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USCC – Albuqerque svetta nei test di Sebring. Porsche e Ferrari ancora indietro col BoP

Il WTR with Andretti prepara già la rivincita dopo il secondo posto di Daytona e svetta con Filipe Albuqerque nei test IMSA tenutasi mercoledì e giovedì in preparazione alle 12 Ore di metà marzo.

Il pilota portoghese ha segnato il miglior tempo di 1.46.450 nel corso della sessione finale, precedendo di mezzo secondo Mathieu Jaminet sulla migliore delle Porsche Penske e di 6 decimi Renger van der Zande sulla migliore delle Cadillac.

Alla due giorni hanno partecipato 26 vetture, tra cui tutte le GTP esclusa la BMW #24, con i quattro driver full-season ad alternarsi sull’unica M Hybrid V8 presente, che è risultata la piú lenta del lotto, pagando 1”7 dal best lap.

Va detto che le nuove macchine hanno corso con una nuova versione di Balance of Performance, che va a sostituire quello specifico per la Rolex 24, che vede comunque ancora tutte e quattro le marche allineate in parametri di energia per stint e potenza massima in funzione della velocità.

Modificato leggermente anche il BoP delle GT rispetto a Daytona, che ora vede la Ferrari con un incremento della potenza del boost e Lamborghini e le Porsche con restrittori piú ampi. Davanti alle 13 GTD che hanno partecipato ai test ci sono però sempre le Mercedes, con gli esemplari di Korthoff Motorsports e Winward Racing.

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La lista dei tempi mostra miglioramenti per le Huracàn GT3 Evo2, che occupano la seconda fila virtuale con Loris Spinelli en Rahel Frey, mentre le Porsche e Ferrari – qui presente con l’esemplare di Triarsi Competizione – sembrano ancora non al passo dei primi, con distacchi nell’ordine del 1” dal leader Mikael Grenier.

Presenti anche due vetture GTD Pro, la Lexus #14, che presenterà come terza guida Kyle Kirkwood, a Daytona sulla gemella iscritta in GTD, e la Lamborghini di Iron Lynx che con Romain Grosjean ha viaggiato a 3 decimi dal leader Ben Barnicoat, autore di 2.01.743.

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Due LM P2 ed una sola LM P3 hanno calcato infine i bump dell’ex-aeroporto, con Scott Huffaker il più veloce tra le Oreca 07 con l’esemplare del TDS Racing, mentre Tony Ave, Seth Lucas e Tonis Kasemets si sono alternati sulla Ligier JS P320 dell’Ave Riley.

L’appuntamento ora è per la SuperSebring 2023, che prenderà il via sabato e domenica 11-12 marzo con il Prologue WEC in vista della 1000 km del venerdì successivo. Le vetture del WeatherTech SportsCar Championship torneranno invece in pista giovedì 16 marzo, alle 10.10 AM locali, con le prime libere in funzione della 12 Ore del 18 dello stesso mese.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati dei test di Sebring

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USCC – MSR, back to back a Daytona. Per l’Italia, onori in LM P2 con Bruni primo e AF Corse a podio

A Daytona si è appena conclusa la prima mondiale della nuova classe prototipi, ed il debutto delle nuove LMDh/GTP è stato a dir poco spettacolare, con nove vetture di quattro diversi costruttori a darsi battaglia fino alla bandiera a scacchi.

Alla fine è stato, come da pronostico, uno-due Acura, con il Meyer Shank Racing a ripetere il successo del 2022 con Tom Blomqvist, Simon Pagenaud, Helio Castroneves ed il neoacquisto Colin Braun, ancora una volta davanti al WTR. La gara ha visto una lotta in gran parte equilibrata, con tanti cambiamenti al vertice che hanno coinvolto anche le Cadillac e la Porsche, mentre le BMW sono sembrate le uniche GTP a non potere competere sulla prestazione velocistica.

Importante soprattutto in una gara di 24 ore l’affidabilità, che ha tolto di mezzo le Porsche ed ha rischiato di tenere fuori anche le ARX-06 che dopo la Roar sembravano le vetture da battere. Galeotti i continui rabbocchi di olio motore e la quantità di soste della macchina vincitrice, ben 36 contro le 27, 29 e 31 delle V-LMDh, che completano la top five.

