Il risultato finale delle Ferrari hypercar a Imola non è stato alla fine quello sperato, specie dopo la tripletta in qualifica, e la tifoseria si è scatenata nei commenti sui social, anche con irriguardosi paragoni alla F1 riguardo la gestione delle strategie, nemmeno si trattasse della stessa disciplina.
Il quarto posto della 499P #50 agguantato con le unghie e i denti da Antonio Fuoco nel finale di gara, più l’ottavo della #83 gestita da AF Corse che vale il successo tra i privati non possono soddisfare gli appetiti, fattisi sempre più esigenti dopo la vittoria a Le Mans, dei tifosi della Rossa, ma proviamo però ad analizzare i fatti, anche avvalendoci delle parole dei diretti interessati.
Partiamo dal BoP, massimo imputato per il dominio Porsche nell’apertura in Qatar. I 34 kg in meno concessi alle vetture di Maranello a Imola potevano sembrare uno sproposito, quasi un’ammissione di colpa da parte dell’Endurance Committee della FIA, ma vanno commisurati anche alle potenze massime a per stint, dove Toyota, che pure ha avuto un notevole break (-29 kg), continua ad essere al top di questi valori, con 516 kW di potenza massima e 916 MJ di energia per stint.
Ciò si è tradotto all’atto pratico in una maggiore performance velocistica da parte delle Ferrari, ma in un passo gara più gestibile, soprattutto a livello di consumi, da parte delle GR010-Hybrid, migliore anche delle Porsche, anche se senza la penalità di 5” assegnata nel finale a Kevin Estre avremmo visto ancora l’equipaggio della 963 #6 sul gradino più alto del podio.
Poi ovviamente c’è stata l’incognita pioggia, e qui c’è stato il mea culpa da parte di Ferrari, che per bocca di Giuliano Salvi, race and test team manager del Cavallino, ha cosí commentato ai nostri microfoni: “Le informazioni che avevamo si sono rivelate ovviamente sbagliate, avrebbe dovuto piovere molto prima rispetto a quanto realmente è successo. Quando la pioggia è arrivata non pensavamo che potesse intensificarsi, credevamo che il problema fosse relegato al terzo settore e di poter utilizzare tranquillamente le slick nel primo e nel secondo tratto.”
E ancora “Ci siamo fidati troppo delle previsioni, senza guardare bene cosa accadeva intorno a noi. Purtroppo non è andata bene, bisognerà rivedere la nostra catena di comunicazioni in vista dei prossimi impegni. E’ stato chiaramente un errore, non c’è molto da aggiungere. Sin dalla partenza abbiamo detto ai piloti di prendersi cura delle gomme nella prima parte di gara in previsione di una eventuale pioggia. Solo facendo così siamo riusciti a fare tre stint con gli stessi pneumatici.”
Riguardo la concorrenza: “Sinceramente le Toyota ci hanno un po’ sorpreso, pensavamo che davanti a loro ci fossero le Porsche in termini di prestazioni. Sapevamo che sarebbero rientrati in partita dopo Imola, la GR-010 è la stessa che avevano lo scorso anno. La cosa peggiore per me è il dispiacere di non essere riusciti a fare felici i tantissimi tifosi che sono venuti in autodromo. Ho visto gente triste a fine gara e questo davvero fa male. Dobbiamo fare un lavoro migliore e sono sicuro che ne saremo capaci.”
Proseguendo, da comunicato Ferrari “Quella che sembrava una perturbazione leggera e di passaggio, si è rivelata persistente e il vantaggio derivante dal poter contare su una vettura competitiva in situazioni miste che aveva permesso di posticipare la sosta, è stato annullato, a vantaggio delle squadre che avevano scelto le gomme da pioggia con qualche giro di anticipo.”
Ricordiamo che è stata una situazione simile a porre le basi per la vittoria di Le Mans, ma in questo caso la decisione, con meno di tre ore mancanti sul cronometro e nonostante un circuito ben più corto di quello della Sarthe, alla fine non ha pagato.
Una soluzione poteva però essere quella di differenziare le strategie tra le tre vetture, e qui ci risponde nientemeno che Antonello Coletta, grande capo di Endurance e Corse Clienti: “La gara, quando è arrivata la pioggia, è stata condizionata dall’errore di non aver differenziato le strategie tra le tre vetture che fino a quel momento erano state protagoniste.”
Anche l’Ing.Ferdinando Cannizzo, papà della 499P è sulla medesima lunghezza d’onda “Avevamo il potenziale per portare le vetture sul podio assoluto, avendo dominato la gara per quasi quattro ore. Sappiamo che le prestazioni delle Ferrari 499P con le gomme slick sono ottime in condizioni di pista umida, e anche sul bagnato all’inizio erano abbastanza buone, quindi abbiamo sfruttato l’occasione per cercare di allungare il vantaggio sui concorrenti. Alla fine, però, per un errore di valutazione sulle previsioni meteo abbiamo fatto una chiamata tardiva compromettendo il risultato assoluto.”
Non c’è molto altro da dire, se non che prendere positivamente atto che questa gestione sportiva non si nasconde dietro un dito, e che siamo sicuri sfrutteranno questo episodio per migliorarsi ulteriormente.
Tornando alle risultanze della gara, al comando della classifica generale continua ad esserci l’equipaggio della Porsche #6 con 56 punti contro i 40 dei vincitori di Imola ed i 39 dell’altra 963 ufficiale. Con ancora sei gare da disputare, col punteggio doppio di Le Mans, Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen. possono ancora sperare tranquillamente nonostante i 31 punti di gap, mentre tra i costruttori Porsche conduce con 57 punti contro i 48 di Toyota ed i 31 di Ferrari.
Tra le GT3, è l’equipaggio di Manthey Pure Rxcing a menare le danze con 54 punti contro i 37 dei vincitori di Imola del WRT e dell’Aston Martin dello Heart of Racing, inseguiti a loro volta ad una lunghezza dalla BMW #46 di Valentino Rossi e c.
Da segnalare infine l’ennesima serie di penalità nel post-gara, con la figuraccia da parte degli stewards, che comminano 2 e 9 giri di penalità rispettivamente alle due Alpine per non aver rispettato il tempo minimo di guida di Jules Gounon e Nicolas Lapierre; peccato che il tempo minimo di guida, ai sensi del nuovo regolamento sportivo, non esiste per la classe LMH…..
Piero Lonardo – intervista raccolta da Luca Pellegrini
Foto: Piero Lonardo