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Un nuovo campionato nel 2023 per le GT elettriche promosso da Discovery

Sarà Discovery, la popolare catena televisiva, ad occuparsi, tramite la sussidiaria Eurosport Events, della promozione del nuovo campionato destinato alle GT Elettriche.

La serie, che vivrà quindi di vita autonoma, col nome di FIA Electric GT Championship prenderà il via nel 2023 con almeno sei gare da disputarsi in Europa, Asia e Medio Oriente, con l’intenzione di estendersi agli Stati Uniti nella seconda stagione.

Eurosport Events è già promotrice del PURE ETCR, che dal 2022 prenderà la denominazione di FIA eTouring Car World Cup e, in aggiunta al ruolo di regolatore tecnico e sportivo svolto dalla FIA, garantirà l’esperienza nell’assicurare al campionato la propria stabilità commerciale e la necessaria promozione globale.

Il FIA Electric GT Championship vuole porsi in cima alla gerarchia delle gare GT in tema di sviluppo tecnico, design ed aspirazioni, e allo stesso tempo restare in un range opportuno di costi, pur correndo nell’attuale classe di performance delle attuali GT3. La serie sarà la prima a proporre pit-stop superveloci di 700kW per assicurare alle vetture di correre sempre ad alti livelli e nel frattempo dimostrare il futuro delle infrastrutture di carica elettrica.

Ogni round del FIA Electric GT Championship si svilupperà in due giorni e comprenderà due gare, una gara sprint di qualificazione al sabato ed una main race di 45’ la domenica con tanto di pit-stops.

Niente WEC quindi, almeno per il momento, per le GT elettriche. Curiosamente l’ACO, patrocinatore – insieme alla FIA – della serie mondiale oltre che della 24 ore di Le Mans, sta invece spingendo verso l’utilizzo dell’idrogeno. Al riguardo ricordiamo gli sviluppi del prototipo Mission24, che porrà le basi per una nuova classe prototipi destinata appunto alle vetture ad idrogeno, a partire dal 2024.

Piero Lonardo

Foto: FIA

Porsche 911 RSR Test Hockenheim

WEC/IMSA – Porsche e Penske, LMDh insieme, con telaio Multimatic, aspettando Ferrari..

Non si sono ancora raffreddati i motori della 6 Ore di Spa-Francorchamps che il mondo dell’endurance viene scosso da una notizia bomba: Penske e Porsche uniranno le forze nella gestione della nuova LMDh della casa di Stoccarda.

L’accordo, reso noto in giornata, prevede che il team del “Captain”, fresco di ritiro da due volte campione nel WeatherTech SportsCar Championship con le Acura Dpi, gestisca i nuovi prototipi sia nella serie americana che nel World Endurance Championship, similmente a quanto effettuato dal rivale/amico Ganassi con le Ford GT negli scorsi anni.

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La nuova arma di Weissach è in corso di sviluppo in un programma parallelo ad Audi, con cui – come già riportato su queste pagine – condivide la base tecnica. Il telaio invece verrà realizzato da Multimatic, che ha collaborato di recente sia con Mazda ed il Team Joest che proprio con le Ford GT.

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Ricordiamo che Penske e Porsche hanno già unito (vittoriosamente) le forze nelle gare statunitensi in due momenti distinti, con la leggendaria 917, “assassina” della Can-Am dopo le vittorie nel biennio 1972-1973, e negli anni 2000, col programma RS Spyder, assopigliatutto tra le LM P2 nell’allora American Le Mans Series.

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Il nemico da battere in chiave 2023 si chiama Ferrari, e proprio da Spa abbiamo raccolto qualche indiscrezione, che vede il programma dell’Hypercar di Maranello procedere, ancorchè con qualche minore rallentamento, ma senza clamori e soprattutto senza particolari preoccupazioni.

