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USCC – Rolex 24: Testa a testa WTR/Ganassi. AF Corse incanta in GTD a 6 ore dalla fine

La prima mattinata della Rolex 24 at Daytona vede tre ore di corsa quasi totalmente libera; l’unica Full Course Yellow, la numero 9, all’inizio della 17ma ora per l’ennesima uscita di strada dell’Oreca LM P2 del PR1 Mathiasen, ricompatta però nuovamente i major contender. Sono infatti ben quattro su cinque le classi ancora più che incerte a tre quarti di gara.

Davanti Helio Castroneves e la Acura del WTR approfittano della sosta in regime di neutralizzazione per portarsi davanti alla Cadillac del Team Ganassi. Il brasiliano prima ed Alexander Rossi poi riescono a creare e mantenere un cuscino di sicurezza di circa 6” sulla DPI V.R #01.

Sempre nello stesso giro dopo 18 ore Felipe Nasr, che riesce a completare il sorpasso che vale il podio sull’Acura dell’MSR, in P4 davanti alla Cadillac #48 ora nelle mani di Simon Pagenaud. La Mazda nel frattempo ha recuperato anche il secondo dei tre giri di distacco sostenuti ad inizio gara e potrebbe presto aggregarsi al trenino delle vetture a pieni giri; trenino che però, poco dopo lo scadere delle -6 ore al termine, perde proprio la Cadillac #31, vittima di un problema al cambio e costretta ad una apparente lunga sosta.

Tra le LM P2, la lotta è ancora lotta a due fra Tower Motorsport ed ERA Motorsport, con Mathieu Vaxivière e Gabriel Aubry capaci di gestire un vantaggio minimo sugli avversari. Staccata di un giro l’altra Oreca del DragonSpeed nonostante le prodezze di Christopher Mies, al debutto fra i prototipi, ed i giovani leoni Devlin De Francesco e Fabien Schiller.

Da segnalare infine il ritorno in pista della Dallara del Cetilar Racing dopo oltre due ore di sosta per riparare il cambio, ma mettendo da parte per un momento la sfortuna, è comunque importante terminare la prima sortita nella serie IMSA della compagine tricolore.

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In GTLM le Corvette sono tornate a menare le danze: L’impressione è che le C8.R, che devono “vendicare” il debutto non proprio esaltante dello scorso anno, siano assolutamente in controllo sul resto della concorrenza, anche se i driver della Rossa del Risi Competizione non si stanno assolutamente risparmiando e le BMW sono lontane parenti di quelle viste durante la Roar, nonostante i 20 kg extra assegnati dal BoP.

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Avvincente invece la battaglia in GTD che vede protagoniste le due Mercedes di Winward Racing e Sun Energy 1 e la Ferrari di AF Corse. Farà discutere il contatto, non sanzionato dalla direzione gara, da parte di Maro Engel sulla 488 GT3 di Daniel Serra. Il pilota brasiliano comunque si riprenderà la testa della categoria sul factory driver della stella a tre punte, mentre l’altra AMG GT3 scivolerà in P6 a causa di un lungo di Kenny Habul, il quale viene superato anche dalla Lamborghini del Paul Miller Racing e dalle due Porsche di Wright Motorsports e Pfaff Motorsports.

Immutata infine la leadership della Ligier del Riley Motorsports grazie soprattutto all’effort dei due driver ex-indyCar, Oliver Askew e Spencer Pigot.

Piero Lonardo

La classifica alla diciottesima ora di gara

Foto: IMSA, Ferrari Races, Corvette

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USCC – Rolex 24: Ganassi torna al comando all’alba. BMW all’assalto in GTLM. Cetilar, peccato

Le ultime fasi nella notte della Costa Est vanno ad esaurirsi in quel di Daytona. Davanti, l’Acura del WTR è inseguita da presso da una muta di Cadillac guidata dalle due Action Express di Mike Rockenfeller e Chase Elliott e dalla #01 del Team Ganassi.

Purtroppo per quest’ultima, una disattenzione del deb Kevin Magnussen al pit costa uno Stop+20” per velocità eccessiva, ma il giro di ritardo viene prontamente recuperato grazie alla Full Course Yellow numero 7, generata da un contatto fra l’Oreca LM P2 di Nicolas Lapierre e la Ligier LM P3 del Perrformance Tech di Ayrton Ori. In tanti approfittano della sosta per i piccoli lavori di metà gara, in primis la sostituzione dei freni, come lo stesso WTR, imitato tra gli altri anche dalla Ferrari di Alessandro Pier Guidi.