Protagonisti assoluti dei duelli in pista i “soliti” Sebastien Bourdais per il costruttore statunitense e Filipe Albuquerque per l’Acura nerazzurra. Il portoghese, coadiuvato ancora una volta dal team, è riuscito nell’impresa di recuperare due giri nell’ultimo terzo di gara e di combattere per il successo finale, che ancora una volta è sfuggito per un nonnulla, 4”.

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Vittoria realmente al fotofinish invece in LM P2, dove il Proton Competition al debutto nella categoria trionfa sulla linea del traguardo con Gianmaria Bruni, James Allen, Francesco Pizzi e Fred Poordad sulla vettura del Crowdstrike per appena 16 millesimi. L’Oreca gestita da Algarve Pro Racing aveva preso a propria volta il comando nel corso dell’ultima mezz’ora sull’entry residua del TDS, vittima di un testacoda nel duello al vertice.

Niente da fare invece per il PR1 Mathiasen campione in carica della serie, che dopo aver recuperato il giro di svantaggio derivante da una penalità comminata a due terzi di gara. Purtroppo per il team di Bobby Oergel, un testacoda da parte di Nicolas Lapierre nel corso della 23ma ora ha vanificato la rimonta che li vedeva nuovamente in lizza per il successo di categoria Completa il podio l’equipaggio di AF Corse composto da Francois Perrodo, Mathieu Vaxivière, Julien Canal e Nicklas Nielsen.

_PL58349Gara ad eliminazione anche e soprattutto tra le LM P3, con il solo equipaggio dell’AWA, sospinto dal promettente Nicolas Varrone, a terminare a pieni giri. Peccato per il Sean Creech Motorsport, dominatore di gran parte della gara e tradito dal cambio a tre ore dal termine, ma capace comunque di portare a casa la piazza d’onore, seppure staccatissimo, a 12 giri. Chiude il podio il Performance Tech, a 16 tornate.

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Passando alle GT, ancora una volta un equipaggio Pro/Am ha preceduto uno Pro sul traguardo. L’impresa è riuscita allo Heart of Racing, che ha piazzato l’Aston Martin #27 davanti alla Mercedes del WeatherTech Racing, che si è aggiudicata il successo , appunto, tra le Pro.

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Il podio delle Pro si completa con due degli equipaggi che hanno animato la competizione, la Corvette, irriconoscibile, in positivo, rispetto allo scorso anno, e la Lexus del Vasser Sullivan. In GTD, i costruttori britannici monopolizzano il podio con l’altra Vantage del Magnus Racing e la McLaren di Inception Racing. Grande delusione per la Mercedes del Winward Racing, ricostruita dopo il crash di giovedi, che ha dovuto cedere le armi a mezz’ora dal termine, vittima del cedimento della sospensione posteriore sinistra dopo il contatto con la Corvette all’ultimo restart. Nello stesso avvenimento, una carambola innescata dalla Ferrari di AF Corse, lasciando il solo esemplare di Triarsi Competizione a completare la gara.

Si trattava di una prima uscita è vero per la 296 GT3, e forse il BoP specifico di Daytona non ha aiutato sulla prestazione velocistica, ma crediamo che a Maranello e nella sede di Oreca, il partner tecnico che ha sostituto Michelotto ci sarà bisogno di fare il punto prima di affrontare Sebring, circuito come noto ben più impegnativo tecnicamente. Incommentabile, sempre causa BoP, la gara delle tante nuove Porsche 992, che però, al netto di incidenti causati da situazioni di gara, non hanno avuto problemi di affidabilità

E’ tutto da Daytona. L’appuntamento con la massima serie endurance USA è per la 12 ore di Sebring, il 18 marzo.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 61ma Rolex24 at Daytona

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USCC – Il WTR si ricongiunge a due ore dal termine: se la giocano in 4

La rimonta del WTR with Andretti è andata a compimento a tre ore dalla bandiera a scacchi della 61ma Rolex 24 at Daytona. Guidati dal solito Albuquerque super, ma aiutati anche da un paio di Full Course Yellow, l’Acura #10 non solo ha ripreso il giro dei tre battistrada, ma si è portata a contatto delle due Cadillac del Team Ganassi e dell’altra ARX-06 dell’MSR, i quali fin qui si sono ripetutamente scambiati le posizioni a causa delle diverse strategie.

