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WEC – Breve singhiozzo Toyota. Una sola Ferrari contro Corvette ed Aston nelle classi GT

Dopo un’alba nascosta dalle nuvole sul Circuit de la Sarthe è apparsa una foschia che fortunatamente non ha inficiato la gara, anzi ora splende un piacevole sole e non è prevista alcuna attività temporalesca sino alla bandiera a scacchi.

Alcuni team di primo piano hanno utilizzato la prima mattinata per risolvere i danni emersi in precedenza: è il caso della Ferrari, che ha speso oltre mezz’ora per riparare i danni alla sospensione posteriore sinistra della 488 GTE Evo #52, cosí come United Autosports ha risolto i problemi all’alternatore che hanno tolto Filipe Albuquerque e c. dalla lotta per la vittoria nelle LM P2.

In questa categoria Tom Blomqvist, dopo una penalità di ben 90” di Stop&Go assegnata per non aver rispettato l’accodamento alla corretta safety car in una delle neutralizzazioni della serata, ha rimontato sino a portarsi alle spalle e poi passare l’Oreca del Panis Racing per la terza posizione di categoria con la Jota #28 dietro le due infaticabili vetture del WRT, sempre con la #31 di provenienza WEC davanti alla #41 dell’equipaggio ELMS che comprende anche Robert Kubica.

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Davanti invece la Glickenhaus di Olivier Pla è ora nel giro dell’Alpine e i due si scambiano la P3 assoluta nei rispettivi pistop. Le due Toyota proseguono a buon ritmo, ma ancora una volta la #8 a rallentare al termine della 18ma ora, come ad inizio gara, per poi ripartire, presumibilmente dopo un reset elettronico. Unica differenza, in questa occasione non vi è stato alcun intervento esterno, ed inizia ad affiorare una certa preoccupazione al box Toyota.

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AF Corse continua a dominare con le sue Ferrari nelle due categorie GT, ora nelle mani di Côme Ledogar e Nicklas Nielsen. In entrambi i casi il vantaggio sugli inseguitori più prossimi, vale a dire ancora la Corvette #63 e l’Aston Martin #33, ammonta ad oltre 1’.

Purtroppo per il team di Amato Ferrari, una foratura all’anteriore destra della 488 #52 ha praticamente posto la parola fine alle velleità di Bird, Molina e Serra, come dicevamo già fortemente attardati.

Fuori definitivamente dai giochi – ai tre quarti di gara – anche la seconda Porsche privata di Hub Auto, polesitter in GTE-Pro, immobile alla chicane Dunlop, mentre la seconda Corvette, bersagliata dalla sfortuna, rientra ai box per una verifica all’alternatore dopo aver câmbiato il diffusore nella prima parte di gara e sistemato la frizione durante la notte.

Piero Lonardo

La classifica dopo la diciottesima ora di gara

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Alpine torna a podio. Ferrari perde un pezzo tra le Pro ma domina in GTE-Am

La notte a Le Mans può essere foriera di grandi eventi oppure trascorrere tranquilla; ovviamente tutto ció è relativo nelle gare dei 62 concorrenti, ne sanno qualcosa i team e gli equipaggi, non necessariamente di punta, che durante la notte hanno sostenuto problemi che ne hanno compromesso la gara.

Quest’anno in effetti si è assistito ad una serie di uscite di strada forse maggiore rispetto alle scorse edizioni, che non si sono fermate certamente quando il sole è calato e la temperatura si è fatta più fresca, nonostante si tratti di metà agosto.

A farne le spese per prima l’Aurus #25, che sbatte all’inizio della nona ora con Rui Andrade e dice addio alla competizione; a seguire la Ferrari Spirit of Race ferma in pista con Matt Griffin. Nel corso della decima ora dicono addio alla competizione le altre due 488 del JMW, vittima di una foratura e poi definitivamente ko lungo la pista, imitata poco dopo dall’esemplare di Car Guy, a lungo nella top three di categoria, arrestatasi a Tertre Rouge.

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Sempre a Tertre Rouge l’Oreca LM P2 del RealTeam si ritrova senza potenza, forse vittima di un contatto con la vettura del Panis Racing, ma riesce a proseguire, cosi come Jan Magnussen, che dopo un intervento ai box col cambiamento del muso può sopravvivere alla botta procurata dall’Aurus di Roman Rusinov.

