La 8 Ore del Bahrain, atto finale della Season 8 del WEC, si sta svolgendo come da copione per le Toyota. Dopo la green flag sventolata dai due esponenti uscenti della grande famiglia del WEC il CEO Gerard Neveu, e l’addetta stampa Fiona Miller, le due TS050-Hybrid hanno preso il largo in scioltezza.
La grande delusa di Le Mans, la #7 di Mike Conway, Kamui Kobayashi e Josè Maria Lopez ha fin qui sempre condotto su Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Kazuli Nakajima, con un distacco che ha anche superato il minuto ma che dopo la metà gara si è notevolmente ridotto, a causa dell’intervento della safety car.
La vettura di servizio è stata chiamata in causa per i detriti lasciati dal contatto tra la Ferrari di Daniel Serra e la Porsche Project 1 di Egidio Perfetti, che ha comportato l’unica lunga sosta ai box della gara per consentire ai meccanici di AF Corse di sistemare la parte posteriore sinistra della 488 GTE Evo #51, ritenuta poi incredibilmente anche colpevole del contatto da parte della direzione gara, con uno Stop&Go + 10″.
Dietro le due TS050-Hybrid, qui alla gara di addio, è stata lotta al coltello nelle altre tre classi, a partire dalla LM P2, che inizialmente ha visto i dominio dei neocampioni di United Autosports. Per una volta però ci sono stati diversi errori da parte di crew ed equipaggio dell’Oreca #22, a partire da una lunga seconda sosta che ha comportato la perdita della leadership da parte di Phil Hanson subentrato allo starter Paul di Resta.
Hanson poi, dopo aver concretizzato una notevole rimonta, si è girato al termine della terza ora, lasciando spazio alla vettura del Jackie Chan Dc Racing di Gabriel Aubry. Alla metà gara infine, il sempre corretto Filipe Albuquerque è stato considerato reo di aver chiuso all’entrata della pitlane l’altra Oreca Jota, costringendo ora l’equipe angloamericana ad inseguire, con il Jackie Chan e l’Alpine Signatech a scambiarsi la leadership grazie alle diverse strategie.
In GTE-Pro si è invece subito profilato un dominio da parte delle due Porsche, con Kevin Estre partito dalla pole ad un certo punto raggiunto da Gianmaria Bruni sull’altra 911 RSR-19. Il pericolo maggiore alla leadership della #92, l’Aston Martin del “Dane Train”, nonchè capolista in classifica generale, è stata costretta ad una lunga sosta, 90” circa, all’inizio della quinta ora ed è ora costretta ad inseguire.
Peccato come accennato poco sopra, per la Ferrari #51, che ancora una volta stava superando le aspettative con Serra e Calado, ma che ora chiude mestamente la classifica, distanziata di tre giri dai leader.
Ma la lotta più avvincente è stata sicuramente in GTE-Am, dove le Aston Martin hanno dato spettacolo sin dallo start, con Salih Yoluc e la capolista #90 del TF Sport a superare il polesitter sulla linea di partenza Paul Dalla Lana. Il gentleman canadese tentava presto il controsorpasso, ma con esito negativo, girandosi in curva 1 e perdendo momentaneamente il contatto dal vertice.
Presto sono emerse anche le Porsche, specialmente quelle del Project 1, che con Ben Keating hanno scalato la classifica, anche con le cattive, per poi cedere nuovamente alle due Vantage, grazie alla spinta imposta dai factory driver del marchio britannico, Ross Gunn e Johnny Adam.
Le speranze di titolo della Ferrari AF Corse #83 sono ora assai ridotte a causa del drive-through assegnato dalla direzione gara per track limits, ma a difendere i colori del Cavallino ci hanno pensato Bonamy Grimes con la 488 del Red River Sport nelle fasi iniziali e poi Giancarlo Fisichella, che ha portato la argentea #54 di Spirit of Race al comando provvisorio della categoria.
Piero Lonardo
La classifica alla quinta ora di gara
Foto: WEC