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ELMS – Allen non perdona: pole di casa in Algarve

James Allen continua la striscia positiva per Algarve Pro Racing conquistando la pole position nella prima delle due gare di casa, la 4 Ore di Algarve, col tempo di 1.48.674. Le condizioni della pista, rese insidiose da continui scrosci di pioggia, hanno condizionato i risultati nelle varie altre categorie.

Ad affiancare il leader della classifica generale, Olli Caldwell con la vettura di Inter-Europol, a oltre 8 decimi; seconda fila per Laurents Hörr, l’unico a tentare di montare un secondo treno di wet, di IDEC, e Job Van Uitert del Panis Racing. L’olandese è stato invitato da Vanwall a disputare il rookie test WEC in Bahrain.

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Tra le LM P2 Pro/Am, l’ultimo passaggio ha premiato Alexander Mattschull, che ha cosí interrotto il predominio di Salih Yoluc e Racing Team Turkey nella categoria. Si chiude con ben 1” di vantaggio infatti per l’alfiere del Team Virage sul turco.

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Il Team Virage chiude al top anche tra le LM P3 col driver di casa, Manuel Espirito Santo, leader col tempo di 1.56.029 nello stint forse più penalizzato dalle condizioni meteo. Il portoghese ha approfittato del momento giusto per piazzare la migliore prestazione, prima di un forte scroscio a metà sessione. Nel rush finale ha prevalso Oscar Tunjo del WTM by Rinaldi, che però è arrivato solo a 2 decimi della Ligier del team battente bandiera polacca.

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Prime a scendere in pista le GTE. Anche qui le condizioni del tracciato hanno costituito un fattore importante per i piloti bronze incaricati della qualifica. Duncan Cameron ha infatti procurato la prima red flag della mattinata con la Ferrari di Spirit of Race, salvo poi riprendere e piazzarsi al terzo posto dietro all’Aston Martin #72 del TF Sport di Arnold Robin e all’altra 488 GTE di Formula Racing con l’esperto Johnny Laursen, terminato ad 1” dalla Vantage, alla prima pole stagionale. Un lungo di Michael Fassbender - al quale sono stati cancellati tutti i tempi - nei secondi finali, ha poi precluso ogni ulteriore miglioramento.

EDIT: Il miglior tempo della Ferrari #55 è stato cancellato dalla Direzione Gara. La terza piazzola in griglia va all’Aston Martin del GMB Racing. 

Nel tardo pomeriggio di ieri un manipolo di eroi si è invece lanciato nella sessione riservata ai driver bronze ranked in una pista completamente allagata. Al termine del turno, ridotto alla canonica mezz’ora per permettere la riparazione delle protezioni all’entrata della pitlane, danneggiate nella sessione precedente della Ligier Euro Series, che pure chiude qui il suo 2023, il miglior tempo è stato segnato da Giorgio Roda con 1.57.179 sull’Oreca del Team Proton.

A fra poco per la prima delle due gare del gran finale ELMS, la 4 Ore di Algarve, che prenderà il via alle 14.45 locali (le 15.45 italiane). Diretta streaming gratuita sul sito ELMS e sui canali social della serie.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche della 4 Ore di Algarve

I risultati del Bronze Test

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WEC – Approvato dalla FIA il nuovo format di qualifiche per il 2024

Approvato dal FIA World Motorsport Council nell’ambito del terzo meeting annuale di Ginevra un nuovo format di qualifiche per il WEC.

Prendendo spunto dall’esperienza delle ultime 24 Ore di Le Mans, verrà introdotto il concetto di Hyperpole. Al posto dell’attuale turno unico per categoria di 15’, a partire dal round iniziale del Qatar del 3 marzo prossimo, le 10 migliori LMH e GT3 si qualificheranno per il turno successivo in un round iniziale di 12’. A seguire la Hyperpole che deciderà la pole position e la griglia definitiva di partenza della durata di 10’.