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La leadership passa quindi all’ex-Audi, che ha il suo daffare a contenere Felipe Nasr, subentrato sulla vettura gemella, che passa al comando per poi lasciare il sedile a Mike Conway. A dirimere la questione ci pensa l’ennesima neutralizzazione, generata dai detriti trascinati in pista dalla Porsche di Kevin Estre, che livella nuovamente i distacchi e permette a Renger van der Zande, ora al volante della DPi V.R #01, di riconquistare il comando mentre l’alba va a fare capolino sullo Spedway.

Kobayashi, subentrato a “Rocky”, poco dopo la scadenza della 15ma ora cercherà di riprendersi la posizione senza successo, anzi terminando lungo in T1, lasciando spazio alle due Acura.

Cocente delusione per i nostri colori a seguito dei problemi al cambio della Dallara Cetilar, a lungo al comando delle LM P2. La lunghissima sosta, ancora in corso, vede il team impegnato a ritornare in pista nonostante il distacco ormai incolmabile.

La categoria torna quindi a parlare francese con Gabriel Aubry e Paul-Loup Chatin e le Oreca di Tower Motorsport, unica a pieni giri, e ERA Motorsport. Nel mezzo, Devlin de Francesco con la #91 del DragonSpeed. L’altra Oreca del WIN Autosport è ora lontana per colpa di un contatto con l’Audi del’NTE Sport.

Cambio della guardia in GTLM, con la BMW #25 ad approfittare delle diverse strategie e prendere cosi il comando sulle due Corvette, che inseguono da presso. Sempre P4 per la Ferrari Risi, ora con James Calado.

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Spencer Pigot ed il Riley Motorsport sono gli unici che possono perdere nella gara delle LM P3. La Ligier #74 conduce infatti indisturbata con 5 giri di vantaggio sulle vetture di Sean Creech Motorsport e Muehlner Motorsports, quest’ultima attardata da una penalizzazione di Stop+60” per lavori non consentiti ai box.

In GTD infine, sono ancora le Mercedes al top con Philip Ellis e Raffaele Marciello, anche se le diverse strategie portano in alternanza al comando la Ferrari di AF Corse. La categoria ha perso definitivamente entrambe le Lamborghini del GRT Grasser, dominatrici delle ultime edizioni, afflitte da problemi meccanici di varia natura.

Piero Lonardo

La classifica alla quindicesima ora di gara

Foto: IMSA

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USCC – Rolex 24: Il WTR scopre le carte. Cetilar leader LM P2 a metà gara

La tarda serata della Florida porta presto un paio di colpi di scena, ed entrambi vedono protagonista uno dei top contender, la Cadillac del JDC/Mustang Sampling. Al termine della sesta ora di gara, Loic Duval viene “pescato” in fase di sorpasso prima dello start, susseguente una Full Course Yellow chiamata dalla direzione gara per la Lamborghini #19 del GRT Grasser ferma lungo il circuito.

Non fosse bastato, Tristan Vautier, subentrato al vincitore di Le Mans 2013, all’inizio della decima ora di gara veniva a trovarsi in contatto con la Porsche del Wright Motorsports, a sua volta coinvolta in un altro contatto. Ne seguiva una sosta pressochè eterna che pone la Cadillac #5 fuori dalla lotta per la vittoria, mentre la Porsche azzurra se la cava con un giro di ritardo. Ulteriore ritardo anche per la Mazda, costretta al cambio della parte posteriore che costa tre giri dai primi.

Davanti la lotta è fra la Cadillac #48 dell’Action Express, risalita grazie ad un Kamui Kobayashi alla ricerca di un clamoroso “threepeat”, e quella del Team Ganassi, sospinta da un apporto corale dell’equipaggio composto da Scott Dixon, Renger van der Zande e Kevin Magnussen. A sconvolgere i piani delle DPi V.R ci pensa però Frankie Montecalvo, che all’inizio dell’undicesima ora si ferma con la sua Lexus, già attardata in quanto gravata da problemi tecnici nelle prime fasi di gara, al Bus Stop.

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Al termine dell’inevitabile Full Course Yellow, la sesta finora, è Filipe Albuquerque a transitare davanti a tutti con l’Acura del WTR. Il portoghese alla metà gara mantiene un cuscino di sicurezza su Mike Rockenfeller e Magnussen. Non lontane anche la Cadillac #31, ora con Chase Elliott al volante e l’altra ARX-05 dell’MSR.

Tra le LM P2, dopo una serie di duelli tra le Oreca di WIN Autosport e Tower Motosport, è la Dallara Cetilar ad emergere. La crew tutta italiana composta da Giorgio Sernagiotto, Roberto Lacorte, Andrea Belicchi ed Antonio Fuoco è stata capace di rimontare la penalità inflitta dopo tre ore di gara per una infrazione al pit e ora conduce con quasi mezzo secondo di vantaggio su Mathieu Vaxivière, ora al volante dell’Oreca #8.

