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WEC – Non cambia il BoP per Hypercar ed LM P2

Nonostante i risultati a dir poco sconcertanti del Prologo concluso ieri, la commissione tecnica della FIA poco fa ha reso noto di non dover modificare i parametri del Balance of Performance in vista della 6 Ore di Spa-Francorchamps, atto iniziale della Season 9 del World Endurance Championship, che inizia domani con le prime libere.

Il BoP iniziale, che ha sostituito l’EoT (Equivalence of Performance) per la nuova categoria Hypercar, è stato infatti confermato per le due Toyota GR010 Hybrid, che come lunedì e martedì, potranno contare su un’energia massima per stint di 964 MJ ed una potenza di picco di 520 kW, pari a 697 HP, con un peso di 1.040 kg.

L’Alpine-Gibson LM P1 per contro, vedrà un lieve innalzamento di potenza rispetto al Prologo, con 454 kW disponibili contro i 450 definiti inizialmente, sempre però con un’energia massima per stint di 920 MJ ed un peso minimo di 920 kg.

Nessuna modifica invece per le LM P2, che scontano già una notevole riduzione di potenza rispetto al 2020, e che rischiano così insospettabilmente di iniziare col botto questa nuova era delle gare di durata, sempre che Toyota ed Alpine non abbiano tenuto da parte qualche asso nella manica.

Invariato rispetto a ieri anche il BoP delle GTE, con Porsche e Ferrari a gareggiare praticamente con lo stesso peso minimo (1259 kg contro 1260) contro i soli 1235 kg della Corvette C8.R. Leggera riduzione di potenza per le vetture iscritte in  GTE-Am, con le 911 RSR-19 a fare il proprio debutto nella categoria nell’ambito della serie mondiale.

Il responso definitivo sarà come sempre dato dalla pista, a partire dalle 15.30 di domani, proseguendo, dopo altri due turni di libere, con le qualifiche di venerdì 30 aprile alle 18.20 e infine con la gara, che partirà alle 13.30 di sabato 1° maggio, ricordiamo a porte chiuse.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Conosciamo meglio Iron Lynx

Oggi a Spa-Francorchamps è giornata dedicata alle attività fuori dalla pista ed abbiamo approfittato della disponibilità di Iron Lynx per conoscere qualche dettaglio in più di questa compagine, salita immediatamente alla ribalta delle serie endurance (ma non solo) a partire dallo scorso anno.

Per far ciò abbiamo avuto la fortuna di poter fare quattro chiacchiere con Andrea Piccini, il volto forse più noto dietro questo progetto, che ricordiamo batte bandiera tricolore.

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Andrea, cos’è cambiato dalla Racing Box ? Noi ci siamo visti l’ultima volta qui la bellezza di 12 anni fa “Beh, io non ho smesso di correre da allora, sono passato ad Audi, vincendo la 24 ore di Spa, poi BMW, Lamborghini, e nel frattempo è nato questo progetto. Insieme a mio fratello Giacomo ci siamo dedicati al coaching, rivestendo la carica di direttore dei corsi Ferrari, dove ho conosciuto Sergio Pianezzola, e poi Claudio Schiavoni e Deborah Mayer, insieme ai quali è nata l’idea di creare una nostra academy, perché Iron Lynx è nata con l’idea di essere soprattutto questo, non solo un racing team.”

Ora siete dappertutto “Sì, oltre ai programmi GT come il Ferrari Challenge abbiamo anche la F.4 per fare crescere sia giovani piloti che gentlemen. Grazie alla nostra esperienza ed all’apporto di Deborah e Claudio, i veri proprietari di Iron Lynx, stiamo diventando uno dei team di riferimento nelle ruote coperte.”

In poco tempo state dimostrando una professionalità che tanti team, anche costruttori, non hanno.. “Sono stati inverni impegnativi (ride). C’è stato tanto da lavorare ma questo è stato il nostro impegno dall’inizio: presentarci da subito con un altro livello di professionalità per cercare di fare la differenza, perché in questo mondo devi essere meglio degli altri, diverso dagli altri. Ci sono tante squadre forti ma anche l’immagine del brand conta, e speriamo in futuro di poter anche attrarre costruttori.”

