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WEC – E se Glickenhaus avesse avuto le sue ragioni per saltare Spa?

I risultati del Prologo WEC di Spa-Francorchamps hanno evidenziato una situazione in cui le due Toyota (ma anche l’Alpine LM P1 ammessa alla nuova categoria regina) rimangono dietro le migliori LM P2. E questo nonostante una riduzione sostanziale di potenza dei motori Gibson, un aumento del peso minimo di 20 kg e l’imposizione dell’aerokit a basso carico, senza parlare delle gomme Goodyear 2020.

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Le due nuovissime e complicatissime Toyota GR010-Hybrid hanno fin qui svolto svariati test privati, e quasi sempre in compagnia delle LM P2, con tempi sostanzialmente inferiori di – pare – circa mezzo secondo ogni volta; i manager Toyota sarebbero quindi rimasti shockati dei risultati di questa due giorni collettiva, che li vede invece incredibilmente inseguire, e anche a fatica.

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Abbiamo visto coi nostri occhi le Hypercar arrancare sul dritto nei confronti delle LM P2 e persino bloccare le GTE nei tratti di accelerazione, aldilà dei migliori crono segnati nel primo e terzo settore del circuito belga, ed è indiscutibilmente vero che un simile comportamento potrebbe portare ad una gara fuori dagli schemi.

Il comunicato stampa ufficiale del costruttore giapponese parla di problemi di messa a punto, particolarmente per la #7, che ha saltato praticamente la prima giornata, ma da interviste “mirate” ad alcuni media (che non comprendono il qui presente), affiora anche un significativo disappunto ed una richiesta verso gli organizzatori di riverificare il gap tra Hypercar ed LM P2.

Per correttezza va detto che anche l’Alpine LM P1 ha dovuto subire un ridimensionamento di potenza e peso rispetto alla Rebellion dello scorso anno in funzione delle equivalenze stabilite nei confronti delle Toyota per questa stagione, e nei test ha pure essa subito dalle migliori LM P2, con cui condividono gran parte della base tecnica sviluppata dall’Oreca.

_PL58677E allora sorge un dubbio: “e se Glickenhaus avesse realmente fiutato l’inghippo e avesse procrastinato ad arte l’esordio delle sue LMH007 ?” Ricordiamo anche che una volta omologate, le Hypercar sono “blindate” in termini di aerodinamica.

Le macchine del costruttore statunitense nel frattempo stanno provando a Vallelunga per prepararsi al fatidico test di durata di 30 ore più volte spostato ed ora annunciato per la prossima settimana al Motorland Aragon…

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

ACO, EL

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WEC – De Vries e l’Oreca G-Drive i più veloci del Prologo. Mistero Toyota (ma anche Alpine)

Si è da poco conclusa la quarta ed ultima sessione del Prologo della Season 9 del World Endurance Championship a Spa-Francorchamps. Anche oggi i due turni in programma hanno visto un paio di incidenti di spessore: al mattino un’incomprensione a Blanchimont tra l’Oreca del Racing team Nederland e la Ferrari delle Iron Dames con Katharine Legge al volante ha comportato un’interruzione di circa 20’.

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Al pomeriggio invece è stata la Ferrari Cetilar con Roberto Lacorte alla guida a rallentare l’effort delle vetture in pista, che ha visto in azione sia le due Aston Martin di TF Sport e D’Station che l’Oreca LM P2 Jota, con una Full Course Yellow. Tutte le vetture incidentate oggi dovrebbero essere in grado di poter partecipare alla 6 Ore, salvo la seconda Porsche GTE-Am del Project 1 incidentata ieri, che invece è stata ritirata.

Venendo ai risultati della pista, è stato Nicky de Vries con l’Oreca #26 del G-Drive il più veloce della due giorni belga, col miglior tempo ottenuto stamane di 2.04.168, davanti al “solito” Filipe Albuquerque, distanziato di 116 millesimi.

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Le due Toyota Hypercar hanno finalmente girato con continuità, anche se il loro comportamento in pista desta perlomeno qualche perplessità, non solo per i tempi ottenuti (sia Josè Maria Lopez al mattino che Seabstien Buemi nel pomeriggio si sono portati a mezzo secondo dal best crono), quanto per l’apparente poca stabilità del mezzo, che nei tratti di accelerazione pura fa vistosamente da tappo non solo alle LM P2, ma anche alle GTE.