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Le due Porsche invece non sono più un fattore, e non solo la #6 si è fermata in pista dopo aver provato il tutto per tutto per ricongiungersi con i battistrada, ma anche l’altra 963 ha dovuto sottostare ad una nuova sosta ai box per cambiare ancora la batteria. Le due GTP di Stoccarda inseguono da lontano, dietro anche alla V-LMDh dell’Action Express e alla BMW #24, che completano l’attuale top five.

Protagonista della neutralizzazione #9 l’Oreca LM P2 dell’High Class Racing, che picchiava duro in curva 7 con Anders Fjordbach. Nella classe cadetta il PR1 Mathiasen, penalizzato ore prima dopo aver dominato le prime fasi di gara, ha frattanto ripreso il gruppetto dei primi, anche grazie al drive-through comminato al TDS per pit entry violation, generando anche qui un poker di potenziali vincitori che comprende anche il Crowdsrtike by APR e

Dramma invece per il Sean Creech Motorsport, che vede buttare via un successo ormai acquisito nelle LM P3 per colpa dell’attuatore del cambio. Wayne Boyd ora procede in solitario con oltre 20 giri di vantaggio con la Duqueine dell’AWA #17.

Infine in GTD è ancora incertezza, con l’Aston Martin dello Heart Of Racing al comando della categoria, mentre la Corvette, la Lexus del Vasser Sullivan e la Mercedes del WeatherTech Racing sono a contendersi l’alloro tra i Pro.

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Tornando alle GTD, sempre nel giro dei primi anche l’altra Aston del Magnus Racing sospinta dall’ex-campione WEC Nicki Thiim e la Mercedes del Winward Racing, mentre anche la Ferrari #21 è ora attardata ai box, lasciando l’onore del Cavallino alla sola 296 GT3 del Triarsi Competizione, che prosegue in P12 di categoria.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 22 ore di gara

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USCC – A 6 ore dal termine è lotta a tre per il successo finale a Daytona

La battaglia per la vittoria finale a Daytona si è ristretta verosimilmente a tre soli contender. La Porsche #6 che aveva illuso nel corso delle prime ore della domenica è stata costretta a perdere 4 giri ai box per una sosta non prevista seguente ad un testacoda. Paradossalmente l’altra 963 penalizzata nelle primissime fasi di gara procede ora con un ottimo passo ed ha raggiunto la top ten.

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Peggio ancora però è andata alla Cadillac di Action Express, che scivola definitivamente out of contention a causa di un danno alla sospensione che costa 17 giri al team di Denver, NC.

Davanti la lotta per il primato rimane quindi appannaggio solo dell’Acura dell’MSR e delle due Cadillac gestite dal Team Ganassi, con la dorata #01 e l’ARX-06 a scambiarsi ripetutamente la testa della gara a causa delle strategie leggermente sfasate. Quarta piazza per l’Acura del WTR with Andretti, che è riuscita a recuperare non solo la posizione sulla BMW meglio piazzata ma anche uno dei due giri persi durante la notte sui primi.

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Anche la lotta tra le LM P2 a tre quarti di gara è limitata a tre sole vetture, con TDS e Crowdstrike by APR a contatto diretto ed AF Corse a seguire a breve distanza, mentre il trio delle LM P3 continua invece a sgranarsi a favore nuovamente del Sean Creech Motorsport, che ora vanta 2 giri di vantaggio sulla Duqueine AWA #17.

Situazione infine ancora fluida tra le GT. La palma dei migliori a sei ore dalla bandiera a scacchi va all’Aston Martin #27 dello Heart of Racing fra le GTD e alla Mercedes del WeatherTech Racing tra le GTD Pro. Sono comunque ancora sei le vetture ancora nello stesso giro, con la Corvette a contatto della AMG GT3 #79, ora con Jules Gounon al volante.

Tra queste non vi è più la Mercedes del Korthoff Motorsports, costretta ad una lunga sosta per un problema ad un cuscinetto. Peccato anche per la penalità comminata all’Acura NSX GT3 del Racers Edge, che peraltro ha corso diverse ore senza cofano, che costa una tornata a Ryan Briscoe e compagnia.