N.B.: Per chi crede di aver intravisto in recenti prove a Maranello il primo prototipo della nuova vettura, possiamo assicurare che è ancora sulla carta…

Nel frattempo, Cameron Glickenhaus, che nei giorni scorsi ci aveva deliziato con un post social che annunciava le “Glickenhaus Ferrari Wars in programma a Le Mans nel 2023”, ci fa sapere di aver concluso l’omologazione dell’aerodinamica della sua SCG007 LMH, ma anche di aver commissionato i cappellini per Le Mans! Speriamo di potere vedere entrambi già a Portimao fra un mese nel prossimo round WEC.

Piero Lonardo

Foto: Porsche

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WEC – Basta una Toyota… United Autosports sfiora il podio, mentre Porsche e AF Corse si dividono i successi in GT

Ha vinto una Hypercar, viva le Hypercar! Il nuovo corso dell’endurance mondiale inizia da Spa-Francorchamps con l’atteso successo della Toyota, ma contrariamente alle previsioni non si è trattato di una doppietta, perché le tanto rodate GR010 Hybrid hanno rischiato di perdere un pezzo.

Kamui Kobayashi infatti all’inizio della quinta ora si arenava con la vettura di testa nella ghiaia della Bruxelles, vanificando i sogni di trionfo del Gazoo Racing e contestualmente alimentando le speranze della Reb… pardon Alpine LM P1, che grazie al gioco delle soste si alternava al comando con l’altra Toyota, affidata nel finale a Kazuki Nakajima e Sebastien Buemi.

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La differenza la facevano i consumi e quindi i pit-stop, in quanto l’Alpine necessitava di sette soste contro le sei dei primi vincitori di sempre della nuova classe, e alla fine il distacco sarà di ben 1’07”, ma sarebbe potuta anche andare diversamente se l’Oreca.. pardon ancora, l’Alpine A480-Gibson non avesse resistito degnamente alla carica di Tom Blomqvist e l’Oreca LM P2 di Jota Sport, che a 55’ dalla bandiera a scacchi ha mancato clamorosamente di vedere il brasiliano all’uscita della Source.

Kobayashi e c. si possono quindi ben accontentare del gradino basso del podio, che a lungo è stato in contention con l’Oreca di United Autosports di Filipe Albuquerque, Phil Hanson e dal nuovo arrivo Fabio Scherer.

_PL55569La vettura campione in carica è stata rallentata, come peraltro una discreta parte del parco partenti, da un drive-through per non aver rispettato la Full Course Yellow, e solo per questo particolare chiude di 1’09” dietro la Toyota #8, che nelle fasi finali è anche rimasto fermo a Les Combes, senza dimenticarci del precedente contatto tra Josè Maria Lopez e Richard Lietz.

Il podio delle LM P2 viene completato dai due equipaggi di Jota Sport, mentre il Racing Team Nederland vince il primo trofeo dedicato ai Pro/Am. Sfortuna nera per l’Oreca #26 del G-Drive, costretta ai box quando era stabilmente in seconda posizione.

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La Porsche di Kevin Estre e Neel Jani trionfa invece come da copione in GTE-Pro, nonostante qualche problema imprevisto alla posteriore destra, problema che si è manifestato pesantemente sull’altra 911 di Richard Lietz e Gianmaria Bruni. Le Ferrari hanno rischiato il colpaccio, ma una doppia penalità per la #52 di Miguel Molina e Daniel Serra (sempre riferito alle FCY) ha chiuso le possibilità di vittoria, ma la lotta nella categoria si preannuncia apertissima a dispetto del parco partenti limitato.

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AF Corse, oltre al doppio podio in GTE-Pro, può essere ben contenta della vittoria in GTE-Am della #83 di Francois Perrodo, Nicklas Nielsen ed Alessio Rovera. I due giovani pro hanno dato un notevole apporto, permettendo al gentleman campione in carica di riaffermarsi dopo il successo del 2020.