Da segnalare l’ennesimo lungo stop per l’Oreca favoritissima del PR1 Mathiasen, che prosegue staccatissima a 24 giri.

In GTLM continua il dominio delle due Corvette, con la #4 sempre davanti alla #3 e la Ferrari Risi a sandwich tra le due BMW. Tutte e cinque le vetture sono ancora nello stesso giro, mentre la Porsche vittima del clamoroso crash al via segue a 12 giri di ritardo.

Cambio della guardia invece in LM P3, con la Ligier del Riley Motorsports a riprendersi la leadership sulla Duqueine del Muehlner Motorsports, ora totalmente in contention dopo il contatto fratricida al via, ancorchè distanziata di tre tornate. Terza forza la Ligier del Sean Creech Motorsports a quattro giri, ritardata anche da una penalità per lavori non autorizzati in pitlane.

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In GTD infine, un nuovo effort da parte di Matteo Cressoni e Daniel Serra ha rimesso al comando per lungo tempo la Ferrari AF Corse. Alla metà gara però è la Mercedes del SunEnergy1 a precedere la Rossa #21 con circa 25” di vantaggio. A seguire l’altra AMG GT3 del Winward Racing.

Piero Lonardo

La classifica alla dodicesima ora di gara

Foto: IMSA, Cetilar Racing, Ferrari Races

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USCC – Rolex 24: Ad un quarto di gara, sono gli assi IndyCar a menare le danze

La notte è calata prepotentemente sullo speedway di Daytona, teatro della Rolex 24, e come da tradizione, è la volta degli assi dell’IndyCar di prendere il volante.

Il secondo ottavo di gara, che è stato caratterizzato dall’assenza di neutralizzazioni dopo le tante interruzioni dei primi 180’, ha visto lottare per la testa della gara Sebastien Bourdais e Scott Dixon al volante delle due Cadillac di JDC/Mustang Sampling e team Ganassi.

In un paio di occasioni i due si sono scambiati la leadership, complice anche un ciclo di pit-stop leggermente a vantaggio della DPi V.R #01, ma al quarto di gara è il quattro volte campione ChampCar a menare le danze con oltre 10” di vantaggio sul campione in carica della più importante serie di monoposto USA.

La terza forza è rappresentata dal WTR, con un altro campione al volante, Helio Castroneves, che a sua volta precede la Cadillac dell’Action Express #48, riportata a ridosso dei primi da Simon Pagenaud e Mike Rockenfeller, ultima vettura a pieni giri. Mike Coway e Pipo Derani infine, hanno avuto il loro daffare a riportare in P5 la #31, mattatrice delle prime fasi di gara, dopo il disastroso stint di Chase Elliott.

Qualche problema infine anche per l’Acura dell’MSR, protagonista di un contatto con la BMW M8 di Philipp Eng, non sanzionato dalla direzione gara, che chiude le liste delle sette protagoniste della categoria top, alle spalle della Mazda.

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Tra le LM P2, dopo lo splendido turno di guida da parte di Paul-Loup Chatin, è toccato alla vettura #11 del WIN Autosport ereditare la leadership di categoria. La vettura del PR1 Mathiasen, che con Nicolas Lapierre si era riportata anche temporaneamente al comando, ha dovuto subire una lunga sosta, e ora il ruolo di inseguitore è ripassato alla #82 del DragonSpeed, seppur distanziata da un giro, con la Dallara Cetilar nuovamente in P4 a due giri.

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A seguire le GTLM, con le due Corvette a condurre, nonostante un errore da parte di Nick Tandy, che in seguito riprenderà il comando sull’altra C8.R guidata da Jordan Taylor. Tutte le vetture a parte la Porsche del WeatherTech Racing, incolpevole protagonista dell’incidente al via, sono racchiuse nello spazio di 30”.

Tra le LM P3 Scott Andrews sulla Ligier #74 del Riley Motorsports vanta già uno e due giri di vantaggio rispettivamente sulle vetture del Sean Creech Motorsport e sulla Duqueine #6 del Muehlner Motorsports, ripresasi dopo il contatto nelle primissime fasi di gara nelle mani dello specialista Laurents Horr.

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Nelle GTD infine, ancora Matteo Cressoni protagonista con la Ferrari AF Corse, ma il diverso ciclo di pit premia momentaneamente la Porsche del Wright Motorsports, al top con Klaus Bachler, sulla Lamborghini del Paul Miller Racing e la Aston Martin dello Heart of Racing. In evidenza anche la Mercedes del Winward Racing, temporaneamente in testa, mentre una piccola disavventura è occorsa ai box al veteranissimo Bill Auberlen, che ai box si portava dietro il bocchettone del carburante alla sua BMW. Sono comunque ancora otto le vetture nello stesso giro dei battistrada.

