Helio Castroneves e Ricky Taylor si aggiudicano la TireRack.com Grand Prix at Michelin Raceway Road Atlanta. La gara, della durata di 6 ore in sostituzione del Glen, annullato causa COVID, era valida quale sesta tappa del WeatherTech SportsCar Championship.
Come spesso accade sullo splendido ma insidioso tracciato della Georgia si è trattato di una gara avvincente e combattuta sino allo shootout finale, ancorchè non determinante, generato dal crash che ha tolto di mezzo Juan Pablo Montoya, impegnato nella rincorsa al podio con Tristan Vautier ed Felipe Nasr.
Ma andiamo per gradi. Allo start era subito Full Course Yellow per il contatto tra Felipe Nasr e Dane Cameron, che partivano dietro al polesitter, Helio Castroneves con la Acura Penske #7. Per evitarle si giravano anche l’Oreca LM P2 dell’Era Motorsport di Dwight Merrriman e la Cadillac DPi di Matheus Leist, entrambe con danni che necessitavano di lunghe soste ai box, culminate con il ritiro definitivo della gialla “Banana boat”.
Dopo il sacrosanto drive-through al dominatore dell’ultima Petit Le Mans, Castroneves conduceva fino alla successiva neutralizzazione, chiamata dopo appena 22’, protagonista lo specchietto destro della BMW #25, divelto dalla Mazda DPi di Harry Tincknell.
Al primo pit però il leader provvisorio della gara incorreva in ben due comportamenti scorretti, velocità eccessiva ai box, da cui usciva col semaforo rosso. Gara quindi compromessa per il popolare “spider-man”, e leadership, con l’altra Acura pure attardata per una sosta ai box per verificare i danni del contatto allo start, alla Cadillac del WTR con Renger van der Zande.
In GTLM, la Porsche #911 in pole con Nick Tandy cedeva alla Corvette di Tommy Milner, mentre in GTD era la Lamborghini del GRT Grasser di Steijn Schothorst a menare le danze.
La terza Full Course Yellow arrivava poco dopo lo scadere della prima ora, a causa della gomma lasciata in cima alla discesa di curva 11 dalla Corvette capolista causa foratura. Nel frattempo, ancora problemi per le Porsche, con il campione in carica della GTLM, Laurens Vanthoor che veniva sanzionato dalla direzione gara con un drive-through per essere passato sopra l’equipaggiamento ai box. Makowiecki, salito sulla Porsche #911, si ritrovava in testa alla categoria ma doveva presto cedere alla Corvette di Antonio Garcia ed alle BMW di Bruno Spengler e John Edwards.
La leadership della nera Cadillac #10 di Ryan Briscoe di protraeva sino al termine del terzo di gara, allorquando, a causa di una foratura (una delle tante quest’oggi), la strategia del WTR doveva cambiare. Il comando delle operazioni passava quindi alla Acura #6, ora con Juan Pablo Montoya al volante, mentre Bryan Sellers, anche qui grazie ad una curiosa strategia del GRT, ereditava la leadership fra le GTD con l’altra Lamborghini del Paul Miller Racing.
Seguiva un lungo periodo di corsa libera, in cui le Mazda rompevano gli indugi e si portavano alle spalle della Acura di testa, a sua volta pressata dalla Cadillac del Whelen Racing, che con Pipo Derani prima e con Filipe Albuquerque poi, aveva riconquistato il gap perso con la sosta extra.
Frattanto la Porsche #911, nonostante i 20 kg di zavorra extra assegnati dal BoP alle due 911 RSR-19, riusciva a riportarsi in testa alla GTLM, al contrario della vettura gemella, ancora più attardata per un altro drive-though comminato a causa di lavori non consentiti (ai freni, altro componente assai sollecitato) in corsia box.
Il sorpasso delle Mazda avviene al termine della quarta ora, grazie a Tristan Nunez, il quale si sbarazzava di Pipo Derani e Dane Cameron e prendeva il largo sui due, che si scambiavano le posizioni. Purtroppo per il veloce brasiliano, un contatto spediva Spencer Pumpelly e la Lambo del GRT Magnus contro le gomme all’esterno delle Esses. Inevitabile una nuova penalità per la Cadillac #11, che era costretta a ripartire dal fondo per la seconda volta.
Nel frattempo l’Acura NSX GT3 del campione in carica Mario Farnbacher riusciva ad avere la meglio in GTD su Madison Snow, subentrato a Sellers, e alle sempre insidiose Lexus dell’AIM Vasser Sullivan, Queste ultime però perdevano per lungo tempo una delle due contender, la RC F GT3 #14 di Jack Hawksworth, a causa dei danni conseguenti all’ennesima foratura della giornata, sicuramente propiziate dalla notevole temperatura dell’asfalto. La gara aveva già perso frattanto la BMW M6 GT3 trionfatrice al VIR, attardatasi lungamente ai box per risolvere problemi ai freni.
