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WEC – Equipaggio tutto danese per High Class Racing con Jan Magnussen

Rivelata mercoledì la composizione dell’equipaggio di High Class Racing per il World Endurance Championship 2021.

La compagine battente bandiera danese punterà sui colori nazionali, schierando, oltre ai protagonisti dell’ELMS, Anders Fjordbach e Dennis Andersen, Jan Magnussen, nelle sei gare che compongono la stagione entrante della serie mondiale, compresa la 24 Ore di Le Mans.

Nella scorsa stagione High Class Racing ha schierato Andersen e Fjordbach per il quarto anno consecutivo nella serie europea, con il più recente highlight del terzo posto nella 4 Ore di Monza, mentre nella stagione del debutto nel WEC, Fjordbach è stato affiancato sulla Oreca 07 LM P2 #33 da Mark Patterson e dal pilota di riserva Toyota, Kenta Yamashita.

Ricordiamo che intorno a Magnussen, uscito quest’anno da Corvette Racing dopo una lunga militanza, era stato costruito sempre da High Class Racing un progetto, poi rientrato, con obiettivo l’ultima 24 Ore di Le Mans, col veterano 47enne poi costretto a ripiegare sulla Ferrari iscritta in GTE-Am del JMW per la sua 22ma partecipazione consecutiva alla classica della Sarthe.

Piero Lonardo

Foto: High Class Racing

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WEC/USCC – Regalo di Natale da Audi: ritorno con una LMDh nel 2023!

Con nella testa ancora le immagini drammatiche, seppure fortunatamente a lieto fine, dell’incidente di Grosjean a Sakhir, Audi ha deciso di fare agli appassionati del motorsport e dell’endurance in particolare un sontuoso regalo di Natale.

Julius Seebach, neo-capo delle attività sportive della casa dei quattro cerchi, come primo atto dal suo insediamento al posto di Dieter Gass, ha infatti modificato radicalmente il programma per le prossime stagioni, annunciando il ritorno alle competizioni di durata seguendola formula delle LMDh a partire dal 2023.

A farne le spese la Formula E, alla fine del 2021, dopo sei stagioni dell’impegno col ABT Sportsline ha comunque fruttato 12 vittorie su 69 gare disputate, compreso il titolo 2017-2018 conquistato con Lucas di Grassi, e l’ormai giubilato DTM.

La tanto auspicata convergenza tra le due serie mediante la nuova piattaforma LMDh, varata ad inizio 2020 di concerto tra l’ACO, l’Automobile Club de l’Ouest, patrocinatore del WEC e della 24 Ore di Le Mans, e l’IMSA, garante del WeatherTech SportsCar Championship, ha attirato le attenzioni del costruttore tedesco, uscito dalla serie mondiale FIA a fine 2016 come conseguenza del famoso “Dieselgate”.

Ora la conferma ufficiale, con Audi che nel giro di due anni si affiancherà a Toyota e Peugeot nella massima serie endurance, a Le Mans, e sicuramente nelle più prestigiose gare americane, quali la Rolex 24 at Daytona, la 12 Ore di Sebring e la Petit Le Mans.

Insieme al programma endurance, Seebach ha dato il via anche al programma Dakar, in questo caso a partire dall’edizione 2022.

Ricordiamo che Audi ha collezionato la bellezza di 13 vittorie quasi consecutive nella classica della Sarthe, dal 2000 al 2014, intervallate solo dal successo del programma parallelo Bentley nel 2003 e dall’unica vittoria della Peugeot 908 nel 2009.

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L’entrata in campo di Audi non può non porre ovviamente dei quesiti di ordine pratico sul futuro delle Hypercar, formula a cui Toyota ha aderito sin dall’origine, ma che ha visto fin qui un effort di rilievo solo da parte del costruttore nipponico, che ha già iniziato a svolgere i primi test in pista, oltre che della Scuderia Cameron Glickenhaus, con un altro OEM del calibro di Aston Martin a gettare la spugna appena dopo i primi collaudi in pista della sua Valkyrie.

