Poco prima delle Libere 1 della 1812 km del Qatar abbiamo avuto l’opportunità di incontrare i piloti di Cadillac Jota, une delle vetture favorite, almeno stando ai dati del Prologo.
Per primo Jenson Button, al secondo anno con Jota:
“Amo correre ed il suono delle auto – ha immediatamente affermato il campione del mondo di F1 2009 – le competizioni di durata mi sono sempre piaciute e stiamo vivendo un’era speciale. Avere così tante Hypercar è incredibile e c’è sempre la possibilità di vincere.”
Com’è stato passare da Porsche a Cadillac?
“Qui sono riuscito ad effettuare circa 40 giri con la Cadillac pur avendo saltato il test della squadra di Abu Dhabi. La macchina è sicuramente diversa da guidare e la squadra sta imparando gradualmente; ovviamente speriamo di vincere con questo programma, non ci sono scuse. La storia di JOTA nel WEC è incredibile con almeno una vittoria in ogni anno, speriamo di continuare.”
Ti abbiamo visto nel paddock, sempre con il sorriso. Qual’è la differenza tra la LMP1 e l’Hypercar?
“La LMP1 di SMP era veloce e aveva tanta downforce, ma non potevi competere contro Toyota. Il terzo posto di Le Mans è stato il massimo ottenibile. Ora tutti invece possono competere, ed è sicuramente differente lottare per il podio con così tanti costruttori. GM ha realizzato un ottimo prodotto come abbiamo visto anche in IMSA, vediamo cosa succederà nel Mondiale.”
Che impegno hai ora con Hertz JOTA Cadillac?
“Per ora ho un impegno annuale. Sono contento ed emozionato per la stagione e vedremo cosa succederà nei prossimi mesi ma ci sono talmente tante cose da fare nella vita…”
In seguito abbiamo scambiato qualche parola con Earl Bamber, il più giovane tra gli equipaggi Cadillac, nonostante una vittoria assoluta a Le Mans con Porsche nel 2017.
Ci sono differenze rispetto all’anno scorso con CGR?
“Con Chip Ganassi Racing ci sono molte differenze, ma anche tante somiglianze. Lavoriamo con molte persone di GM che conosciamo. Stiamo sicuramente lavorando tutti come un unico team, non solo JOTA quindi, ma anche con Action Express e Wayne Taylor Racing, con cui abbiamo un continuo scambio di informazioni.”
Quanto ti è difficile gestirti tra il WEC e gli States, dove sei pure pilota ufficiale Cadillac?
“In realtà, non è così male perché ora vivo negli USA, quindi è molto facile arrivare alle gare e non è diverso da quello che ero abituato a fare prima. Sai, quando vedi persone che fanno 25 gare GT all’anno, penso che sia più impegnativo di quello che facciamo qui. Ma mi piace. È anche molto bello perché si guida molto in macchina.”
In tutto questo gestisci anche un tuo team l’EBM: come riesci a fare tutto?
“Eh non da solo; per il team ho ottime persone che mi aiutano. Quindi sai, in realtà non ho bisogno di recarmi sempre in pista. E’ un progetto divertente che mi aiuta davvero con le corse perché imparo tanto sugli aspetti tecnici e sono tutte conoscenze che posso trasferire in pista.”
Quindi rischiamo di vederti presto dall’altra del muretto?
“Non tanto presto (ride)”
Interviste raccolte da Piero Lonardo ed elaborate da Luca Pellegrini
Foto: Piero Lonardo