A dieci ore dalla bandiera a scacchi sono ancora 49 le vetture in gara, dal cui totale non fanno più parte nemmeno la Porsche del WeatherTech Racing cosí come la superstite del Project 1, entrambe ai box per problemi tecnici terminali. Rallentamenti non meglio noti anche per la Ferrari di Inception Racing che per l’Oreca #22 vincitrice nel 2020 di United Autosports, richiamata ai box.

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Davanti la lotta si è accesa per il terzo posto, con l’Alpine a recuperare la posizione sulla Glickenhaus #708 e poi sull’Oreca LM P2 di Robin Frijns dopo la disavventura di Mathieu Vaxivière. Le due Toyota procedono apparentemente senza problemi, salvo un lungo della #7 che ci ha regalato una parvenza di lotta interna, risolta con il consueto sorpasso “guidato” da parte di Josè Maria Lopez nei confronti di Brendon Hartley.

I giri di vantaggio sui diretti inseguitori sono saliti a quattro – aggiungiamo noi – ricavati in scioltezza. A -5 le migliori LM P2, ancora una volta le due Oreca del WRT, inseguite a loro volta dal Panis Racing.

In GTE-Pro, la Corvette #63, nonostante una penalità di 10″ si era infilata stabilmente fra le due Ferrari, con la #51 sempre al comando, ma proprio allo scadere della quattordicesima ora la vettura di Miguel Molina è stata richiamata per una lunga sosta ai box; ne ha approfittato la Porsche #92, che ora completa il podio provvisorio.

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Continua infine la splendida gara di Alessio Rovera sulla 488 GTE Evo #83, che ora vanta un giro di vantaggio sulla Aston Martin del TF Sport e sull’altra Ferrari di Iron Lynx della stellina FDA, Callum Ilott, mentre ci si avvia ad un altro momento topico della 24 Ore, l’alba.

Piero Lonardo

La classifica dopo la quattordicesima ora di gara

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Alpine perde terreno, ora è Glickenhaus ad inseguire. Cetilar ko

Le due Toyota sembrano procedere senza particolari impedimenti, tanto più che nel corso dell’ottava ora anche l’Alpine ha avuto un ulteriore problema dopo quello iniziale, con Mathieu Vaxivière nella sabbia alla seconda chicane.

La A480-Gibson, che fortunatamente non ha toccato le barriere, deve quindi cedere la terza piazza alla meglio piazzata delle Glickenhaus, la #708 di Pipo Derani, a 2 giri, mentre Josè Maria Lopez e la GR010-Hybrid #7 mantiene un cuscino di oltre 1’30” su Kazuki Nakajima.

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La gara delle LM P2 si sovrappone a quelle delle SCG 007 LMH, e ora vede protagoniste le due Oreca del WRT, che procedono in coppia con Ferdinand Habsburg e Louis Deletraz. Terza forza della categoria Fabio Scherer sulla vettura #22 di United Autosports.

Il team angloamericano è stato protagonista di un episodio con le altre due vetture, che si sono scontrate fra loro alla Dunlop. Ad averne la peggio la #32 di Manuel Maldonado.

Un altro incidente curioso avvenuto per il breve ritorno della pioggia durante la quinta ora di gara, quello che ha coinvolto la Ligier dell’Eurasia di Tom Cloet e l’Oreca del Richard Mille Racing di Sophia Flörsch, che è stata centrata a velocità ridotta ed ha dovuto abbandonare la gara. L’Oreca dell’equipaggio tutto al femminile era stata toccata in precedenza dall’Aurus #26 del G-Drive di Franco Colapinto, che ha perso terreno dai primi.

Infiamma sempre la lotta in GTE-Pro, categoria finalmente ben frequentata dopo i duelli tra orazi e curiazi, due contro due, tra Ferrari e Porsche nelle prime gare stagionali. Le Corvette solo un fattore in questa gara, cosí come lo sono state le altre due Porsche private.

A parità di strategie sono comunque sempre le due Ferrari a condurre con la #51 ora davanti alla #52, anche per colpa di un malinteso con l’altra 488 di Inception Racing, culminato con un contatto ed un testacoda sincronizzato alle Ford. La Corvette #63 dal canto suo, si riporta puntualmente al comando nelle soste delle Rosse.

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Ferrari al top anche iun GTE-Am grazie alla #83 di AF Corse di Alessio Rovera, che vanta 33” di vantaggio sull’altra 488 di Iron Lynx, la #60 della promessa Callum Ilott. Il leader provvisorio Felipe Fraga con l’Aston del TF Sport è stato malcapitato protagonista/spettatore dell’incidente occorso alla Porsche del Project 1 di Egidio Perfetti, nelle barriere della prima chicane, forse per un problema tecnico, freni o gomma.

Oltre alla Porsche #46, anche la Ferrari Cetilar ha dovuto affrontare uno stop inaspettato dopo che le prime fasi di gara l’avevano vista protagonista assoluta. Roberto Lacorte, dopo una prima uscita alla prima chicane, è stato buttato fuori a Tertre Rouge dalla Porsche Hub Auto di Maxime Martin, a sua volta in lotta per la posizione anche con la Corvette di Alexander Sims. La Ferrari azzurra è stata portata ai box sul carro attrezzi e non dovrebbe riprendere la corsa.

Piero Lonardo

La classifica dopo l’ottava ora di gara

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Toyota in controllo. LM P2 ad un giro ad un sesto di gara

Le due Toyota hanno ripreso un passo continuo e a dopo 4 ore conducono a Le Mans distanziate fra loro di circa 10”. Terza forza sempre l’Alpine che, a parità di soste, mantiene ancora lo stesso giro del battistrada.

La vera sorpresa viene dalle LM P2, che continuano ad essere la quarta forza della gara, con un solo giro di distacco dalle prime Hypercar, dato che le due Glickenhaus procedono in P9 e P13, pure con un giro di svantaggio. Dopo 4 ore sono ben 12 le vetture racchiuse in questa tornata.

La categoria ha visto un repentino cambio della guardia nel corso della terza ora di gara, con il leader Jota Sport ferma nella ghiaia alla Chicane Dunlop con Anthony Davidson alla guida, forse per pista scivolosa, dato che pochi minuti prima era stata l’Oreca dell’Association SRT41 a finire nelle vicine protezioni.

Largo quindi a Franco Colapinto e Job van Uitert, al volante delle vetture di G-Drive e Racing Team Nederland, i quali ingaggiano una furiosa battaglia che viene fermata solo dal furioso scroscio che si abbatte sul circuito.

Le carte si rimescolano ancora all’inizio della quarta ora, grazie al violento crash dell’Aston Martin di Marcos Gomes ad Indianapolis, che chiama in causa la Safety Car.

La neutralizzazione per permettere il riassetto delle protezioni perdura per oltre mezz’ora, e allo scadere dei 240’ di gara, è Tom Blomqvist con la seconda Oreca Jota ad ereditare la leadership della categoria, quarto assoluto davanti a Wayne Boyd con la migliore delle entry di United Autosports e alla vettura del Panis Racing, che a sua volta precede i duellanti di poco prima.

In GTE-Pro, le due Ferrari paiono dominare in scioltezza, e l’unico duello da segnalare è stato quello interno fra Alessandro Pier Guidi e Daniel Serra. Il driver cremonese ora conduce su Sam Bird, sostituto ricordiamo dell’infortunato Davide Rigon, con la Corvette di Jordan Taylor quale terza forza.

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Tra le AM, Nicklas Nielsen ha ceduto il volante a Francois Perrodo, che a parità di soste mantiene un decente cuscino di 7” su Ben Keating e l’Aston Martin di TF Sport. A seguire le altre due 488 GTE Evo di  Scott Andrews e Giorgio Sernagiotto per Kessel Racing e Cetilar Racing.

Piero Lonardo

La classifica dopo la quarta ora di gara

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Partenza thriller a Le Mans. Ferrari uno-due in GTE-Pro. Fuoco infiamma tra le Am

Difficile immaginare una sceneggiatura più fantasiosa con cosí pochi (5) protagonisti nella categoria top alla 89ma edizione della 24 Ore di Le Mans. Un’ora circa prima della partenza, nonostante le previsioni meteo favorevoli, una pioggia debole ha iniziato a cadeere sul Circuit de la Sarthe.