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E riguardo al brand e alla riconoscibilità arriviamo al discorso Iron Dames. Ultimamente c’è tanta attenzione sul “correre al femminile”, e voi siete stati i primi “La prima Iron Dame è stata Deborah ed il suo sogno è sempre stato quello di correre a Le Mans, poi dopo il Challenge e le GT3  ha dedicato l’attenzione al progetto Iron Dames, col desiderio di portare un equipaggio femminile su di una Ferrari alla 24 Ore di Le Mans e lottare per la vittoria.”

Ed è arrivato anche il podio “Le ragazze stanno facendo benissimo. Abbiamo affidato a Rahel (Frey) la gestione di questo programma e stiamo cercando di farlo ulteriormente crescere, ma non è facile perché il racing al femminile ha preso piede solo di recente e cerchiamo di espandere i nostri orizzonti anche con la F4. Al riguardo abbiamo chiuso l’accordo con Ferrari Academy per Maya Weug, l’unica ragazza selezionata dalla FDA, così come con Doriane Pin, seconda nella selezione, già con noi nella le Mans Cup. Questo per noi è il programma più importante, anche perché portare a vincere un equipaggio di ragazze in gare di un certo spessore fin qui non è mai avvenuto.”

Tra l’altro qui sei uno dei pochi ad avere avuto esperienze con Glickenhaus “Eh si, tra le tante anche quella vero. Correre sulla Nordschleife con un prototipo confesso non è stato proprio rilassante…” e non dimentichiamo Racing Box, l’unica squadra prototipi italiana nella allora LMS “Momenti indimenticabili con Luca Canni Ferrari. Siamo stati veramente sfortunati: nel 2009 abbiamo vinto la prima gara in Catalunya poi abbiamo bucato la gara del Nurburgring e a Portimao ci fu il problema dei tappetini che si staccavano dalla pista e ci hanno surriscaldato il motore. Un vero peccato, avremmo potuto vincere il campionato.”

E poi ci fu il primo tentativo di ibrido “Esatto, con Giacomo alla 24 ore di Le Mans mancarono pochi metri per percorrere la pitlane in ibrido, un vero peccato!”

Tornando ad oggi e riponendo l’album dei ricordi, ricapitoliamo infine la forza attuale di Iron Lynx “I programmi 2021, tutti in house, consistono in 2 macchine GT World Challenge, 3 macchine ELMS, 2 macchine nella Michelin Le Mans Cup, 2 macchine WEC e 3 macchine in F.4, 2 macchine nel Ferrari Challenge per la bellezza di 14 vetture totali che coinvolgono circa 150 persone.”

Ringraziamo per la disponibilità, oltre ovviamente ad Andrea, Fraziska Baier, responsabile della gestione media di Iron Lynx.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – E se Glickenhaus avesse avuto le sue ragioni per saltare Spa?

I risultati del Prologo WEC di Spa-Francorchamps hanno evidenziato una situazione in cui le due Toyota (ma anche l’Alpine LM P1 ammessa alla nuova categoria regina) rimangono dietro le migliori LM P2. E questo nonostante una riduzione sostanziale di potenza dei motori Gibson, un aumento del peso minimo di 20 kg e l’imposizione dell’aerokit a basso carico, senza parlare delle gomme Goodyear 2020.

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Le due nuovissime e complicatissime Toyota GR010-Hybrid hanno fin qui svolto svariati test privati, e quasi sempre in compagnia delle LM P2, con tempi sostanzialmente inferiori di – pare – circa mezzo secondo ogni volta; i manager Toyota sarebbero quindi rimasti shockati dei risultati di questa due giorni collettiva, che li vede invece incredibilmente inseguire, e anche a fatica.

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Abbiamo visto coi nostri occhi le Hypercar arrancare sul dritto nei confronti delle LM P2 e persino bloccare le GTE nei tratti di accelerazione, aldilà dei migliori crono segnati nel primo e terzo settore del circuito belga, ed è indiscutibilmente vero che un simile comportamento potrebbe portare ad una gara fuori dagli schemi.