Da segnalare infine il calvario della Lamborghini delle Iron Dames, costretta nuovamente ai box e ora a 23 giri dal leader. Ultimo ritiro della lista ufficiale che fin qui ammonta a 9 unità su 61 partenti per l’Oreca dell’ERA Motorsport, vincitrice qui tra le LM P2 nel 2021.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo diciotto ore di gara

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USCC – Problemi per le Acura: dopo 15 ore è lotta Porsche-Cadillac

La rimonta operata dal MSR si è schiantata contro problemi tecnici ancora non meglio specificati che hanno comportato rabbocchi di olio motore non solo all’Acura #60 ma anche e soprattutto alla vettura gemella del WTR with Andretti. Quest’ultima perdeva due giri in altrettante soste e, complice una lunga Full Course Yellow l’ottava della gara, per recuperare l’Aston Martin del TGM, nelle gomme del Western Horseshoe al termine della quindicesima ora di gara, tornava al comando una Porsche con Nick Tandy, inseguita da presso dalle tre Cadillac.

Al restart, Sebastien Bourdais da terzo innescava una delle sue classiche rimonte e, dopo aver perso per un attimo la posizione a favore di Pipo Derani, superava di slancio sia l’altra V-LMDh del compagno di squadra Alex Lynn che la Porsche di testa, che pure cedeva al britannico la seconda piazza.

Filipe Albuquerque dal canto suo, pure optando per non rifornire (l’altra Acura fin qui ha approfittato di ogni minima interruzione per rabboccare carburante) non riusciva a recuperare il giro sui battistrada.

Battaglia senza esclusione di colpi anche fra le LM P2, con l’Oreca del PR1 Mathiasen che cedeva il comando prima a Job van Uitert sulla vettura residua del TDS, il quale a sua volta doveva al neoacquisto Ferrari Hypercar, Nicklas Nielsen, sulla entry di AF Corse.

La FCY però rimescolava ulteriormente le carte in tavola e al termine delle soste era Ben Hanley a condurre la categoria con la macchina schierata dal Crowdstrike by APR su Josh Pierson del TDS e Mathieu Vaxivière, subentrato a Nielsen, per AF Corse. Purtroppo per il Proton Competition lo stint di Fred Poordad la lasciato l’Oreca #55 portata al top da James Allen e Gianmaria Bruni retrocedere a 3 giri di ritardi dai primi.

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Cambio della guardia anche tra le LM P3, con Wayne Boyd ad ereditare la leadership temporanea dal Sean Creech Motorsport nella tradizionale gara ad eliminazione dei prototipi entry level grazie alle strategie. A proposito di ciò, anche la Ligier dell’Andretti Autosport era costretta al ritiro, lasciando in pista solo sei vetture, di cui due attardatissime.

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Tra le GT infine, ci sono nuovamente le Mercedes davanti a tutti nelle due categorie; tra le GTD è quella del Winward Racing, ricordiamo presente con un telaio nuovo dopo l’incidente di due giorni fa, che vanta un vantaggio minimo sull’Aston Martin #27, mentre tra le GTD Pro il vincitore della 24 ore di Spa, Daniel Juncadella, pare gestire agevolmente per ora il gap sulla Lexus di Jack Hawsworth e sulla rientrante Corvette di Tommy Milner, ripresasi dopo la foratura nelle prime ore della notte.

Da segnalare le diverse penalità che hanno colpito la Mercedes del Team Korthoff, ora P3 tra le GTD, cosí come la BMW di Bill Auberlen e la Ferrari di AF Corse, ritenuta colpevole del contatto con l’altra M4 GT3 del Turner Motorsport. La 296 GT3 #21 è la meglio piazzata delle GT del Cavallino, con la sua P10 in GTD. L’altro esemplare ancora in gara del Triarsi Competizione naviga invece in P14 nonostante l’apporto di Alessio Rovera ed Andrea Bertolini.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo quindici ore di gara

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USCC – L’Acura dell’MSR di nuovo in testa alla metà gara

Il gap sostenuto dall’Acura del Meyer Shank Racing a seguito del testacoda di Helio Castroneves nel corso della settima ora è stato recuperato e alla metà della percorrenza è di nuovo l’ARX-06 #60 a condurre sul resto delle GTP, che nel frattempo si è ricompattato nello stesso giro, escluse ovviamente la BMW #25 e la Porsche #7, attardate da tempo.

Una penalità per la Cadillac #01 ed un testacoda per la #02 hanno riportato nel ruolo di maggiore inseguitrice la V-LMDh dell’Action Express, anche se il vantaggio accumulato da Colin Braun e Simon Pagenaud andrà a dissolversi per la settima Full Course Yellow, causata dalla Ligier LM P3 dell’MRS GT-Racing, col posteriore a fuoco poco dopo lo scadere della dodicesima ora di gara.