Niente da fare per Ben Keating e l’Aston Martin del TF Sport, ricordiamo ricostruita dopo il crash del Prologo, che termina al secondo posto, mentre arriva a podio l’altra 488 del Cetilar Racing di Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto ed Antonio Fuoco. Un drive-through tardivo alla Porsche residua del Dempsey-Proton, la #88, convertito in penalità di 23”, ha regalato un podio alla prima partecipazione con il nuovo format. Poca fortuna invece per l’altro team tricolore, Iron Lynx, che va a chiudere la classifica di categoria dopo aver sognato il podio intorno a metà gara con le “Iron Dames”.

E’ tutto per la lunga settimana di Spa. Il World Endurance Championship tornerà il 13 giugno con la 8 ore di Portimao.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 6 Ore di Spa-Francorchamps

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Lampi Alpine, ma davanti a Spa è sempre uno-due Toyota

Le Toyota hanno movimentato la prima parte della 6 Ore di Spa-Francorchamps, ma solo nel senso di aver rallentato la seconda sosta, permettendo alla Alpine di saltare al comando nel corso della seconda ora. Un Nicolas Lapierre super riusciva a mettersi dietro entrambe le GR010 Hybrid.

Si trattava però di una situazione effimera, perché a causa delle strategie diverse (le Toyota si fermano circa ogni ora, mentre l’Alpine fatica a fare 50’) in seguito Josè Maria Lopez e Brendon Hartley, a parti quindi invertite rispetto all’ordine inizialmente imposto ai box, possono reimpossessarsi della leadership.

Poco conta che Mathieu Vaxivière abbia nuovamente ritoccato il best lap del compagno di squadra in 2.04.822, oltre due decimi meglio delle prestazioni di Mike Conway e Kamui Kobayashi, perché alla metà gara, un attimo prima della quarta sosta della LM P1, Lopez si trova ad appena 2” e Hartley a 31”.

Tra le LM P2 l’Oreca di United Autosports ha preso il largo e si mantiene dignitosamente ad un giro dai battistrada. A seguire l’Aurus #26 del G-Drive nonostante una penalità di 5” extra per unsafe release e blocking ed un pericoloso largo di De Vries, e le due entry di Jota Sport. La marcia trionfale degli olandesi è stata interrotta dallo stint di Frits van Eerd, che comunque conduce la sottocategoria Pro/Am.

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Suspense in GTE-Pro per un pit anticipato della Porsche di testa, in difficoltà con le gomme, particolarmente con la posteriore destra, imputata di una slow puncture, problemi segnalati anche dalla vettura gemella di Richard Lietz e Gianmaria Bruni.

In questo modo le Ferrari AF Corse hanno potuto rifarsi sotto, e grazie alle diverse strategie, conducono alla metà gara, ancorchè tutte e cinque le vetture non solo sono ancora nello stesso giro, ma addirittura nello stesso minuto dopo 79 giri del tracciato delle Ardenne.

_PL55654Ferrari ed AF Corse sugli scudi anche in GTE-Am, grazie al deb Alessio Rovera, al comando della categoria nel suo primo stint,. Ma è lo stakanovista Ben Keating a riprendere la leadership, superando prima Christian Ried, succeduto a Matt Campbell sulla Porsche #77, e poi anche la 488 #83, che va ad alternarsi al comando con l’Aston Martin del TF Sport. Bella rimonta dopo le difficoltà iniziali per la Ferrari del Cetilar Racing con Giorgio Sernagiotto.

Piero Lonardo

La classifica dopo la terza ora di gara

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Toyota in controllo tra le tante sportellate a Spa

Le due Toyota hanno iniziato nel migliore dei modi nella nona stagione del World Endurance Championship. Alla partenza della 6 Ore di Spa-Francorchamps, Mike Conway, partito dalla pole conquistata ieri pomeriggio da Kamui Kobayashi, e Sebastien Buemi, hanno rintuzzato l’attacco portato in partenza da un coraggioso Phil Hanson, che per un attimo ha avuto la testa della gara, con l’Oreca di United Autosports, prendendo il comando della gara.