Diffusi inoltre chiarimenti sulla nuova classe LM GT3, che vedrà impegnati, sulla base dei regolamenti esistenti GT3, gentlemen drivers e team privati. Le vetture si presenteranno con diversi adattamenti specifici, quali i pannelli numerici luminosi e le cosiddette “leader lights” (i tre pallini laterali che contraddistinguono, se accesi, i primi tre della categoria).

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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ELMS – Algarve Pro Racing al top sotto la pioggia nelle prime libere di Portimao

Nürburgring? Spa? No, siamo a Portimao, nella punta meridionale del Portogallo, ma l’atmosfera sembra quella dei circuiti del nord Europa. Pioggia e vento misti a brevi schiarite hanno infatti caratterizzato le prime libere del doppio appuntamento finale dell’European Le Mans Series.

Il miglior tempo della sessione, ad opera di James Allen, è giunto proprio in una fase di pista abbastanza asciutta. Il pilota della capolista Algarve Pro Racing ha fissato i cronometri sull’1.33.898, in seguito avvicinato dalle due vetture di United Autosports di Nelson Piquet Jr., al top tra i Pro/AM, e Phil Hanson,a  meno di 2 decimi. Poco oltre Laurents Hörr con la vettura IDEC Sport e Nico Pino di Inter-Europol.

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La sessione è stata interrotta quasi subito per l’uscita di strada della Ferrari AF Corse #51 di Rui Aguas. La 488 GTE ha poi ripreso la pista nelle fasi finali delle ben tre ore a disposizione, dopo lo scroscio più violento di oggi e che ha consigliato gran parte delle squadre a concludere anticipatamente il turno.

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Tra le LM P3, la palma del migliore va a Wyatt Brichaceck di Inter-Europol, autore di 1.38.649 davanti al polesitter di Le Castellet, Oscar Tunjo con la Duqueine del WTM by Rinaldi.

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In GTE infine, ricordiamo qui all’ultimo appuntamento di sempre nella serie europea in attesa delle GT3, stesso tempo di 1.42.409 per Johnny Adam con l’Aston Martin del TF Sport e Matteo Cressoni con la Porsche di Iron Lynx. La top five è comunque racchiusa appena in 85 millesimi e comprende anche Matt Griffin, Julien Andlauer e Nick Thiim.

Ieri si è svolto un intenso programma di test che non ha visto comunque risultati di rilievo. Per la cronaca, il miglior tempo nelle 4h50 a disposizione è andato a Job van Uitert del Panis Racing autore nel pomeriggio di 1.33.527.

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Il programma odierno proseguirà con il Bronze Test, ugualmente raddoppiato nella durata in un’ora, a partire dalle 16.20 locali.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Alberto Manganaro

I risultati delle Libere 1

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ELMS – In 40 per il doppio appuntamento di Portimao

Saranno 40 le vetture presenti presso l’Autodromo di Algarve per il doppio appuntamento che nel weekend chiuderà l’European Le Mans Series 2023.

Con 52 punti ancora in palio, in pochi sono potenzialmente fuori dai giochi nella categoria regina, anche se i risultati ottenuti fin qui dalle compagini Pro/Am quali Racing Team Turkey, AF Corse e Cool Racing per una volta creano una complicata dicotomia fra la classifica generale e quella specifica delle LM P2. Ma proviamo a fare il punto delle tre classifiche distinte.

Algarve Pro Racing, dopo il trionfo di Spa guida sia la classifica generale che quella delle LM P2, ma con diversi margini (e diversi inseguitori). Se infatti sono 17 i punti di vantaggio sul team Duqueine nella classifica di categoria, sono invece solo 11 quelli che separano Alex Lynn, James Allen e Kyffin Simpson dalla compagine turca nella overall, con Neel Jani e soci in P3 a -30.