L’Alpine LM P1 peraltro, che ricordiamo è la Rebellion R13 Gibson dello scorso anno, ovvero un’Oreca LM P2 adattata al regolamento tecnico delle LM P1, ancorchè sottoposta alle equivalenze imposte nei confronti delle Toyota, non è andata oltre 2.05.230 con Mathieu Vaxivère, vale a dire oltre 1” in più della vettura da cui è derivata – ricordando sempre che le LM P2 sono costrette a correre nel WEC con circa 50 HP in meno rispetto allo scorso anno e con aerokit a basso carico.

Qualcosa non torna insomma, ma va detto che già in passato i risultati del Prologo sono risultati essere non particolarmente affidabili. Per capire meglio i reali valori in campo in tema di prototipi bisognerà pertanto attendere le prime libere di giovedì (domani qui è giornata di riposo) o meglio ancora le qualifiche di venerdì sera.

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Tutto chiaro invece per le GTE, con le Porsche di Kevin Estre e Richard Lietz a menare le danze tra le Pro, con il transalpino autore stamane di 2.12.916.

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Duello tutto italiano invece in GTE-Am, con Antonio Fuoco e Matteo Cairoli ad occupare la prima fila virtuale della categoria. Il calabrese del Cetilar Racing col tempo di 2.14.509 ha preceduto di 2 decimi il comasco del Project 1.

L’azione in pista a Spa-Francorchamps riprenderà giovedì 29 aprile alle ore 15.30 con le libere 1.

Piero Lonardo

I risultati della Morning session – Day 2

I risultati della Afternoon session – Day 2

I risultati complessivi del Prologo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Pioggia di incidenti e Toyota nascoste nel Day 1 del Prologo a Spa

Prima giornata complicata nel prologo del World Endurance Championship a Spa-Francorchamps. Le prime due sessioni dei test collettivi in vista della Season 9 sono state infatti frammentate da una serie di incidenti che hanno sfoltito il numero di macchine in pista.

Nel turno del mattino ben tre le interruzioni; ha iniziato insolitamente il campione in carica della LM P2, Filipe Albuquerque, con l’Oreca di United Autosports, fermo sui cordoli della Bus Stop, ma più tardi sono state le due Aston Martin gestite da TF Sport ad influire lungamente sul tempo in pista.

Entrambe le Vantage, sia quella iscritta direttamente dal team inglese che l’esemplare di D’Station, sono state infatti protagoniste di altrettante uscite all’Eau Rouge, la seconda delle quali, ad opera di Satoshi Hoshino (prima era stata invece la vota di Ben Keating) ha fatto decidere gli organizzatori di chiudere anzitempo la sessione per le necessarie riparazioni, con l’intesa di anticipare di mezz’ora il turno del pomeriggio.

Il miglior tempo è stato segnato proprio da Albuquerque con 2.04.968, mezzo secondo meglio dell’altra Oreca del Racing Team Nederland di Giedo van der Garde. Una sola Toyota ha calcato la pista, la #8, e con il solo Brendon Hartley, P8 a quasi 2” dal leader nei suoi 15 giri.

Anche l’Alpine LM P1 non è stata da meno, svolgendo lo stesso numero di giri e piazzandosi in una poco credibile P13 a 2”5 dalla migliore delle Oreca in versione P2.

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Il “sandbagging” dei protagonisti della classe top è proseguito, ancorchè in misura minore, anche nel pomeriggio, nonostante condizioni meteo a dir poco perfette – sole e aria fresca – è stato sempre Albuquerque a menare le danze con 2.04.822 sull’altro portacolori dell’RTN, Job van Uitert.

P4 per l’Alpine a 4 decimi dietro l’altra Oreca dl WRT di Robin Frijns e sesto tempo per la migliore delle Toyota, ancora la #8, con Kazuki Nakajima, autore peraltro delle migliori prestazioni assolute nel primo e nel terzo settore. Da segnalare le prime 6 tornate anche per l’altro esemplare della nuova GR010-Hybrid con tempi assolutamente non significativi.

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Anche la sessione pomeridiana è stata spezzettata da incidenti, il più grave dei quali ha visto protagonista Sean Gelael sull’Oreca Jota, ancora al Raidillon. Fortunatamente nessun danno grave per il pilota ma il team di Simon Dolan dovrà lavorare duro nella serata per poter utilizzare domani il telaio di riserva.

