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USCC – Sebring, Start: Subito problemi per AXR, dopo 60′ conduce Ganassi

Subito colpi di scena nelle prime fasi della 69ma edizione della 12 Ore di Sebring, seconda tappa del WeatherTech SportsCar Championship.

Protagonisti della prima ora Action Express che con due distinti incidenti hanno messo a rischio le potenzialità di vittoria delle due Cadillac. Già ieri in qualifica la #48 di Jimmie Johnson aveva saggiato i muretti a protezione della curva 17 dell’ex-aerodromo; oggi l’asso della NASCAR si è presto ripetuto procurando la prima interruzione della gara, girandosi sempre nella stessa curva, ancorchè probabilmente aiutato dall’Aston Martin dello Heart of Racing, rischiando di vanificare il duro lavoro dei meccanici del team di Denver, NC, che nella notte avevano messo assieme un frankenstein composto da un nuovo telaio e motore e cambio della DPi V.R incidentata.

Ma già la partenza era stata comunque carica di tensioni, con un contatto non meglio identificato che ha visto coinvolto Loic Duval e la Cadillac del Mustang Sampling/JDC-Miller, mentre davanti Pipo Derani dalla pole teneva a bada Ricky Taylor e soprattutto Renger van der Zande, presto alle spalle del brasiliano.

Nelle altre categorie prototipi i due polesitter, Steven Thomas e Rasmus Lindh, mantenevano la leadership rispettivamente nelle LM P2 ed LM P3, mentre due dei due major contender, Ben Keating ed Oliver Askew, erano costretti a partire d un drive-through per non essersi schierati opportunamente. Questa non era l’unica novità per il Forty7 Motorsports, costretti a sostituire all’ultimo momento il veterano Jim con Steven McAleer.

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Lo split start tra prototipi e GT rendeva ancora più evidenti due scorrettezze da parte di Tommy Milner con la Corvette #4 e di Jan Heylen, polesitter delle GTD con la Porsche del Wright Motorsports, entrambi costretti ad un drive-through.

Antonio Garcia, partito dalla pole in GTLM, resisterà fino al primo giro di pit all’assalto delle due BMW M8, con Jesse Krohn a superare la Corvette proprio in entrata box, mentre il comando della GTD veniva ereditato dalle due Lexus di Jack Hawksworth e Frankie Montecalvo.

Il secondo dramma per Action Express dopo circa 45’, con Derani, superato in precedenza da van der Zande, che veniva schiacciato all’interno della solita curva 17. Incolpevole in questo caso il pilota del team Ganassi, in quanto a sua volta pressato dall’Aston Martin di Ian James (sì sempre quella che aveva contribuito all’incidente di JJ).

La Cadillac #31, dominatrice di libere e qualifiche, era quindi costretta ad una sosta per riparare i danni alla fiancata destra, sospensioni comprese, che costava 4 giri. Così, dopo un breve periodo in cui Johnson si ritrovava al comando a causa delle strategie sfalsate dalla sosta necessaria a sostituire il muso della #48, dopo un’ora di gara van der Zande conduceva con circa 7” e 12” di vantaggio sulle due Acura di Ricky Taylor ed Olivier Pla e 14” sulla Mazda di Oliver Jarvis.

Steven Thomas sempre leader in LM P2 ma con alle spalle l’arrembante Ben Keating a soli 2”, mentre Antonio Garcia mantiene un piccolo vantaggio sulle due BMW, con la #25 ora davanti alla #24.

Battaglia ravvicinata anche fra i due major contender LM P3, Lindh ed Askew, top two dopo 60’, mentre le due Lexus diversificando le strategie, hanno lasciato spazio alla BMW M6 del Turner Motorsport, che però presto si ritroverà costretta a rientrare nei garage per problemi elettrici.

Piero Lonardo

I risultati dopo la prima ora di gara

Foto: IMSA

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USCC – Action Express, pole a Sebring con Derani ma finale col botto per JJ

Action Express prosegue il proprio dominio sulle prove della 12 ore di Sebring aggiudicandosi anche la pole position con Pipo Derani, autore di 1.45.354 al termine del duello con l’Acura di Ricky Taylor, che lo affiancherà in prima fila, distanziato alla fine di un decimo.

Terzo protagonista delle qualifiche Renger van der Zande con la Cadillac del Team Ganassi, a mezzo secondo, davanti ad Oliver Jarvis con la Mazda all’ultima partecipazione nella classica della Florida.

Purtroppo però non tutto è andato a buon fine per il team di Denver, NC, con Jimmie Johnson, stabile ultimo nella lista dei tempi dietro ai due transalpini Olivier Pla ed Loic Duval rispettivamente con l’Acura dell’MSR e la Cadillac del Mustang Sampling/JDC, che a sessione ormai conclusa ha impattato violentemente le barriere a protezione dell’ultima curva con la sua DPi V.R.

Il contatto peraltro è avvenuto dopo un testacoda alla curva precedente, per cui è probabile una defaillance tecnica o una foratura il cui risultato costringerà i tecnici della #48 ad un discreto lavoro di riparazione in serata prima di poter affrontare domani il warm-up della primissima mattinata di domani.

