Porsche bissa il successo dello scorso anno a Daytona con la 963 Penske #7 di Felipe Nasr, Laurens Vanthoor e Nick Tandy; quest’ultimo diventa il primo pilota ad avere trionfato in tutte e quattro le maggiori corse di 24 ore.
Una vittoria contestata soprattutto dalla BMW #24 partita dalla pole con Dries Vanthoor che ha resistito fino all’ultimo alle due 963, e che alla fine si deve accontentare della quarta piazza ad un giro a causa dei danni sostenuti negli ultimi minuti di gara.
A Porsche sfugge peró la doppietta, con Tom Blomqvist, già vincitore qui un paio di volte, ad avere la meglio con la sua Acura ad appena 4’ dalla bandiera a scacchi, su Matt Campbell. Nove le GTP al traguardo sulle dodici iscritte, anche se, oltre alla comparsa Lamborghini, alla Cadillac distrutta da Luis Deletraz e alla Porsche Proton fermata da un problema alle sospensioni, solo i primi quattro sono stati effettivamente in grado di lottare fino alla fine per il primato. Riguardo i nostri colori, ottimo debutto per Gianmaria Bruni con JDC-Miller, sesto al traguardo.
Sfugge invece l’ennesima impresa in LM P2 ad ERA Motorsport, buttata fuori da Mathias Beche con la entry del PR1 Mathiasen a 20’ dalla fine. L’inevitabile penalità lascia Sebastien Bourdais davanti dopo aver condotto a lungo nelle fasi finali, grazie anche ai problemi tecnici sostenuti da “Spike”, comodamente al comando con meno di 70’ sul cronometro. Da ricordare che l’Oreca #8 era sfuggita miracolosamente alla massiva melèe dell’ottava ora con danni marginali. Completano il podio nella consueta corsa ad eliminazione della categoria la #22 United Autosports nonostante le tante penalità e la vettura di Riley Motorsports impreziosita dalla presenza di Felipe Massa.
Finale al coltello in GTD Pro, con le Corvette decise a fare pagare il precedente sgarbo alla BMW #1 del Paul Miller Racing. Tra le due Ford Multimatic, cui va riconosciuto il merito di una gara assolutamente corretta, con il successo della #64 di Christopher Mies, Fred Vervisch e Dennis Olsen, si piazza la Z06 GT3 R #3. A Nico Varrone, al volante della gemella nell’ultimo stint, è stato fatto scontare un contatto “di troppo” nei confronti di Kelvin Van der Linde, il quale comunque – va detto – non si era assolutamente risparmiato nei confronti delle GT gestite da Pratt Miller nemmeno nelle fasi finali, e che chiude comunque al quarto posto.
Gravate da contatti e danni nel finale anche “Rexy”, la Porsche di AO Racing che la Corvette del Trackhouse by TF. Solo P6 per la Ferrari del DragonSpeed, protagonista di una gara senza particolari acuti nonostante una line-up top e l’expertise al box di Risi Competizione.
Corvette riesce infine a portare al successo nella gara più prestigiosa una sua vettura in GTD. AWA Racing, soprattutto grazie agli innesti di Marvin Kirchofer e Lars Kern, ha tenuto a bada dalla mattinata il resto del lotto. Nel finale è stato però Matt Bell a piazzare il sorpasso decisivo nei confronti di Mattia Drudi e della sua Aston Martin. Il riminese chiude comunque a podio dietro la Porsche del Wright Motorsports.
Poca fortuna oggi per le tante Ferrari schierate; alla fine la migliore rimane la #50 AF Corse trascinata da Riccardo Agostini ed Arthur Leclerc, settima. Menzione d’onore per la 296 GT3 di Cetilar Racing, in zona podio nonostante un equipaggio giovanissimo fino al ritiro per un problema di elettronica, e per le Lamborghini di Forte Racing, assoluta protagonista delle fasi iniziali, e del WTR, causa scatenante dell’ultima Full Course Yellow con le sospensioni ko.
E’ tutto per questo season opener dell’endurance internazionale. Il WeatherTech SportsCar Championshio tornerà a metà marzo con la 73ma edizione della 12 Ore di Sebring; nel frattempo occhi puntati sull’apertura del WEC in Qatar a fine febbraio.
Piero Lonardo
Foto: Porsche Motorsport, Tower Motorsports, Multimatic Motorsport, AWA Racing, Roberto Viva