Il post-gara di Spa ha influito pesantemente nei confronti di AF Corse, che insegue nella overall a -33 lunghezze, una in più dell’Oreca #37 di Malthe Jakobsen, Alexandre Coigny e Nicolas Lapierre, secondi assoluti al traguardo nelle Ardenne.

La classifica delle LM P2 vede alle spalle del Duqueine un’ammucchiata che comprende nel raggio di 9 lunghezze praticamente tutto il resto del lotto degli equipaggi ad eccezione di Inter-Europol.

Al contrario, la classifica specifica delle Pro/Am propone un duello ravvicinato fra il Racing Team Turkey ed AF Corse, distanziate da appena 4 lunghezze, con Cool Racing a -16 dai battistrada.

Più semplice invece la situazione fra le LM P3, dove il Cool Racing, con tre vittorie ed un terzo posto su quattro gare, domina a quota 91 contro i 45 della Ligier #13 di Inter-Europol, i 44 del Racing Spirit of Leman ed i 43 di Eurointernational, tutti quindi con speranze ridotte al lumicino nei confronti di Adrien Chila, Marcos Siebert ed Alejandro Garcia, i quali potrebbero festeggiare già venerdì sera, al termine della prima gara del doubleheader portoghese, il titolo di categoria.

Classifica assai fluida anche in GTE, con la Porsche #16 di Proton Competition e l’altra 911 RSR-19 di Iron Lynx appaiate a quota 61. Scott Huffaker e Takeshi Kimura del team Kessel inseguono a -8, ma quasi nessuno è escluso a priori dal successo finale, anche se il Success Ballast, che vede i primi tre penalizzati con ben 30, 25 e 20 kg extra, potrebbe rappresentare un problema sui saliscendi lusitani.

Riguardo gli equipaggi, i neocampioni IMSA GTD Pro Jack Hawksworth e Ben Barnicoat saranno di nuovo della partita sulle vetture Pro/Am di Algarve Pro Racing ed AF Corse. Al contrario, Gianmaria Bruni, reduce da uno splendido terzo posto assoluto alla Petit Le Mans, sarà sostituto da Bent Viscaal. L’unica vettura assente rispetto alla gara precedente sarà la Ligier LM P3 #10 di Eurointernational.

Già mercoledí è in programma una sessione di test collettivi, con minaccia di pioggia debole nel pomeriggio, che potrebbe intensificarsi nella giornata di giovedí 19, che prevede solamente libere 1 e Bronze test. Venerdí 20 si comincia alle 9.50 locali con le qualifiche della 4 Ore di Algarve, che partirà alle 14.45. Sabato spazio alla seconda sessione di libere e alle qualifiche della 4 Ore di Portimao, la seconda gara di questo doubleheader che partirà domenica 22 alle 13.00 locali, preceduta tra i vari eventi dall’atto finale della Michelin Endurance Cup 2023, in gara unica.

Nella serie cadetta, nonostante il passo falso nel demolition derby di Spa, è sempre il Team Virage a dominare tra le LM P3, con 72 punti contro i 51 di Team Thor e CD Sport. Diversa la situazione fra le GT3, dove il Racing Spirit of Leman detiene solo 12 lunghezze sulla Ferrari AF Corse #51 e 14 sulla Porsche dell’HCR w/CaffeineSix.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

L’entry list di Portimao ELMS

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WEC – Glickenhaus lascia. Briscoe e Talbot sub in Bahrain

Jim Glickenhaus ha detto basta: questa la notizia che sta rimbalzando da qualche minuto nel web. Aldilà del fatto che un paio di diverse fonti anglofone (edit: tre) si stanno accaparrando la paternità della news, rimane il fatto che non dovremmo più vedere le splendide SCG 007 LMH in pista, in quanto non verrà compilata la necessaria domanda di iscrizione entro la deadline del 20 novembre.

La motivazione risiede nei fondi necessari a sviluppare la macchina, cosí da renderla competitiva nei confronti delle altre LMH, ritenute eccessive da parte del patron, salvo reperire una sponsorizzazione tale da coprire i costi necessari, ovvero riuscire a creare un programma clienti.