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Anche l’inseguimento del Proton Competition è andato a buon fine e ora è James Allen a primeggiare tra le LM P2 e sulla vettura del PR1 Mathiasen. Terza forza l’Oreca di AF Corse, a pieni giri come la #35 del TDS e la #51 del Rick Ware Racing.

Tra le LM P3 Nico Pino e Joao Barbosa hanno provveduto a mantenere il vantaggio acquisito per il Sean Creech Motorsport;  la Ligier dell’Andretti Autosport, attardata nell’ottavo di gara precedente, è in rimonta sui due giri di ritardo accumulati e procede in P4.

L’alternanza infine fra le tante GT vede ora davanti a tutti in solitaria l’Aston Martin iscritta in GTD Pro dallo Heart of Racing, dopo la foratura sostenuta dalla Corvette di Jordan Taylor ed il drive-through assegnato alla Mercedes del WeatherTech Racing. Il podio virtuale della categoria è completato dalla Lexus del Vasser Sullivan e dalla Lamborghini di Iron Lynx.

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Nel mezzo, le migliori degli equipaggi Pro/Am, capeggiati sempre dalla Mercedes del Korthoff Motorsport di Kenton Koch e Maxi Goetz e dalla McLaren di Inception Racing; a seguire l’altra Aston gestita dal Team Seattle e l’AMG GT3 del Winward Racing.

Frattanto, dopo la sosta di 18 giri sostenuta dalla Ferrari di Risi Competizione, è arrivato anche il ritiro per la 296 GT3 del team di Houston, qui secondi lo scorso anno con la rodata 488 GT3, a causa di una defaillance al fondo vettura dopo il contatto con una Lamborghini.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo dodici ore di gara

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USCC – Dopo 9 ore, sempre nuove alternanze al comando a Daytona

Questa prima uscita delle GTP a Daytona si sta rivelando come da previsioni qualcosa di unico e foriera di un grande futuro per la categoria nel WeatherTech SportsCar Championship. Nel corso terzo ottavo di gara infatti sono continuate le alternanze alla testa della gara.

In questa fase sono state protagoniste le Cadillac, con Pipo Derani che ha approfittato di un errore da parte di Helio Castroneves che, a gomme fredde, si girava in occasione del restart successivo al crash dell’Oreca #11 del TDS  in curva 1, perdendo contatto dalla testa della gara, pur mantenendo il giro dei primi.

I pneumatici infatti, come confermato da diversi driver, saranno sempre più un fattore in questa Rolex24, a causa delle limitazioni imposte dall’IMSA per la categoria, che costringeranno praticamente tutte le GTP a doppi stint, similmente al WEC, nel tentativo di risparmiare più gomme possibili per il finale di gara.

In seguito è stata la volta della #02 di Richard Westbrook di prendere la testa della gara, ed infine la #01, che ha approfittato di una nuova Full Course Yellow chiamata in causa per una pila di gomme terminata in pista e delle relative soste. Dietro la Cadillac dorata però è risalita l’Acura dell’MSR, che col polesitter Tom Blomqvist ha riguadagnato terreno, mentre l’altra ARX-06 del WTR withe Andretti è stata costretta ad un drive-through per essere ripartita con equipaggiamento attaccato. Continua frattanto il calvario della BMW #25, la cui gara ormai è scesa a livello di test.

Nelle LM P2 il PR1 Mathiasen ha definitivamente scoperto le carte e, una volta esaurito il doppio stint di Ben Keating, ha messo Alex Quinn al volante dell’Oreca #52. Il giovane inglese precede l’unità superstite del TDS e la vettura del Proton Competition, spinta da Gianmaria Bruni a contatto del podio.

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I problemi dell’Andretti Autosport sono dal canto loro diventati la fortuna del Sean Creech Motorsport, che ha riconquistato la testa delle LM P3. Nico Pino e c. devono ora vedersela con il FastMD Racing e l’MRS-GT Racing, uniche vetture ancora a pieni giri.

Sempre accesa infine la lotta fra le GT, che vede nuovamente in contention tra le GTD Pro anche la Lexus del Vasser Sullivan con la Mercedes del WeatherTech Racing dei factory drivers della stella a tre punte, la Corvette e l’Aston Martin dello Heart of Racing. La Ferrari del Risi Competizione, che fino alla nona ora aveva mantenuto una dignitosa quinta piazza nonostante un giro più veloce di quasi 1” inferiore alla concorrenza, è ora ferma ai box.