Da segnalare infine il forfait definitivo anche di un’altra Oreca LM P2, quella dell’High Class Racing che schierava, tra gli altri, Robert Kubica.

Piero Lonardo

La classifica dopo la sesta ora di gara

Foto: IMSA, Corvette, Porsche

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USCC – Rolex 24: Dopo tre ore, le Cadillac resistono all’attacco del WTR

Dopo un’ora di corsa praticamente libera, le due ore successive della Rolex 24 at Daytona sono state invece frammentate da ben tre interruzioni, che hanno limitato l’azione in pista.

Poco dopo lo scadere della prima ora, Rob Hodes con l’Oreca LM P2 #81 del DragonSpeed centrava le barriere a protezione all’uscita della prima curva, provocando la seconda Full Course Yellow della gara per recuperare i detriti in pista.

La neutralizzazione si protraeva per ben 35’, permettendo una seconda sosta ai box in perfetta tranquillità per tutto il lotto, che però tre prototipi, l’Acura DPi di Dane Cameron, la Mazda di Oliver Jarvis e l’Oreca LM P2 di Dennis Anderson dovevano anticipare per mancanza di carburante prima dell’apertura ufficiale della pitlane.

Della lunga caution ne approfittava la Dallara Cetilar, che passava al comando delle LM P2 con Antonio Fuoco ora al volante.

Il regime di corda libera durava però poco, giusto il tempo per Renger van der Zande e la Cadillac Ganassi di passare al comando su Felipe Nasr, che Frits van Eerd terminava nelle gomme a protezione della Bus Stop chicane con l’Oreca del Racing Team Nederland. La vettura, gestita in pista dal TDS, apre la lista dei ritiri insieme all’altra Oreca del DragonSpeed.

La caution in questo caso non durava a lungo, ma ancora dopo 22’ nel corso della terza ora di gara, dopo che la luce del giorno aveva già ceduto ai riflettori, James Calado con una manovra forse un po’ troppo irruenta trascinava l’incolpevole Rasmus Lindh, che fino a quel momento conduceva la LM P3 sulla Ligier del Performance Tech sulle gomme della Bus Stop.

Inevitabile la quarta neutralizzazione di questo primo tormentato ottavo di gara, con un drive-through assegnato alla Ferrari #62 ed una lunga sosta in vista per il prototipo.

Tempo utile quindi per un ulteriore passaggio ai box per le vetture di testa, e dello stop questa volta ne approfittava Tristan Vautier, subentrato a Duval sulla Cadillac del JDC/Mustang Sampling, il quale superava Ricky Taylor portandosi al comando con 3” di vantaggio sulla Acura #10. A seguire le altre due DPi V.R di Kevin Magnussen e Simon Pagenaud, che a sua volta ha ricevuto il volante dall’asso NASCAR Jimmie Johnson. A chiudere il settebello delle DPi, l’altro campione delle stock, Chase Elliott sulla vettura che ha condotto le prime fasi.

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Tra le LM P2, è ora il momento di Paul-Loup Chatin sulla #18 del ERA Motorsport sulle altre due Oreca di Ben Keating e Tim Buret. La Dallara Cetilar, ora affidata ad Andrea Belicchi procede in P5 dopo una penalità ai box, mentre la classifica delle LM P3 è invece guidata ora dall’asso della categoria Wayne Boyd con la vettura del Sean Creech Motorsport condivisa, tra gli altri, con il tre volte vincitore assoluto Joao Barbosa.

Davanti ai prototipi entry level ci sono però le GTLM, con le due Corvette davanti alle due BMW, mentre dopo 180’ Kyle Kirkwood prosegue il lavoro dei compagni di squadra in casa Lexus incalzato dalla Aston Martin dello Heart of Racing con il veterano Darren Turner.

Piero Lonardo

La classifica dopo la terza ora di gara

Foto: IMSA

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USCC – Rolex 24: Tris Cadillac al comando dopo 60′. Risi e Cetilar fanno sognare

Finalmente ha inizio la stagione del motorsport in pista con la 59ma Rolex 24 at Daytona. 49 vetture al via da quest’anno su cinque classi con l’introduzione delle LM P3 nel contesto del WeatherTech SportsCar Championship.

Al via scatta bene dalla pole conquistata domenica scorsa nella Qualifying Race la Cadillac dell’Action Express di Felipe Nasr. Renger van der Zande con l’esemplare del team Ganassi, cerca di infilarsi nelle posizioni di testa e risale sino in terza dietro l’altra DPi V.R di Loic Duval. Subito problemi per la Mazda di Oliver Jarvis, che partiva dalla prima fila, che fatica ad infilare le marce basse ed è risucchiato dal gruppo dei prototipi.