Infine il deb Anders Buchardt, fuori alla Bruxelles con la Porsche Project 1 #46 ed infine l’Oreca del WRT, ferma probabilmente senza carburante alla Speakers Corner, che ha fatto chiudere anticipatamente anche questa sessione.

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Nelle categorie GTE migliori prestazioni di giornata per Kevin Estre tra i Pro con la Porsche #92, autore al mattino di 2.14.198, mentre Antonio Fuoco ha issato al top la Ferrari del Cetilar Racing tra gli Am con 2.14.509.

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Domani si riparte col Day 2 del Prologo con altre due sessioni in programma, entrambe di tre ore, a partire dalle 9.05 e dalle 14.00. Chissà se le Toyota – ma anche le Alpine – mostreranno finalmente il loro vero potenziale sul giro completo.

Piero Lonardo

I risultati della Morning session – Day 1

I risultati della Afternoon session – Day 1

Foto: Piero Lonardo

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ELMS – Dietro-front sugli aerokit LM P2. Menezes con DragonSpeed in Austria

Alla fine il buon senso ha vinto. Gli aero-kit a basso carico, definiti obbligatori alla vigilia del season opener ELMS di Barcelona, non saranno adottati sulle LM P2 per il prosieguo della stagione europea.

Un fronte di team unito ha infatti fatto rivedere la norma tecnica alla LMEM, ed una comunicazione in tal senso è già stata recapitata alle squadre.

Questa modifica però rimane valida per il WEC (e quindi, ovviamente, per Le Mans), già a partire dalla 6 Ore di Spa-Francorchamps, dove le wild-card Aurus G-Drive e PR1/Mathiasen, dovranno montare la carrozzeria a basso profilo aerodinamico.

Una novità infine per il prossimo appuntamento del Red Bull Ring, con Gustavo Menezes ad affiancare Henrik Hedman e Ben Hanley sull’Oreca LM P2 Pro/Am del DragonSpeed. Menezes, campione WEC LM P2 nel 2016 e nelle ultime due stagioni al volante delle Rebellion LM P1, fa parte ricordiamo della line-up annunciata dalla Scuderia Cameron Glickenhaus.

A Barcelona, nella sfortunata gara, conclusa quasi subito per un incidente e problemi alla frizione, l’equipaggio era stato completato da Ricky Taylor. Ricor A Spa invece, sempre nella categoria Pro/Am, Hedman ed Hanley saranno coadiuvati da Juan Pablo Montoya.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

 

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WEC – La season 9 debutta a Spa. Magnussen padre e figlio a Le Mans con High Class

A partire da lunedì prossimo col Prologo inizierà finalmente la Season 9 del World Endurance Championship a Spa-Francorchamps. Come già riportato su queste pagine, a causa del forfait di Cameron Glickenhaus, il conteggio delle vetture è sceso a 35 unità, di cui solo tre appartenenti alla top class, col debutto delle nuove Toyota GR010-Hybrid Hypercar e l’Alpine LM P1.

Quantomai verosimile, aldilà del programma estensivo di test condotto dal Gazoo Racing e dell’affidabilità della A480-Gibson (ex- Rebellion R13), la possibilità di un ottimo piazzamento in gara nella 6 Ore del 1° maggio per le ben 14 LM P2 iscritte, tra cui ricordiamo figurano – a far compagnia alle 11 full-season WEC – le due Aurus del G-Drive e l’Oreca del PR1/Mathiasen con Simon Trummer, Gabriel Aubry e Patrick Kelly.

Nel team di nazionalità russa, Roberto Merhi, contrariamente alle prima indicazioni, farà parte dell’equipaggio Pro/Am insieme a John Falb e Rui Andrade, mentre sarà Nicky de Vries a riproporre l’equipaggio del season opener ELMS di Barcelona con Roman Rusinov e Franco Colapinto.

Se gli equipaggi delle cinque GTE-Pro, compreso l’impegno della Corvette per i veterani Antonio Garcia ed Oliver Gavin, erano noti da tempo, diverse sono invece le novità tra gli equipaggi in GTE-Am.

Al Project 1, oltre alla Porsche #56 di Matteo Cairoli, Egidio Perfetti e Riccardo Pera, un altro norvegese, Andres Buchardt, andrà ad affiancarsi allo junior driver Dennis Olsen, insieme ad Axcil Jefferies, al debutto nella serie mondiale dopo il secondo posto con la Porsche del GPX nell’ultima Asian Le Mans Series.

Sempre in tema Porsche, finalizzata anche la seconda line-up del Dempsey-Proton, con Andrew Haryanto, Marco Seefried e l’attuale campione GTE ELMS, Alessio Picariello. Per Seefried si tratta del ritorno alla serie mondiale dopo la bellezza di cinque anni di assenza.

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Tornando alle LM P2 infine, da segnalare l’annuncio odierno dell’accoppiata Magnussen padre-figlio alla prossima 24 Ore di Le Mans sull’Oreca LM P2 dell’High Class Racing insieme ad Anders Fjordbach. Jan Magnussen, quattro volte vincitore di classe a Le Mans, a Spa sarà invece affiancato, oltre che da Fjordbach, da Dennis Andersen.

Piero Lonardo

L’entry list aggiornata della 6 Ore di Spa-Francorchamps

Foto: Piero Lonardo,  24 Heures du Mans

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La FIA lancia le GT elettriche: destinazione WEC?

La FIA, Federation International de l’Automobile, ha reso note oggi le specifiche tecniche per una nuova categoria di competizioni, le GT elettriche.

Le specifiche definite sono frutto del confronto tra i vari costruttori invitati: la potenza massima auspicata è di 430 kW e, a seconda del modello base del costruttore, il peso minimo delle vetture potrà variare tra i 1490 e i 1530 kg.

GTel2Le batterie verranno fornite da SAFT, fornitore unico, e saranno disegnate per permettere 700 kW di regime di picco, garantendo la possibilità di una ricarica rapida nel corso di un pit-stop a metà gara in grado di rifornirne il 60% della capacità in pochi minuti, grazie ad un sistema di ricarica in corso di sviluppo e che richiederà anche infrastrutture permanenti da parte dei circuiti.

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Tra le altre innovazioni incluse nel regolamento, i costruttori avranno libertà di scegliere la configurazione della motorizzazione (due o quattro motori elettrici) così come quella della motricità (due o quattro ruote motrici).

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Le vetture presenteranno anche un controllo dinamico di trazione che adatterà la trazione indipendentemente ad ogni ruota in funzione di velocità accelerazione, trazione e angolo di sterzata, assicurando così una maneggevolezza eccezionale.

Leena Gade, indimenticato ingegnere dei trionfi Audi a Le Mans, ora presidente della commissione GT FIA ha così commentato: “Il mercato delle supercar stradali elettriche ad alte prestazioni è in costante ascesa, così era necessaria una piattaforma che permettesse ai costruttori di sviluppare e mostrare la loro tecnologia. Creare questo regolamento tecnico è stato un progetto chiave per la commissione GT FIA negli ultimi diciotto mesi – ha proseguito la Gaade – abbiamo tenuto incontri regolari con i costruttori delle GT nell’ambito dei nostri gruppi di lavoro ed è emerso tanto interesse in questa nuova categoria, che allarga il portfolio GT FIA, andando a coesistere con le GT3, che rimangono l’obiettivo del mercato mondiale delle corse clienti da qui in avanti.”

Il debutto in pista per queste vetture pare quindi ipotizzato nel 2023, in concomitanza con l’adozione delle specifiche GT3 nelle serie targate FIA/ACO. Chissà se assisteremo alla nascita di una serie parallela, come la Formula E, o se invece le vedremo calate nel WEC!

Piero Lonardo

Foto: FIA

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ELMS – Il WRT stravince al debutto a Barcelona. Successi di classe a Ultimate, Cool Racing ed Iron Lynx

Il Team WRT si è presentato sin da subito al meglio al pubblico dell’endurance europea nel weekend di apertura di Barcelona, e dopo aver primeggiato nei test collettivi, si è aggiudicata oggi la 4 Ore ELMS, che ritornava sul circuito catalano dopo l’assenza del 2020 causa COVID.

Louis Deletraz, dopo una breve leadership da parte del G-Drive, che ieri con Nicky de Vries aveva conquistato la pole position, ha preso il largo senza più voltarsi indietro, lasciando un divario agevolmente gestito prima da Yfei Ye e infine da Robert Kubica, incaricato dello stint finale.

