La notte è calata prepotentemente sullo speedway di Daytona, teatro della Rolex 24, e come da tradizione, è la volta degli assi dell’IndyCar di prendere il volante.
Il secondo ottavo di gara, che è stato caratterizzato dall’assenza di neutralizzazioni dopo le tante interruzioni dei primi 180’, ha visto lottare per la testa della gara Sebastien Bourdais e Scott Dixon al volante delle due Cadillac di JDC/Mustang Sampling e team Ganassi.
In un paio di occasioni i due si sono scambiati la leadership, complice anche un ciclo di pit-stop leggermente a vantaggio della DPi V.R #01, ma al quarto di gara è il quattro volte campione ChampCar a menare le danze con oltre 10” di vantaggio sul campione in carica della più importante serie di monoposto USA.
La terza forza è rappresentata dal WTR, con un altro campione al volante, Helio Castroneves, che a sua volta precede la Cadillac dell’Action Express #48, riportata a ridosso dei primi da Simon Pagenaud e Mike Rockenfeller, ultima vettura a pieni giri. Mike Coway e Pipo Derani infine, hanno avuto il loro daffare a riportare in P5 la #31, mattatrice delle prime fasi di gara, dopo il disastroso stint di Chase Elliott.
Qualche problema infine anche per l’Acura dell’MSR, protagonista di un contatto con la BMW M8 di Philipp Eng, non sanzionato dalla direzione gara, che chiude le liste delle sette protagoniste della categoria top, alle spalle della Mazda.
Tra le LM P2, dopo lo splendido turno di guida da parte di Paul-Loup Chatin, è toccato alla vettura #11 del WIN Autosport ereditare la leadership di categoria. La vettura del PR1 Mathiasen, che con Nicolas Lapierre si era riportata anche temporaneamente al comando, ha dovuto subire una lunga sosta, e ora il ruolo di inseguitore è ripassato alla #82 del DragonSpeed, seppur distanziata da un giro, con la Dallara Cetilar nuovamente in P4 a due giri.
A seguire le GTLM, con le due Corvette a condurre, nonostante un errore da parte di Nick Tandy, che in seguito riprenderà il comando sull’altra C8.R guidata da Jordan Taylor. Tutte le vetture a parte la Porsche del WeatherTech Racing, incolpevole protagonista dell’incidente al via, sono racchiuse nello spazio di 30”.
Tra le LM P3 Scott Andrews sulla Ligier #74 del Riley Motorsports vanta già uno e due giri di vantaggio rispettivamente sulle vetture del Sean Creech Motorsport e sulla Duqueine #6 del Muehlner Motorsports, ripresasi dopo il contatto nelle primissime fasi di gara nelle mani dello specialista Laurents Horr.
Nelle GTD infine, ancora Matteo Cressoni protagonista con la Ferrari AF Corse, ma il diverso ciclo di pit premia momentaneamente la Porsche del Wright Motorsports, al top con Klaus Bachler, sulla Lamborghini del Paul Miller Racing e la Aston Martin dello Heart of Racing. In evidenza anche la Mercedes del Winward Racing, temporaneamente in testa, mentre una piccola disavventura è occorsa ai box al veteranissimo Bill Auberlen, che ai box si portava dietro il bocchettone del carburante alla sua BMW. Sono comunque ancora otto le vetture nello stesso giro dei battistrada.
Da segnalare infine il forfait definitivo anche di un’altra Oreca LM P2, quella dell’High Class Racing che schierava, tra gli altri, Robert Kubica.
Piero Lonardo
La classifica dopo la sesta ora di gara
Foto: IMSA, Corvette, Porsche