Ma anche la Mazda di testa doveva pagare pegno e con meno di 90’ rimasti sul cronometro era costretta ad una lunga sosta per risolvere problemi di surriscaldamento. Leadership quindi di nuovo nelle mani delle Acura, con Ricky Taylor che aveva presto la meglio sul compagno di squadra Dane Cameron.
Ad un’ora dalla fine le ultime soste per le GT, e incredibilmente la Porsche al comando delle GTLM cedeva di schianto, lasciando il passo alla BMW #25, tornata nelle mani di Connor de Philippi per lo stint finale, ma anche alla Corvette #4, ripresasi dalla sosta extra iniziale, e all’altra M8 GTE di John Edwards.
Vano infine il tentativo di Harry Tincknell di riprendere terreno sulla Acura in testa alla gara, ma i colpi di scena non erano ancora terminati. Protagonista Juan Pablo Montoya, che prima propiziava il tamponamento in corsia box da parte della Cadillac di Ryan Briscoe – che lo seguiva da presso - sanzionato con un drive-through, e infine veniva centrato dalla Ferrari di Toni Vilander nei minuti finali di gara.
Va detto che il pilota finlandese è stato quasi certamente toccato dalla Cadillac di Tristan Vautier, impegnato nel tenere dietro per la terza piazza lo stesso Montoya e Felipe Nasr, rifattosi sotto per la terza volta, anche grazie ad un BoP per una volta favorevole alle Cadillac.
La gara veniva neutralizzata per la quinta volta per permettere il recupero delle due vetture incidentate, e c’era spazio ancora per un paio di giri, che però non modificavano l’esito finale, con Helio Castroneves a festeggiare insieme a Ricky Taylor la seconda vittoria consecutiva dopo Road America davanti alla Mazda di Tincknell, Bomarito e Ryan Hunter-Reay e alla Cadillac di Derani, Nasr ed Albuquerque.
Secondo successo stagionale in GTLM dopo la Rolex 24 at Daytona per la BMW con Bruno Spengler e Connor de Philippi davanti alla Corvette di Oliver Gavin e Tommy Milner e all’altra BMW di Jesse Krohn e John Edwards.
In GTD, primo successo stagionale dell’Acura del Meyer Shank Racing con Mario Farnbacher, Matthew McMurry e Shinya Michimi davanti alla Lamborghini del Paul Miller Racing, con Bryan Sellers in grado di tenersi dietro per tutto l’ultimo stint la Porsche del Wright Motorsports di Pat Long.
A causa del crash iniziale che ha tolto di mezzo l’unica altra LM P2 presente, via libera infine per l’Oreca del PR1 Mathiasen di Patrick Kelly, qui con Simon Trummer e la giovanissima promessa Scott Huffaker. Il capoclassifica Cameron Cassels ed il Performance Tech hanno infatti preferito non presentarsi in Georgia a causa di problemi legati alle restrizioni per la pandemia per chi proviene, come Cassels, dal Canada.
In classifica generale, l’equipaggio del WTR, classificatosi quinto, mantiene il comando con 150 punti contro 146 di Sebastien Bourdais e Joao Barbosa, oggi quarti, i 145 di Pipo Derani ed i 144 di Castroneves e Rick Taylor.
Patrick Kelly dal canto suo, grazie all’assenza di Cassels, balza al comando delle LM P2, mentre in GTLM Antonio Garcia e Jordan Taylor, nonostante il quinto posto finale, continuano a guardare tutti dall’alto con i loro 191 punti. In GTD infine, grazie alla vittoria, ma anche alla defaillance tecnica della Lexus di Hawksworth, P10 al traguardo, Mario Farnbacher e Matthew McMurry si liberano della leadership in coabitazione e salgono a quota 150 contro i 139 di Aaron Telitz ed i 136 dello stesso Hawksworth. A quota 135 gli altri due teammate della Lexus #12, Townsend Bell e Frankie Montecalvo.
Il WeatherTech SportsCar Championship tornerà fra tre settimane, il 27 settembre a Mid-Ohio. Nel mezzo, dall’altra parte dell’oceano, la 24 Ore di Le Mans, presenti una ventina di piloti della serie americana. Mercoledì invece il tradizionale annuncio annuale sullo stato della serie, per la prima volta a cura del neopresidente John Doonan, dove dovrebbe essere rivelata la schedule 2021.
Piero Lonardo
L’ordine di arrivo
Foto: IMSA, Penske