Il comunicato stampa ufficiale del costruttore giapponese parla di problemi di messa a punto, particolarmente per la #7, che ha saltato praticamente la prima giornata, ma da interviste “mirate” ad alcuni media (che non comprendono il qui presente), affiora anche un significativo disappunto ed una richiesta verso gli organizzatori di riverificare il gap tra Hypercar ed LM P2.

Per correttezza va detto che anche l’Alpine LM P1 ha dovuto subire un ridimensionamento di potenza e peso rispetto alla Rebellion dello scorso anno in funzione delle equivalenze stabilite nei confronti delle Toyota per questa stagione, e nei test ha pure essa subito dalle migliori LM P2, con cui condividono gran parte della base tecnica sviluppata dall’Oreca.

_PL58677E allora sorge un dubbio: “e se Glickenhaus avesse realmente fiutato l’inghippo e avesse procrastinato ad arte l’esordio delle sue LMH007 ?” Ricordiamo anche che una volta omologate, le Hypercar sono “blindate” in termini di aerodinamica.

Le macchine del costruttore statunitense nel frattempo stanno provando a Vallelunga per prepararsi al fatidico test di durata di 30 ore più volte spostato ed ora annunciato per la prossima settimana al Motorland Aragon…

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

ACO, EL

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WEC – De Vries e l’Oreca G-Drive i più veloci del Prologo. Mistero Toyota (ma anche Alpine)

Si è da poco conclusa la quarta ed ultima sessione del Prologo della Season 9 del World Endurance Championship a Spa-Francorchamps. Anche oggi i due turni in programma hanno visto un paio di incidenti di spessore: al mattino un’incomprensione a Blanchimont tra l’Oreca del Racing team Nederland e la Ferrari delle Iron Dames con Katharine Legge al volante ha comportato un’interruzione di circa 20’.

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Al pomeriggio invece è stata la Ferrari Cetilar con Roberto Lacorte alla guida a rallentare l’effort delle vetture in pista, che ha visto in azione sia le due Aston Martin di TF Sport e D’Station che l’Oreca LM P2 Jota, con una Full Course Yellow. Tutte le vetture incidentate oggi dovrebbero essere in grado di poter partecipare alla 6 Ore, salvo la seconda Porsche GTE-Am del Project 1 incidentata ieri, che invece è stata ritirata.

Venendo ai risultati della pista, è stato Nicky de Vries con l’Oreca #26 del G-Drive il più veloce della due giorni belga, col miglior tempo ottenuto stamane di 2.04.168, davanti al “solito” Filipe Albuquerque, distanziato di 116 millesimi.

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Le due Toyota Hypercar hanno finalmente girato con continuità, anche se il loro comportamento in pista desta perlomeno qualche perplessità, non solo per i tempi ottenuti (sia Josè Maria Lopez al mattino che Seabstien Buemi nel pomeriggio si sono portati a mezzo secondo dal best crono), quanto per l’apparente poca stabilità del mezzo, che nei tratti di accelerazione pura fa vistosamente da tappo non solo alle LM P2, ma anche alle GTE.

L’Alpine LM P1 peraltro, che ricordiamo è la Rebellion R13 Gibson dello scorso anno, ovvero un’Oreca LM P2 adattata al regolamento tecnico delle LM P1, ancorchè sottoposta alle equivalenze imposte nei confronti delle Toyota, non è andata oltre 2.05.230 con Mathieu Vaxivère, vale a dire oltre 1” in più della vettura da cui è derivata – ricordando sempre che le LM P2 sono costrette a correre nel WEC con circa 50 HP in meno rispetto allo scorso anno e con aerokit a basso carico.

Qualcosa non torna insomma, ma va detto che già in passato i risultati del Prologo sono risultati essere non particolarmente affidabili. Per capire meglio i reali valori in campo in tema di prototipi bisognerà pertanto attendere le prime libere di giovedì (domani qui è giornata di riposo) o meglio ancora le qualifiche di venerdì sera.

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Tutto chiaro invece per le GTE, con le Porsche di Kevin Estre e Richard Lietz a menare le danze tra le Pro, con il transalpino autore stamane di 2.12.916.

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Duello tutto italiano invece in GTE-Am, con Antonio Fuoco e Matteo Cairoli ad occupare la prima fila virtuale della categoria. Il calabrese del Cetilar Racing col tempo di 2.14.509 ha preceduto di 2 decimi il comasco del Project 1.

L’azione in pista a Spa-Francorchamps riprenderà giovedì 29 aprile alle ore 15.30 con le libere 1.

Piero Lonardo

I risultati della Morning session – Day 2

I risultati della Afternoon session – Day 2

I risultati complessivi del Prologo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Pioggia di incidenti e Toyota nascoste nel Day 1 del Prologo a Spa

Prima giornata complicata nel prologo del World Endurance Championship a Spa-Francorchamps. Le prime due sessioni dei test collettivi in vista della Season 9 sono state infatti frammentate da una serie di incidenti che hanno sfoltito il numero di macchine in pista.

Nel turno del mattino ben tre le interruzioni; ha iniziato insolitamente il campione in carica della LM P2, Filipe Albuquerque, con l’Oreca di United Autosports, fermo sui cordoli della Bus Stop, ma più tardi sono state le due Aston Martin gestite da TF Sport ad influire lungamente sul tempo in pista.

Entrambe le Vantage, sia quella iscritta direttamente dal team inglese che l’esemplare di D’Station, sono state infatti protagoniste di altrettante uscite all’Eau Rouge, la seconda delle quali, ad opera di Satoshi Hoshino (prima era stata invece la vota di Ben Keating) ha fatto decidere gli organizzatori di chiudere anzitempo la sessione per le necessarie riparazioni, con l’intesa di anticipare di mezz’ora il turno del pomeriggio.

Il miglior tempo è stato segnato proprio da Albuquerque con 2.04.968, mezzo secondo meglio dell’altra Oreca del Racing Team Nederland di Giedo van der Garde. Una sola Toyota ha calcato la pista, la #8, e con il solo Brendon Hartley, P8 a quasi 2” dal leader nei suoi 15 giri.

Anche l’Alpine LM P1 non è stata da meno, svolgendo lo stesso numero di giri e piazzandosi in una poco credibile P13 a 2”5 dalla migliore delle Oreca in versione P2.

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Il “sandbagging” dei protagonisti della classe top è proseguito, ancorchè in misura minore, anche nel pomeriggio, nonostante condizioni meteo a dir poco perfette – sole e aria fresca – è stato sempre Albuquerque a menare le danze con 2.04.822 sull’altro portacolori dell’RTN, Job van Uitert.

P4 per l’Alpine a 4 decimi dietro l’altra Oreca dl WRT di Robin Frijns e sesto tempo per la migliore delle Toyota, ancora la #8, con Kazuki Nakajima, autore peraltro delle migliori prestazioni assolute nel primo e nel terzo settore. Da segnalare le prime 6 tornate anche per l’altro esemplare della nuova GR010-Hybrid con tempi assolutamente non significativi.

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Anche la sessione pomeridiana è stata spezzettata da incidenti, il più grave dei quali ha visto protagonista Sean Gelael sull’Oreca Jota, ancora al Raidillon. Fortunatamente nessun danno grave per il pilota ma il team di Simon Dolan dovrà lavorare duro nella serata per poter utilizzare domani il telaio di riserva.

Infine il deb Anders Buchardt, fuori alla Bruxelles con la Porsche Project 1 #46 ed infine l’Oreca del WRT, ferma probabilmente senza carburante alla Speakers Corner, che ha fatto chiudere anticipatamente anche questa sessione.

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Nelle categorie GTE migliori prestazioni di giornata per Kevin Estre tra i Pro con la Porsche #92, autore al mattino di 2.14.198, mentre Antonio Fuoco ha issato al top la Ferrari del Cetilar Racing tra gli Am con 2.14.509.

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Domani si riparte col Day 2 del Prologo con altre due sessioni in programma, entrambe di tre ore, a partire dalle 9.05 e dalle 14.00. Chissà se le Toyota – ma anche le Alpine – mostreranno finalmente il loro vero potenziale sul giro completo.