WIN

Sorpresa tra le LM P2 con Steven Thomas e la vettura del WIN Autosport davanti al plotoncino delle Oreca col tempo di 1.51.025, oltre un decimo meglio di Ben Keating ed il PR1 Mathiasen. Qualche problema nella sessione, riservata ricordiamo ai piloti bronze ranked, sia per Dwight Merriman con la macchina dell’ERA Motorsport che soprattutto per John Farano con la macchina del Tower Motorsport, autore di tre soli giri cronometrati.

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Poco prima tra le LM P3 invece è stata lotta al coltello fra Oliver Askew e Rasmus Lindh. Alla fine l’ha spuntata quest’ultimo, che ha preceduto di soli 65 millesimi l’ex-campione Indy Lights con la Ligier del Performance Tech ed il tempo di 1.56.001.

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Sessione comune invece tra GTLM e GTD per i piloti pro a caccia dei punti validi per la classifica. Come da copione sarà prima fila Corvette, grazie ad Antonio Garcia, alla sua ottava pole position nella serie, il quale ha preceduto il compagno di squadra Tommy Milner di appena 34 millesimi col tempo di 1.54.910.

Seconda fila per le BMW, non particolarmente distanti dalle C8.R, e fanalino di coda Cooper MacNeil con la Porsche del WeatherTech Racing, a 1”2 dalla pole.

Non c’è stata storia invece per Jack Hawksworth, che ha subito portato la sua Lexus in cima alla lista dei tempi, ritoccando poi nel finale con 1.259.247, lasciando alle spalle di quasi quattro decimi l’ex-campione GTLM Laurens Vanthoor con la Porsche dello Pfaff Motorsports.

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P3 per Franck Perera con la Lamborghini del GRT Grasser, che domani partirà in pole position grazie alla prestazione del bronze driver Tim Zimmermann, che nel turno di apertura di qualifiche ha issato in alto l’Huracàn #19, raro pezzo di Italia nel paddock di Sebring, col tempo di 2.00.010, precedendo sul filo di lana Jan Heylen con la Porsche del Wright Motorsports.

UPDATE: La Porsche #16 è stata promossa in pole position tra le GTD a seguito di un’infrazione tecnica riscontrata sulla Lamborghini del GRT Grasser. Sulla Huracàn è stato infatti trovato un dispositivo wifi hotspot, non ammesso dal regolamento IMSA. Al momento non si conosce se la penalizzazione verrà o meno estesa anche a livello di punteggio.

La partenza della 69ma edizione della 12 ore di Sebring sabato alle 10.00 AM locali, vale a dire alle 15 italiane. Diretta streaming su https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche DPi/LM P2

I risultati delle Qualifiche LM P3

I risultati delle Qualifiche GTLM/GTD

I risultati delle Qualifiche GTD 

Foto: IMSA

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USCC – Derani mantiene al top AXR in notturna a Sebring

Ancora Action Express sugli scudi nella notte nel corso della terza ed ultima sessione di prove libere della 12 ore di Sebring.

Questa volta è stato Pipo Derani ad ottenere il miglior tempo nei 90’ minuti a disposizione sotto la luce dei riflettori portando la Cadillac #31 sull’1.46.898. A seguire l’altra DPi V.R del Team Ganassi di Renger van der Zande e Ricky Taylor con la Acura del WTR con distacchi nell’ordine del mezzo secondo.

La top five è completata da Kamui Kobayashi, che dopo i problemi all’acceleratore accusati nel pomeriggio di ieri ha potuto girare con continuità, e Sebastien Bourdais, sulle altre due Cadillac di Ally/Action Express e Mustang Sampling/JDC.

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Non cambiano nemmeno i leader nelle altre due categorie prototipi, con PR1 Mathiasen e Mikkel Jensen in LM P2 e Riley Motorsports e Jeroen Bleekemolen in LM P3.

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Sorpresa Porsche invece in GTLM grazie a Mathieu Jaminet, autore di 1.56.563 con la 911 RSR-19 del WeatherTech Racing, mezzo secondo meglio di Antonio Garcia con la migliore delle Corvette.

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911 sugli scudi anche in GTD grazie a Laurens Vanthoor e alla vettura di Pfaff Motorsports, al top con 2.01.241 davanti alla Lexus di Aaron Telitz. Piccola disavventura invece per l’altra RC F GT3 del Vasser Sullivan, protagonista con Frankie Montecalvo dell’unica interruzione nella sessione a causa della perdita della ruota posteriore destra e relativa uscita di strada.

Tutto pronto quindi per le qualifiche, in programma alle 16.15 italiane, da seguire in diretta streaming su https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 3

Foto: IMSA, Action Express Racing, WeatherTech Racing, Pfaff Motorsports

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USCC – Cadillac in evidenza nelle prime libere di Sebring

Le Cadillac si sono messe subito in evidenza a Sebring in occasione delle prime prove libere della 69ma 12 Ore, secondo atto stagionale del WeatherTech SportsCar Championship.

