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USCC – Cadillac trionfa a Sebring con Action Express in un finale di ordinaria follia

Non sono bastate 11 ore e 41 minuti a delineare i valori in campo alla 71ma edizione della 12 ore di Sebring, ma in un attimo di ordinaria follia una collisione multipla ha tolto di mezzo non uno ma tre potenziali vincitori, lasciando campo aperto ad Action Express, che riporta cosí il primo successo stagionale, terzo di fila a Sebring per il marchio, per la Cadillac V-Series R con Pipo Derani, Jack Aitken ed Alexander Sims.

Va subito detto che la nuova formula delle GTP (o LMDh che dir si voglia) si è dimostrata senza dubbio vincente. Se a Daytona le Acura hanno dimostrato di averne di più, sui noti bump è emersa una discreta equivalenza tra i quattro costruttori impegnati, che si sono tutti in qualche modo alternati al comando.

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La gara, frammentata dalla bellezza di 12 Full Course Yellow per 69 giri sui 322 percorsi dai vincitori, è stata inizialmente appannaggio della Cadillac del Team Ganassi di Sebastien Bourdais, Scott Dixon e Renger van der Zande; la gialla #01 è stata però vittima di un principio di incendio a tre quarti di gara. Ancor prima aveva reso l’anima la BMW #24.

Un’altra ora dopo è stata la volta dei vincitori di Daytona del Meyer Shank Racing di togliersi dalla lotta per il primato assoluto a causa della perdita di un pneumatico, mentre davanti era lotta al coltello fra le due Porsche e l’Acura del WTR with Andretti, con la BMW superstite a giuocare da outsider insieme alla Cadillac dell’Action Express.

Si arrivava quindi ad un’ora esatta dalla bandiera a scacchi nuovamente in regime di neutralizzazione cui seguiva un duello al coltello tra Mathieu Jaminet e Filipe Albuquerque, incaricati dello stint finale; frattanto Felipe Nasr sull’altra 963 era costretto a servire una penalità ma rimaneva comunque nel giro dei primi e dopo l’ultima sosta dei rivali passava addirittura al comando su Jack Aitken e la rossa Cadillac.

Alla sosta del brasiliano il collaudatore Williams transitava in testa ma Jaminet ed Albuquerque avevano presto la meglio in uno spettacolare threewide che assomigliava più all’IndyCar che all’IMSA, imitati in seguito da Nasr.

La direzione gara ha cercato di non rovinare questo momento non chiamando l’ennesima FCY per il fuoripista dell’Aston Martin di Marco Sorensen, ma pochi minuti dopo una carambola più affine ad altra specialità motoristica vedeva protagonista Albuquerque, il quale si toccava con Jaminet, impegnato a districarsi in un gruppo di GT, carambolando dall’esterno all’interno di curva 3 sulla Porsche #6, con Nasr che non poteva esimersi di terminare sull’Acura nerazzurra. Gara terminata per tutte e tre le GTP e primato alla Cadillac, che si avviava indisturbata nei 5’ finali verso la vittoria, seguita dalla BMW superstite. _PL56896 I tre protagonisti del crash verranno classificati nell’ordine, mentre terza al traguardo passa l’Oreca LM P2 del Tower Motorsports di John Farano, Kyffin Simpson e Scott McLaughlin, che a loro volta precedono di un nulla la vettura superstite del TDS. Completano la top five di categoria, tutte nei giri del primo, ERA Motorsport, il PR1 Mathiasen e il Crowdstrike by APR.

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Consueta gara ad eliminazione invece tra le LM P3, col successo finale dei campioni del Riley Motorsport, avanti un giro rispetto alle Duqueine di AWA e JDC Miller. Il successo è stato propiziato anch’esso dal crash generato dall’Oreca LM P2 di Pietro Fittipaldi poco prima dell’ultima ora di gara, che ha tolto di mezzo la Ligier del Jr III Racing, finjo a quel momento padrona della categoria dopo il ritiro dell’Andretti Autosport.