Un vero peccato per il WEC, che perde cosí uno degli ultimi veri romantici, un protagonista a tutto tondo negli ultimi tre anni della serie mondiale, capace di mettere in piedi dal nulla il programma più cosmopolita del paddock e portarlo ad ottenere risultati contro colossi quali Toyota, Porsche, Peugeot e Ferrari.

Ricordiamo infatti le due clamorose pole position del 2022 a Spa e a Monza, ma anche i sei arrivi su sei nelle tre edizioni della 24 Ore di Le Mans cui ha partecipato, con gli highlights del podio del 2022 e del sesto/settimo posto, in una platea ben più agguerrita, nell’edizione del centenario.

Glickenhaus continuerà a dedicarsi alla produzione delle sue supercar, in particolare la SCG 004, con la quale potrebbe rientrare al Nürburgring nella sua versione da corsa.

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Stante all’assenza, già nota, della Glickenhaus in Bahrain, uno dei piloti impegnati col team statunitense sarà comunque presente sul tracciato mediorientale fra due settimane: si tratta di Ryan Briscoe, che è atteso a prendere il volante della Vanwall Vandervell al fianco di Esteban Guerrieri (che a questo punto rimane il solo della pattuglia originale) e di Tristan Vautier. João Paulo de Oliveira, presente a Monza e al Fuji, risulta indisponibile per la concomitanza con l’appuntamento finale del SuperGT a Motegi.

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Giappone in qualche modo coinvolto anche nel cambio di line-up al D’Station Racing, dove a causa di impegni personali, Satoshi Hoshino cederà il volante dell’Aston Martin #777 a Liam Talbot. Per il 42enne gentleman australiano si tratta del debutto nella serie mondiale, all’ultima apparizione di sempre delle GTE.

Ricordiamo che la 8 Ore del Bahrain prenderà il via alle 14.00 locali di sabato 4 novembre prossimo.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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USCC – Ben Hanley ultimo tassello di United Autosports

Ben Hanley va a completare la line-up di United Autosports: il 38enne pilota britannico nel 2024 sarà al volante di una delle due Oreca LM P2 del team insieme a Ben Keating e ad Alex Quinn.

Ricordiamo che sull’altra vettura, per la prima stagione completa nel WeatherTech SportsCar Championship, si alterneranno Dan Goldburg, Paul di Resta e Marino Sato.

Hanley, a lungo portacolori nella categoria cadetta di DragonSpeed in WEC, ELMS, IMSA e persino in IndyCar, quest’anno ha chiuso in seconda posizione, sempre tra le LM P2 col Crowdstrike by APR, totalizzando due vittorie, al Glen e lo scorso weekend alla Petit Le Mans, terminando in classifica proprio dietro a Keating, suo nuovo teammate.

Con United Autosports invece quest’anno ha già disputato tre round nella serie mondiale, giungendo secondo a Portimao.

Piero Lonardo

Foto: United Autosports

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USCC – Tra i tanti litiganti, l’MSR si aggiudica la Petit Le Mans. Titolo ad Action Express

Finisce in regime di Full Course Yellow una delle edizioni più caotiche della Petit Le Mans, e premia l’Acura del Meyer Shank Racing di Colin Braun, Tom Blomqvist ed Helio Castroneves.

Il sorpasso che vale la vittoria a mezz’ora dal termine, dopo il lungo periodo di neutralizzazione derivante dal contatto – non sanzionato dalla direzione gara – che ha deciso il campionato fra Filipe Albuquerque e Pipo Derani a favore di Action Express/Whelen Racing, con Braun a prendere la leadership sulla Cadillac di Renger van der Zande.