In entrambe le sessioni fin qui disputate sul circuito della Florida sono state infatti le DPi V.R a dettare il passo, soprattutto co Felipe Nasr, autore del best lap sia al mattino con 1.46.212 che nel torrido pomeriggio, dove però non è andato oltre l’1.47.323 con la vettura dell’Action Express.

Dietro la vincitrice dell’edizione 2019 sempre un’altra Cadillac, con Renger van der Zande e la vettura del Team Ganassi in mattinata e Loic Duval a dare il cambio all’olandese nella seconda sessione con la macchina del JDC-Mustang Sampling.

A Dane Cameron ed Oliver Jarvis il titolo di “best of the rest”, il primo con la Acura del’MSR ed il britannico con la Mazda, all’ultima apparizione sui bump dell’ex-aerodromo. Del campione 2019 peraltro l’unica breve interruzione della giornata fino a questo momento, nelle fasi iniziali della prima tornata.

PR1b

Anche tra le LM P2 c’è stato un dominatore del day 1, nella persona di Mikkel Jensen, che con l’Oreca del PR1 Mathiasen al mattino ha fissato i cronometri sull’1.49.920.

Da segnalare che la categoria si è arricchita di una sesta entry, sempre ovviamnte Oreca, per il WIN Autosport con Steven Thomas, Tristan Nunez e Thomas Merrill, che porta a 37 le vetture iscritte. United Autosports dal canto suo ha reso noto, per mezzo del comproprietario Richard Dean, la volontà di proseguire l’effort nella categoria anche nelle rimanenti prove della Michelin Endurance Cup.

Riley

Stessi colori del leader delle LM P2 per i migliori tra le LM P3 del Riley Motosports, con Jeroen Bleekemolen autore di 1.56.917 con la Ligier #91. Sulla seconda entry del team ci sarà nuovamente l’ex-IndyCar Spencer Pigot a fianco di Gar Robinson e Scott Andrews al posto di Felipe Fraga. Il pilota brasiliano sarebbe stato fermato per una presunta positività al COVID poi però non riscontrata in loco.

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Novità nei colori delle due Corvette, che per festeggiare degnamente il 25mo anniversario della sponsorizzazione Mobil, che peraltro titola anche da anni l’intero evento, ha presentato entrambe le C8.R  con una livrea su base argento.

Il campione in carica Jordan Taylor ha poi ulteriormente valorizzato l’evento con il miglior tempo al mattino di 1.56.715, precedendo nella lista dei tempi complessiva delle GTLM l’unica Porsche in gara del WeatherTech Racing di Mathieu Jaminet e Matt Campbell. A quest’ultimo la leadership nel secondo turno.

Turner

Il miglior tempo tra le GTD è stato infine appannaggio del veteranissimo Bill Auberlen, tre volte vincitore di classe a Sebring, e della BMW M6 GT3 del Turner Motorsport col tempo di 2.00.456, due decimi meglio della Lexus di Jack Hawksworth e mezzo secondo in meno della Lamborghini del GRT Grasser di Franck Perera. Il francese del GRT Grasser avrà come compagno, oltre a Tim Zimmermann, Stephen Simpson anziché Misha Goikhberg, appiedato da una non meglio specificata indisposizione fisica.

Sempre nella categoria, che si appresta domani a disputare le prime qualifiche doppie per punteggio e posizione in griglia secondo il nuovo regolamento IMSA, da segnalare la presenza di Bia Figueiredo, conosciuta anche come Ana Beatriz, sulla seconda Porsche dell’EBM Hardpoint quale terza guida della line-up tutta al femminile che comprende le “regular” Christina Nielsen e Katharine Legge.

Nella nottata italiana il terzo turno di libere alle 7.30 PM locali, mentre domani le qualifiche inizieranno alle 11.15 AM. Ricordiamo che per la prima volta dal 2001 non vedremo una Ferrari in gara. Diretta streaming, come per la gara, su https://www.imsa.com/tvlive/

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

Foto: IMSA

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USCC – Rolex 24: Il WTR fa tre di fila ! Dominio Corvette in GTLM. A ERA, Riley e Winward le altre categorie

Sembra imbattibile il Wayne Taylor Racing a Daytona. Il team di Brownsburg mette a segno la terza vittoria di fila, la quarta in cinque anni, mettendoci in mezzo anche il passaggio ad una nuova vettura e un reshuffle dell’equipaggio.

Un paio dei protagonisti di questo successo in realtà non sono nuovi al podio del classico season opener del motorsport su pista: Ricky Taylor infatti ha già ricevuto il cronografo nel 2017, Filipe Albuquerque l’anno successivo, mentre per entrambi gli assi dell’IndyCar chiamati a rinforzare la line-up, Alexander Rossi ed Helio Castroneves, si tratta invece del primo successo al quarto tentativo.