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La Corvette dal canto suo non è riuscita a capitalizzare uno strapotere debordante nel lotto delle GTD Pro, a causa di un problema tecnico al gruppo della posteriore sinistra occorso a due terzi di gara. Pronta la Porsche dello Pfaff Motorsport a prendere la testa della categoria, mentre la Lexus #14 del Vasser Sullivan nel finale va a domare la Mercedes del WeatherTech Racing. _PL57021 Dominio BMW infine in GTD, con una clamorosa doppietta da parte del Paul Miller Racing e del Turner Motorsport, emerse al comando dopo il crash tra la Porsche del Wright Motorsports e la Mercedes del Winward Racing al termine dell’ottava ora. Nella volata finale era la Porsche #92 del Kellymoss with Riley ad avere la meglio sulla McLaren di Inception Racing e l’altra Lexus del Vasser Sullivan.

 

Le Ferrari 296 GT3 purtroppo non hanno brillato nemmeno in questa occasione. L’unica nota positiva stava venendo dall’esemplare iscritto in Pro da Risi Competizione, che si avviava ad un onorevolissimo podio prima di venire coinvolta nella carambola finale.

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La P13 in GTD della #21 di AF Corse non può mitigare i problemi tecnici a ripetizione occorsi durante tutto il weekend in casa Cetilar ed un ritiro anticipato per Triarsi, non dimenticandoci peró che la macchina corre con un peso minimo forse eccessivo e sicuramente mai testato a priori. Ad ogni modo, i supporter del Cavallino non possono lamentarsi del risultato complessivo del SuperSebring weekend.

E’ tutto da Sebring: il prossimo appuntamento col WeatherTech SportsCar Championship è per il 15 aprile a Long Beach, protagoniste GTP, GTD Pro e GTD.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 12 ore di Sebring

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WEC – Toyota stampa una doppietta a Sebring. Ferrari a podio con la #50

Era iniziata in maniera trionfale per Ferrari questa nuova avventura nelle Hypercar, con la pole position segnata ieri a Sebring da Antonio Fuoco con un giro perfetto, forse irripetibile, come riportato dal driver calabrese, invece è finita nel (quasi) solito modo, con le due Toyota a fare doppietta in apparente scioltezza.

Determinante il passo gara delle due GR010-Hybrid, che nonostante l’impressione tratta dalla velocità in qualifica delle 499P, hanno tratto il massimo dalle evoluzioni preparate in inverno soprattutto in termini di consumi di gomme.

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I driver del Gazoo Racing poi, contrariamente ad altre occasioni, non hanno effettuato errori portando a casa il risultato pieno con Kamui Kobayashi, Mike Conway e Josè Maria Lopez davanti a Brendon Hartley, Sebastien Buemi e Rio Hirakawa,

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Ferrari chiude con un buon podio a 2 giri dai battistrada con Fuoco, Nicklas Nielsen e Miguel Molina, precedendo comunque un bruttissimo cliente qui sui bump dell’ex-aeroporto quale Cadillac e le due Porsche, che nonostante i proclami della vigilia, hanno bisogno di tanta esperienza in pista. Bellissimo comunque vedere finalmente il tricolore sul podio della categoria top, cosí come un pilota di casa nostra, cosa che mancava dal 2013.

Peccato per l’altra Ferrari dei campioni in carica GTE-Pro, Alessandro Pier Guidi e James Calado e dell’ex-F1 Antonio Giovinazzi, rallentata a 2 ore dal termine dal contatto con la 488 #54 di AF Corse e la successiva carambola sull’incolpevole Porsche del Project 1, ma ci sarà tempo per supplire alle conseguenze dell’errore.

Peugeot non pervenute, come nei peggiori pronostici, cosí come Glickenhaus, mentre Vanwall al contrario è giunta al traguardo nonostante la mancanza di test del rinnovato progetto e le tante botte ricevute.

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La LM P2 è sembrata essere la classe più equilibrata, con potenzialmente tutti gli equipaggi a disputarsi il successo finale. Alla fine l’ha spuntata Jota, con parte dell’equipaggio della nuova Porsche che debutterà (forse) a Spa, composto da Will Stevens, Yifei Ye e dal giovane tedesco David Beckmann.

Purtroppo per Prema è stato necessario un ultimo splash a 3’ dal termine che ha lasciato a Mirko Bortolotti, Daniil Kvyat e Doriane Pin – vale a dire una robusta parte della line-up della futuribile Lamborghini LMDh – solamente il terzo posto dietro a Filipe Albuquerque, Phil Hanson e Frederick Lubin con l’unica vettura superstite di United Autosports.