Al via non si presentava la Ligier LM P2 di ARC Bratislava, vittima di una perdita di carburante, portando il numero delle vetture in pista a 32, numero che nel giro di ricognizione si riduceva ulteriormente di un’altra unità per il forfait della Porsche del GR Racing di Mike Wainwright.

La terza posizione del campione in carica delle LM P2 resisteva circa 20’, fintantochè Andrè Negrao e l’Alpine LM P1 riuscivano ad avere la meglio.

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Tra le GTE-Pro, Alessandro Pier Guidi era abile ad approfittare della partenza e a mettersi alle calcagna di Kevin Estre, mentre Ben Keating manteneva il comando delle Am.

Il trenino di testa cambiava conducente dopo circa 23’, mentre dietro accadeva un po’ di tutto, specie nei primi doppiaggi fra le LM P2 e le GTE-Am. Ad avere la peggio Claudio Schiavoni, toccato da John Falb fuori dalla Source, e Ben Keating, che più tardi manteneva miracolosamente il controllo della sua Aston Martin dopo essersi trovato come terzo incomodo nella lotta fra Roman Rusinov e Juan Pablo Montoya.

Keating frattanto aveva già ceduto la leadership della categoria a Matt Campbell con la Porsche #77 del Dempsey-proton e Tomonobu Fuji sull’altra Aston del D’Station, mentre la terza Vantage, quella dell’AMR di Paul Dalla Lana, si rendeva protagonista di un brutto contatto nei confronti della Ferrari Cetilar di Roberto Lacorte, che si girava alla Bus-Stop nel tentativo di passare il gentleman canadese.

Inevitabile la penalità per Dalla Lana, già nell’obiettivo dei commissari per costante abuso di track limits, col risultato di un doppio drive-through, mentre il due volte vincitore della Indy 500 era costretto ad uno Stop&Go +10”.

Mentre le LM P2 si presentano al pit come di consueto dopo circa 45’, bisogna attendere quasi il termine della prima ora per vedere le due Toyota ai box, da dove Buemi esce con un po’ di suspense per un problema al rifornimento, per poi riprendere la testa della gara con un vantaggio minimo su Coinway e circa 6” su Negrao. Tra le LM P2, Giedo van der Garde si è portato alle spalle di Hanson e conduce la sottocatetgoria Pro/Am.

Piero Lonardo

La classifica dopo la prima ora di gara

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Toyota, pole a mani basse. Porsche gli fa il verso in GTE-Pro

Ebbene, se qualcuno aveva dubbi sulle equivalenze fra le Hypercar e le LM P2, è stato definitivamente servito nelle qualifiche della 6 ore di Spa-Francorchamps, che le due Toyota hanno dominato a mani basse.

La prima pole dell’anno, la prima dell’era Hypercar, va a Kamui Kobayashi, che ha letteralmente volato sul tracciato delle Ardenne, segnando un crono di 2.00.747 che non lascia adito a seconde interpretazioni, specie se confrontato a quanto visto via via nel prologo e poi nelle libere. In scia a seguire l’altra GR010 Hybrid di Kazuki Nakajima a poco più di mezzo secondo.

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Il vero eroe delle qualifiche dei prototipi è comunque Filipe Albuquerque, P3 e migliore delle LM P2, a 1”6 dal leader e comunque 3 decimi meglio dell’Alpine LM P1 di Nicolas Lapierre – scesa in pista all’ultimo momento per non meglio precisati problemi tecnici – e addirittura 6 decimi meglio di Nick de Vries, che ricordiamo guida una vettura identica, ancorchè battezzata Aurus, per G-Drive.

La prima parte delle qualifiche è stata invece come di consueto dedicata alle GTE, Pro ed Am, ed è stata interrotta per ben due volte per altrettanti incidenti. Prima Christian Ried ha perso il controllo della sua Porsche all’uscita del Raidillon, girandosi più volte senza però poter evitare l’impatto con le protezioni esterne. Poi, il tempo di ripartire, è stata la volta di Egidio Perfetti, con una meccanica assai simile. Le due vetture dovrebbero comunque essere recuperate per la gara, anche se un duro lavoro attende ora i meccanici di Project 1 e Dempsey-Proton.

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Fuori due sicuri protagoniste delle GTE-Am, sono state le due Aston Martin di TF Sport ed AMR a darsi battaglia, con Ben Keating alla fine in vantaggio di ben 1” su Paul dalla Lana col tempo di 2.14.660 sulla Vantage ricostruita dopo il crash del Prologo. Migliore delle Ferrari, la 488 GTE Evo di Thomas Flohr, P4 dietro la Porsche residua di Dempsey-Proton con Andrew Haryanto.

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Porsche invece dominanti quanto le Toyota in GTE-Pro, con un Kevin Estre in stato di grazia, capace di ritoccare il suo stesso giro monstre, ed arrivando alla fine ad 2.11.715. Estre ha lasciato il compagno di squadra Richard Lietz a oltre 1”, che nel finale è stato superato, ancorchè di un nulla, dalla Ferrari di Miguel Molina. Quarta l’altra 488 AF Corse di Alessandro Pier Guidi, mentre chiude la categoria Antonio Garcia.

Domani lo start della 6 ore di Spa-Francorchamps alle 13.30.

UPDATE: La Porsche incidentata del Project1 è stata ritirata dalla competizione. Il team pertanto, dopo avere già perso la 911 RSR-19 #46 nel Prologo, non parteciperà alla competizione

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Le Toyota scoprono le carte. Glickenhaus scoop

Scendono ancora i tempi nell’ultima sessione di prove della 6 Ore di Spa-Francorchamps, e soprattutto le due Toyota stanno dimostrando il loro vero potenziale. Aldilà delle sterili polemiche sul Balance of Performance innescate dal costruttore giapponese nel post-prologo infatti, le due GR010 Hybrid occupano ora la prima fila virtuale nella lista dei tempi con Kamui Kobayashi agilmente sotto la soglia dei 2’03” (2.02.518) e Kazuki Nakajima 3 decimi dietro.

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A seguire Filipe Albuquerque con l’Oreca United, sempre più veloce ad ogni sessione, autore ora di 2.03.761, vale a dire a 1”2 dal leader. Solo P6 invece per l’Alpine LM P1 con Nicolas Lapierre, dietro anche alle due Aurus di Roberto Merhi e Nicky de Vries.

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Porsche al top in GTE, con Kevin Estre e Richard Lietz a bissare il risultato di ieri tra i Pro, col francese autore di uno strepitoso 2.11.936 che polverizza di 1” il già notevole best del prologo. Matteo Cairoli dal canto suo ha riportato in alto con tempo di 2.13.515 il Project 1 davanti a Matt Campbell con la migliore 911 RSR-19 del Dempsey-Proton, ed Alessio Rovera con la Ferrari AF Corse #83.

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Ma la notizia forse più succosa del weekend non viene propriamente da Spa, anche se qui è stata raccolta, in forma rigorosamente anonima. Il motivo per il quale Glickenhaus avrebbe disertato il weekend inaugurale della Season 9 risiederebbe nella forma del parabrezza della SCG007 LMH, che andrà riprogettato in quanto procurerebbe delle distorsioni visive ai lati dell’abitacolo, tali da rendere estremamente  difficoltosa la guida del pilota.

Qualora ciò fosse confermato, sarebbe una discreta tegola sulla partecipazione del secondo costruttore di Hypercar, che ricordiamo deve ancora omologare la sua vettura.

Tutto è pronto per le prime qualifiche stagionali, da seguire sul sito del WEC www.fiawec.com, a partire dalle 18.20.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 3

Foto: Piero Lonardo

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WEC – I tempi scendono e Negrao issa in alto l’Alpine. Toyota vicina

E come nelle migliori tradizioni dopo le prime libere di ieri e l’ennesimo mezzo secondo rifilato dalle LM P2, i migliori iniziano a scoprire le carte in quel di Spa-Francorchamps. Alla fine del secondo turno appena concluso infatti, i due migliori tempi sono appannaggio di due delle tre vetture iscritte alla nuova categoria Hypercar.

A dire il vero però la migliore prestazione appartiene alla Alpine LM P1 opportunamente “grandfathered” per la stagione, con Andrè Negrao autore di 2.03.396, appena 35 millesimi meglio di Brendon Hartley con la migliore delle Toyota.

_PL51521Mistero risolto quindi? Apparentemente non del tutto, dato che le GR010 Hybrid continuano a dimostrare una instabilità alquanto inconsueta, specie se confrontata – nei ricordi – alla strapotenza delle precedenti TS050 LM P1. Ad ogni modo, Filipe Albuquerque ha provveduto a limare il suo best crono di ieri di altri 3 decimi, portandosi alla fine ad altrettanto distacco dal leader.

A seguire ancora un altro sicuro protagonista, Nicky de Vries con la wildcard G-Drive, quarto ed ultimo pilota a scendere sotto i 2’04”, ed Alex Brundle con l’Oreca dell’Inter Europol. Assai più lontana, a 1”3, la seconda Toyota.

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Si accende anche il duello in GTE-Pro, con James Calado al top con la Ferrari #51 ed il tempo di 2.13.552, due decimi meglio di Gianmaria Bruni con la migliore delle Porsche. Fanalino di coda la Corvette di Antonio Garcia ed Oliver Gavin.

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Sui tempi delle Pro anche i migliori delle Am, con Jaxon Evans autore della quinta prestazione complessiva con la 911 RSR-19 del Dempsey-Proton ed il crono di 2.14.170, appena 52 millesimi davanti alla Ferrari AF Corse di Giancarlo Fisichella, uno che Spa la conosce “piuttosto bene”. A seguire Matteo Cressoni con la 488 Iron Lynx ed Alessio Picariello con l’altra Porsche del Dempsey-Proton. Lontane le tre Aston Martin, con l’esemplare di D’Station a quasi 1” dal leader della categoria.

A seguire oggi la terza ed ultima sessione di libere, della durata di un’ora, alle 14.00, antipasto delle qualifiche dalle 18.20.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 2

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Le P2 ancora al top nelle prime libere di Spa!

Sembra proprio segnato il destino delle Hypercar alla 6 Ore di Spa-Francorchamps, primo round del World Endurance Championship 2021.

Dopo il Prologo, anche nelle prime libere, appena concluse, è una LM P2 a precedere tutti, l’Oreca di United Autosports con il campione in carica della categoria, Filipe Albuquerque, autore di 2.04.083 già nei primi minuti della sessione, svoltasi su pista resa appena scivolosa dalle poche gocce cadute fino a un’oretta prima della green flag.

Incredibilmente le nuove Hypercar continuano a faticare, anche se il passo delle due Toyota in apparenza sembra più fluido rispetto ai test collettivi. Ad ogni modo Mike Conway è riuscito a portare la migliore delle GR010 Hybrid a mezzo secondo dal battistrada – cioè lo stesso distacco accusato durante il prologo – ottenendo la settima prestazione. Peggio ha fatto Kazuki Nakajima con la #8, P10 ad oltre 8 decimi.

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Secondo tempo invece per l’Alpine LM P1 leggermente aiutata dall’ultimo Balance of Performance rilasciato ieri sera, con Mathieu Vaxivière a 252 millesimi da Albuquerque. Completa il podio virtuale Norman Nato, che ha postato il suo best crono poco prima di arrestarsi in pista alla Bus Stop per cause non note.

