La Toyota vince anche la terza gara di questo World Endurance Championship 2021 a Monza, ma una volta di più dimostra di non essere quella corazzata imbattibile cui eravamo abituati nelle ultime stagioni in cui le LM P1 hanno combattuto sostanzialmente solo contro team privati.
Le GR010 Hybrid in gara sull’Autodromo Nazionale hanno sofferto di diversi problemi, soprattutto la #8, rallentata da un problema apparentemente elettronico ma poi riportata nuovamente dentro i box con i freni completamente consumati. Gli interventi complessivamente sono costati la bellezza di 43 giri, permettendo comunque di classificarsi.
Nemmeno la #7 di Josè Maria Lopez, Mike Conway e Kamui Kobayashi è stata indenne da problemi, con il giapponese a rallentare pericolosamente a due terzi di gara, cedendo brevemente il comando alla Glickenhaus. L’illusione è durata solo due giri peró, con la SCG 007 LMH #709 costretta a sistemare i freni, mentre la #708 sarà una delle due sole vetture ritirate dalla competizione, per un problema terminale al cambio dopo aver già sostenuto problemi di accensione.
L’Alpine dal canto suo, che terminerà seconda con Mathieu Vaxivière, Nicolas Lapierre e Andrè Negrao, ha scontato ancora una volta dei consumi nettamente superiori, mitigati solo da un paio di neutralizzazioni, la prima delle quali, per un’uscita nella ghiaia di Andrew Haryanto, ha invece deciso la gara delle LM P2.
L’Oreca del WRT, che aveva perso la leadership della categoria già allo start in favore di Phil Hanson, era infatti appena entrata ai box per la prima sosta, ed il timing è stato decisivo per far sí che la vettura di United Autosports accumulasse un vantaggio incolmabile nei confronti della concorrenza.
Beninteso, Hanson, Filipe Albuquerque e Fabio Scherer avrebbero quasi certamente riportato la seconda vittoria dopo Spa, peró lo spettacolo ne avrebbe sicuramente tratto vantaggio. Completa il podio di categoria il Racing Team Nederland, primo della Pro/Am. Peccato invece per Antonio Felix da Costa e la #28 di Jota, trionfatrice a Portimao, non classificati dopo una lunga sosta per un problema di misfire.
L’intensa battaglia in GTE-Pro ha invece ricalcato nel risultato finale lo schieramento di partenza, con Kevin Estre e Neel Jani a rifarsi dopo la disfatta in terra portoghese. Alessandro Pier Guidi e James Calado sono stati una vera spina nel fianco della Porsche #92, e solo un paio di disattenzioni, al pit e alla strategia, hanno forse privato l’equipaggio della Ferrari #51 di un nuovo successo.
Intensa anche la battaglia fra gli altri due equipaggi, che alla fine ha visto trionfare Richard Lietz e Gianmaria Bruni sulla seconda 488 GTE Evo, ma ci sarà tempo per rifarsi.
AF Corse d’altra parte puó gioire per il secondo successo in tre gare della sua #83 di Alessio Rovera, Nicklas Nielsen e Francois Perrodo. L’equipaggio sembra effettivamente il più forte del lotto, con i due giovani leoni praticamente allo stesso (forte) livello,
Alla fine i 44” sulle due Aston Martin di AMR e D’Station non sono nemmeno tanti se pensiamo che Rovera è partito dal fondo dello schieramento a causa della penalità subita in qualifica e che la vettura scontava 15 kg di zavorra derivante dal Success Ballast.
Weekend da dimenticare invece per Ben Keating e l’altra Aston Martin del TF Sport, vittima dell’esplosione di un pneumatico allorquando era in testa alla categoria, e per il Cetilar Racing, che dopo il crash delle prime libere ha incontrato nuovamente le barriere di Lesmo, forse a causa di un contatto con la Porsche di Bruni. La P11 a 3 giri dai vincitori è anche frutto di una penalità per una violazione del regime di Full Course Yellow.
Per tutti l’obiettivo del World Endurance Championship si sposta adesso su Le Mans, in programma il 21-22 agosto, preceduta dalla giornata di test di Ferragosto. Li scopriremo tra le altre cose, se le Hypercar avranno ottenuto la necessaria affidabilità per coprire 24 ore di gara.
Una speciale menzione per il pubblico in pista, che ha accettato senza troppe contestazioni, nonostante le svariate proteste social, le limitazioni imposte dal COVID.
Piero Lonardo
L’ordine di arrivo della 6 ore di Monza
Foto: Piero Lonardo