Buon avvio di Ben Keating con l’Oreca del PR1 Mathiasen tra le LM P2 e di Moritz Kranz con la Ligier LM P3 del Riley Motorports.

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

Ma il colpo di scena principale accade nello start delle GT, separato da alcune centinaia di metri, con Bruno Spengler che incredibilmente tampona la Porsche di Kevin Estre, che si gira toccando prima la Ferrari di Alessandro Pier Guidi e seminando lo scompiglio fra le GTD a seguire. Per la Porsche una lunga sosta di oltre 24’ mentre la 488 GTE Evo del Risi Competizione esce miracolosamente senza danni apparenti.

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Largo quindi alle Corvette in GTLM, mentre Robby Foley e Frankie Montecalvo approfittano della confusione per portarsi al comando della GTD, con la Lexus che poco dopo prende la testa della categoria.

Da segnalare che sempre con riferimento alle GTD, Michael de Quesada non potrà prendere parte alla gara con la Mercedes dell’Alegra Motorsports in quanto trovato positivo al COVID ed è stato sostituito da Mike Skeen.

La prima caution viene chiamata dalla direzione gara per recuperare il bumper posteriore della Porsche #79; al restart Dane Cameron attacca Van der Zande, che resiste, per la terza piazza, ma poco dopo è dramma in LM P3, con Ryan Norman che si gira e tocca Kranz. La leadership di categoria passa quindi a Rasmus Lindh, mentre poco più avanti Roberto Lacorte si porta alle spalle di Keating.

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Problemi anche in casa Corvette per la C8.R di Tommy Milner, e Pier Guidi si porta alle calcagna del battistrada Garcia. Ancora colori italiani in evidenza con Matteo Cressoni secondo tra le GTD con la Ferrari 488 GT3 di AF Corse.

Il primo giro di pit premia Filipe Albuquerque e la Acura del WTR, che prende brevemente la testa della gara per poi essere prontamente ripassato dalle Cadillac di Nasr, Van der Zande e Duval. Dopo i primi 60’ di gara Ben Keating continua a condurre nelle LM P2 davanti alla Dallara Cetilar, mentre. Lindh prosegue la sua marcia solitaria tra le lM P3

Al comando delle GTLM si è riformata l’accoppiata Corvette con James Calado, subentrato a Pier Guidi, all’inseguimento, mentre Montecalvo ha dovuto cedere la leadership delle GTD all’altra Lexus di Aaron Telitz, a causa di un problema al transponder che ha comportato una sosta più estesa del dovuto al box.

Piero Lonardo

La classifica dopo la prima ora di gara

Foto: IMSA, Cetilar Racing, Ferrari Races

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USCC – Rolex 24: Pronostico sempre più difficile dopo le ultime libere

Chiuse con il quarto ed ultimo turno le prove libere in vista della 59ma Rolex 24 at Daytona. Dopo che nella nottata italiana la Cadillac del Team Ganassi ha segnato il passo, con i due migliori tempi del weekend segnati da Renger van der Zande, autore di 1.34.146, e Scott Dixon, poco fa Loic Duval ha siglato la miglior prestazione nell’ultima ora a disposizione con l’altra DPi V.R del JDC/Mustang Sampling ed il tempo di 1.35.085.

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Massima incertezza quindi nella classe top, dove la classifica combinata dei quattro turni vede i sette contender racchiusi in appena 6 decimi, con la Mazda apparente fanalino di coda dopo l’exploit nel primo turno.

Sembrava esserci invece un favorito d’obbligo tra le LM P2, vale a dire il PR1 Mathiasen, ma bisognerà verificare le conseguenze dello stop che ha chiuso anzitempo lo stint di Nicolas Lapierre. In assenza dell’Oreca #52, il palcoscenico è stato preso dall’altra 07 Gibson del Tower Motorsports con Gabriel Aubry al top.

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Sempre al centro dello schieramento di categoria la Dallara del Cetilar Racing, che pare poter sfruttare al meglio l’estensiva parte veloce dello Speedway rispetto ai prototipi transalpini.

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L’unico driver che tra le LM P3 è stato in grado di porsi dinanzi alle migliori GT è stato invece Jeroen Bleekemolen con la Ligier #91 del Riley Motorsports nel primo turno. Il pilota olandese si è comunque preso gli allori di categoria in tutte e quattro le sessioni.