Medesimo destino in GTE-Am anche per la Ferrari del Kessel Racing, che ha perso una posizione negli attimi finali a favore del Dempsey-Proton. Sola, davanti a tutti c’era l’inarrivabile Corvette di Ben Keating, Nico Varrone e Nicky Catsburg, che ha dato la bellezza di 2 giri alla concorrenza.

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L’unica vettura in grado di impensierire la GT del Kentucky sembrava essere la Porsche delle Iron Dames (ma cos’avranno queste ragazze in più degli altri concorrenti maschi?) con la quale ha battagliato nelle prime fasi di gara; poi un errore in curva 2 e la perdita del bumper posteriore ha vanificato il bel lavoro delle ragazze, che si classificano in P7.

E’ tutto da Sebring per il season opener WEC 2023; domani spazio alla 12 ore IMSA. Le Hypercar ed il resto del circus dell’endurance mondiale torneranno in azione far un mese a Portimao, precisamente il 14 aprile, con le prime libere.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 1.000 Miglia di Sebring

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WEC – A 2 ore dal termine a Sebring Toyota ancora in controllo. Ferrari perde un pezzo

La parte centrale di gara della 1.000 Miglia di Sebring non ha fornito spunti decisivi nella categoria maggiore fino all’inizio della settima ora, allorquando la Ferrari di Alessandro Pier Guidi si toccava con la 488 di Francesco Castellacci, carambolando sulla Porsche di Gunnar Jeannette.

Inevitabile l’ennesima Full Course Yellow, la settima della giornata oltre alla Safety Car iniziale, per raccogliere i pezzi persi dalla 499P #51, che è stata portata nel box.

Nel frattempo le due Toyota continuano indisturbate a condurre, solo, come spesso accaduto in passato, la #8 ha ceduto il passo alla gemella durante la quarta ora. Dietro hanno tenuto banco i duelli tra Porsche e Ferrari, con posizioni immediatamente ribaltate alla prima sosta utile.

La Cadillac continua a proporsi quale terza forza alternandosi con le due Ferrari in funzione delle strategie. Gli inseguitori, che comprendono sempre anche la Porsche #6, pagano ora una tornata dai leder, che sono invece separati da un cuscino minimo. Il distacco, oltre che da una sosta eseguita con timing perfetto nel corso della prima Full Course Yellow, pare dipendere anche da un diverso consumo delle gomme, con le due GR010-Hybrid, continuamente sul doppio stint senza perdere efficienza.

L’altra 963, già staccata, ha preso un drive-through per un’infrazione in regime di Full Course Yellow, mentre ha ripreso la pista anche la Vanwall che ora sconta 7 tornate. E’ un vero e proprio calvario infine per le Peugeot 9X8, entrambe ancora in gara ma rallentate dai problemi più disparati.

Un problema serio ha rallentato anche uno dei protagonisti delle LM P2, l’Alpine #36, prima ferma ai box per una sosta lunga imprevista e poi ferma ed ammutolita. La classifica di categoria ora vede una lotta a due fra Hertz Team Jota e la #63 di Prema, uniche vetture a pieni giri insieme alla #22 di United Autosports e alla #41 del WRT, che inseguono più distanziate.

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Infine in GTE-Am, solo Corvette può fermare se stessa, grazie al ritmo imposto da Nico Varrone, in attesa dell’effort finale da parte del Pro Nicky Catsburg. La lotta per i restanti gradini del podio sembra ristretta alla Porsche #77 del Dempsey-Proton ed alla Ferrari di Kessel Racing. Dalla lotta per le prime posizioni è già uscita l’Aston Martin #98 a causa di una foratura all’inizio della quinta ora che ha generato l’ennesima neutralizzazione di questa gara, che sapevamo sarebbe stata decisa giocoforza alla distanza.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 6 ore di gara

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WEC – Scoop: le prime indiscrezioni sul calendario 2024 col COTA sicuro ritorno

La stagione 2023 del World Endurance Championship è appena iniziata e già si pensa al 2024: tanta è ora l’attenzione da parte della serie e dei costruttori coinvolti nell’organizzazione del mondiale.

Innanzi tutto quella in corso sarà purtroppo l’ultima SuperSebring. Troppi i problemi dal punto di vista organizzativo e logistico nella schedule del convulso weekend condiviso tra IMSA e WEC, nonostante le ottime intenzioni da parte di entrambe le serie. Il tracciato della Florida come sappiamo sarà sostituito quale prima venue stagionale dalla 6 Ore del Qatar., che ospiterà anche il Prologo della 12ma stagione.