Filipe

Dietro alla Acura #10 si piazza la migliore delle Cadillac, la #48 dell’Action Express. Un programma realizzato su misura per lo start della “seconda vita“ di Jimmie Johnson dopo l’abbandono alla NASCAR, che ha vissuto forse più della concretezza di Simon Pagenaud e Mike Rockenfeller, ma soprattutto della splendida irruenza di Kamui Kobayashi, che fallisce il “threepeat” per appena 4”7.

A podio, per chiudere il trittico dei costruttori impegnati nella classe top, anche l’unica Mazda iscritta per i “soliti” Oliver Jarvis, Harry Tincknell e Jonathan Bomarito, capace di rimontare tre giri di distacco ,sì a furia di caution (se ne conteranno 12 alla fine), ma anche a fronte di una gara senza sbavature, a riprova che proprio nell’anno caratterizzato da un impegno ridotto del costruttore nipponico, questa DPi ha raggiunto la maturità agonistica necessaria per terminare nel migliore dei modi anche le gare più faticose.

Chiudono il pokerissimo di testa l’altra Acura del Meyer Shank Racing e la Cadillac del Team Ganassi. L’assalto di Renger van der Zande al leader è stato vanificato da due foratura, di cui la seconda nel finale di gara, sempre alla posteriore destra a 6’ dalla bandiera a scacchi. Aldilà del risultato, da considerare comunque positivo per un effort creato praticamente dal nulla dopo l’acquisto della DPi V.R ex-Juncos gravemente incidentata a Mosport 2019, pesano i due errori di Kevin Magnussen che sono costati altrettante penalità, e che hanno messo in ombra l’ottimo lavoro del veterano Scott Dixon e dell’olandese scaricato forse un po’ troppo frettolosamente dal WTR.

Delle altre due “Caddie” protagoniste della prima metà di gara, quella dell’Action Express ha scontato un problema tecnico al cambio, mentre quella del JDC-Mustang Sampling è rimasta incolpevole vittima di un incidente di gara.

ERA

Finale al cardiopalma anche tra le LM P2, con le due contender rimaste in lizza, ERA Motorsport e Tower Motorsport, a scambiarsi ripetutamente le posizioni nelle ultime fasi di gara. Risulterà determinante il drive-through assegnato a Mathieu Vaxivière per il jump start a due ore dal termine.

Le strategie differenti portavano infatti al comando alternativamente le due Oreca, ma alla fine, complice il necessario splash a pochi minuti dalla bandiera a scacchi, era la vettura con la livrea disegnata da un bambino di 6 anni di Ryan Dalziel, Paul-Loup Chatin, Dwight Merriman e Stephen Tilley a tagliare il traguardo per prima con 19” secondi di vantaggio. P3 per l’entry #82 del DragonSpeed, cui sfugge il tris nella categoria, davanti all’unica Ligier iscritta dal RWR Eurasia.

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Menzione obbligatoria per la Dallara Cetilar di Andrea Belicchi, Giorgio Sernagiotto, Roberto Lacorte ed Antonio Fuoco, bloccata per oltre due ore ai box da un problema al cambio allorquando stava lottando con profitto per la testa della categoria ma terminata orgogliosamente al traguardo.

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Le Corvette dopo un digiuno durato ben quattro anni tornano finalmente ad a vincere in GTLM e lo fanno con una doppietta. Le C8.R hanno mostrato un passo gara insostenibile per la concorrenza: la dimostrazione nella velocità nel rimontare il drive-through comminato dalla direzione gara alla #3 per jump start, recuperato in meno di un’ora.

L’uno-due delle GT del Kentucky vede la #3 dei campioni in carica Jordan Taylor e d Antonio Garcia, coadiuvati da Nicky Catsburg, precedere di 3”5 la vettura gemella di Nick Tandy, Tommy Milner ed Alexander Sims.

Niente da fare per la Ferrari del Risi Competizione, col team di Houston al comando nelle ultime fasi in attesa di una caution che però non è arrivata. Alla fine è solo P4 per Alessandro Pier Guidi, James Calado, Davide Rigon e Jules Gounon dietro la BMW #24.

Peccato poi non aver potuto vedere lottare per il successo l’unica Porsche in gara, spazzata via dall’altra BMW ancora prima dello start, ma capace di rimontare la bellezza di quattro giri, che in una classe così tirata sono un’eternità.

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La GTD, vale a dire il presente e il futuro delle competizioni GT, ha visto trionfare la Mercedes del Winward Racing di Maro Engel, Indy Dontje, Philip Ellis e Russel Ward sull’altra AMG GT3 del Sun Energy 1 di Raffaele Marciello, Kenny Habul, Mikael Grenier e Luca Stolz.

Su questo risultato però gravano come un macigno le scorrettezze dell’equipaggio vincitore nei confronti della Ferrari #21 di AF Corse, liquidata in malo modo allo scadere del penultimo ottavo di gara. Metodi simili li abbiamo visti peraltro nelle fasi finali da parte dei secondi classificati anche nei confronti della Lamborghini del Paul Miller Racing, che termina al terzo posto.