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La gara era iniziata con una partenza rallentata da parte di Roman Rusinov, al sedile della vettura in pole, che generava scompiglio nelle retrovie. L’unico incidente degno di nota vedeva coinvolta alla prima curva l’Oreca #32 di United Autosports, con Nico Jamin che si girava arenandosi nella sabbia all’interno della prima curva.

Dietro la vettura di servizio, non più chiamata in causa per tutta la durata della gara, Rusinov conduceva su Deletraz, Phil Hanson e Julien Canal. Dalla classifica spariva presto l’Oreca del DragonSpeed, prima vittima di un contatto con l’altra Oreca del Racing Team Turkey e poi definitivamente ritiratasi per problemi alla frizione.

Andrew Bentley conduceva con la Ligier #3 di United Autosports tra le LM P3 sulla Duqueine del DKR di Laurents Hörr, mentre incredibilmente era la Ferrari Iron Lynx #80 di Paolo Ruberti a precedere il gruppetto delle GTE. Il driver veronese era partito dal fondo dello schieramento in quanto Claudio Schiavoni non era riuscito ad ottenere un giro valido in qualifica e gli era stato pertanto impedito di iniziare la gara.

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Al restart due delle leadership cambiano repentinamente, con Deletraz a sbarazzarsi di forza del team owner Aurus così come il due volte campione della Michelin Le Mans Cup si impossessava della testa delle LM P3.

Dopo un’ora di gara Deletraz aveva già oltre 30” di vantaggio su Hanson, che nel frattempo si era fatto largo su Franco Colapinto, succeduto a Rusinov; anche gli altri due leader di categoria macinavano vantaggio, con un inaspettato un-due-tre parziale Ferarri in GTE grazie a Rino Mastronardi e Dane Cameron.

La musica cambiava però con l’ingresso di Claudio Schiavoni dopo il primo pit, eseguito dopo un’ora e 15’ precisi, col gentleman che cedeva di schianto prima a Mastronardi e poi a Gianmaria Bruni, autore di una prodigiosa rimonta dopo una partenza al ralenti del patron Christian Ried. Il driver romano veniva a sportellate con Schiavoni ma prima della metà gara riusciva ad avere la meglio sulla Ferrari, e si lanciava all’inseguimento della 488 di testa, fino ad arrivare alle calcagna di Matteo Cressoni, subentrato a Mastronardi.

Doccia fredda in casa G-Drive con un primo drive-through assegnato alla #26 per la partenza non conforme al regolamento e poi un disastro ai box per un cambio in contemporanea delle due vetture, con Rui Andrade che andava a colpire una gomma lasciata da un meccanico dell’Aurus di punta. Questo episodio sarà giudicato incredibilmente a sfavore della crew dell’Aurus #26 e dopo oltre un’ora e mezzo dall’accaduto sarà foriero di un altro passaggio extra ai box.

La lotta si infiammava per le posizioni di rincalzo dietro Ye, ora al volante dell’Oreca del WRT, con Will Stevens e la vettura del Panis Racing ad imporsi come primo inseguitore, ancorchè ben distanziato.

Mentre Miguel Molina e Robert Kubica si occupavano di portare a casa il successo nelle LM P2 e nelle GTE, Alain Berg, volto nuovo del DKR, andava a dilapidare a passi da gigante l’enorme vantaggio accumulato da Hörr.

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Era Matt Bell a trarne in primis vantaggio con la Ligier del Cool Racing, via via seguito da Malthe Jakobsen con la vettura dell’RLR MSport e Damiano Fioravanti per l’1AIM Villorba Corse, purtroppo per la squadra trevigiana nel finale il romano perdeva il gradino basso del podio a favore di Ugo de Wilde e alla Ligier #14 di Inter Europol. Da segnalare sempre per il team polacco, l’ottima gara al debutto dell’ex-centauro Mattia Pasini sull’altra vettura.

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Alla fine Kubica vince con 22” secondi su Gabriel Aubry, ricordiamo subentrato al positivo James Allen, e oltre 1’29” sui campioni uscenti di United Autosports. Il G-Drive limita i danni col quarto posto finale, mentre P5 ad un giro di deb dell’Ultimate, primi vincitori della sottoclasse LM P2 Pro/Am, Francoise Heriau, Jean-Baptiste e Mathieu Lahaye.