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Tra le GTD, emerge ora l’Acura del Racers Edge with WTR con l’ex-IndyCar Ryan Briscoe sulle Mercedes di Winward Racing e Korthoff Motorsport. L’altra AMG GT3 del SunEnergy1 dal canto suo è ferma ai box per problemi di raffreddamento. Ferma lungo la pista in curva 2 infine una delle nuove Porsche 992, la #92 del Keellymoss with Riley, che però non è stata il trigger della nuova neutralizzazione, la sesta della gara finora, alimentata dalla Duqueine LM P3 del JDC-Miller con Tijmen van der Helm, out in curva 1.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo nove ore di gara

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USCC – Acura al top mentre altri due contender perdono contatto

Le due Acura sembrano aver preso definitivamente il comando delle operazioni nella prima frazione notturna di questa Rolex24 at Daytona. Le due ARX-06 dell’MSR e del WTR with Andretti si sono infatti scambiate la prima posizione nel corso della quinta e sesta ora, complice anche la penalità inflitta al team campione, rea di aver provocato indirettamente l’incidente che ha penalizzato la Cadillac #01.

Simon Pagenaud ha infatti toccato l’Oreca del Tower Motorsports, causando lo spin di John Farano proprio mentre stava transitando Scott Dixon sulla V-LMDh color oro. A seguire il contatto con la Duqueine #13 dell’AWA che seguiva da presso e la necessaria riparazione al box del posteriore della Cadillac GTP, che ora insegue con un giro di svantaggio.

Problemi ancora maggiori in casa Porsche, con la 963 #7 costretta ad una sosta ai box per problemi elettrici. Dopo aver sostituito il gruppo batterie, ora il prototipo che era stato anche brevemente al comando insegue a 20 giri dai battistrada.

Tra le LM P2 sono ora le due Oreca del TDS a dettare il ritmo, con i due olandesi Rinus VeeKay e Job Van Uitert, insieme all’inesorabile PR1 Mathiasen. Il leader provvisorio peró proprio poco dopo lo scadere del quatro di gara usciva fuori dall’insidiosa turn 7 e riportava una nuova neutralizzazione che rimescolerà nuovamente le carte.

Da segnalare anche la lunga penalità (3’20″) inflitta alla vettura dell’Era Motorsport per sorpasso scorretto in regime di bandiere gialle, che la pone ora a quattro giri dal leader.

Si sta invece definendo un vero e proprio dominio in LM P3 da parte dell’Andretti Autosport, dopo un inconveniente occorso al Sean Creech Motorsport, che ora insegue ad un giro dal leader Rasmus Lindh.

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Frattanto prosegue la lotta fra Mercedes ed Aston Martin tra le GT, al momento a vantaggio di queste ultime, che conducono con i due factory driver Ross Gunn e Marco Sorensen in GTD Pro e GTD. A seguire da presso le due AMG GT3 del Korthoff Motorsports e del WeatherTech Racing (Pro). A contatto anche l’unica Corvette presente, mentre la migliore delle Ferrari continua ad essere quella del Risi Competizione, ora scesa in sesta posizione fra le GTD Pro.

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Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo sei ore di gara

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USCC – Le GTP danno spettacolo nel primo sesto di gara. Cetilar ko

E’ finalmente iniziata l’era delle LMDh/GTP nel WeatherTech SportsCar Championship con lo start della Rolex24 at Daytona. La battaglia non si è fatta attendere e dopo quattro ore di gara otto delle nove vetture iscritte alla top class sono ancora in condizioni di lottare per il successo. Un paio di inevitabili defaillance hanno colpito la Porsche #7, la quale ha necessitato di un restart, e soprattutto la BMW #25, a lungo ferma ai box dopo la prima ora di gara e definitivamente fuori dai giochi.

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Davanti sono state l’Acura dell’MSR partita dalla pole position conquistata al termine della Roar e la Cadillac #01, che ha preso il comando della gara al termine della terza ora dopo il restart per la lunga Full Course Yellow dovuta allo stop della Lamborghini dell’NTE all’uscita di curva 1. Colin Braun ha poi ripreso il comando grazie anche al riavvicinamento generato dalla terza FCY della giornata e dopo quattro ore di gara conduce a distanza ravvicinata sulle due Porsche di Mathieu Jaminet e Matt Campbell.