Da questa battaglia sono uscite con le ossa rotte alcune delle favorite della vigilia, tra cui le Lexus del Vasser Sullivan e le Lamborghini del GRT Grasser, tutte vittime di problemi tecnici, mentre le Porsche più accreditate hanno commesso svariati errori. Il quarto posto finale dei vicecampioni di categoria del Wright Motorsports può essere considerato quindi un buon risultato alla luce di quanto sopra.

Riley

Difficile da valutare infine il debutto delle LM P3 nel WeatherTech SportsCar Championship. Le prestazioni, al di sotto delle migliori GT, dovrebbero innanzi tutto fare ripensare all’IMSA sul loro corretto posizionamento, cui si deve aggiungere l’inesperienza di tanti driver ingaggiati all’ultimo momento.

Alla fine se la sono giocata due degli equipaggi più completi, con la vittoria della Ligier del Riley Motorsports di Scott Andrews, Spencer Pigot, Oliver Askew e Gar Robinson sulla vettura gemella del Sean Creech Autosport di Wayne Boyd, Joao Barbosa, Lance Willsey e Yann Claray.

Il contatto fratricida al via, più qualche altro incidente di percorso, ci hanno privato del confronto con le Duqueine, portate in Florida dal Muehlner Motorsports, con la #6 dello specialista Laurents Horr comunque sul gradino basso del podio, ancorchè distanziatissima.

E’ tutto da Daytona. L’appuntamento con la massima serie endurance americana è per il 20 marzo prossimo con la 12 Ore di Sebring.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 59ma Rolex 24 at Daytona

Foto: IMSA, Michelin, WTR, Cetilar Racing

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Rolex 24: A -3 ore, WTR in controllo. La Ferrari AF Corse “fatta fuori” da una Mercedes in GTD

Il clima si sta facendo caldo a Daytona, e non solo per la temperatura decisamente estiva. La battaglia per la leadership assoluta infatti non accenna a calare di tensione nelle fasi decisive di questa Rolex 24 e, nonostante un paio di protagonisti hanno dovuto calare le loro aspettative, le cinque DPi del gruppo di testa proseguono a pieni giri e distacchi relativamente ravvicinati.

Cinque perché anche la Mazda è riuscita a recuperare lo svantaggio accumulato nei primissimi giri e porsi nel giro dei battistrada, che è condotto ancora una volta dalla Acura del WTR, ancora al top prima con Alexander Rossi e poi con Filipe Albuquerque. Purtroppo per il team Ganassi, Kevin Magnussen ne ha combinata un’altra, facendo pattinare le ruote in pitlane, e la sacrosanta penalità contestata al danese un attimo dopo il sorpasso per la leadership sul vincitore della indy 500 2016 costa una nuova rimonta per la Cadillac #01.

A tre ore dalla bandiera a scacchi è quindi la #48 di Simon Pagenaud a rincorrere il campione WEC ed ELMS delle LM P2 con circa 13” di svantaggio. Allo scadere della 18ma ora Dixon riesce a riportarsi in terza posizione sull’altra Acura di AJ Allmendinger. La Cadillac #31 frattanto è rientrata in pista dopo il problema al cambio con 23 giri di ritardo.

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Nuovo cambio della guardia in LM P2 grazie a Ryan Dalziel, che riporta in testa l’Oreca dell’ERA Motorsport sulla entry del Tower Motorsport al termine della diciassettesima ora. Frattanto la terza forza della categoria, la vettura #82 del DragonSpeed, pere ulteriormente contatto dai due battistrada a causa di una sosta ai box per risolvere un problema di surriscaldamento.

Vettes

Sempre in mano alle due Corvette la GTLM, con la #3 di Nicky Catsburg a prendere il comando sull’altra C8.R. A seguire, il trenino perde un pezzo e passa a quattro carrozze, con la BMW #25 ora a 2 giri dai battistrada.

Anche la gara delle LM P3 di testa sembra ormai una gara di attesa con la Ligier del Riley Motorsports a condurre in scioltezza mantenendo i tre giri di vantaggio accumulati sulla vettura del Sean Creech Autosport.

Il colpo di scena che caratterizza questa porzione di gara investe infine la GTD, dove la lotta al coltello tra la Ferrari AF Corse e la Mercedes del Winward Racing assume toni da vicenda giudiziaria. Poco dopo il pit infatti, Matteo Cressoni, appena subentrato a Nicklas Nielsen, esce meglio di Peter Ellis dal “trioval”, ma la Mercedes non vuole dare strada e mantiene la corda, sbattendo fuori la 488 del pilota mantovano, che aveva già più di mezza macchina davanti, e che termina nelle gomme a protezione di curva 1.

Inspiegabilmente, ancora una volta la direzione gara non assegna alcuna penalità alla Mercedes #75, che prosegue indisturbata al comando della categoria, mentre la Ferrari AF Corse è costretta a riparazioni di fortuna e alla sostituzione della gomma posteriore destra, bucatasi nel contatto.