Si profilano quindi almeno un paio di stagioni di estrema transizione, in cui il World Endurance Championship, una volta risolti i problemi di ordine pratico legati alla pandemia, dovrà cercare di fare quadrato con quel che passa il convento in tema di massime categorie prototipi (LMH, LM P1) e GTE-Pro.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Toyota

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WEC – Anticipata la Journée Test della prossima 24 Ore di Le Mans

L’ACO, Automobile Club de l’Ouest, patrocinatore tra l’altro della 24 Ore di Le Mans, ha reso noto nella giornata di lunedì il calendario delle attività 2021 del circuito della Sarthe.

Balza immediatamente all’occhio che i test collettivi obbligatori dell’89ma edizione della 24 Ore, la cosiddetta Journée Test, si svolgeranno la settimana antecedente, domenica 6 giugno 2021, alla gara, schedulata per il 12-13 giugno.

Si tratta di una modifica sostanziale al calendario dell’evento, che si allinea ad altre manifestazioni similari, rendendo sicuramente più fruibile a pubblico ed addetti ai lavori anche questa intera giornata dedicata alla messa a punto delle vetture.

Normalmente i test collettivi si svolgevano due settimane prima della gara, mentre il weekend precedente era dedicato alle verifiche tecniche pubbliche, il cosiddetto Pesage. Quest’anno, allo scopo di ridurre tempi e costi durante la pandemia, la giornata di test è stata cancellata, mentre le verifiche tecniche si sono svolte in forma privata, direttamente sul circuito. Al momento non si conosce ancora se il Pesage tornerà nel 2021 e in che formato.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Montoya full-season con DragonSpeed!

DragonSpeed ha annunciato poco fa con un tweet il suo ritorno nel World Endurance Championship con nientemeno che Juan Pablo Montoya al fianco di Henrik Hedman e Ben Hanley con una Oreca LM P2.

Il team di Elton Julian è già stato protagonista nella “Super-Season” 20218-2019 della serie mondiale schierando due vetture, una BR1 LM P1 a motore Gibson ed una Oreca LM P2, con la quale Anthony Davidson, Pastor Maldonado e Roberto Gonzalez si sono aggiudicati la 6 ore di Spa-Francorchamps 2019.

Per Montoya si profila invece il ritorno a Le Mans dopo l’esperienza del 2018 con United Autosports, coronata col terzo posto finale in LM P2, settimo assoluto, dopo le squalifiche a G-Drive e TDS, ed il ritiro di quest’anno, proprio con DragonSpeed.

L’impegno di DragonSpeed nel WEC si affianca al programma nell’European Le Mans Series, dove è protagonista dal 2016 ed ha supportato dal punto di vista tecnico l’anno successivo lo sforzo vincente del G-Drive, e alla Rolex 24 at Daytona, dove a gennaio tenterà di centrare il terzo successo consecutivo tra le LM P2.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Finalmente gloria anche per la Toyota #7. AF Corse, titolo in GTE-Am nel disastro Aston Martin

Ci sono voluti oltre tre anni per assistere al successo della Toyota TS050-Hybrid #7. Nella stagione più lunga di sempre del motorismo, iniziata nientemeno che ad agosto 2019 a Silverstone, Mike Conway, Josè Maria Lopez e Kamui Kobayashi possono finalmente raccogliere il risultato tangibile del loro sforzo con la vittoria della 8 Ore del Bahrain, che comporta anche il titolo nel World Endurance Championship.

Inutile rivangare su presunti giochi di squadra fatti per favorire la star Alonso nei primi due anni di vita della TS050-Hybrid, in cui Toyota sostanzialmente non ha avuto rivali, né tantomeno sulla sfortuna all’ultima 24 Ore di Le Mans, che aveva comportato la leadership degli amici-rivali Kazuki Nakajima, Sebastien Buemi e Bendon Hartley: il gradino alto del podio ora, grazie forse anche ad un regolamento che finalmente ha dato una parvenza di reale equivalenza fra il potente costruttore e le LM P1 private, è tutto per loro, alla quarta vittoria stagionale.

Bravi anche nell’endurance committee FIA a permettere una lotta corretta fino all’ultima gara nella categoria top prototipi (Rebellion, ma anche Rotenberg, uscito sbattendo la porta dal campionato, possono solo mangiarsi le mani), che grazie al punteggio maggiorato per le gare più lunghe ha permesso il sorpasso in classifica generale. E bravi anche agli organizzatori del WEC che nonostante l’emergenza COVID sono riusciti a chiudere il campionato, anche se forse quest’ultima trasferta mediorientale si poteva evitare.