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Il podio delle GTE, dietro un Molina euforico enfant du pays e alla Porsche di Bruni, Ried e Jaxon Evans, si completava con l’altra Ferrari di Spirit of Race di Dane Cameron, Matt Griffin e David Perel.

Regolarmente all’arrivo infine la vettura innovativa dell’Association SRT41 di Takuma Aoki, Nigel Bailly e Pierre Sarcinena, ancorchè a 14 giri dal vincitore. Prossimo appuntamento con la massima serie endurance continentale fra tre settimane al Red Bull Ring.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 4 Ore di Barcelona

Foto: Piero Lonardo

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LMC – La prima all’RLR MSport al termine di una gara caotica. Basta una Porsche in GT3

L’RLR MSport torna al successo dopo due anni nella Michelin Le Mans Cup nel season opener 2021 di Barcelona, al termine di una gara a dir poco caotica. Le premesse si erano viste sin dallo start, quando la Duqueine #11 del WTM Powered by Phoenix di Thorsten Kratz si girava in mezzo al gruppone.

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Fortunatamente si evitava la carambola, che con 30 vetture (la Ferrari delle Iron Dames non è partita per un non meglio precisato problema tecnico) sarebbe stata micidiale, ed il polesitter Antoine Doquin manteneva la leadership su Finn Geshrsitz con la Ligier del Black Falcon e sul compagno di squadra Matt Bell, che insieme alla vettura dell’RLR MSport ha potuto trarre vantaggio dalla confusione.

Tra le GT3 invece, Rino Mastronardi con la Ferrari di Iron Lynx perdeva subito il comando a favore della Porsche di Nicolas Leutwiler.

Il regime di corsa libera durava poco più di 20’ grazie alla Duqueine del DKR di Jim Brownson, il quale di girava ed andava a muro in curva 11, innescando la prima delle ben tre safety car chiamate in causa dalla direzione gara.

Dopo circa 45’ di gara era invece la volta di Erwin Creed di chiudere la gara anzitempo con uno spettacolare crash all’intero di curva 9, agevolando il primo pit obbligatorio, da cui emergeva la vettura #16 del Team Virage di Julien Gerbi, che astutamente aveva eseguito un undercut nei confronti del resto del gruppo, che invece si ammassava ai box.

In questa fase l’episodio forse più contestato della gara, con la Ligier del CD Sport di Adam Eteki che si fermava correttamente alla fine della pitlane, venendo però scavalcata da diverse vetture che non volevano perdere il giro. Alla fine solo alcune di queste verranno sanzionate.

Nella microgara delle GT3, con sole quatto vetture superstiti, Mastronardi, il quale era riuscito a passare Leutwiler, cedeva nuovamente allo svizzero prima di lasciare il passo ai pro.

Gerbi però non riusciva a tenere in regime di corsa libera, e poco dopo il restart doveva cedere a Dominik Schwager e alla Duqueine #56 del Rinaldi Racing, prima che fosse costretto a sua volta ad una penalità per sistemare una luce posteriore, sosta che avveniva quasi in concomitanza con la terza uscita della vettura di servizio, per soccorrere Josh Skelton, succeduto a Doquin, terminato nella ghiaia.

Era quindi la volta di Thèo Chalal con i debuttanti dello Spirit of Leman, prendere la testa della gara, ma anche in questo caso la leadership in gara libera aveva vita breve, ed il canadese Garrett Grist con la Ligier #71 del Team Virage sembrava poter portare a casa il risultato a meno di mezz’ora dalla fine.

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Invece l’uscita di strada di Eteki a 10’ dalla fine rimescolava ancora le carte in tavola. La direzione gara si limitava ad una Full Course Yellow ma inaspettatamente la macchina di testa ritardava la sosta, ed in questo modo Grist, che rifornirà al giro successivo rispetto al grosso del gruppo, si ritrovava dietro Tommy Foster, che aveva avuto la meglio nel gioco delle soste su Matt Bell, che nel frattempo si era fatto lago sino ad arrivare alle spalle del leader.