Tra le LM P2, subito un problema per una delle favorite, l’Oreca del Tower Motorsport, costretta ai box per 10 giri a causa del versamento di liquidi sulla centralina, è il PR1 Mathiasen a menare inizialmente le danze. per poi cedere il comando prima all’ERA Motorsport e poi alla entry del Crowdstrike by APR fino al nuovo giro di pit.

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Ad ogni modo sono ancora sei le vetture a pieni giri nella categoria cadetta, mentre al contrario nelle LM P3 è lotta ravvicinata fra quattro macchine, con la Ligier LM P3 del Sean Creech Motorsport davanti col veteranissimo Joao Barbosa, dopo che la capolista Riley ha dovuto gettare la spugna col motore ko.

Fuori gara anche una delle nuove Ferrari 296 GT3, quella del Cetilar Racing, vittima di un problema al fondo già durante la prima ora di gara. Davanti le Mercedes continuano a mostrare un passo vincente anche in gara, ma dopo 240’, in attesa della sua quarta sosta, c’è la Corvette iscritta tra le Pro con Jordan Taylor, che precede a sua volta le due AMG GT3 del Team Korthoff, capace di riprendersi dopo un contatto con una delle Porsche GTP, e del Winward Racing.

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Ricordiamo che la squadra texana schiera un telaio nuovo dopo essere partita dal fondo dello schieramento. A seguire le tre Aston Martin, mentre la palma del migliore tra le tre Ferrari rimaste va all’esemplare di Risi Competizione, stabile P4 tra le GTD Pro.

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Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo quattro ore di gara

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USCC – JJ-Rocky-Button gli all star per il Garage 56 a Le Mans! Niente più SuperSebring

Presentata oggi nell’ambito della 61ma Rolex24 at Daytona alla presenza dei boss IMSA ed Hendrick Motorsports, la line-up stellare della Chevrolet NASCAR NextGen modificata che parteciperà alla prossima 24 Ore di Le Mans sotto l’egida del Garage 56, la particolare entry extra destinata all’innovazione tecnologica.

Sulla Camaro ZL1 modificata saliranno il sette volte campione NASCAR Cup Series Jimmie Johnson, il vincitore di Le Mans 2010 Mike Rockenfeller ed il campione del mondo di F1 2009 Jenson Button. Quest’ultimo non ha ancora testato la vettura, ed approfitterà della sessione di test specifica, aperta ai media, organizzata per martedí 31 gennaio proprio qui a Daytona.

Ricordiamo che la squadra diretta da Rick Hendrick e Jeff Gordon ha conquistato 14 titoli NASCAR, mentre per “Rocky” sarà l’undicesima partecipazione alla classica della Sarthe. Button infine ha già partecipato alla 24 Ore di Le Mans nel 2018 sulla BR1-AER LM P1 dell’SMP Racing, non giungendo però al traguardo.

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Frattanto nella conferenza stampa congiunta IMSA/ACO tenutasi ieri, il Presidente dell’Automobile Club de l’Ouest, Pierre Fillon, ha riconosciuto ciò che su queste pagine avevamo affermato da tempo, vale a dire che la SuperSebring cosí come l’abbiamo vissuta nel 2019, 2022 e come verrà gestita di qui a due mesi dovrà cambiare formato.

Fillon ha affermato che “il WEC deve correre negli States e che bisogna definire un nuovo progetto congiunto insieme all’IMSA”, ma anche che “l’attuale formula che prevede la gara del WEC il venerdí e la 12 ore del WeatherTech SportsCar Championship il sabato non è più percorribile, anche se va riconosciuto che Sebring fin qui ha offerto grandi vantaggi dal punto di vista logistico, grazie alle sue due pitlane separate, ma che comunque l’attuale format non è gradito da costruttori e sponsors.”

Atteso che il Qatar diventerà la sede del season opener 2024, prologo compreso, si attende solo la conferma che il WEC correrà in una nuova venue, probabilmente Indianapolis, dove quest’anno l’endurance USA ritornerà a metà settembre con una gara standard di 2h40, anche se sicuramente non potrà essere marzo.

Ricordiamo che in precedenza le due serie hanno condiviso il Circuit Of The Americas nel periodo 2013-2017 organizzando congiuntamente la cosiddetta “Lone Star Le Mans”, la venue texana è inoltre venuta in soccorso della serie mondiale anche nel 2020, sostituendo all’ultimo momento la 6 ore di San Paolo.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo