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Podium

USCC – Sebring, Finale: Tra i tanti litiganti emerge Bourdais! Corvette scippata, trionfo Porsche in GT

Che gara! Purtroppo a causa del COVID non è stato possibile viverla da vicino, al contrario dei tanti spettatori USA ammessi al circuito, ma la regia tv IMSA ci ha comunque permesso di godere, anche se a distanza, di una delle edizioni più entusiasmanti della 12 ore di Sebring.

Una serie di colpi di scena a ripetizione ha portato la Cadillac del Mustang Sampling/JDC Miller al comando della gara a un’ora dalla fine. Dopo è toccato ad un eccelso Sebastien Bourdais rintuzzare gli attacchi della Mazda di Harry Tincknell, aiutato un po’ anche dall’ultima Full Course Yellow, l’ottava della gara, scatenata dal crash di Maro Engel all’uscita dell’ultima curva, che ha permesso di rifiatare al tetracampione Champcar, che torna alla vittoria a Sebring a distanza di sei anni.

Sfortuna nera ancora una volta per Scott Dixon con la Cadillac del Team Ganassi, che a 60’ dal traguardo vedeva finalmente il suo primo podio di sempre a Sebring, ma che invece è stato fermato da un contatto in entrata box con la BMW di Connor de Philippi.

JDC_gd

Il podio quindi, capeggiato dal trio transalpino composto anche da Loic Duval, già vincitore qui nel lontano 2011 con la Peugeot Oreca, e da Tristan Vautier, dopo l’equipaggio della Mazda si completa nominalmente con la Cadillac #48 dell’attesissimo Jimmie Johnson, Simon Pagenaud e Kamui Kobayashi. Nominalmente perché il vincitore della Indy 500 del 2019, avendo effettuato un turno di guida superiore di 50” alle 4 ore nelle 6 ore precedenti, nella rilevazione effettuata allo scadere della decima ora, verrà sicuramente posta a termini regolamentari IMSA all’ultimo posto di classe.

Niente da fare stavolta nemmeno per le Acura, con il WTR che ha scontato un Alexander Rossi non all’altezza degli altri due driver, autore di due ingenuità che sono costate altrettante penalità, e termina quinto al traguardo, dietro anche l’altra ARX05 dell’MSR.

Unica a non comparire nella classifica delle DPi la Cadillac dell’Action Express/Whelen Racing, che all’inizio dell’undicesima ora ha reso definitivamente l’anima dopo i due contatti che l’avevano posta al di fuori delle posizioni di testa.

PR1_sunset

L’ultimo quarto di gara ha riservato però suspense e colpi di scena anche in tutte le altre classi. Se tra le LM P2 il PR1 Mathiasen di Scott Huffaker, Ben Keating e Mikkel Jensen è riuscito a consolidare quel dominio dimostrato sia a Daytona che nelle prove libere del giovedì, contenendo dignitosamente il ritorno di Ryan Dalziel con l’altra Oreca dell’ERA Motorsport, le altre tre classi hanno vissuto fino alla fine nell’incertezza del risultato.

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In GTLM, la Corvette #3 e l’instancabile Antonio Garcia sembravano aver posto rimedio alle disavventure di metà gara, invece a 8’ dalla bandiera a scacchi De Philippi, sempre lui, si improvvisava bulldozer, buttando fuori strada il campione in carica della categoria.

La BMW #25, ancora prima di scontare un sacrosanto drive-through, andava larga, regalando il successo alla Porsche del WeatherTech Racing di Mathieu Jaminet, Matt Campbell e Cooper MacNeil, che raccolgono così quanto seminato positivamente a Daytona, dove fu proprio la BMW ad escluderli, già alla partenza, dalle posizioni di vertice.

Completa il podio la seconda BMW, che nel frattempo era addirittura andata a fuoco nei box, presumibilmente per una fuoriuscita di carburante dal tubo di rifornimento.

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Finale a sorpresa anche fra le LM P3, con il CORE Autosport abile a sfruttare, come a suo tempo nelle categorie superiori, la strategia, e a lasciarsi dietro, anche se di poco, le altre due Ligier del Riley Autosport. Grande ancora una volta il lavoro di Colin Braun, coadiuvato come a Daytona da Jon Bennett e George Kurtz.

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Porsche ha sbancato infine anche in GTD, addirittura con una doppietta che vede l’equipaggio dello Pfaff Motorsports composto da Zach Robichon, Lars Kern e Laurens Vanthoor trionfare su quello del Wright Motorsports.

Purtroppo per la squadra di Pat Long, Jan Heylen e Trent Hindman, ha contato tanto il drive-through preso allo scadere dell’undicesima ora per il lavoro eccessivo in pitlane, che sicuramente non vale i 2”2 di distacco alla chequered flag.

Completano la top five l’Aston Martin dello Heart of Racing trascinata da Ross Gunn, l’Acura NSX GT3 del Magnus Racing e la Porsche del trio tutto femminile composto da Bia Figueiredo, Christina Nielsen e Katharine Legge. Per queste ultime, galeotto il contatto proprio con l’Acura che è costata un drive-through a 10’ dal termine.

Tanti i protagonisti della categoria persi o rallentati nelle ultime tre ore di gara, a partire dalla Lamborghini del Paul Miller Racing, in aperta lotta per il primato, poi ko per un problema al cambio, ma anche la Lexus #14 che con Zach Veach pure aveva accarezzato il sogno, solo per essere fermata da un paio di contatti, l’ultimo dei quali proprio con la Porsche vincitrice.

Veach, dopo aver scontato anche un drive through per aver sorpassato prima della green flag al penultimo restart, classificherà comunque sesta le vettura del Vasser Sullivan, davanti a quella dei compagni di squadra, mattatori delle fasi iniziali e pure rallentati da problemi tecnici.

E’ tutto per oggi. Il WeatherTech SportsCar Championship ritornerà fra due mesi, il 16 maggio a Mid-Ohio, assenti le LM P2 e le GTLM. Anche sull’iconico tracciato del Midwest è prevista la presenza di pubblico.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 12 ore di Sebring

Foto: IMSA, Michelin

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Sebring, 9a Ora: Ora è testa a testa Mazda/Ganassi

Colpi di scena a non finire nella top class in questa 69ma edizione della 12 ore di Sebring. Il terzo quarto di gara si apre con la Cadillac del Team Ganassi a precedere la Mazda all’Acura del’MSR, ma queste ultime due vetture si toccano in curva 15, girandosi, fortunatamente senza maggiori danni, e anche a Dane Cameron viene comminato un drive-through.

Il periodo di corsa libera termina però poco dopo e, come avvenuto alla quarta ora, è la Mazda ad approfittarne. Van der Zande è empre alle calcagna del prototipo giapponese, ora nelle mani di Jonathan Bomarito, ma ù un nuovo spettacolare contatto, propiziato dai bump in curva 1, con protagonista ancora la Cadillac #31 e Felipe Nasr, che vola e va a centrare l’incolpevole Tristan Vautier, manda tutte le DPi di corsa al pit.

Non viene però chiamata la Full Course Yellow, e Kevin Magnussen, subentrato a van der Zande, si fa uccellare da Filipe Albuquerque, che si lancia all’inseguimento della Mazda. Purtroppo per il pilota portoghese e per il WTR, l’Acura #10 finisce per fare girare la Lexus del redivivo Jack Hawksworth, risalito nel frattempo nelle posizioni di testa delle GTD dopo i problemi ai freni, e viene ritenuto responsabile.

Ancora via libera quindi per la Mazda, che porta a casa il massimo dei punti in chiave Michelin Endurance Cup assegnati all’ottava ora di gara. A causa del valzer delle soste, al termine della nona ora, allorquando le luci vanno calando sul tracciato della Florida, è Juan Pablo Montoya a condurre con 40” di vantaggio derivanti dal pitstop non ancora effettuato, su Magnussen e su Albuquerque, pure in debito di sosta, e Tincknell.

La vera classifica, a soste effettuate, vede ancora una volta la Mazda pressata dalla Cadillac #01, con l’Acura dell’MSR e la Cadillac dell’Ally/Action Express quali seconde linee.

PR1

Tra le LM P2 la vettura del PR1 Mathiasen ha messo un giro di vantaggio sugli inseguitori, capeggiati dal Tim Buret, che però nelle prime fasi sarà vittima di uno spettacolare incidente in curva 1 che porrà fine alla gara del Tower Motorsport.

In GTLM c’è gloria per la Porsche del WeatherTech Racing, che grazie ad una errata quanto rara strategia Corvette in regime di neutralizzazione, eredita la leadership. Nicky Catsburg, finalmente al volante della C8.R #3 sarà inoltre protagonista di un’uscita di strada al quinto restart che lo lascia dietro anche alle due BMW.

Riley Motorsports si avvia invece alla doppietta tra le LM P3, grazie a Spencer Pigot, inatteso mattatore al volante della Ligier #74, davanti al più esperto Jeroen Bleekemolen.

 

PfaffPorsche ancora al comando infine in GTD grazie alle due vetture di Pfaff Motorsports e Wright Motorsports. La GT3 R #16, a lungo al comando della categoria, si è riportata sotto nonostante una sosta più lunga del previsto per intervenire sui freni ma a tre ore dalla fine è ad appena 6” dal leader. Sono comunque ancora ben sei le vetture nel giro dei primi, capeggiate dalla Lamborghini del Paul Miller Racing, che ha ripreso ad essere una presenza costante tra i primi tre.

Piero Lonardo

La classifica dopo la nona ora di gara

Foto: IMSA

Ganassi

USCC – Sebring, 6a Ora: Ganassi in controllo dopo il caos

Le riparazioni per ripristinare la sicurezza alla curva 3 di Sebring dopo l’incidente di Perera e Billy Johnson ha richiesto praticamente tutta la quarta ora di gara, col risultato che la classifica nelle DPi ne è uscita rivoluzionata, con la Mazda e l’Acura dell’MSR leste a transitare davanti a tutti al lo scadere dei 240′ per raccogliere il miglior punteggio per la Michelin Endurance Cup, il campionato nel campionato, che prevede l’assegnazione di punteggio nei parziali di gara (qui alla quarta, ottava e dodicesima ora).

Dietro, i due temporanei battistrada Albuquerque e Dixon proseguivano il loro duello, ma per il WTR era in programma un’imprevista doccia fredda: Alexander Rossi, pronto a saltare sull’Acura #10 per la prima volta in giornata, improvvisava una falsa partenza dalla pitlane con il bocchettone del carburante ancora attaccato, e ovviamente veniva sanzionato dalla direzione gara con un drive-through.

Mazda

La lotta per la leadership in questa fase di gara si restringeva alla Mazda, ora nelle mani di Harry Tincknell, e a Dixon. Alla fine non era il sette volte campione IndyCar a prevalere, bensì il compagno di squadra Van der Zande, risalito sulla Cadillac #01 al termine della quinta ora.

L’olandese metteva presto una ventina di secondi fra sè e la Mazda, che alla metà gara precede l’Acura dell’MSR, a sua volta pressata da vicino dalla rientrante vettura gemella del WTR. Mina vagante della gara, stante la strategia sfalsata, la Cadillac dell’Ally/Action Express che, spinta dal solito super Kamui Kobayashi e da Simon Pagenaud, che spesso prende il comando nelle fasi dei pit-stop.

Purtroppo per la crew della #48, Jimmie Johnson deve ancora completare il suo tempo minimo di guida, ma le buone notizie per il team di Denver, NC proseguono con il dimezzamento del distacco per la sfortunata DPi V.R #31, sempre ultima della categoria ma ora più vicina ai due giri dai primi rispetto ai quattro persi nelle riparazioni della prima ora.

Tra le LM P2, il PR1 Mathiasen ha ripreso saldamente il comando della categoria e ora conduce con un giro di vantaggio sull’Oreca del Tower Motorsport e due su quella dell’ERA Motorsport.

Anche in GTLM il lungo periodo di neutralizzazione ha portato uno sconvolgimento in classifica, con la BMW di Bruno Spengler a prendere brevemente il comando della categoria. Non ci è voluto molto però a Jordan Taylor e alla Corvette #3 per rimpossessarsi della leadership.

Corv3d

In attesa di vedere Nicky Catsburg, oggi ancora inoperoso, alla guida della vettura di testa (ricordiamo che a Daytona Antonio Garcia fu costretto a chiudere anzitempo la propria gara causa una sospetta positività al COVID, poi dimostratasi infondata), proprio Garcia alla metà gara mantiene un vantaggio minimo sulla M8 GTE #25, mentre l’altra BMW sconta un giro, così come la Porsche del WeatherTech Racing. Chiude a 4 giri l’altra Corvette martoriata da problemi di misfire.

Nuovo cambio al vertice tra le LM P3, con Spencer Pigor e la Ligier #74 del Riley Motorsport ora davanti alla Duqueine del Forty7 Motorsports di Steven McAleer. Da segnalare diverse uscite di strada che hanno coinvolto praticamente tutte le altre vetture della categoria, alla prima stagione nella serie maggiore IMSA.

In GTD infine, la lotta pare ora ristretta fra le due Porsche di Wright Motorsports e Pfaff Motorsports. Dopo sei ore di gara, Trent Hindman mantiene comuqnue un vantaggio di oltre 11” su Lars Kern.

Stanti i problemi che hanno afflitto la Lexus #12, leader delle fasi iniziali, è l’Aston Martin dello Heart of racing ad emergere quale terza forza della categoria, grazie agli effort del factory driver Ross Gunn e della giovane promessa Roman de Angelis, ma anche al contatto che ha coinvolto la Lamborghini del Paul Miller Racing e la Porsche di Earl Bamber, a contatto in curva 17.

Piero Lonardo

La classifica dopo la sesta ora di gara

Foto: IMSA

Foto: IMSA

WTRb

USCC – Sebring, 3a Ora: E’ duello WTR/Ganassi. Cambio della guardia in LM P2, LM P3 e GTD

A Sebring il primo quarto di gara è proseguito sempre su corsa libera, garantendo così una lotta alla pari fra i vari contender, fino allo scadere dei primi 180’.

Davanti a tutti dopo circa 93’ era cambio della guardia con Ricky Taylor e l’Acura del WTR a prendere il comando sulla Cadillac del Team Ganassi, ora nelle mani di Kevin Magnussen. L’ex-Haas F1 riesce a mantenere il distacco in termini onorevoli dal front anche nei confronti di Filipe Albuquerque, subentrato al volante della ARX05 #10, diversamente da Scott Dixon, che invece riesce a portarsi alle spalle del campione in carica WEC LM P2 e a minacciarlo al termine della terza ora.

A calmare gli animi in pista ci si metteva però l’Oreca del WIN Autosport, protagonista delle fasi iniziali tra le LM P2, che procede lenta su circuito, chiamando in causa la seconda Full Course Yellow della giornata. La neutralizzazione riporta a contatto tutte le DPi, salvo le Cadillac di Mustang Sampling/JDC e ovviamente Action Express/Whelen Racing, distanziate di 1 e 3 giri rispettivamente.

ERA

Doppio cambio della guardia tra le LM P2, con Ben Keating a prendere il comando della categoria poco dopo lo scadere della prima ora, per poi cedere a Dwight Merriman e all’Oreca dell’ERA Motorsport, qui, a differenza della vittoriosa Rolex 24 at Daytona, in livrea biancazzurra IDEC.

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In GTLM, Jordan Taylor, ora al volante della Corvette #3, continua a condurre sulla BMW #25, mentre l’M8 gemella è ora in ritardo a causa di un drive-through assegnato a Jesse Krohn per il contatto con la Porsche #99 dell’EBM Hardpoint.

P3 quindi per la Porsche del WeatherTech Racing sulla quale si sono alternati i giovani leoni della casa di Stoccarda, Mathieu Jaminet e Matt Campbell. L’altra Corvette procede distanziata a causa dei problemi iniziali, ed il team del Kentucky ha approfittato della neutralizzazione per ispezionare ulteriormente l’unità propulsiva della C8.R #4.

Sorpasso al vertice anche in LM P3, con l’unica Duqueine iscritta del Forty7 Motorsports a prendere il comando della categoria sulla Ligier del Riley Motorsports. Scende in terza posizione l’altra JS P320 del Performance Tech, leader delle fasi iniziali.

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Porsche sugli scudi infine in GTD, con Patrick Long a prendere di forza il comando dopo una lunga rincorda a seguito della penalità assegnata al via al polesitter Jan Heylen sulla Lexus di Kyle Kirkwood. A seguire, più distanziate, l’altra 911 GT3 R dello Pfaff Motorsports e l’Aston Martin dello Heart of Racing, praticamente in battaglia dalla green flag.

Poco dopo lo scadere della terza ora di gara, un duro contatto fra la Lamborghini del GRT Grasser di Franck Perera e la Mercedes AMG GT3 dell’Alegra Motorsports con l’incolpevole Billy Johnson ha portato una nuova neutralizzazione che si profila di lunga durata per consentire agli addetti ai lavori di riparare le protezioni all’esterno di curva 3.

Piero Lonardo

La classifica dopo la terza ora di gara

Foto: IMSA, Wright Motorsports, Wayne Taylor Racing

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USCC – Sebring, Start: Subito problemi per AXR, dopo 60′ conduce Ganassi

Subito colpi di scena nelle prime fasi della 69ma edizione della 12 Ore di Sebring, seconda tappa del WeatherTech SportsCar Championship.

Protagonisti della prima ora Action Express che con due distinti incidenti hanno messo a rischio le potenzialità di vittoria delle due Cadillac. Già ieri in qualifica la #48 di Jimmie Johnson aveva saggiato i muretti a protezione della curva 17 dell’ex-aerodromo; oggi l’asso della NASCAR si è presto ripetuto procurando la prima interruzione della gara, girandosi sempre nella stessa curva, ancorchè probabilmente aiutato dall’Aston Martin dello Heart of Racing, rischiando di vanificare il duro lavoro dei meccanici del team di Denver, NC, che nella notte avevano messo assieme un frankenstein composto da un nuovo telaio e motore e cambio della DPi V.R incidentata.

Ma già la partenza era stata comunque carica di tensioni, con un contatto non meglio identificato che ha visto coinvolto Loic Duval e la Cadillac del Mustang Sampling/JDC-Miller, mentre davanti Pipo Derani dalla pole teneva a bada Ricky Taylor e soprattutto Renger van der Zande, presto alle spalle del brasiliano.

Nelle altre categorie prototipi i due polesitter, Steven Thomas e Rasmus Lindh, mantenevano la leadership rispettivamente nelle LM P2 ed LM P3, mentre due dei due major contender, Ben Keating ed Oliver Askew, erano costretti a partire d un drive-through per non essersi schierati opportunamente. Questa non era l’unica novità per il Forty7 Motorsports, costretti a sostituire all’ultimo momento il veterano Jim con Steven McAleer.

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Lo split start tra prototipi e GT rendeva ancora più evidenti due scorrettezze da parte di Tommy Milner con la Corvette #4 e di Jan Heylen, polesitter delle GTD con la Porsche del Wright Motorsports, entrambi costretti ad un drive-through.

Antonio Garcia, partito dalla pole in GTLM, resisterà fino al primo giro di pit all’assalto delle due BMW M8, con Jesse Krohn a superare la Corvette proprio in entrata box, mentre il comando della GTD veniva ereditato dalle due Lexus di Jack Hawksworth e Frankie Montecalvo.

Il secondo dramma per Action Express dopo circa 45’, con Derani, superato in precedenza da van der Zande, che veniva schiacciato all’interno della solita curva 17. Incolpevole in questo caso il pilota del team Ganassi, in quanto a sua volta pressato dall’Aston Martin di Ian James (sì sempre quella che aveva contribuito all’incidente di JJ).

La Cadillac #31, dominatrice di libere e qualifiche, era quindi costretta ad una sosta per riparare i danni alla fiancata destra, sospensioni comprese, che costava 4 giri. Così, dopo un breve periodo in cui Johnson si ritrovava al comando a causa delle strategie sfalsate dalla sosta necessaria a sostituire il muso della #48, dopo un’ora di gara van der Zande conduceva con circa 7” e 12” di vantaggio sulle due Acura di Ricky Taylor ed Olivier Pla e 14” sulla Mazda di Oliver Jarvis.

Steven Thomas sempre leader in LM P2 ma con alle spalle l’arrembante Ben Keating a soli 2”, mentre Antonio Garcia mantiene un piccolo vantaggio sulle due BMW, con la #25 ora davanti alla #24.

Battaglia ravvicinata anche fra i due major contender LM P3, Lindh ed Askew, top two dopo 60’, mentre le due Lexus diversificando le strategie, hanno lasciato spazio alla BMW M6 del Turner Motorsport, che però presto si ritroverà costretta a rientrare nei garage per problemi elettrici.

Piero Lonardo

I risultati dopo la prima ora di gara

Foto: IMSA

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USCC – Action Express, pole a Sebring con Derani ma finale col botto per JJ

Action Express prosegue il proprio dominio sulle prove della 12 ore di Sebring aggiudicandosi anche la pole position con Pipo Derani, autore di 1.45.354 al termine del duello con l’Acura di Ricky Taylor, che lo affiancherà in prima fila, distanziato alla fine di un decimo.

Terzo protagonista delle qualifiche Renger van der Zande con la Cadillac del Team Ganassi, a mezzo secondo, davanti ad Oliver Jarvis con la Mazda all’ultima partecipazione nella classica della Florida.

Purtroppo però non tutto è andato a buon fine per il team di Denver, NC, con Jimmie Johnson, stabile ultimo nella lista dei tempi dietro ai due transalpini Olivier Pla ed Loic Duval rispettivamente con l’Acura dell’MSR e la Cadillac del Mustang Sampling/JDC, che a sessione ormai conclusa ha impattato violentemente le barriere a protezione dell’ultima curva con la sua DPi V.R.

Il contatto peraltro è avvenuto dopo un testacoda alla curva precedente, per cui è probabile una defaillance tecnica o una foratura il cui risultato costringerà i tecnici della #48 ad un discreto lavoro di riparazione in serata prima di poter affrontare domani il warm-up della primissima mattinata di domani.

WIN

Sorpresa tra le LM P2 con Steven Thomas e la vettura del WIN Autosport davanti al plotoncino delle Oreca col tempo di 1.51.025, oltre un decimo meglio di Ben Keating ed il PR1 Mathiasen. Qualche problema nella sessione, riservata ricordiamo ai piloti bronze ranked, sia per Dwight Merriman con la macchina dell’ERA Motorsport che soprattutto per John Farano con la macchina del Tower Motorsport, autore di tre soli giri cronometrati.

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Poco prima tra le LM P3 invece è stata lotta al coltello fra Oliver Askew e Rasmus Lindh. Alla fine l’ha spuntata quest’ultimo, che ha preceduto di soli 65 millesimi l’ex-campione Indy Lights con la Ligier del Performance Tech ed il tempo di 1.56.001.

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Sessione comune invece tra GTLM e GTD per i piloti pro a caccia dei punti validi per la classifica. Come da copione sarà prima fila Corvette, grazie ad Antonio Garcia, alla sua ottava pole position nella serie, il quale ha preceduto il compagno di squadra Tommy Milner di appena 34 millesimi col tempo di 1.54.910.

Seconda fila per le BMW, non particolarmente distanti dalle C8.R, e fanalino di coda Cooper MacNeil con la Porsche del WeatherTech Racing, a 1”2 dalla pole.

Non c’è stata storia invece per Jack Hawksworth, che ha subito portato la sua Lexus in cima alla lista dei tempi, ritoccando poi nel finale con 1.259.247, lasciando alle spalle di quasi quattro decimi l’ex-campione GTLM Laurens Vanthoor con la Porsche dello Pfaff Motorsports.

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P3 per Franck Perera con la Lamborghini del GRT Grasser, che domani partirà in pole position grazie alla prestazione del bronze driver Tim Zimmermann, che nel turno di apertura di qualifiche ha issato in alto l’Huracàn #19, raro pezzo di Italia nel paddock di Sebring, col tempo di 2.00.010, precedendo sul filo di lana Jan Heylen con la Porsche del Wright Motorsports.

UPDATE: La Porsche #16 è stata promossa in pole position tra le GTD a seguito di un’infrazione tecnica riscontrata sulla Lamborghini del GRT Grasser. Sulla Huracàn è stato infatti trovato un dispositivo wifi hotspot, non ammesso dal regolamento IMSA. Al momento non si conosce se la penalizzazione verrà o meno estesa anche a livello di punteggio.

La partenza della 69ma edizione della 12 ore di Sebring sabato alle 10.00 AM locali, vale a dire alle 15 italiane. Diretta streaming su https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche DPi/LM P2

I risultati delle Qualifiche LM P3

I risultati delle Qualifiche GTLM/GTD

I risultati delle Qualifiche GTD 

Foto: IMSA

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USCC – Derani mantiene al top AXR in notturna a Sebring

Ancora Action Express sugli scudi nella notte nel corso della terza ed ultima sessione di prove libere della 12 ore di Sebring.

Questa volta è stato Pipo Derani ad ottenere il miglior tempo nei 90’ minuti a disposizione sotto la luce dei riflettori portando la Cadillac #31 sull’1.46.898. A seguire l’altra DPi V.R del Team Ganassi di Renger van der Zande e Ricky Taylor con la Acura del WTR con distacchi nell’ordine del mezzo secondo.

La top five è completata da Kamui Kobayashi, che dopo i problemi all’acceleratore accusati nel pomeriggio di ieri ha potuto girare con continuità, e Sebastien Bourdais, sulle altre due Cadillac di Ally/Action Express e Mustang Sampling/JDC.

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Non cambiano nemmeno i leader nelle altre due categorie prototipi, con PR1 Mathiasen e Mikkel Jensen in LM P2 e Riley Motorsports e Jeroen Bleekemolen in LM P3.

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Sorpresa Porsche invece in GTLM grazie a Mathieu Jaminet, autore di 1.56.563 con la 911 RSR-19 del WeatherTech Racing, mezzo secondo meglio di Antonio Garcia con la migliore delle Corvette.

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911 sugli scudi anche in GTD grazie a Laurens Vanthoor e alla vettura di Pfaff Motorsports, al top con 2.01.241 davanti alla Lexus di Aaron Telitz. Piccola disavventura invece per l’altra RC F GT3 del Vasser Sullivan, protagonista con Frankie Montecalvo dell’unica interruzione nella sessione a causa della perdita della ruota posteriore destra e relativa uscita di strada.

Tutto pronto quindi per le qualifiche, in programma alle 16.15 italiane, da seguire in diretta streaming su https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 3

Foto: IMSA, Action Express Racing, WeatherTech Racing, Pfaff Motorsports

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USCC – Cadillac in evidenza nelle prime libere di Sebring

Le Cadillac si sono messe subito in evidenza a Sebring in occasione delle prime prove libere della 69ma 12 Ore, secondo atto stagionale del WeatherTech SportsCar Championship.

In entrambe le sessioni fin qui disputate sul circuito della Florida sono state infatti le DPi V.R a dettare il passo, soprattutto co Felipe Nasr, autore del best lap sia al mattino con 1.46.212 che nel torrido pomeriggio, dove però non è andato oltre l’1.47.323 con la vettura dell’Action Express.

Dietro la vincitrice dell’edizione 2019 sempre un’altra Cadillac, con Renger van der Zande e la vettura del Team Ganassi in mattinata e Loic Duval a dare il cambio all’olandese nella seconda sessione con la macchina del JDC-Mustang Sampling.

A Dane Cameron ed Oliver Jarvis il titolo di “best of the rest”, il primo con la Acura del’MSR ed il britannico con la Mazda, all’ultima apparizione sui bump dell’ex-aerodromo. Del campione 2019 peraltro l’unica breve interruzione della giornata fino a questo momento, nelle fasi iniziali della prima tornata.

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Anche tra le LM P2 c’è stato un dominatore del day 1, nella persona di Mikkel Jensen, che con l’Oreca del PR1 Mathiasen al mattino ha fissato i cronometri sull’1.49.920.

Da segnalare che la categoria si è arricchita di una sesta entry, sempre ovviamnte Oreca, per il WIN Autosport con Steven Thomas, Tristan Nunez e Thomas Merrill, che porta a 37 le vetture iscritte. United Autosports dal canto suo ha reso noto, per mezzo del comproprietario Richard Dean, la volontà di proseguire l’effort nella categoria anche nelle rimanenti prove della Michelin Endurance Cup.

Riley

Stessi colori del leader delle LM P2 per i migliori tra le LM P3 del Riley Motosports, con Jeroen Bleekemolen autore di 1.56.917 con la Ligier #91. Sulla seconda entry del team ci sarà nuovamente l’ex-IndyCar Spencer Pigot a fianco di Gar Robinson e Scott Andrews al posto di Felipe Fraga. Il pilota brasiliano sarebbe stato fermato per una presunta positività al COVID poi però non riscontrata in loco.

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Novità nei colori delle due Corvette, che per festeggiare degnamente il 25mo anniversario della sponsorizzazione Mobil, che peraltro titola anche da anni l’intero evento, ha presentato entrambe le C8.R  con una livrea su base argento.

Il campione in carica Jordan Taylor ha poi ulteriormente valorizzato l’evento con il miglior tempo al mattino di 1.56.715, precedendo nella lista dei tempi complessiva delle GTLM l’unica Porsche in gara del WeatherTech Racing di Mathieu Jaminet e Matt Campbell. A quest’ultimo la leadership nel secondo turno.

Turner

Il miglior tempo tra le GTD è stato infine appannaggio del veteranissimo Bill Auberlen, tre volte vincitore di classe a Sebring, e della BMW M6 GT3 del Turner Motorsport col tempo di 2.00.456, due decimi meglio della Lexus di Jack Hawksworth e mezzo secondo in meno della Lamborghini del GRT Grasser di Franck Perera. Il francese del GRT Grasser avrà come compagno, oltre a Tim Zimmermann, Stephen Simpson anziché Misha Goikhberg, appiedato da una non meglio specificata indisposizione fisica.

Sempre nella categoria, che si appresta domani a disputare le prime qualifiche doppie per punteggio e posizione in griglia secondo il nuovo regolamento IMSA, da segnalare la presenza di Bia Figueiredo, conosciuta anche come Ana Beatriz, sulla seconda Porsche dell’EBM Hardpoint quale terza guida della line-up tutta al femminile che comprende le “regular” Christina Nielsen e Katharine Legge.

Nella nottata italiana il terzo turno di libere alle 7.30 PM locali, mentre domani le qualifiche inizieranno alle 11.15 AM. Ricordiamo che per la prima volta dal 2001 non vedremo una Ferrari in gara. Diretta streaming, come per la gara, su https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

Foto: IMSA

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USCC – Rolex 24: Il WTR fa tre di fila ! Dominio Corvette in GTLM. A ERA, Riley e Winward le altre categorie

Sembra imbattibile il Wayne Taylor Racing a Daytona. Il team di Brownsburg mette a segno la terza vittoria di fila, la quarta in cinque anni, mettendoci in mezzo anche il passaggio ad una nuova vettura e un reshuffle dell’equipaggio.

Un paio dei protagonisti di questo successo in realtà non sono nuovi al podio del classico season opener del motorsport su pista: Ricky Taylor infatti ha già ricevuto il cronografo nel 2017, Filipe Albuquerque l’anno successivo, mentre per entrambi gli assi dell’IndyCar chiamati a rinforzare la line-up, Alexander Rossi ed Helio Castroneves, si tratta invece del primo successo al quarto tentativo.

Filipe

Dietro alla Acura #10 si piazza la migliore delle Cadillac, la #48 dell’Action Express. Un programma realizzato su misura per lo start della “seconda vita“ di Jimmie Johnson dopo l’abbandono alla NASCAR, che ha vissuto forse più della concretezza di Simon Pagenaud e Mike Rockenfeller, ma soprattutto della splendida irruenza di Kamui Kobayashi, che fallisce il “threepeat” per appena 4”7.

A podio, per chiudere il trittico dei costruttori impegnati nella classe top, anche l’unica Mazda iscritta per i “soliti” Oliver Jarvis, Harry Tincknell e Jonathan Bomarito, capace di rimontare tre giri di distacco ,sì a furia di caution (se ne conteranno 12 alla fine), ma anche a fronte di una gara senza sbavature, a riprova che proprio nell’anno caratterizzato da un impegno ridotto del costruttore nipponico, questa DPi ha raggiunto la maturità agonistica necessaria per terminare nel migliore dei modi anche le gare più faticose.

Chiudono il pokerissimo di testa l’altra Acura del Meyer Shank Racing e la Cadillac del Team Ganassi. L’assalto di Renger van der Zande al leader è stato vanificato da due foratura, di cui la seconda nel finale di gara, sempre alla posteriore destra a 6’ dalla bandiera a scacchi. Aldilà del risultato, da considerare comunque positivo per un effort creato praticamente dal nulla dopo l’acquisto della DPi V.R ex-Juncos gravemente incidentata a Mosport 2019, pesano i due errori di Kevin Magnussen che sono costati altrettante penalità, e che hanno messo in ombra l’ottimo lavoro del veterano Scott Dixon e dell’olandese scaricato forse un po’ troppo frettolosamente dal WTR.

Delle altre due “Caddie” protagoniste della prima metà di gara, quella dell’Action Express ha scontato un problema tecnico al cambio, mentre quella del JDC-Mustang Sampling è rimasta incolpevole vittima di un incidente di gara.

ERA

Finale al cardiopalma anche tra le LM P2, con le due contender rimaste in lizza, ERA Motorsport e Tower Motorsport, a scambiarsi ripetutamente le posizioni nelle ultime fasi di gara. Risulterà determinante il drive-through assegnato a Mathieu Vaxivière per il jump start a due ore dal termine.

Le strategie differenti portavano infatti al comando alternativamente le due Oreca, ma alla fine, complice il necessario splash a pochi minuti dalla bandiera a scacchi, era la vettura con la livrea disegnata da un bambino di 6 anni di Ryan Dalziel, Paul-Loup Chatin, Dwight Merriman e Stephen Tilley a tagliare il traguardo per prima con 19” secondi di vantaggio. P3 per l’entry #82 del DragonSpeed, cui sfugge il tris nella categoria, davanti all’unica Ligier iscritta dal RWR Eurasia.

Cetilar_Squadra

Menzione obbligatoria per la Dallara Cetilar di Andrea Belicchi, Giorgio Sernagiotto, Roberto Lacorte ed Antonio Fuoco, bloccata per oltre due ore ai box da un problema al cambio allorquando stava lottando con profitto per la testa della categoria ma terminata orgogliosamente al traguardo.

Corv3N

Le Corvette dopo un digiuno durato ben quattro anni tornano finalmente ad a vincere in GTLM e lo fanno con una doppietta. Le C8.R hanno mostrato un passo gara insostenibile per la concorrenza: la dimostrazione nella velocità nel rimontare il drive-through comminato dalla direzione gara alla #3 per jump start, recuperato in meno di un’ora.

L’uno-due delle GT del Kentucky vede la #3 dei campioni in carica Jordan Taylor e d Antonio Garcia, coadiuvati da Nicky Catsburg, precedere di 3”5 la vettura gemella di Nick Tandy, Tommy Milner ed Alexander Sims.

Niente da fare per la Ferrari del Risi Competizione, col team di Houston al comando nelle ultime fasi in attesa di una caution che però non è arrivata. Alla fine è solo P4 per Alessandro Pier Guidi, James Calado, Davide Rigon e Jules Gounon dietro la BMW #24.

Peccato poi non aver potuto vedere lottare per il successo l’unica Porsche in gara, spazzata via dall’altra BMW ancora prima dello start, ma capace di rimontare la bellezza di quattro giri, che in una classe così tirata sono un’eternità.

Merc57

La GTD, vale a dire il presente e il futuro delle competizioni GT, ha visto trionfare la Mercedes del Winward Racing di Maro Engel, Indy Dontje, Philip Ellis e Russel Ward sull’altra AMG GT3 del Sun Energy 1 di Raffaele Marciello, Kenny Habul, Mikael Grenier e Luca Stolz.

Su questo risultato però gravano come un macigno le scorrettezze dell’equipaggio vincitore nei confronti della Ferrari #21 di AF Corse, liquidata in malo modo allo scadere del penultimo ottavo di gara. Metodi simili li abbiamo visti peraltro nelle fasi finali da parte dei secondi classificati anche nei confronti della Lamborghini del Paul Miller Racing, che termina al terzo posto.

Da questa battaglia sono uscite con le ossa rotte alcune delle favorite della vigilia, tra cui le Lexus del Vasser Sullivan e le Lamborghini del GRT Grasser, tutte vittime di problemi tecnici, mentre le Porsche più accreditate hanno commesso svariati errori. Il quarto posto finale dei vicecampioni di categoria del Wright Motorsports può essere considerato quindi un buon risultato alla luce di quanto sopra.

Riley

Difficile da valutare infine il debutto delle LM P3 nel WeatherTech SportsCar Championship. Le prestazioni, al di sotto delle migliori GT, dovrebbero innanzi tutto fare ripensare all’IMSA sul loro corretto posizionamento, cui si deve aggiungere l’inesperienza di tanti driver ingaggiati all’ultimo momento.

Alla fine se la sono giocata due degli equipaggi più completi, con la vittoria della Ligier del Riley Motorsports di Scott Andrews, Spencer Pigot, Oliver Askew e Gar Robinson sulla vettura gemella del Sean Creech Autosport di Wayne Boyd, Joao Barbosa, Lance Willsey e Yann Claray.

Il contatto fratricida al via, più qualche altro incidente di percorso, ci hanno privato del confronto con le Duqueine, portate in Florida dal Muehlner Motorsports, con la #6 dello specialista Laurents Horr comunque sul gradino basso del podio, ancorchè distanziatissima.

E’ tutto da Daytona. L’appuntamento con la massima serie endurance americana è per il 20 marzo prossimo con la 12 Ore di Sebring.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 59ma Rolex 24 at Daytona

Foto: IMSA, Michelin, WTR, Cetilar Racing

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Rolex 24: A -3 ore, WTR in controllo. La Ferrari AF Corse “fatta fuori” da una Mercedes in GTD

Il clima si sta facendo caldo a Daytona, e non solo per la temperatura decisamente estiva. La battaglia per la leadership assoluta infatti non accenna a calare di tensione nelle fasi decisive di questa Rolex 24 e, nonostante un paio di protagonisti hanno dovuto calare le loro aspettative, le cinque DPi del gruppo di testa proseguono a pieni giri e distacchi relativamente ravvicinati.

Cinque perché anche la Mazda è riuscita a recuperare lo svantaggio accumulato nei primissimi giri e porsi nel giro dei battistrada, che è condotto ancora una volta dalla Acura del WTR, ancora al top prima con Alexander Rossi e poi con Filipe Albuquerque. Purtroppo per il team Ganassi, Kevin Magnussen ne ha combinata un’altra, facendo pattinare le ruote in pitlane, e la sacrosanta penalità contestata al danese un attimo dopo il sorpasso per la leadership sul vincitore della indy 500 2016 costa una nuova rimonta per la Cadillac #01.

A tre ore dalla bandiera a scacchi è quindi la #48 di Simon Pagenaud a rincorrere il campione WEC ed ELMS delle LM P2 con circa 13” di svantaggio. Allo scadere della 18ma ora Dixon riesce a riportarsi in terza posizione sull’altra Acura di AJ Allmendinger. La Cadillac #31 frattanto è rientrata in pista dopo il problema al cambio con 23 giri di ritardo.

ERA_Winward

Nuovo cambio della guardia in LM P2 grazie a Ryan Dalziel, che riporta in testa l’Oreca dell’ERA Motorsport sulla entry del Tower Motorsport al termine della diciassettesima ora. Frattanto la terza forza della categoria, la vettura #82 del DragonSpeed, pere ulteriormente contatto dai due battistrada a causa di una sosta ai box per risolvere un problema di surriscaldamento.

Vettes

Sempre in mano alle due Corvette la GTLM, con la #3 di Nicky Catsburg a prendere il comando sull’altra C8.R. A seguire, il trenino perde un pezzo e passa a quattro carrozze, con la BMW #25 ora a 2 giri dai battistrada.

Anche la gara delle LM P3 di testa sembra ormai una gara di attesa con la Ligier del Riley Motorsports a condurre in scioltezza mantenendo i tre giri di vantaggio accumulati sulla vettura del Sean Creech Autosport.

Il colpo di scena che caratterizza questa porzione di gara investe infine la GTD, dove la lotta al coltello tra la Ferrari AF Corse e la Mercedes del Winward Racing assume toni da vicenda giudiziaria. Poco dopo il pit infatti, Matteo Cressoni, appena subentrato a Nicklas Nielsen, esce meglio di Peter Ellis dal “trioval”, ma la Mercedes non vuole dare strada e mantiene la corda, sbattendo fuori la 488 del pilota mantovano, che aveva già più di mezza macchina davanti, e che termina nelle gomme a protezione di curva 1.

Inspiegabilmente, ancora una volta la direzione gara non assegna alcuna penalità alla Mercedes #75, che prosegue indisturbata al comando della categoria, mentre la Ferrari AF Corse è costretta a riparazioni di fortuna e alla sostituzione della gomma posteriore destra, bucatasi nel contatto.

Si riforma quindi l’accoppiata Mercedes, con la Porsche del Wright Motorsport e la Lamborghini del Paul Miller Racing ad inseguire. Ritirata invece la Porsche del Team TGM, mentre l’esemplare dello Pfaff Motorsport esce anch’esso dai giochi dopo una lunga sosta per riparare quanto rovinato nel fuori pista che ha causato la decima caution della gara, nel corso della 19ma ora.

Piero Lonardo

La classifica alla ventunesima ora di gara

Foto: IMSA, Michelin