Piero Lonardo

I risultati della Morning session – Day 1

I risultati della Afternoon session – Day 1

Foto: Piero Lonardo

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ELMS – Dietro-front sugli aerokit LM P2. Menezes con DragonSpeed in Austria

Alla fine il buon senso ha vinto. Gli aero-kit a basso carico, definiti obbligatori alla vigilia del season opener ELMS di Barcelona, non saranno adottati sulle LM P2 per il prosieguo della stagione europea.

Un fronte di team unito ha infatti fatto rivedere la norma tecnica alla LMEM, ed una comunicazione in tal senso è già stata recapitata alle squadre.

Questa modifica però rimane valida per il WEC (e quindi, ovviamente, per Le Mans), già a partire dalla 6 Ore di Spa-Francorchamps, dove le wild-card Aurus G-Drive e PR1/Mathiasen, dovranno montare la carrozzeria a basso profilo aerodinamico.

Una novità infine per il prossimo appuntamento del Red Bull Ring, con Gustavo Menezes ad affiancare Henrik Hedman e Ben Hanley sull’Oreca LM P2 Pro/Am del DragonSpeed. Menezes, campione WEC LM P2 nel 2016 e nelle ultime due stagioni al volante delle Rebellion LM P1, fa parte ricordiamo della line-up annunciata dalla Scuderia Cameron Glickenhaus.

A Barcelona, nella sfortunata gara, conclusa quasi subito per un incidente e problemi alla frizione, l’equipaggio era stato completato da Ricky Taylor. Ricor A Spa invece, sempre nella categoria Pro/Am, Hedman ed Hanley saranno coadiuvati da Juan Pablo Montoya.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

 

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WEC – La season 9 debutta a Spa. Magnussen padre e figlio a Le Mans con High Class

A partire da lunedì prossimo col Prologo inizierà finalmente la Season 9 del World Endurance Championship a Spa-Francorchamps. Come già riportato su queste pagine, a causa del forfait di Cameron Glickenhaus, il conteggio delle vetture è sceso a 35 unità, di cui solo tre appartenenti alla top class, col debutto delle nuove Toyota GR010-Hybrid Hypercar e l’Alpine LM P1.

Quantomai verosimile, aldilà del programma estensivo di test condotto dal Gazoo Racing e dell’affidabilità della A480-Gibson (ex- Rebellion R13), la possibilità di un ottimo piazzamento in gara nella 6 Ore del 1° maggio per le ben 14 LM P2 iscritte, tra cui ricordiamo figurano – a far compagnia alle 11 full-season WEC – le due Aurus del G-Drive e l’Oreca del PR1/Mathiasen con Simon Trummer, Gabriel Aubry e Patrick Kelly.

Nel team di nazionalità russa, Roberto Merhi, contrariamente alle prima indicazioni, farà parte dell’equipaggio Pro/Am insieme a John Falb e Rui Andrade, mentre sarà Nicky de Vries a riproporre l’equipaggio del season opener ELMS di Barcelona con Roman Rusinov e Franco Colapinto.

Se gli equipaggi delle cinque GTE-Pro, compreso l’impegno della Corvette per i veterani Antonio Garcia ed Oliver Gavin, erano noti da tempo, diverse sono invece le novità tra gli equipaggi in GTE-Am.

Al Project 1, oltre alla Porsche #56 di Matteo Cairoli, Egidio Perfetti e Riccardo Pera, un altro norvegese, Andres Buchardt, andrà ad affiancarsi allo junior driver Dennis Olsen, insieme ad Axcil Jefferies, al debutto nella serie mondiale dopo il secondo posto con la Porsche del GPX nell’ultima Asian Le Mans Series.

Sempre in tema Porsche, finalizzata anche la seconda line-up del Dempsey-Proton, con Andrew Haryanto, Marco Seefried e l’attuale campione GTE ELMS, Alessio Picariello. Per Seefried si tratta del ritorno alla serie mondiale dopo la bellezza di cinque anni di assenza.

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Tornando alle LM P2 infine, da segnalare l’annuncio odierno dell’accoppiata Magnussen padre-figlio alla prossima 24 Ore di Le Mans sull’Oreca LM P2 dell’High Class Racing insieme ad Anders Fjordbach. Jan Magnussen, quattro volte vincitore di classe a Le Mans, a Spa sarà invece affiancato, oltre che da Fjordbach, da Dennis Andersen.