Monza e Spa dal canto loro non sono assolutamente in discussione, anche se il tempio della velocità potrebbe subire il tanto invocato spostamento prima della 24 Ore di Le Mans, ovviamente punto fermo del calendario a metà giugno, date le caratteristiche velocistiche dell’Autodromo Nazionale.

Anche il Fuji ed il Bahrain ovviamente non sono oggetto di contrattazione ed andranno a chiudere la stagione; nel mezzo, l’intenzione del WEC di inserire due tappe sul continente americano dopo Le Mans.

A sostituire Sebring quale tappa statunitense è stato deciso sarà il Circuit of The Americas, che quindi tornerà in calendario a settembre dopo l’una tantum del 2020 e prima ancora caposaldo dell’endurance mondiale negli States dal 2013 al 2017 come Lone Star Le Mans.

L’ultimo tassello per completare ad un anno di distanza la schedule della prossima stagione, prevista sulle 8 date (una in più di quest’anno), pare invece essere in bilico tra una novità ed una vecchia conoscenza.

Il circus dell’endurance potrebbe infatti “finalmente” tornare a calcare la pista di Interlagos, sede di tre appuntamenti dal 2012 al 2014, in seguito cancellata per problemi organizzativi, poi nuovamente prevista a febbraio 2020 per essere poi sostituita all’ultimo momento dal COTA per inadempienze contrattuali.

A fare però da serissimo contraltare al tracciato Paulista, il “sogno” di Roger Penske di effettuare una gara di durata, addirittura una 24 ore, ad Indianapolis; ricordiamo che già quest’anno il WeatherTech SportsCar Championship tornerà sullo stradale dell’IMS a distanza di 8 anni dall’ultima edizione del Brickyard Grand Prix.

Non crediamo che una nuova 24 ore dopo Daytona e Le Mans possa prendere vita a breve termine, ma è altrettanto vero che, aldilà del diverso “peso” delle due organizzazioni, andrebbe sostituita una gara della durata di 10 ore… Fate le vostre puntate, noi abbiamo fatto da tempo la nostra sulla venue di proprietà del “Captain”.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Sebring: dopo 3 ore Toyota in testa dopo il big crash di Perez Companc

Partita a Sebring la Season 11 del World Endurance Championship con la 1.000 Miglia. Al via scatta bene la Ferrari di Antonio Fuoco che mantiene la leadership sulle due Toyota condotte da Sebastien Buemi e Mike Conway, con Alessandro Pier Guidi buon quarto a tenere a bada il resto della concorrenza. Una delle due Peugeot frattanto è costretta ai box già nel formation lap, senza marce oltre la prima.

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In GTE-Am invece continua il duello iniziato nelle qualifiche fra la Corvette di Ben Keating e la Porsche delle Iron Dames con Sarah Bovy. Nella lotta tenta di inserirsi la Ferrari AF Corse #21 di Luis Perez Companc che però esce male dalla prima curva e si schianta violentemente contro le gomme esterne, terminando ruote all’aria. Aldilà della spettacolarità dell’incidente, nessuna apparente conseguenza per il pilota.

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Segue una safety car di circa mezz’ora, durante la quale le due 499P optano per anticipare il primo pitstop. Al comando passano quindi le due Toyota, seguite dalla Porsche #6 con Kevin Estre che a propria volta ha avuto la meglio al primo giro sulla Cadillac di Alex Lynn. In P5 una sorprendente Vanwall.

Tra le LM P2 anche le due vetture di United Autosports scelgono di rifornire in regime di neutralizzazione, lasciando cosí momentaneamente il passo all’accoppiata del WRT.

Purtroppo per il Cavallino, alla Ferrari di testa viene comminato un drive-through per un sorpasso in regime di safety car ed anche il primo pit della #51 non risulta ottimale, ma il passo nei confronti dalle due GR010-Hybrid risulta comunque rassicurante, anche se il best lap finora appartiene a Buemi.

Frattanto nelle GTE-Am, è l’Aston Martin del D’Station ad approfittare della situazione con Tomonobu Fuji, anche se alle sue spalle prosegue il duello tra la Corvette e la Porsche rosa. Una prima Full Course Yellow viene chiamata per il contatto all’insidiosa curva 17 da parte della Porsche di PJ Hyett, quindi poco dopo è la volta dell’Aston dell’ORT by TF a chiamare in causa il limitatore collettivo per una foratura.