Entrambe le vetture erano in regime di fuel saving, anche se la V-Series.R #01 ha forse stabilito un nuovo record, ovviamente grazie alle tante neutralizzazioni dell’ultima parte di gara, con 1h32 di autonomia. L’olandese ha cercato un ultimo spunto nello shootout finale, a 5’ dallo scadere delle 10 ore, all’ennesimo restart, questa volta per il contatto a muro dell’Oreca LM P2 di Christian Rasmussen, senza riuscirvi.

Una ulteriore Full Course Yellow, la 13ma della giornata, per soccorrere la Porsche #16 del Wright Motorsport, vittima di una carambola con l’altra 911 di AO Racing e con la Lamborghini Pro di Iron Lynx, farà chiudere la gara dietro la Safety Car.

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Il secondo posto basta comunque a Cadillac per vincere la classifica costruttori, cosí come la P6 basta e avanza per il titolo piloti a favore di Derani ed Alexander Sims, che arriva dopo il successo nella Michelin Endurance Cup decretato già a gara in corso. Va evidenziato che senza la penalizzazione di Daytona, l’MSR avrebbe invece conquistato il titolo a mani basse.

Le soddisfazioni per Porsche arrivano con Proton Competition, che chiude a podio con Harry Tincknell, Neel Jani ed il nostro Gianmaria Bruni dopo una gara caparbia, davanti alle vetture ufficiali e all’altra 963 privata del JDC-Miller che tra le altre cose ha visto il debutto in IMSA del campione F1 2009 Jenson Button.

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Tra le LM P2, è successo per il Crowdstrike by APR, che premia soprattutto George Kurtz, pronto ad un’altra Le Mans dopo la vittoria in Pro/Am dello scorso giugno, mentre il titolo va al PR1 Mathiasen, P3 al traguardo dietro la vettura #35 del TDS.

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Finale ai ferri corti invece in LM P3, col trionfo del JR III Racing, peraltro prossima casa di United Autosports negli States. Decisivo il contatto fra Felipe Fraga e Garett Grist nelle fasi finali a favore di quest’ultimo a causa di una foratura del team neocampione, che chiude al terzo posto dietro anche alla Duqueine #13 di AWA.

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Arrivo in volata anche in GTD Pro, dove Dani Juncadella ed il WeatherTech Racing riescono a superare le penalità di inizio gara (ma chi non ne ha avute in questa classe) e, grazie anche ai ritiri “pesanti” di Corvette e dei neocampioni del Vasser Sullivan, porta a casa un’insperata vittoria sulla Porsche dello Pfaff Motorsports. Ferrari può consolarsi solo con il terzo posto della 296 GT3 di Risi Competizione.

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Cavallino assente invece dal podio delle GTD, dove a trionfare è la Lamborghini del Forte Racing by US RaceTronics di Loris Spinelli, Misha Goikhberg e Patrick Liddy. La carambola finale finisce per portare a podio dietro la Huracan #78 la BMW #96 del Turner Motorsport e la Porsche #77 del Wright Motorsports, a titolo ricordiamo già acquisito con una gara di vantaggio dal Paul Miller Racing.

E’ tutto per il WeatherTech SportsCar Championship 2023. Si ripartirà a fine gennaio con la 62ma Rolex 24 at Daytona.

Piero Lonardo

Foto: Michelin Racing USA, Whelen Racing, Algarve Pro Racing, JR III Racing, Mercedes-AMG, Loris Spinelli FB page

L’ordine di arrivo della 26ma Petit Le Mans

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USCC – Petit Le Mans: a meno di 2 ore dal termine, Cadillac davanti e WTR ko. Ad Action Express l’Endurance Cup

L’equipaggio della Cadillac #01 sembra avere in mano le sorti della 26ma Petit Le Mans. Renger van der Zande, Scott Dixon e Sebastien Bourdais hanno portato con successo la GTP del Team Ganassi oltre il tramonto, guadagnando la leadership dopo il pit collettivo con l’olandese alla metà della quinta ora su Josef Newgarden.