Le precipitazioni sono diventate via via più fitte, per smettere ad immediato ridosso della green flag, agitata da John Elkann. Prima come anticipato su queste pagine, parata Alpine alla presenza di Fernando Alonso ed Esteban Ocon, e l’immancabile giro dimostrativo della MissionH24, prototipo a idrogeno.

Ormai peró la frittata era fatta e le vetture sono partite accodandosi alla safety car – moda ormai trsistemente in auge – per 3 giri prima di prendere effettivamente il via in corsa libera. All’allontanarsi di Yannick Dalmas succedeva un po’ di tutto, con la Glickenhaus #708 di Olivier Pla a toccarsi con la Toyota di Sebastien Buemi, mentre l’altra GR010-Hybrid di Mike Conway teneva la prima piazza conquistata con la pole.

Ma i problemi per Buemi non erano terminati perchè il campione in carica WEC rimaneva in panne a Mulsanne, e doveva ripartire in fondo al gruppo. Non bastasse, anche l’Alpine di Nicolas Lapierre si girava ad Indianapolis e perdeva la posizione in favore delle due Glickenhaus, ad inseguire la Toyota di testa.

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Antonio Felix da Costa manteneva la leadership tra le LM P2, mentre la Porsche di Hub Auto, polesitter in GTE-Pro, aveva un contrattempo e cedeva il comando alla Ferrari AF Corse di James Calado. In GTE-Am, un Antonio Fuoco scatenato portava la Ferrari Cetilar al comando.

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Le pista però andava asciugandosi e le prime soste ai box, unite alla rimonta di Buemi, autore fin qui del miglior giro con 3.27.966, insieme a quella di Lapierre e alla penalità assegnata alla Glickenhaus di Pla, ripristinavano uno scenario più simile alle aspettative con le due Toyota davati all’Alpine, tutte nello stesso giro.

Dietro Da Costa, stabile P4 assoluto, si facevano largo Nick de Vries con l’Aurus del G-Drive, Giedo van der Garde del Racing Team Nederland e Will Stevens con la “art car” dalla livrea simil-legno del Panis Racing.

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Dopo un breve interludio Corvette, le due Ferrari hanno preso il dominio della GTE-Pro, con Daniel Serra davanti ad Alessandro Pier Guidi, mentre in testa alla GTE-Am ora c’è Nicklas Nielsen con la 488 AF Corse dopo il cambio pilota tra Julien Andlauer, il quale aveva ripreso il comando acquisito con la pole position, e Dominique Bastien, che oggi diventa recordman per la maggiore età al via.

Piero Lonardo

La classifica dopo la seconda ora di gara

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Corvette più leggere. Alpine, decisione entro l’anno

A Le Mans non ci si stupisce praticamente più di nulla, men che meno della gestione del Balance of Performance. Dopo la modifica (in negativo) riservata alla Ferrari alla vigilia della Hyperpole, è di poco fa infatti la notizia che domani le Corvette potranno correre al peso minimo di 1.269 kg, 7 kg in meno dei previsti 1.276.

E’ nei poteri dell’ACO quello di modificare le equivalenze anche un minuto prima della gara, e le prestazioni difficoltose sul dritto delle C8.R, al primo outing sulla Sarthe, sono risultate evidenti ai presenti, pertanto questa scelta può essere stata la più semplice da adottare senza sconvolgere più di tanto gli equilibri della vettura, ma tant’è che ora gli equilibri tra le GTE andranno a mutare ulteriormente.

Le Corvette inoltre correranno con un litro in meno di carburante, mentre le Ferrari (tutte, anche quelle iscritte in GTE-Am) dovranno fare a meno di 3 litri per stint. Anche qui, decisione abbastanza discutibile visto che il primo BoP aveva innalzato la capacità dei serbatoi di 5 litri rispetto al 2020.

L’atteso annuncio dell’Alpine invece riguardo l’entrata con una vera Hypercar, nonostante la “volata” tirata stamane durante la consueta press conference, da parte del presidente ACO Pierre Fillon, non si è tramutato, come da previsioni aggiungiamo, in nulla di concreto.