Piero Lonardo

L’entry list aggiornata della 6 Ore di Spa-Francorchamps

Foto: Piero Lonardo,  24 Heures du Mans

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La FIA lancia le GT elettriche: destinazione WEC?

La FIA, Federation International de l’Automobile, ha reso note oggi le specifiche tecniche per una nuova categoria di competizioni, le GT elettriche.

Le specifiche definite sono frutto del confronto tra i vari costruttori invitati: la potenza massima auspicata è di 430 kW e, a seconda del modello base del costruttore, il peso minimo delle vetture potrà variare tra i 1490 e i 1530 kg.

GTel2Le batterie verranno fornite da SAFT, fornitore unico, e saranno disegnate per permettere 700 kW di regime di picco, garantendo la possibilità di una ricarica rapida nel corso di un pit-stop a metà gara in grado di rifornirne il 60% della capacità in pochi minuti, grazie ad un sistema di ricarica in corso di sviluppo e che richiederà anche infrastrutture permanenti da parte dei circuiti.

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Tra le altre innovazioni incluse nel regolamento, i costruttori avranno libertà di scegliere la configurazione della motorizzazione (due o quattro motori elettrici) così come quella della motricità (due o quattro ruote motrici).

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Le vetture presenteranno anche un controllo dinamico di trazione che adatterà la trazione indipendentemente ad ogni ruota in funzione di velocità accelerazione, trazione e angolo di sterzata, assicurando così una maneggevolezza eccezionale.

Leena Gade, indimenticato ingegnere dei trionfi Audi a Le Mans, ora presidente della commissione GT FIA ha così commentato: “Il mercato delle supercar stradali elettriche ad alte prestazioni è in costante ascesa, così era necessaria una piattaforma che permettesse ai costruttori di sviluppare e mostrare la loro tecnologia. Creare questo regolamento tecnico è stato un progetto chiave per la commissione GT FIA negli ultimi diciotto mesi – ha proseguito la Gaade – abbiamo tenuto incontri regolari con i costruttori delle GT nell’ambito dei nostri gruppi di lavoro ed è emerso tanto interesse in questa nuova categoria, che allarga il portfolio GT FIA, andando a coesistere con le GT3, che rimangono l’obiettivo del mercato mondiale delle corse clienti da qui in avanti.”

Il debutto in pista per queste vetture pare quindi ipotizzato nel 2023, in concomitanza con l’adozione delle specifiche GT3 nelle serie targate FIA/ACO. Chissà se assisteremo alla nascita di una serie parallela, come la Formula E, o se invece le vedremo calate nel WEC!

Piero Lonardo

Foto: FIA

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ELMS – Il WRT stravince al debutto a Barcelona. Successi di classe a Ultimate, Cool Racing ed Iron Lynx

Il Team WRT si è presentato sin da subito al meglio al pubblico dell’endurance europea nel weekend di apertura di Barcelona, e dopo aver primeggiato nei test collettivi, si è aggiudicata oggi la 4 Ore ELMS, che ritornava sul circuito catalano dopo l’assenza del 2020 causa COVID.

Louis Deletraz, dopo una breve leadership da parte del G-Drive, che ieri con Nicky de Vries aveva conquistato la pole position, ha preso il largo senza più voltarsi indietro, lasciando un divario agevolmente gestito prima da Yfei Ye e infine da Robert Kubica, incaricato dello stint finale.

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La gara era iniziata con una partenza rallentata da parte di Roman Rusinov, al sedile della vettura in pole, che generava scompiglio nelle retrovie. L’unico incidente degno di nota vedeva coinvolta alla prima curva l’Oreca #32 di United Autosports, con Nico Jamin che si girava arenandosi nella sabbia all’interno della prima curva.

Dietro la vettura di servizio, non più chiamata in causa per tutta la durata della gara, Rusinov conduceva su Deletraz, Phil Hanson e Julien Canal. Dalla classifica spariva presto l’Oreca del DragonSpeed, prima vittima di un contatto con l’altra Oreca del Racing Team Turkey e poi definitivamente ritiratasi per problemi alla frizione.