Il due volte campione IndyCar si è rivelato l’anello debole di casa Porsche, cedendo presto anche alla BMW di Nick Yelloly che alla Porsche Proton di Harry Tincknell, mentre la successiva neutralizzazione, la settima del giorno, permetteva anche ad Action Express ed al WTR di riallinearsi alle strategie altrui rientrare dietro la V-Series.R #01, ora con Dixon al volante, con Jack Aitken e Ricky Taylor. La situazione era stata generata dal ritiro della Corvette, fino a quel momento al comando delle GTD Pro, leadership in seguito ereditata dalla Lamborghini di Franck Perera sulla Mercedes di Dani Juncadella.

Una nuova neutralizzazione sarebbe arrivata per riprendere la Ligier LM P3 del Performance Tech, ed il successivo giro di pit lasciava Louis Deletraz, nuovamente al volante dell’Acura #10, al comando su Dixon ed Aitken.

Frattanto le ombre iniziavano ad allungarsi, e le nuove vittime del tramonto sono state la Porsche di Laurens Vanthoor, definitivamente ko dopo il big crash delle prime fasi, e soprattutto l’Oreca LM P2 #11 di Mikkel Jensen, fino a ieri leader della classifica di categoria. Fortunatamente i due incidenti non richiedevano l’ennesimo intervento della vettura di servizio. Un altro protagonista a perdere terreno è stata l’Aston Martin do Roman deAngelis, che perde la seconda piazza fra le GTD a causa di un contatto con la Lamborghini del Forte Racing.

Davanti Sebastien Bourdais poteva gestire un comodo cuscino su Deletraz ed Aitken, al momento i major contender per il titolo, anche se Matt Campbell riprendeva il ritmo della gara per la Porsche #7, avanzando pericolosamente, salvo incredibilmente non sfruttare, al contrario della concorrenza, la possibilità di un pit in regime di Full Course Yellow regalato dal contatto fra l’Aston Martin del Magnus Racing e la Ferrari #61.

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La leadership della 963 svaniva di lí a poco, lasciando la Cadillac dorata davanti su Jack Aitken, che nel frattempo poteva festeggiare in anticipo il titolo della Michelin Endurance Cup, e a Filipe Albuquerque, il quale era costretto a cedere momentaneamente la terza piazza per un lungo.

Nessuno però avrebbe immaginato quanto sarebbe accaduto dopo 8h30’ di gara, con Filipe Albuquerque sbattuto fuori all’esterno di curva 1 da Pipo Derani, similmente a quanto accaduto qualche anno prima tra Ricky Taylor e Felipe Nasr. Gara e titolo rimangono ora saldamente nelle mani delle due Cadillac rispettivamente, col solo Matt Campbell a rappresentare una minaccia potenziale.

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Tra le LM P2, attimi di suspense in casa PR1 Mathiasen a seguito del testacoda da parte di Alex Quinn che poteva essere potenzialmente fatale per le ambizioni di titolo. Al momento la classifica di categoria è gestita da ERA Motosports, grazie soprattutto alla prestazione del neocampione Indy NXT Christian Rasmussen. In LM P3, il Riley Motorsports è invece tornato padrone delle operazioni.

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La gara delle GTD Pro ha visto rientrare inaspettatamente in corsa la Porsche dello Pfaff Motorsports, vittima di una penalità e di un duro contatto nelle fasi iniziali, il team in tartan, all’ultima apparizione prima di passare alla McLaren, si sta ora giocando la gara ad armi pari con la Mercedes del WeatherTech Racing.

Corsa pazza anche in GTD, dove Loris Spinelli è ora al comando della categoria sulle Porsche di Wright Motorsport, protagonista della fase centrale di gara con la #16, e di AO Racing.