L’Alpine – per bocca del presidente del gruppo Renault, Laurent Rossi – sta valutando se e come proseguire il programma Hypercar, ma al momento non sono state ancora prese decisioni definitive al riguardo, decisioni che potranno arrivare entro la fine dell’anno.

Tutto ancora da decidere quindi riguardo la realizzazione di una LMH ovvero di una LMDh per il 2023, cosí come la valutazione se proseguire o meno l’avventura con la A480-Gibson LM P1 anche nel prossimo anno.

“Non abbiamo ancora preso alcuna decisione – avrebbe affermato Rossi – in quanto abbiamo bisogno di verificare meglio tutti gli aspetti in ballo. Ciò per meglio comprendere l’effort economico necessario per continuare a correre in endurance, ma con una possibilità di vittoria, non solo per fare presenza.”

Il messaggio nei confronti dell’ACO, che ha gestito ancora una volta al peggio le equivalenze fra l’Alpine e le Toyota, è di quelli diretti, anche se una vittoria alle 16 di domenica potrebbe cambiare, e di molto, le carte in tavola….

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

Cal2022

WEC – Svelato il calendario 2022: 6 gare con Sebring e Monza con un occhio a Le Mans 2023

Svelato con largo anticipo il calendario del World Endurance Championship 2022. La decima stagione della massima serie mondiale endurance è stata annunciata nell’ambito dell’abituale conferenza stampa dell’ACO, tenutasi pochi minuti fa, anche quest’anno in modalità virtuale a causa delle restrizioni sanitarie vigenti.

La schedule rimarrà contenuta a 6 soli appuntamenti e tornerà a cominciare a Sebring, che sarà anche la sede, come già auspicato nel 2020, dei test collettivi, il cosiddetto Prologo, l’11/12 marzo 2022. L’evento poi si dipanerà ancora insieme alla 12 ore IMSA, nella cosiddetta SuperSebring, con la 1.000 miglia che si terrà venerdí 18 marzo.

La serie tornerà quindi a Spa-Francorchamps sabato 7 maggio, qualche giorno più avanti quindi dell’abituale weekend di gara, per poi proseguire alla 90ma edizione della 24 Ore di Le Mans, che tornerà al consueto posizionamento di metà giugno, l’11-12/06/2022.

A seguire nuovamente, dopo il debutto del 2021, in quel di Monza, che si conferma quale terza data europea di questa schedule forzatamente ridotta, per poi concludersi in Oriente, con la 6 ore del Fuji del 6 settembre e la 8 Ore del Bahrain il 12 novembre.

Il Presidente Pierre Fillon ha sottolineato il committment dell’ACO nei confronti della sostenibilità ambientale, che a partire dal 2022 verrà accelerato con l’adozione di un nuovo carburante totalmente rinnovabile prodotto dal fornitore TotalEnergies.

Ovviamente sono stati ricordati i progressi del progetto MissionH24, che confluirà nell’introduzione della nuova categoria per vetture a idrogeno a partire dall’edizione 2025 della 24 Ore di Le Mans. Già nel 2023 verrà introdotta peró una particolare test session riservata a queste vetture.

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Relativamente invece ai regolamenti vigenti e prossimi futuri, è stato confermato che l’attuale formato riservato alle vetture GT, le GTE, resterà in vigore fino a tutto il 2023, quando verrà sostituito dalle GT3; lo stesso termine peraltro vigente anche per le odierne LM P2, come recentemente assunto in ambito Endurance Committee FIA.

Particolare attenzione ovviamente è stata data all’introduzione delle LMDh nel 2023, anno che coincide con l’edizione del centenario della 24 Ore, che come noto vedrà la presenza di tutti i marchi top del motorsport a concorrere per la vittoria assoluta. Della partita dovrebbe fare parte anche l’Alpine, che dovrebbe confermare tra oggi e domani il proprio committment mediante Oreca.

Per l’occasione verrà anche prodotto un film che ripercorrerà la storia della gara.

La piattaforma comune permetterà come noto la partecipazione – salvo i vincoli già noti di omologazione e Balance of Performance – di Hypercar ed LMDh da entrambi i lati dell’Atlantico. Per garantire la stabilità necessaria ad attirare (e mantenere) i costruttori, l’accordo vigente tra ACO ed IMSA è stato prorogato, come confermato anche dal Presidente IMSA, John Doonan, per altri dieci anni.