Andrew Bentley conduceva con la Ligier #3 di United Autosports tra le LM P3 sulla Duqueine del DKR di Laurents Hörr, mentre incredibilmente era la Ferrari Iron Lynx #80 di Paolo Ruberti a precedere il gruppetto delle GTE. Il driver veronese era partito dal fondo dello schieramento in quanto Claudio Schiavoni non era riuscito ad ottenere un giro valido in qualifica e gli era stato pertanto impedito di iniziare la gara.

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Al restart due delle leadership cambiano repentinamente, con Deletraz a sbarazzarsi di forza del team owner Aurus così come il due volte campione della Michelin Le Mans Cup si impossessava della testa delle LM P3.

Dopo un’ora di gara Deletraz aveva già oltre 30” di vantaggio su Hanson, che nel frattempo si era fatto largo su Franco Colapinto, succeduto a Rusinov; anche gli altri due leader di categoria macinavano vantaggio, con un inaspettato un-due-tre parziale Ferarri in GTE grazie a Rino Mastronardi e Dane Cameron.

La musica cambiava però con l’ingresso di Claudio Schiavoni dopo il primo pit, eseguito dopo un’ora e 15’ precisi, col gentleman che cedeva di schianto prima a Mastronardi e poi a Gianmaria Bruni, autore di una prodigiosa rimonta dopo una partenza al ralenti del patron Christian Ried. Il driver romano veniva a sportellate con Schiavoni ma prima della metà gara riusciva ad avere la meglio sulla Ferrari, e si lanciava all’inseguimento della 488 di testa, fino ad arrivare alle calcagna di Matteo Cressoni, subentrato a Mastronardi.

Doccia fredda in casa G-Drive con un primo drive-through assegnato alla #26 per la partenza non conforme al regolamento e poi un disastro ai box per un cambio in contemporanea delle due vetture, con Rui Andrade che andava a colpire una gomma lasciata da un meccanico dell’Aurus di punta. Questo episodio sarà giudicato incredibilmente a sfavore della crew dell’Aurus #26 e dopo oltre un’ora e mezzo dall’accaduto sarà foriero di un altro passaggio extra ai box.

La lotta si infiammava per le posizioni di rincalzo dietro Ye, ora al volante dell’Oreca del WRT, con Will Stevens e la vettura del Panis Racing ad imporsi come primo inseguitore, ancorchè ben distanziato.

Mentre Miguel Molina e Robert Kubica si occupavano di portare a casa il successo nelle LM P2 e nelle GTE, Alain Berg, volto nuovo del DKR, andava a dilapidare a passi da gigante l’enorme vantaggio accumulato da Hörr.

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Era Matt Bell a trarne in primis vantaggio con la Ligier del Cool Racing, via via seguito da Malthe Jakobsen con la vettura dell’RLR MSport e Damiano Fioravanti per l’1AIM Villorba Corse, purtroppo per la squadra trevigiana nel finale il romano perdeva il gradino basso del podio a favore di Ugo de Wilde e alla Ligier #14 di Inter Europol. Da segnalare sempre per il team polacco, l’ottima gara al debutto dell’ex-centauro Mattia Pasini sull’altra vettura.

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Alla fine Kubica vince con 22” secondi su Gabriel Aubry, ricordiamo subentrato al positivo James Allen, e oltre 1’29” sui campioni uscenti di United Autosports. Il G-Drive limita i danni col quarto posto finale, mentre P5 ad un giro di deb dell’Ultimate, primi vincitori della sottoclasse LM P2 Pro/Am, Francoise Heriau, Jean-Baptiste e Mathieu Lahaye.

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Il podio delle GTE, dietro un Molina euforico enfant du pays e alla Porsche di Bruni, Ried e Jaxon Evans, si completava con l’altra Ferrari di Spirit of Race di Dane Cameron, Matt Griffin e David Perel.

Regolarmente all’arrivo infine la vettura innovativa dell’Association SRT41 di Takuma Aoki, Nigel Bailly e Pierre Sarcinena, ancorchè a 14 giri dal vincitore. Prossimo appuntamento con la massima serie endurance continentale fra tre settimane al Red Bull Ring.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 4 Ore di Barcelona

Foto: Piero Lonardo

Endurance, Italian Style