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Tra le LM P2, con il titolo già assegnato ad United Autosports, si è assisto ad un duello senza esclusione di colpi in casa Goodyear che alla fine ha premiato l’Oreca #38 del Jackie Chan DC Racing. Costretto ad inseguire dopo l’ultimo pit, Gabriel Aubry ha tentato il tutto per tutto a 9’ dalla bandiera a scacchi e, sfruttando il “velo” della Ferrari #54, ha avuto la meglio su Antonio Felix da Costa.

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A chiudere il podio Nicky de Vries con la vettura del Racing Team Nederland, mentre la Dallara Cetilar dopo una sosta eterna ai box per problemi (ancora) di alternatore, vero tallone d’Achille di questa vettura già in ELMS, ha concluso la sua esperienza nella serie mondiale. La Dallara #47 dovrebbe però continuare ancora a gareggiare altrove e, come nell’aria da tempo, è pronta a toccare il suolo statunitense in quel di Daytona a Gennaio, sempre con i tre moschettieri Andrea Belicchi, Roberto Lacorte e Giorgio Sernagiotto.

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In GTE è stato trionfo Porsche, con una doppietta in GTE-Pro per Michael Christensen e Kevin Estre, alla seconda vittoria stagionale dopo Spa, seguiti da Gianmaria Bruni e Richard Lietz. Il vero evento della seconda parte di gara è stata la debacle dei freni sulle Aston Martin. I titoli piloti e costruttori erano già appannaggio del marchio inglese, ma tutte e quattro le Vantage, anche le due iscritte in Am, hanno dovuto sostenere una lunga sosta per sostituire i dischi dei freni, messi a dura prova dall’abrasivo asfalto di Sakhir.

In GTE-Pro questo ha significato podio per la Ferrari di Davide Rigon e Miguel Molina – incredibilmente solo il secondo dell’anno dopo il secondo posto dello scorso dicembre proprio in Bahrain – mentre in GTE-Am ha permesso alla Ferrari #83 di Manu Collard, Francois Perrodo e Nicklas Nielsen di laurearsi campioni della categoria grazie al terzo posto finale.

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La rimonta del giovane danese, “sganciato” nelle fasi finali della gara, è stata strepitosa ed ha fruttato il secondo posto dietro la Porsche del Project 1 di Larry Ten Voorde (secondo successo qui su due gare per il giovane olandese neocampione della SuperCup), Egidio Perfetti e Joerg Bergmeister e davanti all’altra 911 del Dempsey-Proton di Marco Holzer, Jaxon Evans e Khaled al Qubaisi. Senza l’assurdo drive-through comminato già nella prima ora per track limits forse si sarebbe potuto trasformare anche in qualcosa di più, ma va bene così, grazie al nono posto del TF Sport, che qui era giunta col match point sulla racchetta.

Menzione d’onore per le altre due 488 di Spirit of Race, quarta classificata, e Red River Sport, protagoniste di una gara d’attacco, e per la Porsche del Gulf Racing, trascinata da Ben Barker e dal neocampione ELMS GTE, Alessio Picariello, P5 al traguardo.

A partire da marzo 2021, pandemia permettendo, sarà la volta delle Hypercar. Il conteggio degli iscritti però sarà tutto da verificare: nella categoria regina, mentre Toyota ha già fatto girare la sua novità al Paul Ricard, si attendono segni di vita concreti da parte di Cameron Glickenhaus e ByKolles, mentre Peugeot e forse Alpine, dopo l’outing estemporaneo in LM P1 con le ex-R13 (ora A480) sappiamo essere proiettati verso il 2022, insieme alle sospirate LMDh, che dovrebbero finalmente dare nuova linfa a prezzi contenuti al mondo dei prototipi.