Dalla 24 Ore di Le Mans per oggi è tutto, in attesa della green flag sventolata da John Elkann.

Piero Lonardo

Foto: ACO

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WEC – Lapierre dona speranza all’Alpine nelle ultime libere. IDEC/ERA abbandona

Nicolas Lapierre, dopo aver capeggiato le libere 3 prima della Hyperpole di ieri sera, si infila tra le due Toyota nell’ultimo turno di libere. Dietro Kazuki Nakajima, autore di 3.27.994 – ben lontano dal 3.23.900 ottenuto pochi minuti prima del connazionale Kamui Kobayashi – il francese dell’Alpine ha pagato poco meno di 3 decimi dal leader, lasciando a propria volta la seconda GR010-Hybrid a 1”2.

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Questo risultato può essere già l’interpretazione del passo gara delle Hypercar a partire da sabato, con le Glickenhaus ad agire di conserva poco dietro, come si può evincere dalla quarta piazza di Ryan Briscoe. Pochi giri totali per le due SCH 007 LMH, solo 21, che con la #708 si piazzano addirittura al 26mo posto della graduatoria.

La classifica prosegue quindi con Franco Colapinto e la migliore delle LM P2, l’Aurus #26 del G-Drive Racing. Il giovane argentino, vera sorpresa delle serie continentali, ha fissato i cronometri sul 3.31.414, battendo di mezzo secondo Job Van Uitert e l’Oreca del Racing Team Nederland.

Dopo la pole del fratello Dries, momento di gloria anche per Laurens Vanthoor tra le GTE-Pro con la Porsche del WeatherTech Racing ed il tempo di 3.48.246 davanti all’altra 911 di Gianmaria Bruni e alle Corvette. Poche tornate per le due Ferrari di AF Corse, che per una volta vanno a chiudere la graduatoria di classe.

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Ferrari invece al top in GTE-Am con Nicklas Nielsen, autore di 3.51.561 davanti a Ben Barnicoat e all’esemplare di Inception Racing.

Ma la notizia del giorno è data dall’abbandono della seconda Oreca LM P2 di IDEC Sport. L’ultimo crash nelle libere 3 da parte di Dwight Merriman è risultatio fatale per il destino della entry, che ospitava l’equipaggio di ERA Motorsport, protagonista in IMSA e trionfatrice all’ultima Rolex 24.

Il team principal Kyle Tilley, costretto come noto a dare a sua volta anticipatamente forfait per un problema fisica, ha infatti reso pubblica la decisione dagli States con un comunicato che riporta, tra le altre cose, la difficoltà ad adattarsi alle gomme Goodyear al posto delle Michelin utilizzate nella serie statunitense ed al differente kit aerodinamico a basso carico, obbligatorio per tutte le LM P2.

Ricordiamo che nelle libere 1 la vettura era rimasta vittima di un contatto da parte di un altro concorrente ed il team era stato costretto ad una ricostruzione completa su un nuovo chassis, e nel comunicato viene sottolineato che la chicane Dunlop è stata sede, oltre al crash definitivo della #17, anche di altri (nientemeno che Juan Pablo Montoya – ndr).

Infine, si è appreso che Thomas Laurent, ingaggiato per sostituire all’ultimo momento Tilley, non è stata la prima scelta del team, che aveva invece puntato su di un altro pilota, risultato poi positivo ai test COVID.

Insomma, una serie di tegole che ha fatto propendere per un ritiro dalla gara, che fa seguito peraltro ad un’analoga decisione del 2020. L’appuntamento in pista con la 24 Ore di Le Mans è per il warm-up alle ore 11.30 di domani, sabato 21 agosto, prima della green flag sventolata dal boss Ferrari, John Elkann, alle ore 16.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 4

La griglia di partenza della 89ma 24 Ore di Le Mans

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Kobayashi batte quattro a Le Mans. Dominio Porsche in GTE, anche grazie al BoP

Ricordate il discorso di ieri sera sulla riduzione dei tempi sul giro? Ecco, Kamui Kobayashi ha riportato poco fa la sua quarta pole position alla 24 Ore di Le Mans, abbassando ulteriormente nella Hyperpole la prestazione di ieri sera della Toyota #7 di oltre 2”, col tempo di 3.23.900.