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Zampata invece di Alessandro Pier Guidi e della Ferrari del Risi Competizione in GTLM. Il pilota di cremona ha piazzato un 1.42.584 che va a precedere di 2 soli millesimi la migliore prestazione ottenuta ieri sera dalla Corvette del neoacquisto Nick Tandy. Nel divario complessivo di appena mezzo secondo tra le sei vetture iscritte, chiudono sempre le due BMW M8, che ricordiamo puntano al “threepeat” dopo le vittorie 2019 e 2020.

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Anche le Lamborghini puntano ad un ruolo dominante in GTD, con Marco Mapelli e Frank Perera sugli scudi negli ultimi due turni sulle due Huracan GT3 Evo del GRT Grasser. Del francese la miglior prestazione complessiva con 1.45.583. Le Lexus del Vasser Sullivan si pongono quale seconda forza insieme alle Porsche, tra cui spicca sicuramente quella dell’Hardpoint EBM.

Ora la parola passa direttamente alle 24 di gara, che partirà alle 3.40 PM locali, vale a dire alle 21.40 italiane, con la griglia di partenza definita domenica scorsa. La Rolex 24 sarà visibile per tutta la sua durata in streaming gratuitamente sul sito IMSA https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 3

I risultati delle Libere 4

Foto: IMSA, Michelin, Cetilar Racing

MSR

USCC – Rolex 24: Lotta serrata in DPi dopo le prime libere. Varata la GTD Pro per il 2022

Primo giorno di prove libere per la 59ma Rolex 24 at Daytona. Nelle due sessioni di prove libere fin qui disputate nella giornata i distacchi fra le sette DPi in lizza si sono assottigliati, con la Cadillac del team Ganassi di Renger van der Zande e l’Acura del MSR di AJ Allmendinger ad occupare i top spot nelle rispettive sessioni, con il miglior tempo assoluto appannaggio della ARX-05 #60 e 1.34.287.

Qualche cosa, almeno stando alle dichiarazioni di alcuni piloti, la si deve anche al nuovo Balance of Performance, che ha imposto alle Cadillac l’utilizzo la configurazione aerodinamica standard. Fatto sta che in questo gioco a nascondersi tutti e tre i marchi, Mazda compresa, sembrano potersi contender egualmente le chances di vittoria finale.

Tra le LM P2 invece sembrano non esserci rivali per il PR1 Mathiasen, che si è imposta in entrambe le sessioni con Nicolas Lapierre e Mikkel Jensen, autore di 1.35.979 con l’Oreca #52. Da segnalare l’ottima quarta prestazione al mattino per Antonio Fuoco con la Dallara Cetilar.

Porsche

Hanno invece scontato un apparente notevole decremento di prestazioni le due BMW M8, gravate di 20 kg extra, mentre Gianmaria Bruni e la Porsche del WeatherTech Racing, graziata di 5 kg, conducono la lista del tempi complessiva delle GTLM con 1.42.600 davanti a James Calado e alla Ferrari del Risi Competizione.

GRT

Tempi simili per le LM P3, con Jeroen Bleekemolen mattatore in entrambi i turni con la Ligier del Riley Motorsports, mentre Mirko Bortolotti con la Lamborghini Huracan GT3 Evo del GRT Grasser ha svettato nel pomeriggio tra le GTD con 1.46.380.

Proprio con riferimento alle specifiche GT3 viene la notizia più importante della giornata, con l’annuncio da parte dell’IMSA di una nuova classe GTD Pro a partire dalla prossima stagione.

GTDPro

La nuova categoria andrà a sostituire la GTLM, che ricordiamo quest’anno vedrà la partecipazione full-time solo delle due Corvette e della Porsche del team di Cooper MacNeil, accogliendo di fatto le richieste di svariati costruttori, che dal 2022 potranno ambire al massimo titolo GT utilizzando le nuove specifiche GT3 in vigore, appunto dal prossimo anno.

Facile intuire che il percorso appena tracciato dall’IMSA verrà presto seguito anche dal WEC e dall’ELMS.

Tornando alla pista, da segnalare alcuni incidenti, tutti senza particolari conseguenze; il crash avvenuto invece ieri nelle prove libere della Michelin Pilot Challenge, la serie di contorno, è invece costata cara al polesitter delle GTD, Ryan Hardwick, che sarà costretto a saltare entrambe le competizioni. Al suo posto sulla Porsche 911 GT3 R del Wright Motorsports nientemeno che il co-campione 2019 della categoria, Trent Hindman, il quale si alternerà a Pat Long, Jan Heylen e Klaus Bachler.

Nella nottata italiana la terza sessione di prove libere, a partire dalle 7.15 PM locali, mentre la quarta ed ultima ora a disposizione dei 49 equipaggi per affinare assetti e traiettorie domani, alle 11.20 AM.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

Foto: IMSA

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USCC – I 49 per Daytona

Diffusa dall’IMSA, l’ente organizzatore del WeatherTech SportsCar Championship, l’entry list definitiva della 59ma edizione della Rolex 24 at Daytona.

Il succoso antipasto dello scorso weekend, la Roar Before the 24, è culminato con la prima qualifying race nella storia della serie, la Motul 100, che ha visto il successo di Action Express con la Cadillac DPi #31 di Pipo Derani e Felipe Nasr. I due piloti brasiliani, oltre alla pole position nella 24 Ore, hanno anche conquistato il punteggio pieno nel nuovo sistema di qualifiche.

Successi di categoria anche per PR1 Mathiasen in LM P2, Muehlner Motorsports tra le LM P3, oltre alla doppietta Corvette in GTLM ed infine il successo della BMW del Turner Motorsport tra le GTD.

Nell’immediato dopo gara sono volate le consuete accuse di “sandbagging”, cioè di aver nascosto volontariamente il vero potenziale delle vetture, nei confronti di varie marche. In gara vedremo sicuramente le due Acura DPi, ora nelle mani di WTR e MSR, lottare al meglio con le varie Cadillac e l’unica Mazda per il successo finale.

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Stesso discorso anche per le BMW M8 GTE, apparse insolitamente fuori forma, che tenteranno il “threepeat” in GTLM dopo i successi delle ultime due edizioni.

Sicuramente però sarà un problema, specie se le condizioni meteo non saranno favorevoli, la gestione in pista nei confronti delle LM P3. La categoria entry level prototipi, protagonista quest’anno anche nella serie principale, si è dimostrata in pista, anche a causa dell’inesperienza di alcuni piloti bronze, mediamente sotto il livello delle GTLM, che invece ricordiamo hanno equipaggi Pro, ma anche delle GTD.

Ad ogni modo, confermate tutte e 49 le vetture presenti alla Roar. Uniche novità fra gli equipaggi, oltre alla già nota sostituzione di Mathieu Jaminet con Sven Mueller in RWR Eurasia, la conferma dell’equipaggio a tre sulla Cadillac dl Team Ganassi, senza quindi l’ausilio di Marcus Ericsson, presente ai test collettivi, e di Kenton Koch insieme ai polesitter LM P3 Laurents Hörr e Moritz Krantz sulla Duqueine #6.

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Il Magnus Racing infine proporrà in gara una livrea ispirata a Speed Racer per la sua Acura NSX GT3 gestita insieme ad Archangel Racing per Andy Lally, recordman di vittorie in attività a Daytona con cinque successi di categoria, John Potter, Spencer Pumpelly ed il campione in carica delle GTD, Mario Farnbacher.

Appuntamento in pista per le prime prove libere della Rolex 24 giovedì 28 alle 11.05 AM locali.

Piero Lonardo

L’entry list della 59ma Rolex 24 at Daytona

La griglia di partenza

Foto: Michelin, Magnus Racing

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USCC – Motul 100: Ad Action Express i primi punti. Corvette imprendibili in GTLM. Cetilar peccato!

La stagione del motorsport in pista è ufficialmente iniziata con la Motul 100, la qualifying race che da questa stagione funge da antipasto della Rolex 24 at Daytona, nell’ambito dei test collettivi, la Roar Before the 24.

La gara, della durata appunto di 100 minuti, è stata appannaggio della Cadillac #31 dell’Action Express Racing di Felipe Nasr e Pipo Derani, che hanno saputo approfittare meglio degli altri contender delle condizioni della pista con la consueta grinta.

I vicecampioni in carica del WeatherTech SportsCar Championship partivano dalla sesta piazzola dopo aver perso la pole conquistata ieri per una irregolarità tecnica, ma anche la Mazda che aveva ereditato il comando provvisorio non aveva vita lunga in testa alla gara.

Complice anche una pista resa umida dalla pioggia caduta in precedenza, era l’altra Cadillac del team Ganassi a prendere la testa della gara grazie a Kevin Magnussen e alle Michelin wet. L’ex-Haas F1 poteva protrarre a lungo il proprio stint, a causa di un paio di Full Course Yellow in sequenza.

La prima, procurata da una carambola tra le Ligier LM P3 di Mark Kvamme e Lance Willsey e l’Oreca LM P2 dell’Era Motorsports, poi al restart da Christina Nielsen, che azzarda troppo sulla Lamborghini di Misha Goikhberg e va a terminare sulle gomme alla Bus Stop.