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Il lotto delle Hypercar nel corso della seconda ora va poi a perdere prima la Glickenhaus, e poi anche la seconda Peugeot incontra problemi di tenuta di strada sui bump di Sebring ed è costretta a cambiare l’ennesimo muso (ne abbiamo visti girare diversi in prova) dopo un contatto con la Vanwall che è pure costretta ai box.

A terza ora già iniziata poi, un nuovo dramma colpisce questa volta la Porsche delle Iron Dames, che perde il posteriore della sua 911 sulla terra all’esterno di curva 2, causando l’ennesima Full Course Yellow della giornata. Davanti in GTE-Am c’è ora la Corvette indisturbata con la promessa argentina Nico Varrone.

Proprio poco dopo lo scadere della terza ora infine è il leader delle LM P2, Josh Pierson, a fermarsi lungo la pista, e nella roulette del monomarca Oreca tocca ora all’Alpine #36 ereditare la leadership di categoria durante la ben sesta neutralizzazione della giornata.

Davanti le due Toyota paiono proseguire in scioltezza, ma va detto che dopo 180’ sono comunque ben sei, delle undici Hypercar presentatesi in Florida, ancora nello stesso giro, soste permettendo.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Alberto Manganaro

La classifica dopo 3 ore di gara

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USCC – A Sebring, prima fila Cadillac. Non sbagliano Keating e Corvette in LM P2 e GTD Pro

Pipo Derani riporta in pole la Cadillac a Sebring. Il campione 2021 della massima serie endurance americana ha fissato i cronometri sull’1.45.836, tempo di tutto rispetto in chiave assoluta, precedendo l’altra V-Series di Sebastien Bourdais di appena 87 millesimi.

La sessione delle GTP è stata interrotta anticipatamente a causa del crash della Porsche di Matt Campbell in curva 1 e la direzione gara, dato il poco tempo a disposizione, ha ritenuto di non recuperare i 2’ rimasti.

Seconda fila per Ricky Taylor con l’Acura del WTR with Andretti, a 2 decimi, mentre la seconda Porsche sconta oltre mezzo secondo.

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Non sfugge l’ennesima qualifica top a Ben Keating, uno dei tanti piloti chiamati al doppio impegno in questo weekend SuperSebring, primo tra le LM P2 col tempo di 1.51.780 davanti alle due vetture del TDS di Francois Heriau e Steven Thomas. Il neoacquisto Glenn Van Berlo dal canto suo ha regalato la pole all’Andretti Autosport nelle LM P3.

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Tra le GT infine, colpi di scena a ripetizione nel finale che vanno a premiare la Corvette di Antonio Garcia, primo fra le GTD Pro con 1.59.315 su Jack Hawksworth, che già gustava la pole con la Lexus del Vasser Sullivan.

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Anche Kyle Marcelli ha approfittato delle fasi finali per scavalcare con l’Acura NSX GT3 del Racers Edge la Mercedes del Winward di appena 14 millesimi tra le GTD.

Settimo tempo e P5 fra le Pro per la migliore delle Ferrari, quella di Risi Competizione, mentre non hanno segnato tempi le Porsche di Pfaff Motorsports – la cui uscita ha determinato l’unica red flag del turno di categoria – la Mercedes del Korthoff Motorsports e la BMW #95 del Turner Motorsport.

Lo start della 71ma edizione della 12 Ore di Sebring alle 10.00 PM di domani. Diretta streaming gratuita come sempre dal sito IMSA https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

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USCC – MSR si reinstalla al top in vista delle qualifiche. Ma quanti incidenti!

Il turno pomeridiano di libere della 12 Ore di Sebring è stato dominato dal Meyer Shank Racing, al top con Tom Blomqvist ed il tempo di 1.47.049. Dopo i problemi del primo turno, l’Acura #60 ha però incontrato altri inconvenienti anche nella sessione serale, cosí come peraltro anche l’altra Acura del WTR with Andretti, generando due delle ben cinque red flag che hanno frammentato le libere 3.

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Miglior tempo in notturna quindi per la Cadillac dell’Action Express ed Alexander Sims con 1.48.820 davanti alla Porsche #6 di Nick Tandy. Va detto che nelle libere 2 era stato l’altro pilota della V-Series #31, Jack Aitken, ad uscire di strada all’insidiosa T17, fermando la sessione.