Piero Lonardo

Foto: Chip Ganassi Racing, Whelen Racing, WTR w/Andretti, Pfaff Motorsports

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USCC – Petit Le Mans: dopo 4 ore, Porsche al comando e tante penalità

Porsche, dopo il disastroso incidente che ha coinvolto all’inizio della seconda ora di gara la #6 di Nick Tandy, ha preso il comando delle operazioni con la vettura gemella. Matt Campbell, ripartito in terza posizione dopo la quarta Full Course Yellow, provocata dal contatto fra l’Acura di Tom Blomqvist e la BMW neocampione in GTD del Paul Miller Racing, ha avuto la meglio prima su Mike Rockenfeller, provvisorio secondo sull’altra 963 del JDC-Miller, e poi su Sebastien Bourdais.

Nel frattempo un’improvvida manovra da parte di Alexander Sims, accortosi all’ultimo momento del semaforo rosso all’uscita box, provocava un tamponamento da parte della BMW di Sheldon van der Linde. Penalità a seguire per entrambi, doppia per la Hybrid V8 #25.

La direzione gara fin qui ci è andata generalmente pesante, punendo ogni minimo comportamento anomalo, anche quelli più insoliti, come nel caso delle due Lamborghini di Jordan Pepper e Loris Spinelli per jump restart. Putroppo un problema alle sospensioni per l’altra Huracàn delle Iron Dames, protagonista delle prime fasi di gara con Doriane Pin, ha tolto la rosa #83 dalla lotta per le prime posizioni delle GTD.

Ad ogni modo, dopo 3 ore di gara, circa la metà si è svolta in regime di Full Course Yellow, con la quinta neutralizzazione per recuperare la Ligier LM P3 dell’Andretti Autosport, nella ghiaia con problemi alle sospensioni, proseguita poi per lo stop della Duqueine AWA di Wayne Boyd.

All’ennesimo restart, dietro Campbell emergeva Renger van der Zande, subentrato a Bourdais, il quale si faceva largo fino a installarsi dietro la Porsche di testa e su Ricky Taylor, protagonista del secondo turno di guida per il WTR. Fino a questo momento l’equipaggio della #7 era in cima alla classifica generale.

Nelle altre categorie, la lotta per il primato in LM P2 vede il Crodwstike by APR battagliare col TDS e col PR1 Mathiasen con le armi migliori: Ben Hanley, Mikkel Jensen e Paul-Loup Chatin.

Purtroppo la lotta per il primato deve essere momentaneamente accantonata per AF Corse, gravata da tre penalità (Wheelspin, troppo personale al pit, mancato rispetto della penalità precedente) fino al contatto tra Francois Perrodo e la Porsche di Davide Brule nel finale della quarta ora. Felipe Fraga dal canto suo prendeva il comando delle operazioni su Dakota Dickerson ed il JR III Racing.

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Tra le GT, penalità anche per la Ferrari Risi, che però, sia a causa della penalità assegnata alla Mercedes del WeatherTech Racing per non aver rispettato il tempo minimo di rifornimento, ma soprattutto dell’incidente che ha tolto definitivamente dalla contention la Lexus neocampione (e che ha chiamato in causa la direzione gara per la sesta volta), si è installata in seconda posizione in GTD Pro dietro la Corvette. P3 per l’altra 296 GT3 di AF Corse.

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In GTD infine, è la Mercedes del Winward Racing ad aver preso il comando delle operazioni davanti all’altra AMG GT3 del Korthoff Preston Motorsports e alla BMW #96 del Turner Motorsports, ma sono ben 13 le vetture ancora nel giro del leader.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport, Vasser Sullivan, Winward Racing

La classifica dopo 4 ore di gara

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USCC – Petit Le Mans, Start: Tante emozioni. Tandy big crash. Vasser Sullivan e Riley Motorsports campioni in GTD Pro e LM P3

Davanti a tutti allo start nella 26ma edizione della Petit Le Mans ci sono Sebastien Bourdais e la Cadillac #01. Il tetracampione Champ Car ha preso le misure al via a Louis Deletraz in pole ed ha subito allungato, vendicandosi cosí virtualmente dello “sgarro” nelle qualifiche di ieri. Col via Ben Barnicoat, Jack Hawksworth ed il Vasser Sullivan conquistano il titolo in GTD Pro, cosí come Gar Robinson ed il Riley Motorsports tra le LM P3.

