la migliore delle Ligier del Nielsen Racing e 19” sull’argentino Nicolas Varrone con la vettura del Rinaldi Racing.
In classifica, la vittoria di Andrews e Gerald Kraut, la seconda in termini di campionato dopo Barcelona (l’RLR MSport non prese punti in quanto non iscritta alla serie), li porta al comando con 50 punti contro i 48 di Noble e Wells e i 45 dell’equipaggio dell’altra Ligier di UA, la #23, di Boyd e Scaheurman, classificati in quarta posizione di categoria. La terza vettura del team non ha preso il via per un malessere occorso a Daniel Schneider.
Tra le GT3, la Porsche del PZoberer Zürichsee by TFT veniva penalizzata di 30” per rifornimento al di fuori della finestra di pistop obbligatorio e perdeva cosi la seconda posizione in pista, ma le sorprese non erano finite, perché nelle verifiche post-gara l’Aston Martin del TF Sport veniva trovata irregolare.
Galeotta l’altezza dell’ala posteriore, non conforme al regolamento nonostante le tolleranze. Vengono cosi promosse anche ai termini della graduatoria finale (per la classifica l’Aston Martin non avrebbe comunque preso punti in quanto non iscritta al campionato) le Ferrari Iron Lynx #8 di Paolo Ruberti e Gabriele Lancieri e le due Iron Dames, nuovamente a podio dopo Le Castellet.
Nicolas Leutwiler con la Porsche #2 va infine a completare il podio, e conquista la vetta della classifica, complice lo stop di Rino Mastronardi, che viene affiancato in seconda posizione dall’abituale teammate Paolo Ruberti.
Il prossimo appuntamento con la Michelin Le Mans Cup sarà la Road to Le Mans, le cui due manches sono programmate sul Circuit de la Sarthe il 19 ed il 21 agosto prossimi.
Disputate in giornata anche le due gare della Ligier European Series. Tra le JS P4 successo in gara 1 di Paul Lafargue e Dimitri Enjalbert sui nostri portacolori dell’HP Racing Team by Monza Garage. Alessandro Cicognani e Jacopo Faccioni in gara due sono invece riusciti a conquistare la quinta vittoria in otto gare e, in attesa degli ultimi due round di Spa e Portimao, hanno ulteriormente incrementato il proprio vantaggio in classifica sul boss Ligier, Jacques Nicolet, P4 e P2 nelle due gare odierne.
Il programma del weekend monzese terminerà con la 4 Ore ELMS, con partenza oggi alle 11.
Piero Lonardo
L’ordine di arrivo della Le Mans Cup
Foto: Piero Lonardo