Nel serale invece, si sono aggiunte le disavventure per la Porsche #92 del Kellymoss with Riley, subito out nelle gomme, poi la gomma persa dall’Acura del Gradient Racing ed infine l’altra 992 del Kellymoss, fuori in T17 a pochi minuti dal termine.

Migliori prestazioni tra le LM P2 ancora per Christian Rasmussen, il quale limava 4 decimi dal best crono del mattino, cosí come Dakota Dickerson del JR III Racing tra le LM P3, il quale si ripeteva con 1.56.382.

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Nessuno è riuscito infine a battere il miglior tempo segnato nelle libere 1 tra le GT dalla Porsche di Trent Hindman. Le successive sessioni hanno visto primeggiare Russell Ward con la Mercedes del Winward Racing, e Jordan Taylor con la Corvette.

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Nel serale le Ferrari di Triarsi Competizione e Cetilar Racing hanno superato i problemi tecnici riscontrati in precedenza (la #47 non ha proprio toccato la pista nelle libere 2 ed hanno potuto girare con continuità.

Domani in programma le qualifiche, alle 9.40 AM locali, pari alle 14.40 italiane, precedute da un breve warm-up di 20’ in primissima mattinata, alle 8.55 AM. Le qualifiche si potranno godere come sempre in streaming gratuito sul sito IMSA https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Libere 3

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WEC – A Sebring è pole al primo colpo per la Ferrari 499P!

L’avventura di Ferrari tra le Hypercar è iniziata col piede giusto, conquistando la pole position nella 1.000 Miglia di Sebring, prima prova della Season 11 del World Endurance Championship.

Le prime qualifiche della stagione sono state quanto mai avvincenti, con ben nove avvicendamenti al vertice nei 15’ a disposizione, anche se il primo tempo di rilievo era appannaggio di Alessandro Pier Guidi sulla Ferrari #51, primo a scendere sotto l’1’47”.

La leadership del l’ultimo titolato GTE-Pro durava meno di un amen e Brendon Hartley sembrava aver messo al sicuro la prima pole dell’anno con la Toyota #8, ma il campione del mondo in carica non aveva fatto i conti con Antonio Fuoco, che piazzava uno stratosferico 1.45.067 e lasciava la migliore delle Toyota a 3 decimi.

La seconda fila vede la seconda GR010-Hybrid e la 499P #51, tutte ben sotto l’1’46”, seguite da vicino dall’unica Cadillac iscritta alla serie mondiale. Ancora piú indietro le Porsche, a 2” dal calabrese, poi ancora le due Peugeot, visibilmente in difficoltà in frenata, ed infine la Glickenhaus e la Vanwall, lontanissime dalla vetta, fatto poco spiegabile per la 007 LMH rodata da due anni di gare, mentre la Vandervell 680 sappiamo essersi presentata praticamente a secco di prove sul modello omologato.

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Tra le LM P2, Oliver Jarvis ha preso presto il comando della graduatoria, riportando in pole United Autosports da Monza. Pietro Fittipaldi riusciva a terminare a 93 millesimi per Jota; più lontani, a 2 decimi, il campione 2021 della categoria Robin Frijns del WRT e Mathieu Vaxivière con la migliore delle Alpine.

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Infine le GTE-Am, dove a sorpresa Sarah Bovy sulla nuova montura delle Iron Dames è riuscita a scalzare nel finale Ben Keating e la Corvette col tempo di 1.58.949 di ben 4 decimi. Seconda fila per Ahmad Al Harty e l’Aston Martin dell’Oman Racing Team, quindi le due Ferrari di AF Corse con Luis Perez-Companc e Stefano Costantini. Ricordiamo che i doveri di qualifica della categoria vengono affidati ai piloti bronze ranked.

Alle qualifiche non ha partecipato la Porsche Proton #88, che dopo il crash di ieri è stata giudicata irreparabile sul posto e pertanto salterà anche la gara.

Queste le premesse per una 1.000 Miglia di Sebring dallo spettacolo assicurato, che partirà domani alle ore 12.00 PM locali. Oltre al sito e all’app FIA WEC, la gara sarà visibile anche sui canali a pagamento Eurosport e SkySport Arena a partire dalle 17.30 italiane.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

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USCC – Albuquerque subito al top nelle prime libere della 12 Ore di Sebring

Diversi piloti sono impegnati sui due fronti in questa – probabilmente ultima – SuperSebring: uno di questi, forse il più conosciuto, è Filipe Albuquerque, che divide l’impegno con United Autosports nel WEC e col WTR with Andretti nel WeatherTech SportsCar Championship.