Si riforma quindi l’accoppiata Mercedes, con la Porsche del Wright Motorsport e la Lamborghini del Paul Miller Racing ad inseguire. Ritirata invece la Porsche del Team TGM, mentre l’esemplare dello Pfaff Motorsport esce anch’esso dai giochi dopo una lunga sosta per riparare quanto rovinato nel fuori pista che ha causato la decima caution della gara, nel corso della 19ma ora.

Piero Lonardo

La classifica alla ventunesima ora di gara

Foto: IMSA, Michelin

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USCC – Rolex 24: Testa a testa WTR/Ganassi. AF Corse incanta in GTD a 6 ore dalla fine

La prima mattinata della Rolex 24 at Daytona vede tre ore di corsa quasi totalmente libera; l’unica Full Course Yellow, la numero 9, all’inizio della 17ma ora per l’ennesima uscita di strada dell’Oreca LM P2 del PR1 Mathiasen, ricompatta però nuovamente i major contender. Sono infatti ben quattro su cinque le classi ancora più che incerte a tre quarti di gara.

Davanti Helio Castroneves e la Acura del WTR approfittano della sosta in regime di neutralizzazione per portarsi davanti alla Cadillac del Team Ganassi. Il brasiliano prima ed Alexander Rossi poi riescono a creare e mantenere un cuscino di sicurezza di circa 6” sulla DPI V.R #01.

Sempre nello stesso giro dopo 18 ore Felipe Nasr, che riesce a completare il sorpasso che vale il podio sull’Acura dell’MSR, in P4 davanti alla Cadillac #48 ora nelle mani di Simon Pagenaud. La Mazda nel frattempo ha recuperato anche il secondo dei tre giri di distacco sostenuti ad inizio gara e potrebbe presto aggregarsi al trenino delle vetture a pieni giri; trenino che però, poco dopo lo scadere delle -6 ore al termine, perde proprio la Cadillac #31, vittima di un problema al cambio e costretta ad una apparente lunga sosta.

Tra le LM P2, la lotta è ancora lotta a due fra Tower Motorsport ed ERA Motorsport, con Mathieu Vaxivière e Gabriel Aubry capaci di gestire un vantaggio minimo sugli avversari. Staccata di un giro l’altra Oreca del DragonSpeed nonostante le prodezze di Christopher Mies, al debutto fra i prototipi, ed i giovani leoni Devlin De Francesco e Fabien Schiller.

Da segnalare infine il ritorno in pista della Dallara del Cetilar Racing dopo oltre due ore di sosta per riparare il cambio, ma mettendo da parte per un momento la sfortuna, è comunque importante terminare la prima sortita nella serie IMSA della compagine tricolore.

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In GTLM le Corvette sono tornate a menare le danze: L’impressione è che le C8.R, che devono “vendicare” il debutto non proprio esaltante dello scorso anno, siano assolutamente in controllo sul resto della concorrenza, anche se i driver della Rossa del Risi Competizione non si stanno assolutamente risparmiando e le BMW sono lontane parenti di quelle viste durante la Roar, nonostante i 20 kg extra assegnati dal BoP.

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Avvincente invece la battaglia in GTD che vede protagoniste le due Mercedes di Winward Racing e Sun Energy 1 e la Ferrari di AF Corse. Farà discutere il contatto, non sanzionato dalla direzione gara, da parte di Maro Engel sulla 488 GT3 di Daniel Serra. Il pilota brasiliano comunque si riprenderà la testa della categoria sul factory driver della stella a tre punte, mentre l’altra AMG GT3 scivolerà in P6 a causa di un lungo di Kenny Habul, il quale viene superato anche dalla Lamborghini del Paul Miller Racing e dalle due Porsche di Wright Motorsports e Pfaff Motorsports.

Immutata infine la leadership della Ligier del Riley Motorsports grazie soprattutto all’effort dei due driver ex-indyCar, Oliver Askew e Spencer Pigot.

Piero Lonardo

La classifica alla diciottesima ora di gara

Foto: IMSA, Ferrari Races, Corvette

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USCC – Rolex 24: Ganassi torna al comando all’alba. BMW all’assalto in GTLM. Cetilar, peccato

Le ultime fasi nella notte della Costa Est vanno ad esaurirsi in quel di Daytona. Davanti, l’Acura del WTR è inseguita da presso da una muta di Cadillac guidata dalle due Action Express di Mike Rockenfeller e Chase Elliott e dalla #01 del Team Ganassi.

Purtroppo per quest’ultima, una disattenzione del deb Kevin Magnussen al pit costa uno Stop+20” per velocità eccessiva, ma il giro di ritardo viene prontamente recuperato grazie alla Full Course Yellow numero 7, generata da un contatto fra l’Oreca LM P2 di Nicolas Lapierre e la Ligier LM P3 del Perrformance Tech di Ayrton Ori. In tanti approfittano della sosta per i piccoli lavori di metà gara, in primis la sostituzione dei freni, come lo stesso WTR, imitato tra gli altri anche dalla Ferrari di Alessandro Pier Guidi.