La prima fila sabato sarà ovviamente tutta Toyota, con Brendon Hartley a 0”3 dal compagno di squadra, mentre le altre Hypercar, reali o presunte tali, seguiranno in griglia a partire dall’Alpine, che col veterano Nicolas Lapierre non è andato oltre 1”6 di distacco, precedendo a sua volta le due Glickenhaus di Olivier Pla e Romain Dumas, a ben 1”7 e 3” dal leader.

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I presupposti per la gara sono questi, cui si aggiungono la riduzione di potenza assegnata nel BoP all’ex-Rebellion, che come sappiamo sconta anche consumi maggiori. Da segnalare che i meccanici Toyota hanno riparato a tempio di record la GR010-Hybrid #8 dopo il crash di  Kazuki Nakajima nelle libere 2 del pomeriggio alla Indianapolis.

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Tra le LM P2, è stata invece una battaglia senza esclusione di colpi fra Antonio Felix da Costa e Louis Deletraz. Alla fine l’ha spuntata l’alfiere di Jota Sport, autore di 3.27.950, oltre mezzo secondo meglio dell’Oreca del team belga. A seguire Will Stevens con la vettura del Panis Racing ed il neocampione della Formula E Nick de Vries. A chiudere la categoria le due vetture di United Autosports di Nico Jamin e Paul di Resta, alle prese nuovamente con quei grossi problemi di stabilità che ieri hanno impedito, insieme al traffico, al campione WEC uscente, Filipe Albuquerque, di essere della partita stasera.

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Sorpresa in GTE-Pro con la pole di Dries Vanthoor e della Porsche di Hub Auto Racing. Il giovane belga ha fissato i cronometri sul 3.46.882, surclassando le vetture ufficiali. Va detto che già dalla mattinata – ma si è appreso solo poco fa –  è stato modificato il BoP delle Ferrari, riducendone la potenza del turbocompressore.

Cosí è solo P2 e P4 per Daniel Serra e James Calado, col brasiliano distanziato di 2 decimi. Nel mezzo, Nick Tandy con l’unica Corvette qualificata alla sessione; terza fila per le due Porsche di Gianmaria Bruni e Kevin Estre, con quest’ultimo protagonista di una violenta uscita ad Indianapolis che ha fermato la sessione per una ventina di minuti.

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Pole position per Porsche anche in GTE-Am grazie a Julien Andlauer, autore di 3.47.987 davanti alle altre due 911 RSR-19 di Tom Gamble e Matteo Cairoli. Ottima P4 per Antonio Fuoco con la Ferrari del Cetilar Racing, davanti a Ben Barnicoat con l’altra 488 di Inception Racing e alla Aston Martin del TF Sport affidata a Felipe Fraga.

Il programma odierno prosegue con la quarta sessione di prove libere, ritardata per l’occasione. Il turno sarà utile per verirficare le condizioni dell’Oreca #17 di IDEC Sport, che nel pomeriggio ha saggiato pesantemente le barriere della chicane Dunlop, cosí come l’esemplare del DragonSpeed, pure incidentato da Juan Pablo Montoya nello stesso tratto.

La sessione è stata costellata di uscite di strada, tutte senza conseguenze per i piloti, protagonisti tra gli altri Patrick Pilet con l’altro esemplare di IDEC riparato a tempo di record (viene da domandarsi, vista la quantità di crash degli ultimi due anni, quanto sia ampia la colpa dei piloti), poi ancora Marco Sorensen, rimasto senza il mozzo della posteriore destra alla Esse de la Foret, Antonio Garcia, fuori alle curva Porsche, ed altri ancora.

Dopo le ultime libere che termineranno a mezzanotte, domani giornata dedicate alle gare di contorno ed alla consueta conferenza dell’ACO (questa volta in formato videoconferenza) dell ore 11. L’attività in pista della 24 Ore ricomincerà alle 11.30 di sabato 21 agosto con il consueto warm-up, prima dello start della 89ma edizione previsto per le ore 16.00, da seguire anche a casa sui canali Eurosport e sul sito fiawec.com, sempre a pagamento.