Frattanto pioggia di penalità, la prima per Ben Keating, in pole tra le LM P2, per aver risalito lo schieramento nel giro di formazione dopo uno spin, e poi per ben quattro GT3, considerate ree di aver anticipato il restart con un sorpasso: l’Acura del Magnus Racing, qui con una livrea ispirata a Speed Racer, la Lexus #12 di Zach Veach, e le Mercedes di Lello Marciello e Michael de Quesada. Per loro, un duro stop+3’56” che ha tolto di fatto queste vetture dalla lotta per il primato di categoria.

L’altra Lamborghini del Paul Miller Racing ha deciso di partire prudenzialmente dal fondo dello schieramento, mentre non si presentavano allo start la Porsche del Team TGM e la Ligier LM P3 #74 del Riley Motorsports.

Nelle altre categorie, le prime fasi di gara vedevano Steven Thomas al comando delle LM P2 davanti alla Dallara di Roberto Lacorte, Rasmus Lindh tra le LM P3, Alexander Sims, subito davanti alle due BMW con la Corvette #3 e Rolf Ineichen con la Lamborghini del GRT Grasser.

Ne segue una fase di gara confusa in cui gran parte dello schieramento opta per una sosta anticipata per cambiare soprattutto le gomme, con la pista che si stava asciugando velocemente, lasciando Magnussen e la Ferrari del Risi Competizione con Alessandro Pier Guidi a menare le danze nelle due categorie Pro.

Dopo circa 40’ di gara però i nodi venivano al pettine e l’ex-Haas F1 deve cedere di schianto al resto del lotto, soprattutto alle due DPi V.R di Tristan Vautier e Felipe Nasr, che poco dopo approfittava dell’ex-campione Indy Lights per salire al comando. Anche le wet di Pier Guidi peraltro cedevano proprio all’entrata della pitlane, lasciando spazio alla Corvette di Nick Tandy.

L’obiettivo dei fans tricolori diventavano Antonio Fuoco, che conduceva abilmente tra le LM P2 sulla Dallara del Cetilar, e Mirko Bortolotti, al top in GTD su Oliver Gavin, al debutto con la Lexus dopo i tanti anni in forza alla Corvette.

Cetilar

Ma man mano che la gara si avvicinava alla bandiera a scacchi Fuoco veniva pressato sempre più da vicino da Mikkel Jensen con l’Oreca del PR1 Mathiasen dopo aver ricevuto il volante da Keating e, nonostante un errore del giovane danese, cedeva a 10’ dal termine. Purtroppo per il team tricolore, un problema al servosterzo costringeva Fuoco ad una sosta extra che li lascerà solo sesti al traguardo.

Davanti, Pipo Derani, subentrato al connazionale, può condurre tranquillamente sino al podio, guadagnando la prima pole position della stagione (quella della Qualifying Race non verrà considerata tale negli annali IMSA) ed i relativi 35 punti garantiti dal nuovo regolamento sportivo della serie.

In prima fila anche la Mazda, sospinta da Oliver Jarvis ed Harry Tincknell, poi la Cadillac del JDC-Mustang Sampling e le due Acura di MSR e WTR. Chiude la classifica delle DPi la Cadillac #48 schierata dall’Action Express per Jimmie Johnson. Va detto che la relativa inesperienza del sette volte campione NASCAR, che comunque è già arrivato due volte secondo alla Rolex 24, sarà mitigata dall’equipaggio monstre messo in piedi per l’occasione, composto da Kamui Kobayashi, Simon Pagenaud e Mike Rockenfeller.

Sono invece cinque le Oreca che compongono la top five delle LM P2, mentre dopo l’exploit iniziale di Lindh, non c’è stata più storia tra le LM P3, categoria dominata da Laurents Horr e Moritz Kranz con la Duqueine del Muehlner Motorsports, 27ma assoluta, ben dietro le migliori GTLM ma anche GTD.

Corv_pole

Le due Corvette non hanno avuto problemi sulla distanza ed occuperanno la prima fila delle GTLM; la sorpresa però viene dalla Porsche del WeatherTech Racing di Cooper MacNeil e Kevin Estre, terza a 22” dai battistrada. La Ferrari Risi limita i danni col quarto posto mentre crollano le due BMW M8, ricordiamo trionfatrici delle ultime due edizioni, con la #24 attardata da problemi di guidabilità.

BMW_Turnerb

La BMW però si può rifare in GTD, col recordman assoluto di vittorie IMSA, Bill Auberlen, e Robbie Foley, davanti a tutti con la M6 GT3 del Turner Motorsport davanti alla Porsche dello Pfaff Motorsports e alla Lamborghini del GRT Grasser.

Appuntamento per la Rolex 24 la settimana prossima, il 30-31 gennaio, preceduta nelle due giornate precedenti, da quattro ulteriori sessioni di prove libere.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della Motul 100

Foto: IMSA, Cetilar Racing, Turner Motorsport