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La leadership passa quindi all’ex-Audi, che ha il suo daffare a contenere Felipe Nasr, subentrato sulla vettura gemella, che passa al comando per poi lasciare il sedile a Mike Conway. A dirimere la questione ci pensa l’ennesima neutralizzazione, generata dai detriti trascinati in pista dalla Porsche di Kevin Estre, che livella nuovamente i distacchi e permette a Renger van der Zande, ora al volante della DPi V.R #01, di riconquistare il comando mentre l’alba va a fare capolino sullo Spedway.

Kobayashi, subentrato a “Rocky”, poco dopo la scadenza della 15ma ora cercherà di riprendersi la posizione senza successo, anzi terminando lungo in T1, lasciando spazio alle due Acura.

Cocente delusione per i nostri colori a seguito dei problemi al cambio della Dallara Cetilar, a lungo al comando delle LM P2. La lunghissima sosta, ancora in corso, vede il team impegnato a ritornare in pista nonostante il distacco ormai incolmabile.

La categoria torna quindi a parlare francese con Gabriel Aubry e Paul-Loup Chatin e le Oreca di Tower Motorsport, unica a pieni giri, e ERA Motorsport. Nel mezzo, Devlin de Francesco con la #91 del DragonSpeed. L’altra Oreca del WIN Autosport è ora lontana per colpa di un contatto con l’Audi del’NTE Sport.

Cambio della guardia in GTLM, con la BMW #25 ad approfittare delle diverse strategie e prendere cosi il comando sulle due Corvette, che inseguono da presso. Sempre P4 per la Ferrari Risi, ora con James Calado.

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Spencer Pigot ed il Riley Motorsport sono gli unici che possono perdere nella gara delle LM P3. La Ligier #74 conduce infatti indisturbata con 5 giri di vantaggio sulle vetture di Sean Creech Motorsport e Muehlner Motorsports, quest’ultima attardata da una penalizzazione di Stop+60” per lavori non consentiti ai box.

In GTD infine, sono ancora le Mercedes al top con Philip Ellis e Raffaele Marciello, anche se le diverse strategie portano in alternanza al comando la Ferrari di AF Corse. La categoria ha perso definitivamente entrambe le Lamborghini del GRT Grasser, dominatrici delle ultime edizioni, afflitte da problemi meccanici di varia natura.

Piero Lonardo

La classifica alla quindicesima ora di gara

Foto: IMSA

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USCC – Rolex 24: Il WTR scopre le carte. Cetilar leader LM P2 a metà gara

La tarda serata della Florida porta presto un paio di colpi di scena, ed entrambi vedono protagonista uno dei top contender, la Cadillac del JDC/Mustang Sampling. Al termine della sesta ora di gara, Loic Duval viene “pescato” in fase di sorpasso prima dello start, susseguente una Full Course Yellow chiamata dalla direzione gara per la Lamborghini #19 del GRT Grasser ferma lungo il circuito.

Non fosse bastato, Tristan Vautier, subentrato al vincitore di Le Mans 2013, all’inizio della decima ora di gara veniva a trovarsi in contatto con la Porsche del Wright Motorsports, a sua volta coinvolta in un altro contatto. Ne seguiva una sosta pressochè eterna che pone la Cadillac #5 fuori dalla lotta per la vittoria, mentre la Porsche azzurra se la cava con un giro di ritardo. Ulteriore ritardo anche per la Mazda, costretta al cambio della parte posteriore che costa tre giri dai primi.

Davanti la lotta è fra la Cadillac #48 dell’Action Express, risalita grazie ad un Kamui Kobayashi alla ricerca di un clamoroso “threepeat”, e quella del Team Ganassi, sospinta da un apporto corale dell’equipaggio composto da Scott Dixon, Renger van der Zande e Kevin Magnussen. A sconvolgere i piani delle DPi V.R ci pensa però Frankie Montecalvo, che all’inizio dell’undicesima ora si ferma con la sua Lexus, già attardata in quanto gravata da problemi tecnici nelle prime fasi di gara, al Bus Stop.

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Al termine dell’inevitabile Full Course Yellow, la sesta finora, è Filipe Albuquerque a transitare davanti a tutti con l’Acura del WTR. Il portoghese alla metà gara mantiene un cuscino di sicurezza su Mike Rockenfeller e Magnussen. Non lontane anche la Cadillac #31, ora con Chase Elliott al volante e l’altra ARX-05 dell’MSR.

Tra le LM P2, dopo una serie di duelli tra le Oreca di WIN Autosport e Tower Motosport, è la Dallara Cetilar ad emergere. La crew tutta italiana composta da Giorgio Sernagiotto, Roberto Lacorte, Andrea Belicchi ed Antonio Fuoco è stata capace di rimontare la penalità inflitta dopo tre ore di gara per una infrazione al pit e ora conduce con quasi mezzo secondo di vantaggio su Mathieu Vaxivière, ora al volante dell’Oreca #8.

Da segnalare l’ennesimo lungo stop per l’Oreca favoritissima del PR1 Mathiasen, che prosegue staccatissima a 24 giri.