Il vincitore morale di Daytona è stato l’unico a portare in pista stamane l’Acura ARX-06 #10 anche a causa di una sessione particolarmente tribolata, fissando i cronometri sull’1.48.303. A seguire le Cadillac di Renger van der Zande e Jack Aitken, separate da uno e due decimi rispettivamente.

Problemi per tante vetture della categoria top: il piú eclatante dei quali ha colpito l’altra Acura dell’MSR, ferma lungo il circuito, ammutolita, dopo appena 7 tornate. Contatti a muro anche per la Porsche 963 di Matt Campbell e la BMW M Hybrid V8 di Sheldon van der Linde; entrambi non hanno ripreso la pista.

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Tra le LM P2, è stato Christian Rasmussen a segnare la migliore prestazione con l’Oreca di ERA Motorsport con 1.50.926, 2 decimi meglio della vettura #35 del TDS di Giedo van der Garde. Il JR III Racing e Dakota Dickerson primeggiano invece tra le LM P3 con 1.56.349.

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C’era tanta attesa per i risultati delle GT post BoP, e guarda caso dopo la modifica delle equivalenze c’è una Porsche al comando delle GTD con Trent Hindman autore di 2.01.092. Migliore tra le Pro invece Jack Hawksworth, più lento di appena 64 millesimi.

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P6 assoluta e seconda tra le Pro la Ferrari di Risi Competizione con un altro pilota impegnato nei due paddock, Daniel Serra; buona prestazione prima di un problema tecnico anche per la 296 GT3 del Cetilar Racing, mentre le altre due GT del Cavallino, ulteriormente penalizzate nel peso minimo dal Balance of Performance, chiudono la lista dei tempi insieme alla McLaren di Inception Racing.

Il programma odierno della 71ma edizione della 12 Ore di Sebring prosegue con ben due sessioni di libere alle 3.50 PM e alle 7.45 PM. Le libere-2 vedranno aprire le classi Pro/Am (LM P2, LM P3, GTD), mentre gli ultimi 15’ saranno riservati ai Pro (GTP e GTD)

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

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WEC – Sebring, libere 3: Kobayashi alza l’asticella per Toyota poi Lopez crash

Se i tempi di ieri potevano sembrare di livello, con Kobayashi sotto il record WEC per le Hypercar, oggi le Toyota hanno dato nuovamente spettacolo, col portacolori della GR010-Hybrid #7 ancora una volta davanti a tutti addirittura 1”2 sotto il limite segnato ieri, seguito da Brendon Hartley a 6 decimi.

Unica pecca per il Gazoo Racing, il contatto a muro in T17 da parte di Josè Maria Lopez che ha determinato l’unica red flag della sessione ed il suo termine leggermente in anticipo.

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Antonio Fuoco ha ulteriormente migliorato per Ferrari, portandosi sotto il secondo dal leader; a seguire la Cadillac con Alex Lynn, a 1”3, poi Porsche e Peugeot che per ora paiono fare parte di una categoria a se stante, cosí come la Glickenhaus. Problemi invece per la Vanwall, subito out probabilmente per un problema di elettronica.

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Si fa interessante il duello fra United Autosports e Jota fra le LM P2, terminato come ieri pomeriggio a vantaggio di quest’ultima, con Pietro Fittipaldi a limare il best crono di ieri precedendo di appena 90 millesimi Phil Hanson e con distacchi poco sopra il decimo, Yifei Ye ed Oliver Jarvis con le seconde entry delle due squadre.

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Infine Nicki Thiim ha definitivamente sdoganato il vero potenziale delle Aston Martin segnando la migliore prestazione odierna fra le GTE-Am con 1.59.030. La top five, racchiusa in 68 millesimi, comprende Riccardo Pera con la Porsche GR, Daniel Serra e Francesco Castellacci con le Ferrari di Kessel ed AF Corse e Nico Varrone con la Corvette. Alla sessione non ha preso parte la Porsche Proton #88 incidentata ieri.

Ora tocca alle qualifiche, a partire dalle 6.30 PM locali, che dall’Italia saranno visibili unicamente tramite sito ed app FIA WEC https://live.fiawec.com/en/.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Libere 3