P.S.: Un sentito ringraziamento al live timing all’organizzazione, assolutamente non all’altezza dell’evento.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 3

I risultati delle Hyperpole

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Kobayashi prenota la quarta pole a Le Mans. Uno-due provvisorio Ferrari in GTE-Pro

Chi si aspettava una robusta riduzione dei tempi sul giro a Le Mans con le nuove Hypecar è stato solo parzialmente accontentato.

Kamui Kobayashi, già in pole position qui altre tre volte nel recente passato, ha infatti fissato i cronometri nelle qualifiche sul 3.26.279, limando di ben 3” la migliore prestazione ottenuta da Olivier Pla nella Journèe Test di domenica. Lontani dal record segnato in prova proprio dal pilota giapponese nel 2017 con 3.14.791, ma l’obiettivo dichiarato all’inizio dell’avventura Hypercar da parte dei vertici dell’ACO di 3’25” si avvicina a larghe falcate.

Dietro Kobayashi, l’Alpine, ancora una volta con Mathieu Vaxivière, a 8 decimi, poi l’altra GR010-Hybrid di Brendon Hartley a 1”3. Le due Glickenhaus hanno chiuso in P4 ed in P7, ma non essendoci sei vetture nella categoria, la qualificazione per la Hyperpole di domani era scontata.

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Nel mezzo, a completare la terza fila virtuale le LM P2 dei due recenti campioni della Formula E, Antonio Felix da Costa e Nicky de Vries. Si qualificano alla Hyperpole anche le Oreca del WRT (la #41), la #65 del Panis Racing, e due delle tre entry di United Autosports. Ha fallito invece la qualificazione il campione uscente della categoria Filipe Albuquerque. Nessun equipaggio Pro/Am avanza alla fase seguente, mentre Mathieu Lahaye è riuscito a non fare terminare all’ultimo posto della categoria l’Oreca “speciale” dell’Association SRT41.

Da segnalare l’ennesima tegola in casa IDEC, con Paul-Loup Chatin fuori pesantemente a Tertre Rouge.

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Le Ferrari paiono essersi nascoste nei test collettivi per mostrarsi al momento giusto, e Daniel Serra ha bissato la bella prestazione delle libere, conquistando la vetta dei tempi delle GTE-Pro con 3.46.011 davanti al compagno di squadra James Calado.

La migliore delle Porsche, quella di Kevin Estre, segue a 7 decimi, a precedere a propria volta la Corvette #64, e le altre due 911 RSR-19 di Hub Auto e Gianmaria Bruni.

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In GTE-Am infine, Porsche in evidenza con Julien Andlauer, autore di 3.48.620 con la #88 del Dempsey-Proton, davanti a Ben Barker con l’esemplare del GR Racing. Ottima P3 agguantata nel finale per Antonio Fuoco ed il Cetilar Racing, a mezzo secondo dal francese. Si qualificano per la Hyperpole anche l’altra Ferrari di Inception Racing, la Porsche Project1 di Matteo Cairoli e l’Aston Martin del TF Sport di Felipe Fraga.

Ma prima di arrivare alla sessione che definirà una volta per tutte la griglia di partenza di questa 89ma edizione della 24 Ore di Le Mans, in programma domani dalle 21 alle 21.30, ci sono altre due sessioni di libere, la prima delle quali è terminata poco fa ed ha visto primeggiare le due Toyota, con Sebastien Buemi autore di un più modesto 3.29.351 davanti a Mike Conway. P3 per Pipo Derani con la migliore delle Glickenhaus.

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Le due ore sono state piuttosto movimentate, con il polesitter provvisorio delle GTE-Pro, Daniel Serra, vittima di una foratura dopo il ponte Dunlop. La seconda interruzione è stata invece causata dal deb Robbie Foley, fuori a Tertre Rouge con la seconda Porsche del Project1. Poco prima era stato Patrick Kelly a generare la prima Slow Zone, dopo un’uscita di strada con l’Oreca LM P2 del PR1/Mathiasen, una delle due “art-car” del Panis Racing. Alla sessione hanno partecipato tutte e 62 le vetture, compresa l’Oreca IDEC incidentata poco prima nelle qualifiche.

E’ tutto per oggi da Le Mans. Domani terzo turno di libere alle ore 14, quale antipasto della seconda Hyperpole della storia.

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

I risultati delle Libere 2

Foto: Piero Lonardo