Steven Thomas aveva frattanto la meglio su Ben Keating tra le LM P2, mentre Glenn van berlo manteneva la leadership derivante dalla pole in LM P3, cosí come Ian James e l’Aston Martin dello Heart of Racing in GTD davanti ad Hawksworth e a Doriane Pin con la Lamborghini delle Iron Dames.

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I colpi di scena, iniziati già nei giri di ricognizione, con le uscite di strada da parte della Duqueine LM P3 di Rasmus Lindh e dell’Oreca LM P2 di Ari Balogh, sono immediatamente proseguiti a causa di un secondo out, ben più impattante, della vettura del Tower Motorsports, condivisa tra l’altra con l’asso IndyCar Scott McLaughlin, in curva 3, vicinissimo alla “sindone” lasciata a muro da Giedo van der Garde nelle libere-2.

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Gara subito neutralizzata e prime penalità che colpiscono la BMW di Augusto Farfus, la Porsche di Nick Tandy e le GT di Katharine Legge, Antonio Fuoco e Miguel Molina, tutti rei si aver cambiato linea alla green flag.

Purtroppo per il pilota calabrese del Cetilar Racing, un contatto ripetuto con la Mercedes del Korthoff Preston provocava una foratura alla posteriore sinistra, che rimaneva sulla porzione finale del circuito, facendo richiamare immediatamente la vettura di servizio.

In tanti ne approfittano per la prima sosta; facevano eccezione le due GTP capolista, l’Oreca LM P2 dell’High Class Racing e Cameron Shields del Performance Tech. Anche la Pin decideva di rimanere fuori e prendeva il comando delle GTD davanti ad Hawksworth e Garcia con la Corvette.

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Il nuovo regime di gara libera vedeva la lotta per il terzo posto fra Connor de Philippi e Tom Blomqvist per la terza piazza, ma la BMW andava lunga in T10 e Felipe Nasr ne approfittava per conquistare la quarta piazza. Un insolito testacoda di Ben Keating in T6 regalava emozioni ma non modificava la classifica generale, che vedeva nuovamente al comando il neocampione WEC GTE-Am.

Tra le GTP era però Pipo Derani l’uomo del momento, e l’alfiere di Action Express, uscito forte dalla prima sosta, rompeva gli indugi e chiudeva la P5 sulla BMW #25, che cedeva anche all’altra Porsche Penske di Nick Tandy.

Allo scadere della prima ora Deletraz riusciva a prendere momentaneamente la testa della gara, mentre Bourdais, pure in strategia al risparmio, non cedeva a Bloqmvist. Dietro l’imprendibile Pin invece Garcia aveva la meglio sulla Lexus campione in GTD Pro.

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Dopo circa 70’ Deletraz era atteso alla prima sosta, ma un attimo dopo la direzione gara era costretta a chiamare la terza neutralizzazione della giornata per un big crash che vedeva l’Oreca di Dennis Anderson toccare la Ferrari Triarsi di Charles Scardina e rimbalzare sulla McLaren di Inception e Racing e soprattutto sulla Porsche di Nick Tandy. La 963 #6, in lizza per il titolo, era costretta ai box per una estesa riparazione.

Si ripartirà 20’ dopo con Deletraz nuovamente al comando dopo l’indispensabile pit della Cadillac #01 davanti a Blomqvist e Nasr. La prima sosta delle Iron Dames lasciava al comando delle GTD la Mercedes del Winward Racing, dietro Antonio Garcia ancora leader fra le Pro.

Piero Lonardo

Foto: IMSA, Tower Motorsports, Iron Lynx, Porsche Motorsports