In GTLM continua il dominio delle due Corvette, con la #4 sempre davanti alla #3 e la Ferrari Risi a sandwich tra le due BMW. Tutte e cinque le vetture sono ancora nello stesso giro, mentre la Porsche vittima del clamoroso crash al via segue a 12 giri di ritardo.

Cambio della guardia invece in LM P3, con la Ligier del Riley Motorsports a riprendersi la leadership sulla Duqueine del Muehlner Motorsports, ora totalmente in contention dopo il contatto fratricida al via, ancorchè distanziata di tre tornate. Terza forza la Ligier del Sean Creech Motorsports a quattro giri, ritardata anche da una penalità per lavori non autorizzati in pitlane.

Ferr21

In GTD infine, un nuovo effort da parte di Matteo Cressoni e Daniel Serra ha rimesso al comando per lungo tempo la Ferrari AF Corse. Alla metà gara però è la Mercedes del SunEnergy1 a precedere la Rossa #21 con circa 25” di vantaggio. A seguire l’altra AMG GT3 del Winward Racing.

Piero Lonardo

La classifica alla dodicesima ora di gara

Foto: IMSA, Cetilar Racing, Ferrari Races

Ganassi

USCC – Rolex 24: Ad un quarto di gara, sono gli assi IndyCar a menare le danze

La notte è calata prepotentemente sullo speedway di Daytona, teatro della Rolex 24, e come da tradizione, è la volta degli assi dell’IndyCar di prendere il volante.

Il secondo ottavo di gara, che è stato caratterizzato dall’assenza di neutralizzazioni dopo le tante interruzioni dei primi 180’, ha visto lottare per la testa della gara Sebastien Bourdais e Scott Dixon al volante delle due Cadillac di JDC/Mustang Sampling e team Ganassi.

In un paio di occasioni i due si sono scambiati la leadership, complice anche un ciclo di pit-stop leggermente a vantaggio della DPi V.R #01, ma al quarto di gara è il quattro volte campione ChampCar a menare le danze con oltre 10” di vantaggio sul campione in carica della più importante serie di monoposto USA.

La terza forza è rappresentata dal WTR, con un altro campione al volante, Helio Castroneves, che a sua volta precede la Cadillac dell’Action Express #48, riportata a ridosso dei primi da Simon Pagenaud e Mike Rockenfeller, ultima vettura a pieni giri. Mike Coway e Pipo Derani infine, hanno avuto il loro daffare a riportare in P5 la #31, mattatrice delle prime fasi di gara, dopo il disastroso stint di Chase Elliott.

Qualche problema infine anche per l’Acura dell’MSR, protagonista di un contatto con la BMW M8 di Philipp Eng, non sanzionato dalla direzione gara, che chiude le liste delle sette protagoniste della categoria top, alle spalle della Mazda.

ERA_N

Tra le LM P2, dopo lo splendido turno di guida da parte di Paul-Loup Chatin, è toccato alla vettura #11 del WIN Autosport ereditare la leadership di categoria. La vettura del PR1 Mathiasen, che con Nicolas Lapierre si era riportata anche temporaneamente al comando, ha dovuto subire una lunga sosta, e ora il ruolo di inseguitore è ripassato alla #82 del DragonSpeed, seppur distanziata da un giro, con la Dallara Cetilar nuovamente in P4 a due giri.

Ganassi Corv4

A seguire le GTLM, con le due Corvette a condurre, nonostante un errore da parte di Nick Tandy, che in seguito riprenderà il comando sull’altra C8.R guidata da Jordan Taylor. Tutte le vetture a parte la Porsche del WeatherTech Racing, incolpevole protagonista dell’incidente al via, sono racchiuse nello spazio di 30”.

Tra le LM P3 Scott Andrews sulla Ligier #74 del Riley Motorsports vanta già uno e due giri di vantaggio rispettivamente sulle vetture del Sean Creech Motorsport e sulla Duqueine #6 del Muehlner Motorsports, ripresasi dopo il contatto nelle primissime fasi di gara nelle mani dello specialista Laurents Horr.

WrightN

Nelle GTD infine, ancora Matteo Cressoni protagonista con la Ferrari AF Corse, ma il diverso ciclo di pit premia momentaneamente la Porsche del Wright Motorsports, al top con Klaus Bachler, sulla Lamborghini del Paul Miller Racing e la Aston Martin dello Heart of Racing. In evidenza anche la Mercedes del Winward Racing, temporaneamente in testa, mentre una piccola disavventura è occorsa ai box al veteranissimo Bill Auberlen, che ai box si portava dietro il bocchettone del carburante alla sua BMW. Sono comunque ancora otto le vetture nello stesso giro dei battistrada.

Da segnalare infine il forfait definitivo anche di un’altra Oreca LM P2, quella dell’High Class Racing che schierava, tra gli altri, Robert Kubica.

Piero Lonardo

La classifica dopo la sesta ora di gara

Foto: IMSA, Corvette, Porsche