Tra le LM P2, United Autosports ci ha preso gusto e dopo il titolo dovrebbe raddoppiare, arriverà Inter Europol, ma difficilmente avremo il Jackie Chan e Cetilar passerà in GTE-Am. Sarà questa la classe che a meno di colpi di scena costituirà l’ossatura della Season 9, atteso che in GTE-Pro, sempre salvo imprevisti, si dovrebbero rivedere Ferrari, Aston Martin e Porsche.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 8 Ore del Bahrain

Foto: WEC, Porsche, Toyota, Oreca

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WEC – Toyota in controllo a metà gara, ma è battaglia nelle altre classi

La 8 Ore del Bahrain, atto finale della Season 8 del WEC, si sta svolgendo come da copione per le Toyota. Dopo la green flag sventolata dai due esponenti uscenti della grande famiglia del WEC il CEO Gerard Neveu, e l’addetta stampa  Fiona Miller, le due TS050-Hybrid hanno preso il largo in scioltezza.

La grande delusa di Le Mans, la #7 di Mike Conway, Kamui Kobayashi e Josè Maria Lopez ha fin qui sempre condotto su Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Kazuli Nakajima, con un distacco che ha anche superato il minuto ma che dopo la metà gara si è notevolmente ridotto, a causa dell’intervento della safety car.

La vettura di servizio è stata chiamata in causa per i detriti lasciati dal contatto tra la Ferrari di Daniel Serra e la Porsche Project 1 di Egidio Perfetti, che ha comportato l’unica lunga sosta ai box della gara per consentire ai meccanici di AF Corse di sistemare la parte posteriore sinistra della 488 GTE Evo #51, ritenuta poi incredibilmente anche colpevole del contatto da parte della direzione gara, con uno Stop&Go + 10″.

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Dietro le due TS050-Hybrid, qui alla gara di addio, è stata lotta al coltello nelle altre tre classi, a partire dalla LM P2, che inizialmente ha visto i dominio dei neocampioni di United Autosports. Per una volta però ci sono stati diversi errori da parte di crew ed equipaggio dell’Oreca #22, a partire da una lunga seconda sosta che ha comportato la perdita della leadership da parte di Phil Hanson subentrato allo starter Paul di Resta.

Hanson poi, dopo aver concretizzato una notevole rimonta, si è girato al termine della terza ora, lasciando spazio alla vettura del Jackie Chan Dc Racing di Gabriel Aubry. Alla metà gara infine, il sempre corretto Filipe Albuquerque è stato considerato reo di aver chiuso all’entrata della pitlane l’altra Oreca Jota, costringendo ora l’equipe angloamericana ad inseguire, con il Jackie Chan e l’Alpine Signatech a scambiarsi la leadership grazie alle diverse strategie.

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In GTE-Pro si è invece subito profilato un dominio da parte delle due Porsche, con Kevin Estre partito dalla pole ad un certo punto raggiunto da Gianmaria Bruni sull’altra 911 RSR-19. Il pericolo maggiore alla leadership della #92, l’Aston Martin del “Dane Train”, nonchè capolista in classifica generale, è stata costretta ad una lunga sosta, 90” circa, all’inizio della quinta ora ed è ora costretta ad inseguire.

Peccato come accennato poco sopra, per la Ferrari #51, che ancora una volta stava superando le aspettative con Serra e Calado, ma che ora chiude mestamente la classifica, distanziata di tre giri dai leader.

Ma la lotta più avvincente è stata sicuramente in GTE-Am, dove le Aston Martin hanno dato spettacolo sin dallo start, con Salih Yoluc e la capolista #90 del TF Sport a superare il polesitter sulla linea di partenza Paul Dalla Lana. Il gentleman canadese tentava presto il controsorpasso, ma con esito negativo, girandosi in curva 1 e perdendo momentaneamente il contatto dal vertice.

Presto sono emerse anche le Porsche, specialmente quelle del Project 1, che con Ben Keating hanno scalato la classifica, anche con le cattive, per poi cedere nuovamente alle due Vantage, grazie alla spinta imposta dai factory driver del marchio britannico, Ross Gunn e Johnny Adam.

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Le speranze di titolo della Ferrari AF Corse #83 sono ora assai ridotte a causa del drive-through assegnato dalla direzione gara per track limits, ma a difendere i colori del Cavallino ci hanno pensato Bonamy Grimes con la 488 del Red River Sport nelle fasi iniziali e poi Giancarlo Fisichella, che ha portato la argentea #54 di Spirit of Race al comando provvisorio della categoria.

Piero Lonardo

La classifica alla quinta ora di gara

Foto: WEC

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WEC –  La Toyota #7 diminuisce il gap con l’ultima pole dell’anno

Mike Conway e Josè Maria Lopez portano in pole la Toyota #7 nell’ultimo atto della Season 8 del World Endurance Championship in Bahrain.

Il duo degli inseguitori, che riducono così il margine in classifica dai teammates a 6 soli punti, ha fissato i cronometri sulla media record di 1.40.747, oltre 7 decimi meglio di Brendon Hartley e Kazuki Nakajima, che ricordiamo scontano un Success Ballast di 0,54” sul giro.

UANon sfugge la pole di categoria in LM P2 ai neocampioni di United Autosports, che ha lasciato l’incombenza delle qualifiche a Phil Hanson e Paul di Resta, i quali hanno dominato la lista dei tempi alla media di 1.47.060, lasciando a ben 8 decimi Gabriel Aubry e Will Stevens, che hanno portato in seconda fila l’Oreca del Jackie Chan gommata Goodyear. A chiudere le fila della categoria la Dallara del Cetilar Racing con Andrea Belicchi e Giorgio Sernagiotto.

Porsche92NA Michael Christensen e Kevin Estre l’ultima contestata pole stagionale in GTE-Pro, la terza dell’anno, alla media di 1.56.505. La Porsche #92 è stata reinstallata in cima alla lista dei tempi dopo una revisione dei giri cancellati per track limits dopo che la pole position era stata provvisoriamente assegnata alla Aston Martin dei leader della classifica Marco Sorensen e Nicki Thiim, separati alla fine da appena 16 millesimi. P3 per James Calado e Daniel Serra, a meno di 2 decimi, con la migliore delle Ferrari AF Corse.

 

Sono infine Ross Gunn e Paul dalla LanaAston98b a regalare la pole alla Aston in GTE-Am alla media di 1.58.356, precedendo di ben 4 decimi l’altra Vantage del TF Sport di Johnny Adam e Salih Yoluc. P3 e migliore delle Ferrari quella del Red River Sport di Bonamy Grimes e Kei Cozzolino, mentre i title contender di AF Corse devono accontentarsi della settima posizione in griglia.

Domani lo start della 8 Ore del Bahrain alle 14 locali.

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

Foto: WEC, Toyota, Porsche, United Autosports

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WEC –  A quale Toyota il titolo della Season 8?

Botta e risposta tra le due Toyota nelle ultime due sessioni prove libere sul circuito di Sakhir per season finale del World Endurance Championship.

Al mattino Josè Maria Lopez ha fissato l’asticella sull’1.42.857, 6 decimi meglio del tempo segnato ieri sera da Sebastien Buemi con la TS050-Hybrid #8, mentre Brendon Hartley nel finale dell’ultima ora a disposizione ha avuto la meglio per 102 millesimi su Mike Conway. Il tempo del kiwi, che potrebbe portare a casa il secondo titolo assoluto con due diverse marche, unico nell’era moderna del mondiale endurance, non è andato comunque oltre i 7 decimi di distacco dal best lap di “Pechito”.

Ricordiamo che il Balance of Success concede all’equipaggio della Toyota #7 0,54 secondi al giro sulla vettura gemella.

Tra le LM P2 invece, resiste ampiamente la top five di ieri sera capeggiata da Giedo van der Garde. Migliori di sessione Nicky de Vries e Will Stevens, con distacchi che passano il mezzo secondo, così come hanno resistito, grazie alle migliori condizioni atmosferiche della serata del Bahrain, anche i best crono delle GT.

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In GTE-Pro Maxime Martin nella terza sessione è stato avvicinato a 2 decimi dalla Porsche di Michael Christensen, mentre al mattino è stato Miguel Molina a primeggiare sulla Ferrari #71 ed il tempo di 1.57.422 che lo colloca in P4 nella somma dei tempi complessiva.

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Tra le Am dietro Ross Gunn e Ben Barker spunta Jaxon Evans sulla Porsche #88 del Dempsey-Proton, migliore al mattino a poca distanza dalle Pro.

Tutto è pronto per le ultime qualifiche della stagione in programma alle 18 locali di oggi.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Libere 3

Foto: WEC, Toyota

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WEC – Bahrain, Buemi al top nelle prime libere

Il circus del World Endurance Championship ha iniziato oggi la marcia di avvicinamento alla 8 Ore del Bahrain gran finale della Season 8 con le prime libere.

A sorpresa è stata la Toyota più penalizzata in termini di Balance of Success, la capolista #8, a staccare il miglior tempo con Sebastien Buemi ed il crono di 1.43.457, mezzo secondo meglio di Mike Conway, autore della miglior prestazione sulla vettura gemella.

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Dietro le due TS050-Hybrid, ricordiamo qui all’ultima apparizione di sempre, stante le varie assenze, si piazza l’Oreca LM P2 del Racing Team Nederland, con Giedo van der Garde a 4”5 dal battistrada, davanti di un soffio alla Alpine Signatech di Andrè Negrao e alla vettura di Jota del campione della Formula E, Antonio Felix da Costa ed Anthony Davidson e di quella dei neocampioni della categoria, United Autosports.

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Consueto fanalino di coda la Dallara tricolore del Cetilar Racing, alla sua ultima apparizione nella serie mondiale in attesa dell’ufficializzazione dell’effort 2021 in GTE-Am, sempre in partnership con AF Corse.

Peraltro questa sarà anche l’ultima occasione di vedere i prototipi della categoria cadetta al pieno potenziale, dato che, come reso noto nelle ultime settimane, il regolamento tecnico imporrà una riduzione di potenza di 40HP al motore Gibson per separarle dalle nuove Hypercar.

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Maxime Martin, che all’ultimo momento ha dovuto rinunciare all’abituale coqequipier Alex Lynn, trovato positivo al test COVID, sostituito da Richard Westbrook, ha scippato le Porsche della leadership provvisoria in GTE-Pro col tempo di 1.56.560.

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GT inglesi sugli scudi anche in AM che, grazie a Ross Gunn, autore di 1.57.666, si porta in classifica davanti alle Ferrari Pro. Sulla Aston #98 in sostituzione di Westbrook, cha a sua volta era stato chiamato al posto di Augusto Farfus, impegnato a Sebring, è stato cooptato all’ultimo momento Pedro Lamy, già vincitore in Bahrain nonché campione della categoria proprio con la stessa vettura e Paul dalla Lana.

Tra i due contender per il titolo delle GTE-Am, vantaggio per l’altra Aston del TF Sport, P5 dietro le Porsche di Gulf Racing e Project 1, mentre la Ferrai AF Corse #83 ha concluso a 1”5 dai battistrada. L’Aston Martin #90 corre con 35 kg extra, 5 in più dell’altro contendente, distanziato in classifica di 8 sole lunghezze.

Il programma di domani proseguirà con gli altri due turni di libere e le qualifiche, rispettivamente alle 9.00 alle 13.45 e alle 18.00 locali.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

Foto: WEC, Toyota

Porsche Mobil 1 Supercup, Spielberg 2020

WEC – In Bahrain, volti nuovi per Porsche

La lista degli iscritti della 8 Ore del Bahrain, ultimo atto del World Endurance Championship 2019-2020, si arricchisce di tre giovani leoni, tutti in casa Porsche.

Sulle 911 RSR iscritte in GTE-Am da Dempsey-Proton e Project 1 saliranno infatti due giovanissimi protagonisti della Carrera Cup: si tratta Dylan Pereira, lussemburghese vicecampione con due vittorie all’attivo della Super Cup 2020, e del kiwi Jaxon Evans, neocampione dell’edizione francese del monomarca e quarto nella Super Cup, vittorioso nel seson opener austriaco.

Evans affiancherà sulla Porsche #88 del Dempsey-Proton Khaled Al Qubaisi e Marco Holzer, mentre il 23enne Pereira salirà sulla #57 del Project 1 insieme a Ben Keating e Jeroen Bleekemolen a causa dell’assenza di Felipe Fraga, che non presenzierà alla gara mediorientale essendo risultato positivo al test COVID. Per entrambi si tratta del debutto nella serie mondiale.

Resi noti anche gli orari del weekend, con le prime libere il giovedì 12 novembre alle 17.30 locali. Venerdì 13 in programma altre due sessioni di libere e le qualifiche, rispettivamente alle 9.00 alle 13.45 e alle 18.00 mentre lo start della gara avverrà alle 14.00 locali di sabato 14 novembre.

Piero Lonardo

L’entry list definitiva della 8 Ore del Bahrain

Foto: Porsche