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Tra le GTE è doppietta Porsche con Kevin Estre, autore di 2.13.466, in cima alla lista dei tempi nelle Pro e Richard Lietz, appena 34 millesimi dietro. Vicinissime le due Ferrari AF Corse, con Alessandro Pier Guidi e Miguel Molina, mentre la Corvette ha scontato circa 1” con Antonio Garcia. L’altro driver della C8.R, Oliver Gavin, ha annunciato stamane che questa sarà l’ultima gara della sua carriera.

Le 911 RSR-19 sono al top anche in GTE-Am ed è addirittura tris con Matteo Cairoli, autore di 2.13.941, Matt Campbell ed Alessio Picariello. Spettacolare testacoda, fortunatamente senza conseguenze, all’uscita del Raidillon per la #88 del Dempsey-Proton con  Andrew Haryanto al volante.

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La migliore delle Ferrari è la #60 Iron Lynx di Andrea Piccini, a 7 decimi dal capolista.

Domani si prosegue con due turni di libere, alle 9.30 ed alle 14, e le prime qualifiche della stagione, a partire dalle 18.20.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Audi si prepara per Le Mans, con la collaborazione di Porsche

Alla vigilia della 6 ore di Spa-Francorchamps e dell’inizio della Season 9 del World Endurance Championship, Audi regala maggiori particolari sul nuovo progetto LMDh. Sta infatti prendendo forma la macchina che dal 2023 andrà a succedere alla R18.

“La nuova categoria LMDh si adatta perfettamente alle nostre esigenze in campo sportivo” ha affermato Julius Seebach, Direttore delle attività sportive di Audi “Le regole ci permettono di schierare vetture affascinanti in corse pretiogiose in tutto il mondo; in più, stiamo utilizzando sinergie all’interno del Volkswagen.”

La nuova vettura sarà costruita in cooperazione con Porsche “Una grande forza del gruppo Volkswagen consiste nella collaborazione tra i marchi nello sviluppo delle vetture stradali” ha continuato Seebach. “Stiamo trasferendo questo modello operativo al motorsport. Ciononostante, il nuovo prototipo sarà una vera Audi, come la RS e-tron GT1 lanciata di recente e che è stata pure sviluppata con una piattaforma comune con Porsche.”

Il prototipo LMDh è in corso di sviluppo presso Audi Sport in parallelo col SUV per la Dakar Rally, come ha affermato Andreas Roos, responsabile per tutti i programmi sportivi casa. “Abbiamo già scelto un partner per il telaio e deciso un concept di motore. Insieme ai colleghi di Audi Design stiamo invece definendo un look per eccitare i nostri fans. Il nostro obiettivo è di farlo girare all’inizio dell’anno prossimo e di completarne il roll-out nel primo trimestre” Seguirà un intenso programma di test durante tutto il 2022, ed il debutto è previsto per 24 Ore di Daytona nel gennaio 2023.

Il regolamento, che è volto al contenimento dei costi, rende il nuovo prototipo Audi interessante per i team clienti. “ Con il nuovo progetto LMDh, proseguiremo la filosofia dei nostri primi anni fra i prototipi” ha continuato Roos “L’Audi R8 non solo é stato il prototipo di maggio successo nella sua epoca dal 2000 al 2006, con 63 vittorie su 80 gare, ma è stato vincente anche nelle mani dei nostri clienti e semplice da gestire per i team. Questo deve essere anche la premessa per il nostro nuovo prototipo. Il nostro obiettivo è infatti di mettere la macchina anche nelle mani di clienti professionisti, in parallelo alle vetture casa, e stiamo valutando internamente come fare funzionare al meglio la cosa.”

Essere in grado di competere per le vittorie assolute e per i campionati con Audi Le Mans, Daytona, nel WEC e nell’IMSA è ovviamente una prospettiva attraente per tante squadre, e c’è già tanto interesse per questa nuova LMDh.

Ricordiamo che Audi detiene il record sulla distanza alla 24 Ore di Le Mans, che ha vinto per ben 13 volte, di cui due con i team clienti, nel 2004 e nel 2005.

Piero Lonardo

Foto: Audi Sport

Endurance, Italian Style