La penalità finale comminata al Team Virage per aver accorciato il timing del secondo pitstop obbligatorio permette alle due vetture residue di United Autosports (la #32 di Daniel Schneider aveva già lasciato da tempo la compagnia) di chiudere il podio

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Nelle GT3 il forcing finale dei piloti pro del Cavallino, Paolo Ruberti e Matteo Cressoni non permetteva comunque un riavvicinamento nei confronti della Porsche di Julien Andlauer, il quale chiudeva con 11” di distacco.

In giornata si sono disputate anche le due gare della Ligier European Series, il monomarca Ligier che dallo scorso anno accompagna il weekend dell’ELMS. Quest’anno c’è un motivo in più per seguire questa serie, perché ai nastri di partenza c’è Alessandro Cicognani, l’ultimo pilota italiano a laurearsi campione in una serie prototipi, nella Formula Le Mans del 2010, in azione con la Ligier JS P4 dell’HP Racing Team by Monza Garage insieme a Jacopo Faccioni.

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Il format prevede che il driver romagnolo, categorizzato silver per questo season opener in attesa di ulteriori verifiche, debba scontare 10” extra al pit stop obbligatorio, e questo non ha aiutato in gara 1, dove la vettura tricolore, che al via con Faccioni aveva sopravanzato la vettura in pole di Steve Zacchia (un altro protagonista della FLM) ed Antoine Lepesqueux, ha dovuto subire anche una ulteriore penalità per avere effettuato un pit-stop più veloce del dovuto, risultando P3 al traguardo dietro gli altri due prototipi del Les Deux Arbres.

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In gara 2 invece Cicognani, partito dalla pole position conquistata ieri, ha mantenuto il comando fino al minuto 33’ passando il testimone all’ex campione italiano prototipi, il quale è stato aiutato prima da una penalità comminata ai vincitori di gara 1 per pit-stop non conforme, e poi da un erroraccio del patron Ligier, Jacques Nicolet, che ha spianato la strada alla prima vittoria della compagine brianzola.

Domani sarà la volta della prima di stagione dell’ELMS. Le altre due serie torneranno invece in pista fra meno di un mese, al Red Bull Ring, il 14-15 maggio.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della Le Mans Cup

Foto: Piero Lonardo

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ELMS – A De Vries basta un giro per la pole. Bruni-record in GTE. UA si consola con le LM P3

Qualifiche serratissime ancor più del normale quelle della 4 Ore di Barcelona, atto iniziale dell’European Le Mans Series 2021.

Ad emergere sull’agguerrita concorrenza Nicky de Vries, col tempo di 1.31.788. In G-Drive hanno deciso di fare uscire le due Aurus all’ultimo, rischiando sul giro singolo, ed è andata benissimo al test driver Toyota, che ha scavalcato di soli 79 millesimi Louis Deletraz con la vettura del WRT – prestazione impressionante fin qui al debutto per il team belga – e Will Stevens con la macchina del Panis Racing.

Palma del migliore nella sottoclasse Pro/Am per Ben Hanley e l’Oreca del DragonSpeed, P4 a 6 decimi dal polesitter.

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United Autosports si rifà fra le LM P3 grazie a Duncan Tappy, che bissa la prestazione delle ultime libere col tempo di 1.39.162 sulla Ligier #3. Il team di Zak Brown e Richard Dean occupa con Wayne Boyd anche il gradino basso del podio virtuale, che si completa con Malthe Jakobsen, rimasto a soli 21 millesimi dalla pole. Da notare che i primi cinque classificati – la top five si completa con DKR ed Inter Europol –  sono racchiusi in poco più di due decimi, a riprova dell’estrema competitività della categoria.

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Splendida battaglia infine tra le GTE, che come di consueto sono state le prime ad uscire. Sfruttando il nuovo regolamento, che non obbliga più i team a schierare i piloti bronze, Gianmaria Bruni ha sfruttato il secondo treno di gomme per saltare la concorrenza con la Porsche #79 ed il tempo di 1.41.892. Episodio curioso, il campione romano ha saltato l’entrata box e si è fermato in pista onde evitare l’eventuale penalizzazione per doppia bandiera a scacchi.

Niente da fare quindi per Miguel Molina, rimasto a quasi 3 decimi con la Ferrari #80 di Iron Lynx, che piazza anche Rahel Frey in P3.

L’appuntamento ora è per domani alle ore 11.00 per lo start della 4 Ore di Barcelona, nonché del motorsport sovranazionale in Europa.

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

Foto: Piero Lonardo